Il Washington Post scrive che Edgar Bronfman Jr., “boss” della major statunitense, è pronto a seguire le orme di Doug Morris, numero uno di Universal Music. Approfittando della scadenza, a fine anno, dell'accordo commmerciale in vigore con l’iTunes Store della Apple, l'imprenditore canadese sembra intenzionato a reimpostare il contratto di fornitura su base mensile: così come Universal fa già da diversi mesi per garantirsi maggiore flessibilità d'azione (vedi News). <br> I motivi del contendere sono gli stessi: la rigidità delle clausole contrattuali imposte dalla Apple (che fissa un tetto massimo alle percentuali di vendita riconosciute alle etichette discografiche) e il prezzo unico per tutto il repertorio che è un punto cardine delle politiche commerciali di Steve Jobs.