Loro, iTunes, lo odiano proprio: "Questa roba ammazzerà la musica, se non ci stiamo attenti", aveva dichiarato il cantante Brian Johnson. "E' un mostro, e mi fa paura", aveva rincarato la dose a proposito dello store di casa Apple Angus Young: "E niente mi toglie dalla testa l'idea che l'unico scopo di questi signori non sia migliorare la distribuzione della musica ma fare un mucchio di soldi". Logica, quindi, la decisione degli AC/DC di non distribuire il loro nuovo (e già acclamatissimo) album, "Black ice", sul Web (eccezion fatta per i siti che ne permettano l'acquisto solo "in blocco" e non brano per brano, vedi News). Ma proprio sulla Rete l'ultima fatica della rockband australiana ha conquistato uno dei suoi primi exploit: nonostante la loro etichetta, la Sony, abbia cercato di far circolare sulle piattaforme <i>peer to peer</i> dei falsi per scoraggiare il download illegale, sui maggiori network di scambio file il nuovo disco di Young e soci pare abbia già passato la boa delle 400.000 unità scaricate. E sebbene perseverino nel loro boicottaggio ai danni dei negozi su Internet, gli AC/DC rimangono una della band più vendute di tutti i tempi: dopo sette anni di assenza dalle scene (e quindi di promozione), si stima che nel 2007 - solo negli USA - il gruppo sia riuscito a vendere qualcosa come un milione e trecentomila supporti fisici, e che nell'arco della propria carriera sia riuscito a far uscire dai negozi di tutto il mondo oltre duecento milioni tra LP e Cd.