Negli Stati Uniti, e non solo, è uno scandalo da prime pagine dei giornali: l’avvocato Elliot Spitzer, governatore dello stato di New York, personaggio di spicco dell’entourage democratico di Hillary Clinton, paladino della moralizzazione della vita pubblica, nemico giurato della mafia e dei finanzieri d’assalto di Wall Street nonché fustigatore di radio e case discografiche per i più recenti casi di “payola” (elargizione di denaro, regali e favori in cambio di promozione e “passaggi” radiofonici delle canzoni) ha confessato di avere intrattenuto relazioni con una prostituta d’alto bordo da oltre 1000 dollari all’ora. Accompagnato dall’imbarazzatissima moglie (è anche padre di tre bambini), dopo che la notizia era diventata di dominio pubblico Spitzer ha indetto una conferenza stampa per ammettere la sua colpa e scusarsi per il suo comportamento: “Prima di tutto con la mia famiglia. E poi con i cittadini tutti, a cui avevo promesso di meglio. Ma non credo”, ha aggiunto, “che la politica, nel lungo termine, riguardi i singoli individui. Riguarda piuttosto le idee, il bene pubblico e ciò che è nel miglior interesse dello stato di New York”. A innescare un’indagine federale nei suoi confronti è stata l’osservazione di irregolarità su uno dei conti bancari del governatore: che ora in molti spingono a rassegnare le dimissioni dal suo incarico anche per non intralciare la campagna elettorale della Clinton (di cui è uno dei “superdelegati”). <br> Le indagini di Spitzer sulla corruzione radiofonica lo avevano portato a comminare multe per 31 milioni di dollari alle major e per 12,5 milioni di dollari ai principali network americani (vedi News).