BitTorrent è stata fino ad oggi una delle bandiere del file sharing fuorilegge, aspramente contrastata, dentro e fuori le aule dei tribunali, dall’industria dell’entertainment. Ora però è pronta al lancio di un sito Web legale che consentirà il download a pagamento di film e programmi televisivi regolarmente autorizzati: esattamente come iTunes, se non per il differente codice adottato per la protezione dei diritti digitali (in questo caso si tratta del DRM di Windows Media). <br> Il ventaglio dei partner/fornitori è ampio e qualificato e include i colossi Warner Bros., Paramount Pictures, 20th Century Fox, Metro Goldwyn Mayer e Lionsgate; il “target” del nuovo servizio identificato con precisione: giovani tra i 15 e i 34 anni che usano scaricare versioni piratate dei film e degli show tv per poi guardarseli sul computer piuttosto che sul televisore di casa. E Ashwin Navin, presidente della Web company che ha sede a San Francisco, è convinto che almeno un terzo dei 135 milioni di persone che fino ad oggi hanno scaricato il software di BitTorrent sia disposto a pagare in cambio di immagini e audio di qualità e di file esenti da rischi e intoppi. Mentre sarà possibile acquistare in forma permanente gli show televisivi (1,99 dollari, lo stesso prezzo di iTunes), i film saranno per ora disponibili solo a noleggio (2,99 o 3,99 dollari al giorno, a seconda che si tratti di titoli di catalogo o di novità): i prezzi richiesti dalle major cinematografiche, sostiene Navin, sono ancora troppo alti. <br> Ma intanto con Hollywood la sua impresa è venuta a patti. Non altrettanto, invece, con l’industria discografica, sebbene alcuni gruppi musicali, come i Decemberists (vedi News), abbiano fatto volontariamente ricorso al network p2p per diffondere in maniera “virale” e fuori dai circuiti ufficiali proprio materiale (segnatamente il videoclip del brano “16 military wives”, dall’album “Picaresque” del 2005).