Non siamo ancora ai livelli stratosferici del concerto che Barbra Streisand avrebbe dovuto tenere l’anno scorso allo Stadio Flaminio di Roma, tagliandi da 450 a 850 euro (com’è andata a finire ve lo ricorderete: annullato per carenza di richieste, vedi News). Però anche Celine Dion non scherza: i posti più appetibili per il suo concerto al Datch Forum di Assago del 3 luglio prossimo, quelli di prima platea, costano 345 euro; i più “economici”, 2° anello, 103,50 euro. Allo stadio C. Erhmann Nikaia di Nizza, due giorni dopo, le tariffe sono relativamente più popolari, da un minimo di 56,50 a un massimo di 188,50 euro. “Ma gli stadi sono una cosa, le arene un’altra”, replica l’organizzatore della data milanese Roberto De Luca, amministratore delegato di Milano Concerti (gruppo Live Nation). “Sono prezzi indiscutibilmente alti, quelli che chiediamo per la data al Forum, ma in linea ad esempio con quelli di Zurigo. Celine Dion, per quanto mi ricordi, non ha mai tenuto concerti in Italia prima d’ora, porta in giro una produzione importante e chiede compensi elevati. E ha un target di pubblico mediamente di buone disponibilità economiche, meno condizionato dal fattore prezzi: lo dimostra il fatto che i biglietti più costosi, duecento posti circa sistemati intorno al palco centrale, sono già quasi tutti venduti”. <br> De Luca ammette di non aver mai portato in Italia uno show dal prezzo così elevato. “Ma in Europa girano tariffe ben maggiori, e anche a casa nostra… Alla Scala, loggione escluso, o nelle tribune centrali numerate di un gran premio di Formula Uno si paga molto di più. Potremmo applicare prezzi più economici? Sì, se la musica popolare godesse di sovvenzioni pubbliche. Siccome così non è, valgono le sole regole del mercato”.