Si intensifica la guerra di Guardia di Finanza e FPM, Federazione contro la pirateria musicale, a chi diffonde illegalmente (e a volte, va detto, in buona fede) musica registrata in luoghi pubblici ed esercizi commerciali: nei primi mesi del 2008 sono già più di 50 mila i file musicali sequestrati presso disco-pub, discoteche e stand promozionali perché riprodotti in pubblico evadendo il pagamento dei diritti dovuti ad artisti ed etichette discografiche, distinti da quelli d’autore tutelati dalla SIAE e sanciti anche da una sentenza della Cassazione del luglio 2007. Le azioni condotte in Valle d’Aosta, a Firenze e in provincia di Bergamo hanno portato alla denuncia di 11 persone nonché al sequestro di alcune migliaia di cd; per lo stesso motivo la GdF ha denunciato negli ultimi mesi anche i responsabili di alcune emittenti radiofoniche locali. “L’uso di contenuti musicali in un contesto commerciale”, dice il segretario generale di FPM Luca Vespignani, “non può prescindere da un'autorizzazione dei titolari dei diritti, visto che lo stesso esercizio, fornendo ai propri clienti della buona musica, ritiene che ciò serva ad incrementare il proprio business”. La legge italiana sul diritto d’autore, all’art. 171 ter, prevede per i trasgressori una pena da 6 mesi a 3 anni e una multa fino a 15 mila euro, più sanzioni amministrative accessorie in misura di 103 euro per ogni fonogramma abusivamente diffuso o riprodotto .<br> “E’ in atto un deciso cambio di strategia di FPM”, spiega il presidente Enzo Mazza, “che sarà sempre più orientata anche ai nuovi business on-line (i video rimossi da YouTube e MySpace sono già migliaia) e al merchandising contraffatto venduto ai concerti”.