Novità sul fronte della vertenza Enpals, che da un anno vede contrapporsi l’ente pubblico previdenziale e le imprese del settore discografico. Martedì scorso, 21 aprile, le associazioni di categoria AFI, AudioCoop, FIMI e PMI hanno incontrato a Milano i rappresentanti delle organizzazioni sindacali artistiche Siam-Cgil, Fai-Cisl e Unda-Uil: il confronto è servito a porre le basi di un nuovo contratto nazionale di lavoro che a breve dovrà disciplinare la posizione dei cantanti impegnati in turni di registrazione in studio. Secondo l’Ente Nazionale per la Previdenza e l’Assistenza dei Lavoratori dello Spettacolo, infatti, le prestazioni professionali che gli artisti forniscono in sala di registrazione vanno equiparate a quelle dei lavoratori dipendenti; come tali sono soggette a contributi previdenziali che le case discografiche debbono versare in proporzione ai dischi venduti. A tutela delle piccole e medie imprese la cui sopravvivenza è già messa a rischio dalle condizioni congiunturali del mercato, dal regime previdenziale – secondo quanto concordato tra imprese e sindacati – saranno escluse solo le registrazioni messe in commercio in misura inferiore ai 1.500 esemplari. Sulle modifiche normative è ora chiamato a esprimersi il Ministero del Lavoro.