Anche il Regno Unito, che pure vanta una grande tradizione nel campo, sembra prossimo a dire addio al singolo tradizionale, venduto come supporto fisico nei negozi. Le prime avvisaglie inequivocabili arrivano dai grandi supermercati che dominano il panorama del commercio al dettaglio: dopo Tesco, il leader del settore, anche Asda, il numero due, ha preso la decisione di interrompere da questa settimana la vendita di cd singoli in 336 negozi sparsi sul territorio nazionale. La mossa è destinata a incidere ancora più profondamente sull’industria discografica, spiega il settimanale Music Week, dal momento che la catena rappresentava con l’11,9 % di quota di mercato il quarto venditore di cd singoli del Paese, dopo Hmv (29,8 %), Woolworths (26,9 %) e Virgin Retail (12 %), mentre Tesco rappresentava solo il 2,9 %. “L’impatto di questa decisione sarà significativo anche sulle classifiche”, hanno confermato i funzionari che presiedono alle “chart”. <br> Kim Byaley, direttore generale della Era (la società a cui Asda fa capo), ha motivato la decisione con lo sfasamento dei tempi di uscita dei singoli sul mercato “fisico” e su quello digitale. “Una cosa spiacevole”, ha aggiunto, “ora che la Universal si sta muovendo verso la pubblicazione dei singoli al venerdì (invece del lunedì successivo, ndr) per cercare di rivitalizzare il mercato”. Il copresidente della società, Paul Quirk, ha invece voluto sottolineare un possibile risvolto positivo della vicenda: “C’è la possibilità che chi è alla ricerca di singoli in formato fisico si rivolga altrove, auspicabilmente verso i negozi di dischi indipendenti”; anche se ha ammesso che l’abbandono dei singoli da parte di Asda “avrà un effetto traumatico su quanto viene pubblicato”. Sarà il colpo di grazia, per un mercato che nel primo trimestre 2007 si è ridotto a 2,18 milioni di pezzi venduti, contro i quasi 17 milioni di brani scaricati legalmente come download?