Secondo il britannico Sunday Telegraph, la EMI non ha ancora messo in soffitta la vecchia idea di fondersi con il gruppo Warner Music (vedi News): nei cassetti della major inglese sarebbe tuttora custodito un piano “segreto” dal nome in codice di “Project poker” che prevede la liquidazione della società di edizioni musicali EMI Music Publishing al fine di evitare uno stop alle operazioni da parte dell’Antitrust. <br> Guy Hands, intanto, tira un sospiro di sollievo. Il principale finanziatore di Terra Firma nell’acquisto della EMI, la banca Citigroup, gli ha concesso altri tre mesi di tempo (e cioè fino a settembre) per raggiungere gli obiettivi finanziari prefissati per il mese di giugno: 150 milioni di sterline di margine operativo lordo (188,4 milioni di euro, per la sola casa discografica) da conseguire grazie alla ristrutturazione che costerà complessivamente il posto di lavoro a oltre 2 mila dipendenti (vedi News). A causa del mancato raggiungimento del target, tuttavia, Citigroup sta cercando di rinegoziare le condizioni del suo prestito (che si estinguerà tra sette anni e mezzo), mentre i dirigenti EMI non intascheranno i “bonus” che gli erano stati promessi. Ai primi di giugno, comunque, esce il nuovo album dei Coldplay (vedi News), su cui la major inglese punta moltissimo per rilanciare le sue quotazioni.