Dopo gli "scioperi" del Web e le prese di posizione degli artisti, negli Stati Uniti le leggi SOPA e PIPA sono sempre più in dubbio. In Italia però i provvedimenti tesi a combattere duramente la pirateria digitale, accolti con soddisfazione dall'industria cinematografica e discografica, sembrano aver trovato dei nuovi sostenitori. La ricetta nostrana viene da un deputato della Lega Nord, Giovanni Fava. Fava lo scorso 19 gennaio alla Camera ha inserito due emendamenti a sua firma all'interno della Legge Comunitaria 2011, legata agli obblighi del nostro paese verso legislazione europea. I provvedimenti hanno ottenuto poi il via libera dalla Commissione Politiche Comunitarie. In sintesi, secondo l'emendamento dell'esponente del Carroccio la tutela del diritto d'autore dovrebbe funzionare così: ogni servizio di hosting dev'essere obbligato a rimuovere dai propri siti i contenuti che violano il copyright dopo una segnalazione di un qualsiasi soggetto interessato. Perché succeda questo, e qui viene la parte più contestata, non servirebbe nessuna Autorità competente: chiunque, semplicemente mandando una mail, sarebbe in grado di far cancellare i contenuti. Immediata la reazione della comunità web italiana, che ha bollato l'iniziativa come un atto censorio, liberticida oltreché nocivo per l'e-commerce nostrano. Anche tutti gli altri partiti, ad eccezione della Lega Nord, hanno preso le distanze. Risultato? Difficilmente il testo passerà la discussione in Parlamento il prossimo 31 gennaio. Allarme rientrato per chi si oppone al "SOPA italiano" dunque, anche se stupisce il modo in cui gli stessi partiti, ora contrari, non si siano opposti prima all'iniziativa dell'Onorevole Giovanni Fava.