Cambiano gli scenari e i rapporti di forza all’interno dell’industria discografica mondiale. Dopo l’operazione Terra Firma-EMI (vedi News) va a buon fine anche la proposta di acquisto che lo Universal Music Group aveva avanzato nei confronti del gruppo londinese Sanctuary: rastrellando attraverso la filiale Centenary una piccola quota di azioni ancora disponibile sul mercato (lo 0,2 %) e ottenendo l’adesione dell’89,8 % degli azionisti correnti, la major del gruppo Vivendi ha raggiunto il quorum necessario (90 % del capitale sociale) a concretizzare il suo progetto.<br> “Dopo l’acquisizione di BMG Music Publishing”, commenta nel comunicato che ufficializza la notizia il presidente e ad di Universal Music International Lucian Grainge, “questo accordo rappresenta un altro passo importante nella diversificazione del nostro business e verso la fornitura di servizi ancora più integrati ai nostri autori e artisti”. Rilevando la Sanctuary, infatti, Universal non solo incrementa il suo back catalog discografico ed editoriale ma entra anche direttamente nel business dell’organizzazione di concerti, del management artistico e del merchandising. <br> Fondata da Andy Taylor e Rod Smallwood (poi “sfiduciati” dal consiglio di amministrazione della società in quanto ritenuti responsabili della grave crisi finanziaria del gruppo: vedi News), la Sanctuary ha continuato a vivere momenti difficili, specie nella divisione discografica, anche sotto la guida di Frank Presland e Bob Ayling (ex amministratore delegato di British Airways). Ciò nonostante, UMG ha messo sul piatto 44,5 milioni di sterline (66,15 milioni di euro, in contanti) e ha accettato di assumersi debiti per 59,8 milioni di sterline pur di prenderne possesso.