Situazione fluida, in casa Live Nation, dopo l’uscita di scena del promoter Michael Cohl (vedi News) che qualcuno immagina già intento a progettare un’agenzia live concorrente con i vecchi amici Rolling Stones come principali clienti. Sul New York Post, Brian Garrity e Peter Lauria scrivono che il ceo Michael Rapino starebbe architettando una clamorosa mezza marcia indietro: affidare, cioè, in licenza a una major, una diversa per artista, i dischi di Madonna, Jay-Z, Shakira e Nickelback di cui si è guadagnato, a carissimo prezzo, l’esclusiva. Il boss di Live Nation, sostiene qualche suo stretto collaboratore, preferirebbe dare tutto in <i>outsourcing</i>, piuttosto che sovraccaricarsi di costi fissi e di infrastrutture dedicate come avrebbe voluto Cohl. <br> Resta da vedere se gli convenga farlo: un contratto di licenza e di distribuzione con una major gli permetterebbe di intascare il 25-35 %, non di più, dei proventi generati dalla vendita dei dischi, e su quelle somme dovrebbe pagare alle sue superstar royalty percentuali di poco inferiori. A quel punto, secondo altri osservatori, Rapino potrebbe anche pensare di puntare ad accordi diretti con i principali rivenditori di dischi americani, Wal-Mart o Target, come ha fatto il manager Irving Azoff in occasione dell’uscita dell’ultimo album degli Eagles (vedi News). In ogni caso, prima che uno degli artisti della sua scuderia pubblichi un nuovo album passerà almeno un anno e mezzo: l’ad di Live Nation ha tutto il tempo per pensare alla soluzione migliore da adottare.