I concorrenti di Terra Firma hanno tempo fino al 27 giugno per controbattere l’offerta avanzata agli azionisti EMI dal fondo capeggiato da Guy Hands (vedi News). Nel frattempo i portavoce di Maltby Ltd, la società del gruppo finanziario inglese direttamente coinvolta nelle trattative, hanno smentito decisamente le notizie riportate nelle ultime ore da molti organi di stampa, secondo cui la somma stanziata per l’acquisto della major discografica sarebbe stata incrementata di oltre il 50 %, da 2,4 miliardi di sterline (265 pence per azione) a 3,7 miliardi. “Sembra”, hanno commentato, “che la gente abbia fatto confusione tra due cose diverse”: l’offerta EMI, appunto, e il fatto che Terra Firma ha recentemente raccolto sul mercato finanziario 3,7 miliardi di sterline, parte delle quali servirebbero appunto a finanziare il “takeover” della società che ha in catalogo i dischi dei Beatles e dei Pink Floyd. <br> Appendice curiosa: la finanziaria di Hands ha annunciato in questi giorni di volersi disfare del fondo pensionistico Thorn, azienda di elettronica di consumo che dal 1977 al 1996 costituì un tutt’uno proprio con la EMI.