Il presidente degli Stati Uniti George W. Bush ha firmato lunedì scorso (13 ottobre) il Prioritizing Resources and Organization for Intellectual Property Act (in breve: PRO-IP Act), una legge che mira a inasprire fortemente le sanzioni penali a carico di chi produce e commercia merci contraffatte e di chi usa Internet per attività di distribuzione e condivisione illegale di musica, film e software. <br> Il provvedimento è stato fortemente voluto dalla Camera di Commercio americana, che valuta in 250 miliardi di dollari all’anno i danni provocati dalla pirateria tradizionale e on-line, congiuntamente alle organizzazioni nazionali di categoria dell’industria discografica, RIAA, e cinematografica, MPAA; il testo prevede l’istituzione di un garante della proprietà intellettuale di nomina senatoriale che riporterà direttamente al Presidente sminuendo di fatto l’autorità del Dipartimento di Giustizia, da cui infatti si sono già sollevate voci di protesta. <br> Non le uniche, dal momento che secondo diversi osservatori le nuove norme sbilanciano pesantamente il rapporto tra tutela dei copyright e delle libertà dei cittadini. Tra le voci più critiche si segnala quella di Art Brosky del gruppo di pressione Public Knowledge, particolarmente polemico con la norma che consentirebbe il sequestro immediato di qualunque computer utilizzato per il download illegale anche su minima scala: “Poniamo il caso che in un’abitazione ci sia un unico computer che qualcuno utilizza per scaricare musica e film e qualcun altro per fare i compiti o lavorare: il risultato di questa nuova legge è che entrambi ne verranno privati. Ci sono già un sacco di sanzioni a carico di chi viola i copyright”, ha aggiunto Brosky, “l’industria ha già tutto quello di cui aveva bisogno”. <br> Secondo il presidente della Camera di Commercio Tom Donohue, invece, “diventando legge il PRO-IP Act manda un chiaro messaggio a tutti i criminali che violano la proprietà intellettuale facendo capire che l’amministrazione farà tutto il possibile per difendere l’innovazione americana nel mondo”. L’insediamento del tutore della proprietà intellettuale, secondo alcuni commentatori, dovrebbe avvenire l’anno prossimo, probabilmente dopo l’uscita di scena di Bush il cui mandato scade a gennaio.