Erano in lizza anche Warner Music, la corazzata indipendente Koch e la società di edizioni musicali EverGreen (che amministra i copyright delle canzoni di Tupac Shakur): ma alla fine ad aggiudicarsi all’asta il catalogo della Death Row Records è stata una poco nota casa discografica del Tennessee, Global Music Group, la cui proprietaria, Susan Berg, ha messo sul piatto 25 milioni di dollari. Cosa le verrà in tasca non risulta ancora chiaro agli osservatori, perché l’etichetta – fondata nel 1991 da Marion “Suge” Knight e resa celebre dai successi di rapper come Dr. Dre, Snoop Dogg e lo stesso Tupac (nella foto) – dopo anni di cattiva gestione era sprofondata nella bancarotta lasciandosi dietro una scia di debiti e di strascichi legali che porrebbero più di un’ipoteca sul suo patrimonio di master fonografici e diritti editoriali. Nei cassetti ci sarebbero ancora parecchie composizioni e registrazioni inedite di Tupac, di cui potrebbe dunque uscire un album postumo entro fine anno. Per pubblicarlo, Global Music deve tuttavia incassare l’autorizzazione degli eredi del musicista e dell’editore EverGreen. “Se sono furbi mi chiamano subito”, ha dichiarato a Billboard.biz l’amministratore delegato di quest’ultima, David Schulhof. “Approviamo ogni genere di utilizzo, ma senza di noi del catalogo non possono fare nulla”. <br> A Billboard Schulhof ha anche spiegato i motivi del suo ritiro dall’asta sulla Death Row: “E’ un ginepraio di fatture non pagate, incluse le rivendicazioni di innumerevoli autori di canzoni che non hanno mai visto una royalty. Se la corte ha cancellato tutti quei debiti o no non è chiaro. Ma alla Global Music, un giorno, potrebbero svegliarsi e avere una brutta sorpresa”.