Napster strappa ad Amazon il titolo di negozio digitale col maggior catalogo di mp3 a disposizione (file non protetti e riproducibili dall’acquirente su ogni tipo di lettore, iPod incluso): sei milioni di canzoni, l’intero repertorio major e indipendente gestito dalla piattaforma, scaricabili al prezzo standard di 99 centesimi ciascuna e in qualità migliore rispetto alla versione con DRM (256 kpbs contro i 192 kbps); l’offerta, che riguarda per il momento i soli consumatori americani, dovrebbe essere estesa in tempi brevi al servizio Napster Mobile per il download diretto sui telefoni cellulari ma non è retroattiva (chi ha acquistato file in formato DRM non può convertirli). Al momento (vedi News) Amazon MP3 offre circa 2 milioni di brani senza Digital Rights Management, mentre l’offerta di mp3 da parte di iTunes include una sola major, la EMI. <br> Nonostante l’uscita dalla “nuvola del DRM”, spiega il chief operating officer di Napster Christopher Allen, la Web company americana non ha alcuna intenzione di abbandonare la formula della musica in abbonamento che rappresenta il cuore della sua strategia commerciale. “I consumatori potranno essere attratti inizialmente dagli mp3…ma io credo che nel tempo questo si tradurrà in un maggior numero di abbonamenti”. Il modello di “subscription” (ascolti e scarichi quanta musica vuoi, finché paghi un canone mensile) continua a essere il preferito di Napster perché gli garantisce un margine di profitto superiore (Apple compensa i mancati guadagni con gli enormi introiti che gli assicurano le vendite degli iPod). La scommessa di Napster, sottolinea Anthony Bruno su Billboard.biz, è che, con il proliferare di telefonini, impianti stereo e lettori da auto collegabili a Internet, anche il consumatore si convinca che è meglio noleggiare la musica che acquistarla.