Creare ("nel medio periodo") il primo Museo della canzone napoletana, allestire e aggiornare un archivio digitale destinanto a contenere tutti i classici della tradizione musicale partenopea: sono alcune delle missioni istituzionali della neonata Fondazione Bideri, ente no profit che prende il nome da un gruppo editoriale locale di antichissima tradizione (esiste dal 1808). All’impresa di edizioni creata da Fernando Bideri e tuttora amministrata dai suoi eredi nella storica sede di via S.Pietro a Majella, dove un tempo si davano appuntamento compositori come Salvatore Di Giacomo ed Ernesto Murolo, Ferdinando Russo ed E.A. Mario, ma anche letterati come D’Annunzio e Pirandello, Pascoli e Matilde Serao, si deve il lancio dei più grandi classici della canzone napoletana, “O sole mio” e “Torna a Surriento”, “Voce ‘è notte” e “I’ te vurria vasà” (le prime due portate al successo internazionale da Elvis Presley con i titoli di “It’s now or never” e “Surrender”). Di quel prezioso patrimonio, costituito da centinaia di spartiti originali e di testi autografi ma anche da libri, dipinti, fotografie, documenti, strumenti musicali e altri reperti storici è ora depositaria la Fondazione, che organizza mostre, convegni e seminari a tema promuovendo le sue attività anche attraverso un nuovo sito Internet (www.fondazionebideri.it, in italiano e in inglese) e una collana di pubblicazioni discografiche curate da una neonata etichetta, GiBi Records.