L’ingresso di Gianna Nannini nel <i>roster</i> della Sony Music, annunciato qualche ora fa da un comunicato stampa, è l’ultimo episodio di un “disco-mercato” ultimamente alquanto movimentato: Sony che "strappa" Antonacci e poi Nannini a Universal (sarà un caso, ma sembra quasi un duello testa a testa tra le due major più potenti sul mercato), Universal che si associa a Paolo Conte per anni fedele a CGD/Warner, la stessa Sony che perde Renato Zero ora alleatosi all’F&P Group di Ferdinando Salzano a sua volta controllato da Warner. Un balletto che implica ovviamente sensibili spostamenti di denari e di quote di mercato, politiche diverse nella gestione dei rapporti artista-casa discografica e anche – talvolta – implicazioni legali e battaglie giudiziarie. <br>. “Sono molto felice di questo accordo con Gianna Nannini, un’artista per cui nutro grande ammirazione e con cui ho sempre desiderato poter lavorare”, si limita a dire il presidente Sony Rudy Zerbi. Soddisfatto, sicuramente, del fatto che il contratto di licenza appena siglato mette a disposizione della Sony l’intero back catalog dell’artista toscana (che ne è in gran parte proprietaria): non è del tipo a 360 gradi, anche se è facile immaginare che Sony, equipaggiata al suo interno con uno specifico reparto, darà un contributo all’entourage della Nannini nella gestione di merchandising, sponsorizzazioni e altri aspetti legati all’attività professionale della cantante.