Come potete vedere dal riquadro in home page, sono ormai più di 10.000 i fan di Rockol su Facebook. E' un traguardo importante che stiamo organizzandoci per festeggiare al meglio. Se sei diventato, o diventata, fan di Rockol ieri, martedì 10 agosto, è possibile che tu sia il (o la) fan numero 10.000: preparati, perché a settembre - alla ripresa dell'attività post-vacanze, e quando sarà rientrato il nostro webmaster, che ci aiuterà ad individuarti - potremmo chiamarti per farti una bella sorpresa... Grazie a tutti i nostri fan su Facebook, e anche a tutti gli altri nostri lettori. E buone vacanze, per chi le sta facendo!

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Facebook: Rockol tocca (e supera) i 10.000 fan

Industria

Durante la pandemia da Covid 19, mentre in Italia si sperimentava il reddito di cittadinanza con sorti alterne (e i lavoratori dello spettacolo cercavano di capire se mai sarebbero arrivate delle sovvenzioni per loro), in Irlanda lo stato lanciava un progetto pilota per supportare gli artisti, chiamato Basic Income of the Arts and Culture: un sussidio di ben 1300 euro al mese per contribuire alla loro attività. La sovvenzione in questione&nbsp;arriverà&nbsp;a scadenza naturale a settembre 2026, dopo un'estensione di un ulteriore anno,&nbsp;ma a quanto pare potrebbe diventare permanente e estendersi anche oltre.

Il ministro della cultura Patrick O'Donovan, infatti, ha recentemente espresso&nbsp;la sua soddisfazione per la buona riuscita dell'operazione: "Presenterò una proposta al governo per rendere il&nbsp;Basic Income of the Arts and Culture permanente" ha dichiarato. "E' un'idea che il mondo ci invidia e un risultato eccezionale per l'Irlanda: deve essere resa&nbsp;duratura&nbsp;e sostenibile".

L'Irlanda confermerà il reddito di cittadinanza per gli artisti?

L'esperimento era partito durante il periodo della pandemia

beatBread, music tech company americana nata nel 2020 che eroga anticipi ad artisti ed etichette in base alla redditività dei cataloghi grazie alle analisi di mercato elaborate da un algoritmo basato sull’intelligenza artificiale, ha lanciato il Global Independence Fund, fondo da 100 milioni di dollari ideato per supportare etichette e distributori indipendenti.

Oltre all’aiuto finanziario, l’iniziativa offre alle realtà che sceglieranno di aderire ulteriori vantaggi, come opportunità di distribuzione, accesso a soluzioni tecnologiche dedicate e altro: il fondo è stato infatti realizzato in collaborazione con alcune delle associazioni più in vista sul panorama discografico indipendente globale, come - tra le altre - l’europea Impala, la britannica Association of Independent Music (AIM) e il Worldwide Independent Network, rappresentanza del settore estraneo al circuito multinazionale a livello globale.

"Per troppo tempo, le etichette indipendenti hanno dovuto giocare secondo le regole stabilite dai grandi nomi, dove l'accesso al capitale avviene a scapito del controllo, e l'opportunità di ingaggiare e supportare gli artisti è anch'essa limitata dall'accesso al capitale, anche quando quei distributori o etichette indipendenti potrebbero altrimenti essere nella posizione migliore per sviluppare, commercializzare e supportare un determinato artista”, ha commentato Matthew Tilley, Head of Artist and Industry Development di beatBread: “Il Global Independence Fund è un elemento della lotta in corso per cambiare questa situazione".

"beatBread è da tempo un sostenitore del settore indipendente: questa nuova iniziativa di finanziamento non solo offrirà un maggiore accesso alle opzioni di finanziamento, ma offrirà anche ulteriori vantaggi ai membri dei principali programmi di sostegno alle organizzazioni indipendenti", ha commentato Noemi Planas, CEO di WIN: “Il Global Independence Fund è progettato per fornire alle etichette indipendenti la leva finanziaria di cui hanno bisogno per costruire attività sostenibili alle proprie condizioni, competere con le grandi aziende e mantenere l'indipendenza", ha continuato Planas. "Il futuro della musica dovrebbe essere plasmato dalla diversità, dalla creatività e dalla resilienza delle etichette e degli artisti indipendenti. Ampliare l'accesso e la scelta delle opzioni di finanziamento contribuisce a rendere questo futuro una realtà".

Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito Web del fondo all’indirizzo <a href="http://beatbread.com/global-independence-fund">beatbread.com/global-independence-fund</a>.

beatBread, un’alleanza da $ 100 milioni con gli indipendenti

Lanciato un fondo globale con la collaborazione di Impala, WIN, AIM e altri

Può una band trasformare la propria eredità culturale in un ecosistema esperienziale contemporaneo? Sì, se quella band è un’icona e il suo nome è Grateful Dead. Sessant’anni dopo la loro nascita a San Francisco, i Grateful Dead&nbsp;continuano a muoversi su un territorio unico che abbraccia mitologia musicale, comunità controculturale e laboratorio di marketing esperienziale. 
Le celebrazioni per l’anniversario dei sessant’anni hanno registrato il loro apice con il triple show di Dead &amp; Company al Golden Gate Park&nbsp;(1–3 agosto 2025), &nbsp;ritorno simbolico nella culla della controcultura californiana con tre serate e decine di migliaia di persone, ospiti speciali e una setlist che ha attraversato le ere del gruppo. Ed erano cominciate con la pubblicazione di “Enjoying the Ride”, un monumentale cofanetto da 60 CD con registrazioni live dal 1969 al 1994, e la compilation Gratest Hits&nbsp;(13 giugno 2025), pensata per riavvicinare anche il pubblico non hardcore.

Ma lo storico compleanno ha soprattutto mostrato come la band sia riuscita, ancora una volta, a reinventarsi, senza tradire la propria natura ribelle. I suoi 60 anni non sono solo un anniversario, ma un manuale vivente di longevità del marchio, dal quale conviene sempre strappare una pagina. 
Ogni iniziativa — dai cofanetti fisici alle partnership di design agli eventi dal vivo e in strada — si basa sulla stessa logica: preservare la cultura, ampliare il pubblico e trasformare la memoria in esperienza contemporanea.

I colori della leggenda: “Grateful Red” e “Stealie Blue”. E ’n’ marchi a ruota...

Il colpo di marketing più simbolico è arrivato da Pantone, che ha collaborato con la band per creare due tonalità ufficiali: Grateful Red&nbsp;e Stealie Blue. 
I colori applicati a una band non sono invenzioni nuove, dato che&nbsp;Pantone nel 2020&nbsp;aveva lanciato il colore Stones Red&nbsp;per i Rolling Stones, mentre nel 2017&nbsp;aveva&nbsp;lavorato con l’eredità di Prince&nbsp;per <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-677599/prince-in-arrivo-una-nuova-sfumatura-di-viola-in-suo-onore">creare il colore Love Symbol #2&nbsp;(viola) in suo onore</a>. Però&nbsp;derivano da una fonte autentica: una copia originale del vinile "History of the Grateful Dead, Volume One (Bear’s Choice)" del 1973, da cui Pantone ha digitalizzato le sfumature. Le due tinte sono diventate il cuore visivo dell’anniversario, protagoniste di una linea di merchandising che include t-shirt, felpe, tazze, spille e perfino vernici vere e proprie. 
 
Nell’immaginario visivo dei Grateful Dead,&nbsp;lo “Stealie” — il teschio con il fulmine&nbsp;— è un simbolo tanto potente quanto un logo globale. 
L’ufficializzazione dei colori Pantone “Grateful Red” e “Stealie Blue” è un modo per&nbsp;istituzionalizzare quell’estetica,&nbsp;trasformandola in linguaggio cromatico riconoscibile. 
Come ha dichiarato David Lemieux, archivista e legacy manager della band, “rendere ufficiali quei rossi e blu significa riconoscere che i colori stessi sono parte della nostra storia collettiva”. Pantone si unisce così a un elenco di partner selezionati che comprende Loewe, Vineyard Vines, Dogfish Head, Retrospec, NBA e Knockaround, dimostrando come il linguaggio del colore possa diventare un asset narrativo e commerciale per un marchio musicale.

La community non è online: è in strada

Oltre ai prodotti, il 60° anniversario dei Dead ha preso vita nei luoghi fisici. Con la partecipazione sia di istituzioni&nbsp;che di aziende. Le prime sono state ben rappresentate dalla città di San Francisco, che ha “vestito” autobus e tram con grafiche psichedeliche, celebrando la band nel suo stesso habitat culturale e&nbsp;riaffermando il legame territoriale tra i Dead e la città, trasformando il marketing in memoria urbana condivisa. Tra le seconde spicca il brand californiano Aviator Nation,&nbsp;che ha trasformato i suoi negozi di San Francisco (in particolare nel quartiere storico di Haight-Ashbury) in “hub Deadhead”:&nbsp;spazi decorati con grafiche&nbsp;tie-dye, installazioni sonore e limited edition dedicate alla band. 
 
L’operazione ha trasformato il punto vendita in un’esperienza sensoriale, restituendo fisicità e immersione a un marchio nato dall’idea di comunità. Ma la magia - che coincide con un aspetto unico della cultura Deadhead - è la Shakedown Street, il mercato informale dei venditori e artigiani che seguono la band nei tour. Durante le celebrazioni, questo ecosistema parallelo è tornato protagonista: bancarelle, merch&nbsp;non ufficiale, artigianato tie-dye e oggetti unici hanno ridato vita all’anima DIY e comunitaria che da sempre distingue i fans dei Dead. 
È una forma di microeconomia tribale, spontanea ma coerente con la filosofia della band: libertà, creatività, autogestione.

L’identità è l’unica cosa che conta

Le celebrazioni hanno un obiettivo chiaro: consolidare l’identità visiva e narrativa del gruppo&nbsp;in una forma che unisca tradizione e contemporaneità, mantenendo vivo lo spirito Deadhead ma aprendolo alle nuove generazioni. È singolare che questo caso spicchi proprio in un’epoca in cui il rock si accosta più facilmente all'arte contemporanea, per il suo ruolo storico, che non alla classifica; ma la lezione dei Dead, probabilmente, è triplice:

-&nbsp;un gruppo può continuare a essere rilevante non solo come suono, ma come ecosistema culturale, estetico e commerciale; 
- &nbsp;la controcultura, se ben curata, può ancora essere una forma di marketing autentico; 
-&nbsp;l’economia dei fans non è teoria, ma si applica quando vive nel mondo reale, ben oltre la sfera digitale.

Grateful Dead: un’eredità viva, un brand senza tempo

 Un anniversario, decine di iniziative, una coerenza lunga 60 anni: un caso di studio

Musixmatch, la piattaforma italiana dedicata ai testi delle canzoni, ha annunciato “una serie di innovativi accordi di licenza basati sull'intelligenza artificiale” con le divisioni dedicate all’editoria musicale delle tre major, ovvero Sony Music Publishing, Universal Music Publishing Group e Warner Chappell Music.

“In base agli accordi di prova, Musixmatch ottiene l'accesso a cataloghi di oltre 15 milioni di opere musicali per sviluppare nuovi servizi di intelligenza artificiale analitici e non generativi con il supporto dei principali titolari dei diritti e della comunità dell'editoria musicale”, si legge nella nota diffusa dalla società: “Gli accordi confermano Musixmatch come la prima azienda a collaborare con tre importanti editori musicali e a impegnarsi a fondo per creare nuovi servizi e flussi di entrate eticamente formati utilizzando cataloghi autorizzati. Questo segna un passo importante nello sviluppo responsabile dell'intelligenza artificiale in ambito musicale, fermamente incentrato sull'amplificazione dell'impatto di opere e testi musicali, garantendo al contempo una remunerazione ai titolari dei diritti e agli autori”.

"Non vediamo l'ora di collaborare con i nostri partner di fiducia per creare e condividere insieme flussi di entrate completamente nuovi", ha commentato Massimo Ciociola, fondatore e CEO di Musixmatch: "In parole povere: senza autori, non può esistere l'industria musicale. Questi accordi garantiranno che gli autori di oggi e di domani siano compensati per le loro opere creative, non solo nel mercato odierno, ma anche nel mondo dinamico e basato sull'intelligenza artificiale che sta rapidamente emergendo. Le nostre partnership di lunga data con i titolari dei diritti ci consentono di sviluppare con sicurezza nuovi servizi che compenseranno adeguatamente gli autori, offrendo al contempo valore agli editori musicali e a tutti coloro che riconoscono il potere di una canzone di muovere la cultura e dare significato al nostro mondo".

Questi nuovi accordi, precisa l'azienda, “rappresentano un modello di collaborazione tra aziende tecnologiche e titolari dei diritti per sfruttare responsabilmente il potenziale dell'intelligenza artificiale”: Musixmatch, in questa prospettiva, “introdurrà future iniziative nell'ambito di questo nuovo quadro, rafforzando l'impegno di lunga data dell'azienda per l'innovazione etica nell'industria musicale”.

Musixmatch, un accordo con le major all’insegna dell’AI

Licenze innovative basate sull’intelligenza artificiale con i tre big dell’editoria musicale

Dopo l'<a href="https://musicbiz.rockol.it/news-754617/distribuzione-too-lost-investe-milioni-in-rebellion-records">annuncio di qualche settimana fa</a> di un investimento milionario nell'etichetta indipendente Rebellion Records (specializzata in brani e artisti virali), il distributore indipendente Too Lost investe di nuovo milioni in una nuova impresa. Stavolta si tratta di AntiFragile Equity partners, una start-up specializzata nella valorizzazione e monetizzazione di cataloghi musicali poco conosciuti.

Il modello di business di AntiFragile è semplice: acquisisce i master e le edizioni di artisti di medio livello, non famosissimi quindi, ma dotati di una fan base sufficientemente solida. Soprattutto, ritiene particolarmente interessanti quegli artisti che non hanno ancora sviluppato il loro potenziale in termini di eventuali sincronizzazioni. Tramite campagne social, inserimento in playlist e altre strategie pubblicitarie ne aumenta l'esposizione e, di conseguenza, il valore. Il fondatore della società è l'ex discografico e manager Tom Sarig.

Un altro investimento milionario per Too Lost

Stavolta si tratta di una start-up specializzata nella valorizzazione di cataloghi poco conosciuti

Dopo <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-750045/progetto-futures-diventa-etichetta-woodworm">il lancio - lo scorso anno, durante il Festival di Sanremo - di Futures Label</a> (la prima sub label di Woodworm), e la presentazione dei primi progetti approdati a contratti discografici e di management - oltre all’ingresso in alcune delle aziende partner degli aspiranti addetti ai lavori sotto forma di stage, riparte <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-743894/futures-italian-scouting-project-un-progetto-formatico-di-woodworm">Futures, iniziativa dedicata ai giovani artisti, producer e aspiranti professionisti dell’industria musicale</a>.

L’iniziativa, nata da un’idea di Woodworm Publishing, in collaborazione con Universal Music Group, Sony Music Publishing, Gemma Concerti e SIAE, “è - spiegano i promotori - molto più di un contest: è un percorso pensato per dare strumenti, connessioni e occasioni concrete a chi vuole crescere nella musica. Il suo spirito è racchiuso nel nuovo payoff: ‘Take it slow, follow your music. Qui la musica trova lo spazio e il tempo per diventare grande’. Un invito a rallentare, ad ascoltare davvero se stessi e la propria proposta, a costruire con pazienza qualcosa di unico, che resti”.

Dopo una prima fase di ascolto da parte di professionisti del music business, i selezionati avranno l’occasione di farsi conoscere dagli addetti ai lavori in quattro aree geografiche – Nord-Est, Nord-Ovest, Centro e Sud – in date e location che verranno comunicate a breve, con l’obiettivo di rendere la partecipazione accessibile a tutti, indipendentemente da dove si trovano.

“La novità di quest’anno è una maggiore attenzione alla fase di produzione”, hanno spiegato i responsabili del progetto: “Gli artisti avranno l’opportunità di entrare in studio e lavorare a stretto contatto con autori e producer di primo piano, affrontando una vera e propria ‘prova sul campo’ insieme ai tutor di questa edizione: Tommaso Colliva, Dario Mangiaracina, Veronica Lucchesi, Rodrigo D’Erasmo e altri nomi che verranno presto annunciati. Sarà un momento cruciale per capire attitudini, mentalità e talento, e per sperimentare il lavoro creativo in studio come avviene nel mondo professionale”.

“Futures è un percorso alternativo all'autostrada del music business, una deviazione possibile e concreta grazie alla quale sviluppare il proprio talento in modo sostenibile e duraturo”, ha dichiarato Marco Gallorini, CEO di Woodworm Publishing: “Rispettando l’artista e l’unicità insita in ciascun progetto artistico, con tempi e modalità slegate dalle forti pressioni che il mercato impone in questi anni con effetti deleteri sulla qualità artistica e spesso sulla salute mentale e fisica di chi fa musica”.

Nel primo anno di attività, Futures ha raccolto oltre 600 candidature di artisti e 200 aspiranti addetti ai lavori, portando a 44 esibizioni live in 7 città italiane, e creando connessioni tra artisti emergenti, manager, discografici e professionisti del settore. “Alcuni di questi talenti hanno firmato contratti con aziende partner, altri hanno avuto l’opportunità di lavorare con autori e producer per dare vita a nuovi progetti”, precisano gli organizzatori.

I moduli per le iscrizioni saranno online sul sito ufficiale www.futuresitalia.com a partire da sabato 18 ottobre.

Futures, al via a ottobre la seconda edizione

Torna il progetto dedicato ai giovani artisti, producer e professionisti dell’industria musicale

Edizioni Curci è presente nel programma delle serie e dei film della Festa del Cinema di Roma in qualità di editore delle colonne sonore di “Prima di noi” (serie presentata nella sezione Freestyle) e “Il principe della follia” (film presentato nella sezione Special Screenings).

“Prima di noi”, con la regia di Daniele Luchetti e Valia Santella, è una serie di Giulia Calenda, Daniele Luchetti e Valia Santella, tratta dall’omonimo romanzo di Giorgio Fontana edito da Sellerio, scritta da Giulia Calenda e Valia Santella, prodotta da Wildside, società del gruppo Fremantle, in collaborazione con Rai Fiction e in associazione con Rai Com. “Una saga familiare che diventa specchio della storia italiana del Novecento” - cosa viene descritta nelle note di presentazione - che vede nel cast Linda Caridi, Andrea Arcangeli, Maurizio Lastrico, Matteo Martari, Diane Fleri, Benedetta Cimatti, Romana Maggiora Vergano, Elena Lietti e Fausto Maria Sciarappa.

La colonna sonora della serie è firmata da Alessandro Forti e Francesco De Luca, ed edita da Edizioni Curci e Flipper.

“Il principe della follia”, film di Dario D’Ambrosi, prodotto da Red Post Production, è presentato come “un’originale fusione di noir, grottesco, thriller psicologico e allegoria sociale, capace di intrecciare realismo urbano e atmosfere da incubo, e di riflettere sulla solitudine di un mondo precipitato nella follia e nella perversione”. Nel cast sono presenti Stefano Zazzera, Alessandro Haber, Andrea Roncato, Carla Chiarelli, Mauro Cardinali e Omar Monnoi.

La colonna sonora originale è firmata da Stefano Ratchev ed edita da Edizioni Curci.

Edizioni Curci alla Festa del Cinema di Roma 2025

Con le colonne sonore di ‘Prima di noi’ e ‘Il principe della follia’

NUOVOIMAIE ha organizzato un incontro nell’ambito della prossima Festa del Cinema di Roma, in programma nella Capitale tra i prossimi 16 e 27 ottobre: l’evento, intitolato “Diritti in scena: previdenza e recuperi INPS agli Artisti Interpreti Esecutori”, avrà luogo il prossimo 22 ottobre alle ore 11:00, nel Teatro Studio Gianni Borgna dell’Auditorium Parco della Musica “Ennio Morricone”.

Pensato per approfondire “il tema urgente della confusione normativa sul regime previdenziale dello spettacolo”, l’incontro prevede gli interventi del Presidente di NUOVOIMAIE Andrea Miccichè, l’On. Federico Mollicone, presidente VII Commissione Cultura, Scienze e Istruzione della Camera dei Deputati e l’ On. Matteo Orfini, componente VII Commissione Cultura, Scienza, Istruzione della Camera dei deputati e l’avvocato Federica Murineddu del Foro di Roma. Tra gli invitati figurano la Dott.ssa Marina Elvira Calderone, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, la Dott.ssa Maria Teresa Bellucci, Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, e l’On. Gianmarco Mazzi, sottosegretario al Ministero della Cultura.

NUOVOIMAIE, un incontro alla Festa del Cinema di Roma 2025

Per discutere 'il tema urgente della confusione normativa sul regime previdenziale dello spettacolo'

Iconic Artists Group ha acquisito i diritti di immagine di Frank Sinatra, artista leggendario per il quale la società di Irving Azoff aveva già speso - lo scorso anno - circa un miliardo di dollari per aggiudicarsi la titolarità su una consistente - ma non meglio identificata - parte del catalogo: a confermarlo è stato lo stesso Azoff nel corso di un convegno organizzato da Bloomberg - la Screentime Conference - tra gli scorsi 8 e 9 ottobre a Los Angeles.

Nelle ultime ore sempre Bloomberg ha riferito che le operazioni condotte da Iconic sugli asset del più celebre tra i crooner sarebbe da inquadrare nel contesto di un progetto più ampio: l’apertura a Las Vegas di un parco tematico a tema Rat Pack, il ristretto circolo di star - della quale facevano parte, oltre a Sinatra, anche Dean Martin (i cui diritti sono sempre di proprietà di Iconic), Sammy Davis Jr., Peter Lawford e Joey Bishop - noto per i suoi show e per le leggendarie scorrerie per i club della Mecca dell’azzardo americana. Il progetto potrebbe richiamare, per certi versi, quello attuato da Primary Wave in seguito all'acquisizione dei diritti di immagine su Bob Marley, omaggiato al Mandalay Bay di Las Vegas con l’”esperienza” Bob Marley Hope Road.

Nel 2021 Iconic ha acquisito per una cifra stimata tra i 100 e i 200 milioni di dollari i master e i diritti di immagine dei Beach Boys: successivamente, nel 2023 l’azienda di Azoff si è aggiudicata i diritti sulle registrazioni di Cher, oltre che la titolarità su edizioni e master dei repertori di Crosby, Stills &amp; Nash. Tra le acquisizioni più recenti, ci sono quelle dei cataloghi di Rod Stewart (per circa 100 milioni di dollari), Nat King Cole, Linda Ronstadt e Joe Cocker.

Frank Sinatra, i progetti di Irving Azoff

Iconic Artists Group acquisisce i diritti di immagine del crooner: in arrivo un parco a tema?

Spotify ha chiuso un accordo con Netflix che vedrà una selezione di podcast originali prodotti dalla società svedese sbarcare sulla piattaforma video a partire dall’inizio del prossimo anno: i primi titoli interessati dall’operazione saranno - tra gli altri - "The Bill Simmons Podcast", "The Zach Lowe Show", "The McShay Show", "The Rewatchables" e "Conspiracy Theories".

"A Netflix siamo sempre alla ricerca di nuovi modi per intrattenere i nostri abbonati, ovunque e in qualsiasi modo vogliano guardare i contenuti", ha fatto sapere Lauren Smith, Vice President / Global Programming Strategy and Operations di Netflix: “Con la crescente popolarità dei podcast video, la nostra partnership con Spotify ci consente di offrire versioni video complete di questi programmi di successo sia al pubblico di Netflix che a quello di Spotify. Dalla cultura pop e lifestyle alla cronaca nera e allo sport, questa selezione curata di podcast video aggiunge nuove voci e prospettive a Netflix, rendendo la nostra offerta di intrattenimento più entusiasmante che mai”.

"Questa partnership segna un nuovo capitolo per il podcasting", ha aggiunto Roman Wasenmüller, Vice President, Global Head of Podcast Business di Spotify: "Insieme a Netflix, stiamo ampliando la scoperta, aiutando i creatori a raggiungere un nuovo pubblico e offrendo ai fan di tutto il mondo la possibilità di vivere le storie che amano e scoprire contenuti preferiti che non si aspettavano. Questo offre più scelta ai creatori e apre le porte a un'opportunità di distribuzione completamente nuova".

Spotify, un accordo con Netflix sui podcast

Una selezione di titoli pronti a sbarcare sulla piattaforma SVOD a partire da inizio 2026

Letizia D'Amato è presente nella lista dei 100 Top Manager italiani di successo che Forbes Italia ha pubblicato nel numero di ottobre: la titolare di Letizia D’Amato Srl - società che gestisce i servizi di ufficio stampa, relazioni istituzionali e rapporti con i media per numerose realtà, operanti negli ambiti diversi istituzionale, sociale, digitale, culturale, eventi e spettacolo - è presente nella lista come co-fondatrice (e come Presidente, dal 2019) di DigithON, realtà che ha offerto a circa 1.000 startup un accesso diretto al mercato e un collegamento concreto con investitori, contribuendo alla crescita di una rete di oltre 3.000 aziende innovative, molte delle quali oggi generano fatturato e hanno raccolto finanziamenti per centinaia di migliaia di euro. Oggi DigithON evolve in Fondazione, “con l’obiettivo - hanno spiegato i promotori in una nota - di rendere ancora più strutturato e solido il percorso intrapreso”.

Attraverso la sua società D’Amato cura le relazioni istituzionali e la comunicazione di AssoConcerti, l’associazione di categoria che rappresenta i principali produttori di spettacoli e concerti di musica dal vivo in Italia, e di Pirames. La Letizia D’Amato S.r.l. ha seguito e segue numerosi artisti di rilievo, tra cui Gigi D’Alessio, Gino Paoli, Fiorella Mannoia, Cristiano De André e Franco Califano. Ha preso parte al Festival di Sanremo in quasi tutte le edizioni dal 2001 ad oggi, curando la comunicazione per diversi artisti in gara e ospiti. Dal 2012 al 2022 è stata consulente per la comunicazione del MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma. Per la Rai, ha gestito l’ufficio stampa di numerosi progetti e programmi tv, tra cui Rai Radio2, Rai3, e trasmissioni di punta come “Domenica In” e “Storie Italiane” su Rai1.

Forbes Italia, Letizia D'Amato nella lista dei 100 Top Manager

Come co-fondatrice e Presidente di DigithON

La European Broadcasting Union ha posticipato a dicembre la votazione dei membri per determinare se Israele potrà partecipare o meno alla prossima edizione di Eurovision Song Contest, prevista a Vienna dal 12 al 16&nbsp;maggio 2026. Il destino della delegazione&nbsp;di Tel Aviv è tutt'altro che certo, però: il motivo del cambio di programma è la recente tregua dichiarata a Gaza, ma si dice che tra le radiotelevisioni pubbliche europee si respiri parecchia contrarietà rispetto alla presenza del paese mediorientale in concorso. Stando ad alcune indiscrezioni di stampa, l'EBU avrebbe addirittura suggerito a Israele&nbsp;(in maniera non ufficiale) di ritirarsi temporaneamente da ESC&nbsp;o, in alternativa, di partecipare sotto una bandiera neutrale, come hanno fatto negli ultimi anni&nbsp;gli atleti russi alle Olimpiadi.

Il voto era stato chiesto a gran voce da svariati paesi, che minacciavano di boicottare la manifestazione se Israele avesse partecipato: il trattamento garantito al paese, sostenevano, era di favore rispetto a quello ricevuto dalla Russia, che era stata bandita da ESC in seguito all'invasione dell'Ucraina. Ora la riunione decisiva, prevista in questi giorni, è stata rimandata al mese prossimo con il plauso dell'Austria (la nazione ospitante di quest'anno): ORF, la tv pubblica austriaca, ha dichiarato che questa decisione "aiuta a mantenere l'unità e la credibilità della manifestazione".

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ESC: posticipata la votazione sulla partecipazione di Israele

Era prevista in questi giorni, ma la tregua a Gaza ha cambiato lo scenario

Per la settima edizione della serie di “divise d'artista” realizzate da Spotify per il Barcellona in occasione degli scontri diretti con il Real Madrid è sceso in campo Ed Sheeran: quando la prestigiosa formazione catalana affronterà gli storici avversari il 26 ottobre per El Clásico - così, tradizionalmente, viene chiamato dagli appassionati il “derby di Spagna” - lo farà con il titolo del nuovo album di Sheeran, “Play”, stampato sul petto delle divise dei giocatori blaugrana, rendendo così la voce di “Shape of You” primo artista pop solista maschile a finire sulle maglie del club.

"Vedere ‘Play’ sulla maglia del Barcellona è qualcosa di cui sono orgoglioso", ha dichiarato l’artista: "Sono un grande appassionato di calcio e del Barcellona, ​​e adoro il fatto che si possano unire il mondo della musica e quello del calcio in un modo così divertente".

<a href="https://musicbiz.rockol.it/news-751813/travis-scott-a-barcellona-spalanca-nuove-frontiere-del-marketing">Come già accaduto con Travis Scott</a>, la partnership tra Sheeran e il club andrà oltre il prossimo match col Real Madrid. Il 23 ottobre, la maglia apparirà su eFootball, segnando la prima estensione dell'acquisizione di Spotify e del Barcellona al gaming, con “l'obiettivo - ha specificato l’azienda - di raggiungere milioni di giocatori in tutto il mondo”.

"Le canzoni di Ed fanno parte della nostra playlist da molto tempo", ha detto l'attaccante Robert Lewandowski: "Vedere il suo nuovo album sulla maglia è davvero speciale".

Il lancio è accompagnato anche da una capsule collection, che include una maglia retrò ispirata al 2004/2005, che richiama gli inizi della carriera di Sheeran, e solo 1.899 kit in edizione limitata, che richiamano l'anno di fondazione del club. La collezione sarà disponibile da domani, 15 ottobre, alle 10:00 ora italiana negli store ufficiali del Barça e online.

Sia la squadra maschile che quella femminile indosseranno la maglia in edizione speciale: l'FC Barcelona Femení la indosserà per la prima volta il 19 ottobre nella partita di Liga F contro il Granada. Inoltre, l'FC Barcelona condividerà una playlist speciale per le partite curata dallo stesso Sheeran.

Prima di Scott e Sheeran, protagonisti della “divisa d’autore” del Barcellona per il Clásico sono stati Rosalía (originaria di Sant Cugat del Vallès, cittadina non distante dal capoluogo catalano), Coldplay, Drake e Rolling Stones.

Spotify, Ed Sheeran testimonial del Barça per il prossimo Clásico

Prosegue il ciclo di ‘jersey takeover’ del prestigioso club catalano

Negli ultimi giorni potreste aver visto dei post social sulle pagine di diversi artisti, che segnalavano che i propri prodotti discografici sono "in consideration" per i prossimi Grammy Awards. Tra di essi anche diversi italiani, come i Calibro 35 (in considerazione per la categoria Best Alternative Jazz Album con il loro "Exploration"), Lucio Corsi (in considerazione per la categoria Best Global Music Performance con la sua "Volevo essere un duro") e Joan Thiele (in considerazione per la categoria Best Pop Vocal Album con il suo "Joanita"). Si tratta della formula standard utilizzata nel corso del cosiddetto First Round Voting, la prima fase che porta ai premi musicali più celebri e prestigiosi del mondo. Ma come funziona esattamente? E cosa significa questa dicitura?

Facciamo un passo indietro: per essere presi in considerazione per un Grammy, è necessario sottoporre il proprio lavoro al vaglio della Recording Academy. Possono farlo i membri stessi della Academy, segnalando il proprio lavoro o quello di qualcun altro, oppure possono farlo le media company accreditate presso la Academy stessa; la candidatura è da intendersi&nbsp;per una categoria specifica.&nbsp;Questa procedura va fatta nel corso dell'estate, ed è necessario compilare un dettagliato dossier che spiega le&nbsp;caratteristiche&nbsp;salienti del prodotto, il motivo del suo valore artistico intrinseco, il perché viene sottoposto&nbsp;proprio in quella categoria nonché una serie di specifiche tecniche (data di uscita, formato, disponibilità sul mercato, ad esempio). Ognuno di questi dossier verrà poi esaminato da una apposita commissione di esperti, diversa per ogni categoria, che ascolterà il materiale e ne verificherà l'effettivo valore e la coerenza con la categoria in cui è stato sottoposto, procedendo poi a un'eventuale votazione in caso di pareri discordanti all'interno della stessa. A questo punto, se si accende il semaforo verde, arriva&nbsp;la conferma di essere effettivamente in considerazione per un Grammy. Che, attenzione, non significa avere una nomination.

Si apre qui infatti il First Round Voting, che dura circa due settimane (quest'anno dal 3 al 15 ottobre) e vede i membri votanti della Recording Academy vagliare e scegliere i propri dischi preferiti tra quelli in considerazione per un Grammy. I "voting members" sono solo coloro che i dischi li fanno: artisti, produttori, sound engineer, autori, quindi. Gli&nbsp;addetti ai lavori a vario titolo (pur se membri della RA, i cosiddetti "professional members": manager, discografici, giornalisti musicali, addetti stampa...)&nbsp;in questa fase non possono invece esprimere le loro preferenze. In questa fase è possibile segnalare agli altri membri votanti, tramite appositi post, newsletter o inserzioni pubblicitarie, che il proprio disco è stato ammesso a questa fase, per permettere a quanti più membri possibile&nbsp;di ascoltarlo, valutarlo ed eventualmente prendere in considerazione di votarlo. Questi post, denominati in gergo "FYC" (For Your Consideration), hanno un linguaggio specifico ben&nbsp;codificato e delle regole molto restrittive: ad esempio non è possibile chiedere esplicitamente di votare per sé o per altri, né porre l'accento sui risultati numerici conseguiti da un album, un singolo o un artista, in quanto è il valore artistico che deve essere premiato, a prescindere dal successo in classifica&nbsp;di un prodotto. Per queste&nbsp;ragioni&nbsp;può capitare&nbsp;che gli FYC&nbsp;risultino un po' criptici a chi non fa parte della Academy; d'altronde, però, non è a loro che si rivolgono, ma solo a chi ha il potere di esprimere il proprio giudizio in questa sede.

Una volta chiuso il First Round Voting, si procede a una valutazione meramente numerica: per ciascuna categoria effettua una conta dei voti, e i cinque prodotti più votati (tranne che per le categorie Record Of The Year, Song Of The Year, Album Of The Year e&nbsp;Best New Artist, in cui il numero sale a otto) sono quelli che si contendono effettivamente il rispettivo Grammy, ovvero gli album nominati. Le nomination verranno annunciate il prossimo 7 novembre nel corso di una diretta web: dal 12 dicembre 2025 al 5 gennaio 2026 si terrà invece il cosiddetto Final Round Voting, in cui sempre i membri votanti della Recording Academy (di nuovo:&nbsp;artisti, produttori, sound engineer, autori) sceglieranno i propri preferiti. I più votati saranno quelli effettivamente premiati con i Grammy Awards, che verranno assegnati nella tradizionale cerimonia l'1 febbraio a Los Angeles.

I giochi per ottenere una nomination sono ormai quasi fatti: non ci resta quindi che augurare un sincero in bocca al lupo agli artisti italiani (quelli che abbiamo citato in questo articolo, ma anche i molti altri che stanno affrontando in questi giorni il First Round Voting nelle altre categorie) che sono in considerazione per i prossimi Grammy Awards.

First Round Voting: come funziona la prima fase dei Grammy Awards

Si chiuderà tra poche ore: sono in considerazione anche diversi artisti italiani

TicketOne ha annunciato la propria partecipazione all’Amsterdam Dance Event con uno showcase ad ingresso gratuito organizzato in collaborazione con La Zic, l’etichetta fondata e guidata dalla DJ Cristina Lazic, recentemente nominata Beatport Hype Label of the Month per il suo impegno nel promuovere creatività, diversità e leadership femminile nella musica elettronica: la piattaforma italiana di ticketing controllata dal gruppo tedesco CTS Eventim ha spiegato, in una nota, di aver previsto la propria presenza all’evento “per incontrare partner, operatori del settore e realtà interessate a esplorare nuove opportunità di collaborazione”.

L’evento avrà luogo il prossimo 24 ottobre tra le ore 18 e le ore 21 presso il BounceSpace di Amsterdam, in Overtoom 141.

Gli interessati ad organizzare un incontro possono contattare il team TicketOne a <a href="https://www.ticketoneb2b.it/contattaci">questo indirizzo</a>.

TicketOne, uno showcase all’Amsterdam Dance Event

In collaborazione con la label La Zic

Due giornate di incontri, laboratori e dialoghi per sostenere la candidatura dell’hip hop come patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO: si svolgeranno a Roma tra Casa della Cultura e dello Sport e Università Tor Pignattara, alla presenza di molti accademici, studenti e studiosi.&nbsp; L'obbiettivo è creare un ponte tra comunità artistiche, mondo accademico e istituzioni, per avviare insieme l’iter verso il riconoscimento internazionale dell’hip hop, tutelando e celebrando la sua eredità globale e il suo potenziale educativo e sociale. Tra i promotori anche associazioni come Hip Hop Cinefest e Hip Hop Protection.&nbsp;

L'iniziativa, in programma il 17 e 18 ottobre, prevede conferenze aperte&nbsp;sulle quattro discipline dell'hip hop tenute da giornalisti, antropologi e artisti, oltre a workshop e a una tavola rotonda specifica sul ruolo dell'hip hop in relazione alle istituzioni UNESCO.

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Patrimonio immateriale UNESCO: un evento per candidare l'hip hop

La giornata, con il patrocinio di istituzioni culturali e accademiche, si terrà a Roma

Accordi con le aziende tecnologiche, coinvolgimento degli artisti e “responsabilità”: sono questi i tre pilastri sui quali si poggia la circolare interna firmata dal Presidente e CEO di Universal Music Group Lucian Grainge nella quale si esplicita, in modo chiaro e dettagliato come mai era successo in passato, la posizione della principale major a livello globale nei confronti dell’intelligenza artificiale.

“UMG sta svolgendo un ruolo pionieristico nel promuovere l'enorme potenziale dell'AI”, ha premesso Grainge nella nota, ottenuta da più di una testata di settore americana: “Sebbene i nostri progressi siano significativi, la velocità con cui questa tecnologia si sta sviluppando rende importante che siate costantemente aggiornati sui nostri sforzi e che conosciate a fondo la strategia e l'approccio. Il fondamento di ciò che stiamo facendo è la convinzione che insieme possiamo promuovere un sano ecosistema di intelligenza artificiale commerciale in cui artisti, autori, case discografiche e aziende tecnologiche possano prosperare insieme”.

Ricordando come Universal Music sia stata la prima realtà discografica a stipulare accordi con realtà digitali dall’alto potenziale dirompente rispetto al passato come YouTube, TikTok e Meta - e rivendicando, quindi, un atteggiamento pionieristico nell accostarsi alle grandi rivoluzioni tecnologiche - Grainge ha ammesso come il portafoglio di accordi di UMG “nel campo dell'intelligenza artificiale continua ad ampliarsi, sia dal punto di vista creativo che commerciale”. Oltre alla società giapponese KDDI - con la quale la major sta sviluppando “nuove esperienze musicali per fan e artisti utilizzando l'AI di ultima generazione”, Universal Music sta “collaborando attivamente con quasi una dozzina di aziende diverse su nuovi prodotti e piani di servizi significativi che promettono una notevole espansione del panorama musicale basato sull'intelligenza artificiale”. Su questo fronte, osserva Grainge, “stiamo assistendo ad altri progressi correlati: pur rappresentando solo un assaggio dell'enorme potenziale dell'intelligenza artificiale, la <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-754560/chatgpt-spotify-e-la-nascita-della-everything-app">recente integrazione di Spotify con ChatGPT</a> offre un percorso per passare agevolmente dalla ricerca e scoperta alla fruizione della musica, il tutto all'interno di un ecosistema monetizzato”.

Centrale, per Grainge, è - ovviamente - il ruolo degli artisti, con i quali l’etichetta - sul tema dell’intelligenza artificiale - si muoverà in assoluta armonia. “L'intelligenza artificiale ha il potenziale per fornire strumenti creativi che ci consentiranno di mettere in contatto i nostri artisti con i loro fan in modi nuovi e con capacità avanzate su una scala mai vista prima”, osserva il numero uno di UMG: “So che sapremo gestire con successo e cogliere queste opportunità e che questi nuovi prodotti potrebbero costituire una fonte significativa di nuove entrate future per artisti e autori. Saremo attivamente impegnati a discutere di tutti questi sviluppi con l'intera comunità creativa”.

Quindi, prosegue Grainge, UMG valuterà esclusivamente “lo sviluppo di prodotti di intelligenza artificiale basati su modelli addestrati in modo responsabile”. “Per questo motivo - chiarisce la nota - abbiamo stipulato accordi con sviluppatori di intelligenza artificiale come ProRata e KLAY, tra gli altri, e siamo in trattativa con numerose altre aziende affini, i cui prodotti forniscono un'attribuzione accurata e strumenti che rafforzano e compensano gli artisti, prodotti che proteggono la musica e ne migliorano la monetizzazione. E per essere chiari, e questo è molto importante, non concederemo in licenza alcun modello che utilizzi la voce di un artista o che generi nuove canzoni che incorporino le canzoni esistenti di un artista senza il suo consenso”.

Sotto il profilo “istituzionale”, UMG è consapevole “che grandi e potenti aziende di intelligenza artificiale stanno facendo pressione sui governi di tutto il mondo affinché legittimino la formazione della tecnologia di intelligenza artificiale su materiale protetto da copyright senza il consenso del proprietario o un compenso, tra le altre proposte”.

“Per essere chiari: tutte queste proposte fuorvianti non sono altro che lo sfruttamento non autorizzato (e, a nostro avviso, illegale) dei diritti e della proprietà degli artisti creativi”, spiega Grainge, che ha ribadito come il modello artist centric presentato nel 2023 sia stato elaborato “per combattere quello che è essenzialmente un inquinamento delle piattaforme” da contenuti - spazzatura generati con l’AI. “Siamo convinti che, dimostrando la nostra volontà, come comunità, di abbracciare quei modelli di intelligenza artificiale commerciale che valorizzano e migliorano l'abilità artistica umana, dimostreremo che le soluzioni basate sul mercato che promuovono l'innovazione sono la risposta”, ha aggiunto, al proposito, il CEO.

“Mentre lavoriamo per garantire la tutela degli artisti, contribuiremo a indicare la strada da seguire, ed è per questo che stiamo esplorando e trovando modi innovativi per utilizzare questa tecnologia rivoluzionaria per creare nuove opportunità commerciali per artisti e cantautori, aiutando e proteggendo al contempo la creatività umana”, ha concluso Grainge: “Sono molto entusiasta dei prodotti che stiamo vedendo e di ciò che ci riserva il futuro”.

Il messaggio al proprio staff inviato da Grainge nelle ultime ore conferma indirettamente le <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-754476/il-ft-umg-e-wmg-vicine-a-un-accordo-con-le-aziende-ai">indiscrezioni fatte trapelare a inizio ottobre dal Financial Times</a>, secondo le quali Universal Music sia attualmente impegnata (insieme a a Warner Music)&nbsp;in negoziati con alcune delle principali società sviluppatrici di modelli generativi - Suno e Udio su tutte - per l'elaborazione di nuove licenze create appositamente per lo sfruttamente del proprio repertorio nel settore dell'intelligenza artificiale.

Intelligenza artificiale, la linea di Universal Music

In un memo interno del CEO Lucian Grainge la direzione presa dalla major in tema di AI

Matchfy ha annunciato di aver concluso con successo il secondo round di aumento di capitale, dopo <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-743755/matchfy-round-da-2-milioni-di-euro-per-la-startup-italiana">quello da 2 milioni di euro</a> chiuso nell'aprile del 2024.

"Non stiamo solo crescendo nei numeri: stiamo dimostrando che modelli basati su trasparenza, dati e community funzionano davvero nel mondo musicale", ha fatto sapere il CEO della startup italiana Paolo Mantini, che ha definito la buona riuscita dell’operazione “un segnale forte della fiducia che il mercato e gli investitori stanno riponendo nel nostro progetto”: "Vogliamo che la fiducia, quella che ci contraddistingue, sia non solo un riconoscimento, ma un valore operativo in tutti i nostri processi".

A oggi Matchfy conta 130mila utenti registrati, con 27 milioni di scambi musicali totali tra artisti e artisti, tra artisti e curatori o tra artisti e amanti della musica: nel 2024 la startup ha visto crescere di oltre 15mila unità di propri utenti a pagamento, con oltre 1,5 milioni di scambi mensili negli ultimi mesi.

Mantini ha rivolto “un ringraziamento speciale” “a tutti gli artisti che hanno creduto fin dall’inizio. A chi ha fatto un upgrade, a chi ha dato feedback, a chi ha condiviso la piattaforma. E ovviamente agli investitori che hanno deciso di darci fiducia con un secondo round: con voi stiamo costruendo qualcosa che va oltre un’impresa, è una missione”.

Matchfy, chiuso un secondo round di finanziamento

Il CEO Paolo Mantini: ‘Non è che un passo del cammino’

BMAT, azienda con sede a Barcellona specializzata in indicizzazione di dati sui flussi di consumo musicale, ha annunciato un accordo con KODA, la principale collecting danese. “Questa nuova alleanza strategica - ha spiegato BMAT in una nota - rappresenta un passo avanti che fornirà a KODA le soluzioni tecnologiche e di servizio leader del settore per i diritti e le royalty digitali di BMAT. La partnership consentirà cicli di elaborazione più rapidi e tassi di matching più accurati, con conseguenti miglioramenti operativi ed efficienze su larga scala lungo l'intera catena del valore digitale di KODA. Con questa decisione, KODA sta tracciando il proprio percorso verso un sistema di gestione dei diritti e delle royalty sempre più efficiente e potente. La scelta di KODA di collaborare con BMAT sottolinea l'impegno verso tecnologie di nuova generazione che offrano soluzioni per gestire le complessità dell'attuale ecosistema della musica digitale”.

Siamo entusiasti di collaborare con KODA in questo momento cruciale”, ha dichiarato Iñigo Ugarteburu, CEO di BMAT: “Questa partnership dimostra la nostra visione condivisa per un'industria musicale più trasparente ed equa per i creator. Non vediamo l'ora di mettere a disposizione del leader nordico le nostre tecnologie all'avanguardia, le nostre capacità di sviluppo flessibili e agili e la nostra passione per il servizio".

"Nel corso degli anni, abbiamo avuto l'opportunità di collaborare con BMAT e ne abbiamo seguito la crescita con vivo interesse”, ha aggiunto Gorm Arildsen, CEO di Koda: “La loro comprovata capacità di elaborare dati complessi e multi-sorgente provenienti da DSP è essenziale nell'attuale panorama dei diritti musicali. Questa partnership si basa sull'esperienza concreta e su una comprensione condivisa delle sfide che la moderna gestione dei diritti deve affrontare. Siamo entusiasti di rafforzare l'infrastruttura digitale di Koda con un partner la cui tecnologia e competenza ci aiuteranno a navigare in un ecosistema sempre più dinamico e basato sui dati".

BMAT, una partnership con KODA

La società tecnologica specializzata annuncia un’alleanza con la collecting danese

“E’ arrivato il momento: dimenticate Amazon”: con queste parole, pubblicate sul suo sito ufficiale, Neil Young ha annunciato l’intenzione di ritirare il proprio catalogo dall’offerta del servizio streaming del gigante dell’e-commerce. “Presto la mia musica non ci sarà più [su Amazon Music, ndr]”, ha spiegato l’artista: “E’ facile fare acquisti in esercizi di prossimità. Sostenete la vostra comunità, andate nei negozi locali. Non rivolgetevi alle grandi aziende che hanno svenduto l’America: dobbiamo tutti rinunciare a qualcosa per salvare gli USA dall’era del controllo aziendale nella quale sta entrando. Hanno bisogno che voi facciate acquisti da loro. Quindi non fatelo”.

Secondo Young giganti come Amazon - che controlla anche la catena di grande distribuzione alimentare Whole Foods Market - “hanno bloccato il nostro governo, la crescita del vostro reddito, la vostra sicurezza e quella della vostra famiglia. Riprendetevi l'America, smettete di comprare dalle grandi aziende, sostenete le imprese locali. Fate la cosa giusta”.

Young - che nel 2022 aveva temporaneamente sospeso il suo repertorio da Spotify per protestare contro i messaggi di disinformazione riguardo la pandemia da Covid-19 diffusi da Joe Rogan nel suo podcast (prodotto in esclusiva per lo stesso DSP svedese) “The Joe Rogan Experience” - lo scorso 15 agosto ha annunciato <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-753614/neil-young-abbandona-facebook">il blocco delle attività del suo account Facebook</a> per protestare contro la policy di Meta sulla condotta dei chatbot nelle interazioni con utenti minorenni.