Sono passati quasi quattro mesi da quando Guy Hands annunciò un taglio di quasi 2 mila unità agli organici di EMI nel mondo (vedi News): ma nel frattempo il processo di ristrutturazione aziendale non si è ancora messo in moto e non se ne parlerà, pare, prima di giugno. Perché? Brian Garrity del New York Post, citando tre fonti “di alto livello”, suggerisce motivazioni finanziarie: Hands e i suoi collaboratori sarebbero alla ricerca di altro denaro (60 milioni di dollari, secondo una delle succitate “gole profonde”) con cui far fronte ai costi della ristrutturazione, maggiori di quanto originariamente preventivato. I portavoce della EMI, dal canto loro, smentiscono recisamente questa interpretazione citando un aumento di capitale per 500 milioni di dollari effettuato a gennaio, mentre dagli ambienti della capogruppo Terra Firma emerge piuttosto l’ipotesi che i ritardi nei programmi siano da addebitare alla complessità delle leggi e statuti che in Europa tutelano il lavoro dipendente. <br> Quale ne siano le ragioni, Garrity attribuisce al clima di incertezza che regna nell’azienda anche certi rallentamenti nei processi decisionali: il giornalista del “Post” fa riferimento in particolare all’assenza della EMI tra i partner iniziali del nuovo MySpace Music (vedi News) e all’incagliarsi delle trattative avviate da Terra Firma per l’acquisto delle edizioni Chrysalis Music (vedi News), riguardo alle quali il gruppo Hands sarebbe impegnato in un testa a testa con Warner Chappell.