Sembrava destinato a una probabile riconferma, e invece il presidente e amministratore delegato della EMI, Eric Nicoli, non è sopravvissuto al cambio di proprietà della società, ora in mano al gruppo finanziario Terra Firma (vedi News). Lascerà la sua poltrona a fine settimana, ma conserverà un ruolo di consulente esterno per "facilitare la transizione agli artisti, agli autori e allo staff dela EMI", come ha spiegato in un "memo" scritto di suo pugno. In contemporanea a Nicoli, ha rassegnato le dimissioni anche il chief financial officer Martin Stewart; resterà invece in carica Roger Faxon, presidente e ceo della società di edizioni EMI Music Publishing. <br>. Nella nuova configurazione societaria il consiglio di amministrazione della EMI riporterà a un nuovo comitato di supervisione presieduto da Guy Hands, amministratore delegato di Terra Firma. “La nuova struttura di management”, ha spiegato quest’ultimo con un comunicato stampa, “consentirà alla EMI di beneficiare dell’esperienza di Terra Firma nella trasformazione strategica delle imprese e nella conduzione dei cambiamenti operativi. Gli sforzi iniziali si concentreranno nel massimizzare il valore degli asset significativi nel business delle edizioni musicali e nel realizzare le opportunità digitali nel settore della musica registrata”. EMI, ha aggiunto Hands, perseguirà tali finalità investendo in una crescita “organica e attraverso acquisizioni”. Intorno al 18 settembre la casa inglese dovrebbe essere depennata dall’elenco delle società quotate in Borsa, operando in futuro come “private company” ad azionariato concentrato.<br> Nicoli era entrato a far parte dell’organico EMI nel 1993 con il ruolo di direttore non esecutivo. La sua precedente carriera, a partire dalla metà degli anni Settanta, si era svolta tutta nel settore dell’industria alimentare, prima alla Rowntree (dove aveva introdotto le barrette di cioccolato Lion Bar e Yorkie, uno dei suoi maggiori successi commerciali) e poi alla United Biscuits.