Il finanziere inglese Guy Hands rischia di non riuscire a tener fede agli impegni sottoscritti con Citigroup, il suo maggiore finanziatore nell’operazione di acquisto di EMI Music condotta a termine quindici mesi fa (vedi News). E, secondo il Wall Street Journal, potrebbe vedersi obbligato a drenare altro denaro, 10 milioni di sterline, da Terra Firma per non risultare insolvente nei confronti del colosso bancario finito sull’orlo della bancarotta dopo il crollo del sistema finanziario americano. <br> Nel marzo 2009, in corrispondenza della chiusura del suo anno fiscale, la EMI è chiamata a rimborsare una quota del prestito da 2,7 miliardi di sterline conferitole da Citigroup e in scadenza a fine 2015. Hands confida di trovare le risorse necessarie nelle casse della stessa casa discografica, che dovrebbe chiudere l’esercizio con 280 milioni di sterline di margine operativo al lordo di tasse, interessi, deprezzamento di beni e ammortamenti (EBITDA). Alcuni analisti, tuttavia, non condividono il suo ottimismo anche in ragione del programma di emissioni della EMI da qui a marzo: i nuovi album di Lily Allen e Keith Urban e le code di vendita garantite da Coldplay e Katy Perry non sarebbero sufficienti a far dormire a Hands e ai suoi sonni tranquilli. <br> Un’opzione presa in considerazione nei mesi scorsi prevedeva la compensazione di una parte del debito con la vendita di asset importanti come le etichette discografiche Blue Note ed Angel: le trattative, che avrebbero coinvolto almeno due società concorrenti, si sono però arenate in seguito al cambio di ruolo del funzionario che le aveva condotte per conto della EMI.