L’altro ieri, martedì 11 novembre, le azioni Warner hanno toccato un nuovo minimo storico scendendo per la prima volta al di sotto dei 3 dollari, più precisamente 2,98 pari al 7,17 % in meno sulle contrattazioni del giorno precedente. <br> A Wall Street l’azienda capeggiata da Edgar Bronfman Jr. incarna le difficoltà dell’industria discografica nel reagire alla crisi economica e nello sviluppare nuovi e convincenti modelli di business, ma non è certo l’unica impresa con agganci al settore musicale a vivere una condizione sofferenza. Nel corso della stessa giornata l’agenzia di musica dal vivo Live Nation ha visto scendere il valore del proprio titolo del 7,15 % a 8,05 dollari, Ticketmaster ha registrato un crollo del 31,28 % a 5,36 dollari (minimo storico annuale), e persino la Apple, a dispetto dei risultati economici positivi appena annunciati (vedi News), ha dovuto incassare una flessione dell’1,16 % a 94,77 dollari. In controtendenza si è mosso solo l’aggregatore di musica digitale The Orchard, il cui valore azionario è cresciuto a 2,70 dollari con un guadagno del 4,25 %.