L’accordo di joint venture tra Sony Corp e Bertelsmann scade nell’agosto del 2009, e non è improbabile che quest’ultima decida per quella data di vendere il suo 50 % di azioni nella major discografica (insieme al club di vendite per corrispondenza Direct Group): essendosi già liberata delle edizioni, cedute lo scorso anno a Universal Music Publishing (vedi News), la famiglia Mohn uscirebbe così definitivamente dal business musicale. <br> Si tratta per ora di ipotesi che le fonti ufficiali non commentano, ma che sono state rilanciate dall’edizione tedesca del Financial Times: secondo il quotidiano economico il direttore finanziario di Bertelsmann, Thomas Rabe, avrebbe già incontrato i vertici di almeno due grosse private equity per discutere proprio di una possibile cessione della sua quota di Sony BMG. Ad alimentare le speculazioni sono le dichiarazioni rese lo scorso dicembre dall’amministratore delegato per il settore media, Hartmut Ostrowski, che aveva anticipato la necessità di rivalutare l’assetto strategico della società con un occhio di riguardo ai rami d’azienda meno redditizi: tra questi figura appunto la divisione musicale, che nel 2006 ha fruttato una redditività sulle vendite (ROS) dell’8,6 %, a fronte di un limite minimo fissato al 10 %. <br> Se anche Bertelsmann decidesse di uscire dalla joint venture con Sony, fanno notare alcuni osservatori, non potrebbe comunque farlo immediatamente per i vincoli imposti dalle clausole contrattuali. Il ruolo di presidente di Sony BMG, tra l’altro, è attualmente ricoperto da un ex consigliere di amministrazione della multinazionale tedesca, Rolf Schmidt-Holtz.