Non sono bastati “Mothership” dei Led Zeppelin e “Noel” di Josh Groban, best seller negli Stati Uniti nel 2007, a raddrizzare i conti di fine anno della major americana: il trimestre ottobre-dicembre 2007, primo del nuovo esercizio finanziario Warner, si è chiuso il 31 dicembre con un deficit di 16 milioni di dollari, 11 cent per azione, a fronte dei 18 milioni di dollari di profitto, 12 cent per azione, incassati nello stesso periodo dell’anno precedente (sul risultato ha inciso pesantemente l’acquisto non andato a buon fine del promoter di concerti Bulldog Entertainment; tentativo fallito di diversificazione, commentano alcuni osservatori). <br> Il fatturato del comparto discografico è cresciuto comunque da 800 a 850 milioni di dollari, mentre le vendite di musica digitale, pari a 141 milioni di dollari, rappresentano il 14 % del totale (il 22 % negli Stati Uniti). L’ad del gruppo, Edgar Bronfman Jr., resta ottimista: “Il nostro team”, ha dichiarato, “ha ottenuto alcuni risultati degni di nota, quest’anno: la quota di mercato più alta degli ultimi dieci anni, negli Stati Uniti, nelle vendite degli album, con due etichette ai vertici della graduatoria; il più ampio differenziale tra quota di mercato di album digitali e fisici; una performance stabile nel settore delle edizioni musicali. Ora lavoreremo per tramutare questi incrementi in un plusvalore per i nostri azionisti”.