Ci sono voluti sette anni per riconciliare Mick Hucknall con la sua ex casa discografica, accusata dal cantante inglese di accaparrarsi la fetta maggiore degli introiti su dischi che lui stesso aveva in gran parte finanziato. La querelle era scoppiata nel 2000, dopo che la Warner aveva messo in commercio l’antologia non autorizzata “It’s only love”: da quel momento in avanti i rapporti si erano completamente interrotti, e il cantante aveva pubblicato i suoi nuovi lavori attraverso un’etichetta autogestita, simplyred.com (vedi News). A partire dall’estate del 2006, tuttavia, c’era stato un riavvicinamento tra le parti, voluto dal manager dei Simply Red (ed ex dirigente Warner) Ian Grenfell: il risultato di quel lungo lavoro diplomatico è una joint venture Hucknall-Warner che li vedrà condividere al 50 % la proprietà di un catalogo discografico che include grandi best seller come “Picture book”, A new flame” e “Stars”. Sono già in programma, di conseguenza, riedizioni rimasterizzate e con bonus track dei vecchi album dei Simply Red e la distribuzione del repertorio, per la prima volta, in formato digitale. <br> “Ci siamo resi conto di quanto fosse ridicolo che Mick non avesse voce in capitolo sul suo catalogo”, ha spiegato Grenfell. “E’ come se a un certo punto lo avesse ripudiato: anche se poi dal vivo interpreta ancora le vecchie canzoni perché è quello che il pubblico vuole. Ma quando gli ho proposto questo accordo, è andato tutto liscio: si rende conto che c’è un vantaggio commerciale nel lavorare con una società multinazionale, e comunque manterrà la sua indipendenza e il potere di pubblicare dischi alle sue condizioni”.