L’emergenza rifiuti riguarda, eccome, anche l’industria audiovisiva. Ogni anno restano invenduti nelle edicole e nei magazzini e vengono conseguentemente mandati al macero decine di milioni di cd e dvd corrispondenti a 850 tonnellate di policarbonato (un derivato del petrolio utilizzato per la fabbricazione dei dischetti digitali), 3.250 tonnellate di polipropilene (impiegato per le custodie dei dvd), 700 tonnellate di polistirolo (usato per le custodie dei cd), 1.000 tonnellate di carta e altri 4 milioni di metri quadrati di polipropilene utilizzati per le confezioni in cellophane: una montagna di immondizia che finisce nelle discariche, che libera diossina nell’aria quando viene bruciata e che spesso e volentieri finisce in mani sbagliate alimentando il mercato nero e i profitti della camorra. Che fare? La SIAE, con l’avallo dell’Univideo e della federazione antipirateria Fapav, si è mossa per dare una risposta al problema aderendo al progetto Omero: un innovativo processo industriale brevettato da una società italiana, Oms (Optical media service), che promette il riciclaggio eco-compatibile del 98 % dei cd e dvd e delle relative confezioni in carta e in plastica. <br> Presentato giovedì, 17 gennaio, alla Biblioteca del Burcardo a Roma, il sistema permette di separare i vari componenti, “ripulendo” i supporti dai loro contenuti audio e video così da poterli rivendere come cd vergini, a costi ridotti, alle aziende produttrici. Nella fase iniziale della lavorazione, Oms prevede di riciclare nella sua sede di Peschiera Borromeo 750 mila pezzi al mese, che a regime dovrebbero diventare 5 milioni (con la possibile apertura di un altro stabilimento nel Sud Italia). Nella cittadina lombarda verranno sistemati appositi raccoglitori sorvegliati per lo smaltimento dei cd e dvd; la SIAE, attraverso i propri ispettori, controllerà il processo di riciclaggio in modo da garantire che i supporti siano realmente trattati e non finiscano nel mercato dell’illecito.