I prezzi al pubblico dei CD potrebbero diminuire in tutta Europa per effetto dell’introduzione della moneta unica: lo sostiene Simon Wright, amministratore delegato del Virgin Entertainment Group, la società cui fa capo la catena dei celebri (anche se ultimamente un po’ zoppicanti) Virgin Megastores. <br> Wright è convinto che le comparazioni internazionali consentite dall’adozione dell’euro come moneta unica in 12 paesi spingeranno sempre di più i consumatori europei ad approvvigionarsi presso le fonti più convenienti (approfittando dello sviluppo dell’e-commerce), costringendo i negozi di dischi ad adeguarsi ai livelli di prezzo più competitivi riscontrabili all’interno del mercato unico. <br> L’autorevole operatore inglese ritiene che neppure la Gran Bretagna sarà immune dal fenomeno, anche in conseguenza del fatto che molti esercizi commerciali britannici si stanno attrezzando per accettare pagamenti nella nuova valuta. “Alla fine è sempre il mercato ad indicare la via, giusta o sbagliata che sia”, osserva Wright, dichiarandosi convinto che neppure la differente tassazione dei prodotti musicali nei vari paesi porrà un freno invalicabile alla omogeneizzazione dei prezzi europei. <br> A differenza di alcuni dei suoi principali concorrenti (per il momento HMV accetta pagamenti in euro in soli 17 punti vendita della catena mentre da Tower Records si continua a pagare in sterline), Virgin ha già predisposto tutti i suoi negozi per le transazioni commerciali nella nuova banconota. “Ma – aggiunge Wright – non ci aspettiamo di sviluppare un gran volume di traffico in valuta europea. Ad usarla, nei primi giorni dell’anno, sono stati soprattutto giornalisti in cerca di qualche storia da raccontare sul come l’arrivo dell’euro cambierà la vita agli inglesi”.