La proposta di ridurre al 4 per cento l’IVA su dischi e nastri arriva, come promesso, sul tavolo delle trattative europee. La questione sarà all’ordine del giorno di una riunione tra i Ministri della Cultura dell’Unione Europea, fissata a Bruxelles per il prossimo 21 novembre: oggetto di discussione, in quell’occasione, sarà l’opportunità o meno di inserire Cd e cassette nella categoria dei prodotti di interesse culturale che, come i libri, beneficiano di agevolazioni fiscali e di un’imposta ridotta all’aliquota minima (4 o 5 per cento). La campagna per la riduzione dell’IVA sui prodotti musicali è sostenuta da tutta l’industria discografica internazionale, capeggiata dall’associazione francese di categoria Snep, e dal vicepremier e ministro della cultura italiano Walter Veltroni, autore di una lettera aperta sull’argomento trasmessa nei giorni scorsi ai suoi colleghi europei. La lobby che si adopera per la riduzione dell’imposta, tuttavia, ha già dovuto subire una doccia fredda: il segretario di stato britannico per la cultura, i media e lo sport, Chris Smith, ha annunciato che il suo paese è contrario a un abbassamento dell’IVA sui dischi, e ha aggiunto di essere convinto che una riduzione dell’imposta non influirebbe più di tanto sui consumi di musica.