La AEG di Phil Anschutz, principale concorrente di Live Nation sul fronte della musica dal vivo negli Stati Uniti, avrebbe minacciato di rescindere il suo contratto d’esclusiva con Ticketmaster (relativo alla gestione della vendita di biglietti di concerti) se la progettata fusione tra le due società nordamericane andrà in porto (vedi News). Lo ha rivelato la settimana scorsa Irving Azoff, amministratore delegato di Ticketmaster, davanti alla Commissione antitrust del Congresso che lo aveva convocato per un’udienza. Non esisterebbe dunque, a suo dire, un pericolo di monopolio legato alla nascita di Live Nation Entertainment, che anzi potrebbe innescare la nascita di altre alleanze imprenditoriali. “Se questa non è concorrenza, non so cosa sia”, ha chiosato Azoff davanti ai congressisti americani. <br> AEG, proprietaria di 130 impianti (tra cui lo Staples Center di Los Angeles) che alimentano le casse di Ticketmaster con poco meno del 10 % dei suoi introiti annui, ha però parzialmente smentito le sue dichiarazioni: l’amministratore delegato della divisione Live Randy Phillips ha prontamente precisato che la lettera di diffida indirizzata a Ticketmaster aveva il solo obiettivo di tutelare i diritti della società, e ha ribattuto anche alle dichiarazioni di Michael Rapino, ad di Live Nation, secondo il quale AEG potrebbe facilmente sciogliere il contratto d’esclusiva con l’agenzia di <i>ticketing</i> (valido fino a metà 2012) ricorrendo ad esempio ai servizi del concorrente tedesco CTS Eventim, leader di mercato in Europa. “A Live Nation ci sono voluti due anni per essere pronta a vendersi da sola i suoi biglietti, e si tratta di spendere una cifra compresa tra i 30 e i 50 milioni di dollari”, ha ricordato Phillips. “Noi siamo una società molto grande, ma vi assicuro che non è una cosa che si possa fare in tre settimane”. <br> Qualche commentatore americano fa tuttavia notare che AEG, focalizzata principalmente sullo sviluppo delle sue proprietà immobiliari, potrebbe anche beneficiare dalla nascita di Live Nation Entertainment: per soddisfare le richieste dell’Antitrust, infatti, è probabile che LNE debba rinunciare a una parte degli impianti e sale da concerto che possiede, rendendole disponibili sul mercato.