File in vendita a prezzi variabili (più alti per novità e successi del momento, più bassi per il catalogo) in cambio dell’abbandono dei “lucchetti” di protezione DRM, sull’esempio di quanto già fatto dalla EMI (vedi News). E’ questo, scrive Alex Veiga dell’Associated Press, il do ut des proposto da Steve Jobs alle altre major discografiche in vista del rinnovo dei contratti di fornitura di contenuti musicali all’iTunes Music Store: un passo avanti definitivo, sostiene il guru della Apple, verso la totale “interoperabilità” che permetterebbe finalmente di ascoltare su qualunque riproduttore digitale le canzoni comprate sul suo frequentatissimo negozio on-line. <br> Le tre major che ancora non si sono convinte ad abbandonare i sistemi di Digital Rights Management, Universal, Warner e Sony BMG, si trovano sotto pressione da quando la EMI ha spezzato il fronte comune (vedi News): e sembra che due di esse, in particolare (Universal e Sony?) siano disponibili a rivedere le loro posizioni se Jobs accetterà di vendere su iTunes musica, video e altro materiale multimediale raggruppati in “bundle”, come parte cioè di un’unica confezione capace di attrarre il consumatore verso una nuova forma appetibile di “album digitale”, man mano che il mercato si allontana dal cd. Quale che sia l’esito di queste negoziazioni, sulle versioni prossime venture di iTunes non dovrebbero mancare le novità.