I concerti, ormai è assodato, sono diventati per gli artisti (e soprattutto per quelli più famosi) la fonte di ricavi più sostanziosa e affidabile. Seguiti, secondo un interessante articolo pubblicato sul sito di <a href="http://www.bloomberg.com/apps/news?pid=20601082&sid=aZ1XJ8kzgrF8 " target="_blank" class="newsLink">Bloomberg</a>, dai contratti di sponsorizzazione: una proiezione a cura dell’ente di ricerche IEG Sponsorship stima in 1,08 miliardi di dollari la cifra che le aziende nordamericane extrasettore hanno investito nella musica durante il 2009, l’8 % in più di quanto stanziato nel corso del 2007. <br> Bloomberg cita <a href="http://www.rockol.it/news-99731/Gli-U2-cambiano-partner-tecnologico--dall'iPod-al-BlackBerry" target="_blank" class="newsLink">la partnership tra BlackBerry e U2</a> per spiegare come importanti marchi commerciali si stiano facendo largo nella breccia “mentre le vendite in caduta libera restringono i budget di marketing delle etichette musicali”. “Ci hanno messo a disposizione una somma con cui nessuna casa discografica avrebbe mai potuto rivaleggiare”, conferma il manager del gruppo Paul McGuinness. L’articolo fa altri esempi: <a href= "http://www.rockol.it/news-93113/Nuove-frontiere-della-discografia--i-Groove-Armada-si-legano-alla-Bacardi" target="_blank" class="newsLink">la collaborazione a tutto campo tra Bacardi e Groove Armada</a>, quelle tra i <a href="http://www.rockol.it/artista/take-That">Take That</a> e Marks & Spencers, tra <a href="http://www.rockol.it/artista/Pink">Pink</a> e T-Mobile e tra la Mini/ BMW e <a href="http://www.rockol.it/artista/Paul-Weller">Paul Weller</a>, cui la casa automobilistica tedesca ha commissionato la scrittura di una canzone per celebrare il suo cinquantesimo anniversario. Ma le prospettive potenziali, per il settore musicale, sono molto più ampie: “Restiamo scettici perché al di là delle partnership di alto profilo non è successo ancora nulla” spiega Steve Mayall, direttore della società di ricerche Music Ally. “Oggi gli investitori pubblicitari hanno bisogno di trovare il loro pubblico su Internet, e una chiave per farlo è utilizzare la musica. Quando questo sistema si sarà perfezionato, l’industria musicale potrebbe raddoppiare o triplicare i suoi guadagni”. Non a caso, major come Universal e Sony Music hanno già creato delle <i>joint venture</i>finalizzate a sviluppare collaborazioni tra cantanti, gruppi musicali e <i>brand</i> commerciali. E come la mettiamo con la tradizionale repulsione degli artisti nei confronti delle <i>corporations</i>? “Quando lavoravo nell’industria discografica non si poteva lavorare con gli investitori pubblicitari perché molti artisti l’avrebbero vissuta come una svendita” sostiene Steve Stoute, ex dirigente di Interscope Records e Sony Music. “Ma quando le risorse finanziarie hanno cominciato a prosciugarsi si è cominciato a sentirne il bisogno”.