Più 10,5 %, meno 14 %. I consuntivi del mercato discografico americano 2008 pubblicati da Nielsen SoundScan si possono leggere come un bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno, a seconda della prospettiva e del punto di osservazione che si decide di adottare. <br> La prima cifra, incoraggiante per l’industria, si riferisce al totale dei consumi musicali effettuati dai cittadini statunitensi nel corso degli ultimi dodici mesi: oltre un miliardo e mezzo di unità, includendo nel computo album, singoli, video musicali in streaming e brani digitali in streaming e download. Questi ultimi, cresciuti del 27 % , hanno superato per la prima volta il tetto del miliardo di pezzi, mentre gli album digitali sono cresciuti del 32 %, a 65,8 milioni di unità. Il secondo dato, negativo, riguarda invece le vendite combinate di album sotto forma di cd, nastri, vinili e download digitali, calate da 500,5 a 428,4 milioni di pezzi a causa della contrazione del mercato “fisico”(il calo è dell’8 %, se si fanno equivalere dieci download singoli a un album digitale); nel settore degli album l’incidenza dei cd è diminuita in un anno dal 90 all’84 %, quella dei download digitali è salita al 15,4 %. <br> I dati Nielsen confermano anche il perdurante successo di nicchia del vinile: 1,9 milioni di pezzi venduti, la cifra più alta da quando la società effettua le sue rilevazioni (1991). Si tratta comunque di volumi irrisori: l’LP più venduto dell’anno negli Usa, “In rainbows” dei Radiohead (nella foto), ha totalizzato 26 mila copie.