Continua, in sede di appello, la guerra giudiziaria tra major discografiche e Yahoo! China, accusato di arricchirsi grazie allo sfruttamento illegale dei diritti di proprietà intellettuale (vedi News). Bacchettata da una sentenza del tribunale di Pechino, che l’ha riconosciuta colpevole di fornire link per il download di file illegali, la Web company cinese (facente capo al gruppo Alibaba del magnate Jack Ma, ora posseduto al 44 % dalla casa madre americana di Yahoo!) continua a ribadire la sua innocenza. John Kennedy, presidente della federazione internazionale dei discografici IFPI, non è ovviamente dello stesso avviso. “E’ incredibile”, ha commentato, “che l’industria musicale debba difendersi nei tribunali cinesi contro una società che per una quota azionaria così rilevante è controllata da un’icona dell’imprenditoria americana”; soprattutto perché, aggiunge Kennedy, la stessa Yahoo! “gestisce servizi musicali legittimi in tutto il resto del mondo, Hong Kong e Taiwan inclusi. Dovrebbe distinguersi come l’architetto del commercio on-line legale in Cina, invece di permettere che il suo marchio venga appannato dalla violazione di massa dei copyright”.