Sul debutto annunciato dell’impresa di Jeff Bezos nel mondo dei download a pagamento (senza DRM, e dunque senza limiti alla circolazione della musica acquistata) è calato da qualche tempo uno strano silenzio. I giornalisti americani sostengono che più o meno tutte le case discografiche principali hanno sottoscritto i loro accordi di licenza con Amazon, e pare anche che qualche alto dirigente abbia avuto modo di visionare una versione “beta” del servizio. Però intanto tutto tace, e qualcuno (i redattori del sito Hypebot, per esempio), si interrogano anche sulla altrettanto strana inerzia dei concorrenti: a cominciare da Napster, Rhapsody e gli altri, che proprio nel ritorno agli mp3 senza DRM intravedono l’unica chance di competere in qualche modo con iTunes, allo stesso Steve Jobs, che continua a vendere canzoni e album digitali rigidamente protetti e controllati nella loro diffusione con l’unica, rilevante eccezione del catalogo EMI (vedi News).