Mentre emittenti radiofoniche, dentisti e palestre contestano l’entità dei “diritti connessi” richiesti da SCF per la diffusione in pubblico di musica registrata (e l’associazione di disc jockey AssoDejay ne mette in discussione la stessa rappresentatività), il Consorzio Fonografici incassa un accordo con l’Arci – Associazione Ricreativa e Culturale Italiana che coinvolge potenzialmente oltre 5.500 organizzazioni ed associazioni socioculturali attive sul nostro territorio. In considerazione delle finalità non lucrative delle stesse, l’accordo prevede condizioni e tariffe agevolate riaffermando, nelle parole del direttore commerciale di SCF Sergio Paolella, “il valore culturale della musica, nonché il suo ruolo centrale nel valorizzare le attività educative, ludico-ricreative, sociali organizzate dagli operatori del mondo no profit”. “A sottolineare ulteriormente il valore della convenzione e a testimonianza di una forte condivisione dei valori che animano le realtà del Terzo Settore”, continua Paolella, “SCF devolverà il 5% di quanto annualmente raccolto per gli intrattenimenti organizzati dalle associazioni, in favore di iniziative di particolare valore culturale e sociale, identificate di intesa con Arci”. Il cui Responsabile Nazionale dell’Osservatorio Legislativo, Giuliano Rossi, si dichiara a sua volta soddisfatto dell’esito del negoziato, definendo i contenuti dell’accordo come un “giusto equilibrio tra il diritto ad un ‘equo compenso’ in ambito dei cosiddetti diritti connessi, sancito nel nostro ordinamento, e il riconoscimento del ruolo fondamentale di promozione socioculturale svolto dall'associazionismo”.