Investire nella musica? Oggi conviene più che mai, a sentire il direttore della banca d’affari Mosaic Capital, Robert K. Whyte. Intervenendo a un forum sull’industria dell’intrattenimento e dello sport, qualche giorno fa a Los Angeles, Whyte ha sostenuto che sbaglia chi si ritira dal music business spaventato dalla recessione e dai vincoli imposti dai detentori dei copyright. “La recente evoluzione dell’industria musicale”, ha detto, “crea una situazione favorevole tanto agli investitori che agli stessi artisti. “Oggi”, ha aggiunto, “le band e gli artisti indipendenti hanno gli strumenti e le capacità per promuovere se stessi e i loro album. Grazie ai new media possono determinare e verificare passo per passo il loro successo anche senza avere un contratto discografico. Investendo in queste nuove imprese si possono raccogliere i frutti che prima si ricavavano dalle royalty e dai copyright”. <br> Molto meno ottimista il punto di vista di Paul Resnikoff di Digital Music News: “Il cammino è pieno di <i>start up</i> in perdita e di denaro buttato al vento…non c’è dubbio, sono molto poche le imprese redditizie in questo campo”.