Tennis, golf e formula uno hanno già messo radici nel Golfo Persico, ora tocca all’industria dello spettacolo e alla musica dal vivo. E non sembra affatto casuale che qualche settimana dopo l’ingresso di Live Nation – con una quota di maggioranza, il 65 % - nel capitale di un importante promoter locale, Mirage Promotions, circoli voce di un prossimo concerto a Dubai di Madonna, artista simbolo della corporation americana dopo il famoso contratto “all included” da 120 milioni di dollari (vedi News). Le potenzialità sinergiche sono evidenti, dal momento che a Dubai Mirage ha già portato superstar come Aerosmith, Shakira, Diana Ross, Pink e Bryan Adams, in concerto o come ospiti di lussuose convention aziendali, mentre Live Nation ha in portafoglio nomi irresistibili per il giovane, benestante pubblico locale e per i danarosi turisti affamati di pop e rock, come i Rolling Stones, gli U2 e i Coldplay. “Questa partnership”, conferma il managing director dell’agenzia concertistica araba, Elissa Murtaza, “ci consentirà di accelerare la nostra crescita assicurandoci un migliore accesso a risorse e talenti artistici. E mentre il nostro attuale centro d’interesse è il mercato fiorente degli Emirati Arabi Uniti, la nostra posizione nel Medio Oriente ci offre l’opportunità di espandere ulteriormente le operazioni anche oltre confine”. <br> Non meno attiva sul fronte del Golfo è la principale rivale di Live Nation, Anschutz Entertainment Group (AEG), che conta di organizzare negli Emirati vere e proprie “residency” di grandi artisti sullo stile di quelle che di recente hanno avuto per protagonisti Prince a Londra e Celine Dion a Las Vegas (anche la canadese si è esibita di recente, per la prima volta, a Dubai). Affidato il comando delle operazioni locali proprio all’ex general manager di Mirage, Thomas Ovesen, AEG ha in progetto di costruire a Dubai e ad Abu Dhabi arene da 10-15 mila posti, sul modello della sua O2 londinese. “Per come la vedo io”, ha spiegato Ovesen, “gli Emirati diventeranno un hub di intrattenimento per l’intera regione. Crediamo che il modello O2, dove Prince si è esibito per 21 serate, possa funzionare anche qui, e che il tipo giusto di artista da queste parti possa arrivare tranquillamente a intascare un milione di dollari. Se Elvis fosse ancora vivo, credo che considererebbe una visita a Dubai. Il futuro della musica dal vivo è qui”.