Nei suoi cinquant’anni di storia, il tempio del rock londinese ha cambiato la bellezza di sei sedi (la più famosa ed epocale resta quella di Wardour Street, nel cuore del quartiere di Soho): l’ultima della serie, aperta appena sei mesi fa al numero 14 di Upper Saint Martin’s Lane, ha chiuso ufficialmente i battenti lo scorso 12 febbraio, dopo che il proprietario, l’imprenditore nordirlandese Nathan Lowry, si è visto recapitare un’ordinanza di demolizione. Nel breve spazio della sua esistenza, il nuovo Marquee ha fatto comunque in tempo ad ospitare oltre 300 band; ora, spiega il suo sito Internet, si trasformerà in club “virtuale”, organizzando i suoi concerti in luoghi inusuali e tenuti segreti fino all’ultimo, sempre comunque nell’area del West End. <br> Nel corso della sua gloriosa esistenza, il Marquee ha ospitato tutti i maggiori nomi del rock angloamericano, dagli Yardbirds ai Rolling Stones, da Jimi Hendrix agli Who (celebre la locandina, poi ripresa in alcuni dischi, che riproduce il logo del gruppo, il claim “maximum R&B” e una foto di Pete Townshend in bianco e nero), dai Pink Floyd ai Cream, dai Sex Pistols (cacciati dopo un tafferuglio tra Johnny Rotten e alcuni componenti del pubblico) agli U2.