In Inghilterra “No line on the horizon” è partito con il piede giusto, prenotando subito il primo posto in classifica ((vedi <a href="http://www.rockol.it/news-99615/UK,--No-line-on-the-horizon--degli-U2-vende-65.000-copie-il-primo-giorno"target="_blank" class="newsLink">News</a>). Negli Stati Uniti, tuttavia, le vendite della prima settimana (450-500 mila copie, secondo le prime proiezioni) sono sensibilmente inferiori a quelle collezionate dal precedente “How to dismantle an atomic bomb”. Logico, tenuto conto del crollo progressivo delle vendite di cd e delle condizioni economiche generali. Ma anche un po’ preoccupante, considerando che stiamo parlando della rock band più popolare del pianeta. C’è anche un imputato principale: il singolo “Get on your boots”, accolto tiepidamente dal pubblico come dai media (e in questo gli Stati Uniti non si differenziano dal Regno Unito). Secondo i dati raccolti dalla società di rilevazioni statistiche BigChampagne, in America il brano non si è spinto oltre la dodicesima posizione nella classifica dei “passaggi” ottenuti sulle emittenti di formato rock, fermandosi al n. 68 nell’airplay globale rilevato da Mediabase. Stesso discorso per i download: n.16 come posizione massima su iTunes, dove peraltro l’album degli U2 ha acciuffato le due posizioni di vertice in classifica, rispettivamente nella versione standard e quella deluxe (è primo anche nella chart di AmazonMp3). Curiosamente, l’uscita del disco non ha scaldato più di tanto il popolo di BitTorrent, che ha scaricato “No line on the horizon” in appena 445.649 copie nelle due settimane che hanno preceduto la pubblicazione.