Dal libro "Rock Therapy" di Massimo Cotto (Marsilio) proponiamo una "pillola" terapeutica: la canzone di oggi serve a curare l'emicrania. Voices in my head Bob Mould Patch the Sky, 2016 Guardatelo, oggi, Bob Mould. Gli occhialini tondi, la camicia apparecchiata come una tovaglia indossata sopra alla T-shirt bianca, barba curata e sguardo normale. Potrebbe essere una testa d’uovo della Silicon Valley, un negoziante di dischi, un uomo qualunque. Bob Mould non è mai stato un uomo qualunque, semmai un piccolo genio, uno che, con gli Husker Du, ha coniugato le istanze del punk con la tradizione cantautorale, matrimonio che il rock ha spesso considerato un’eresia. Non solo: le schegge violente dei brani, ai limiti dell’hardcore, avevano le punte intrise nel dolce veleno dell’antica psichedelia. Mai nessuno prima di loro aveva osato unire Ramones, Byrds, Beatles e Hendrix, almeno non con eguale intensità e risultati. Venivano da Minneapolis, avevano parole semplici e belle a commentare la loro filosofia: «Quando si parla di “hardcore”, si tende sempre a mettere l’accento sull’aspetto più violento e duro (“hard”). Noi cerchiamo, invece, di concentrarci soprattutto sull’aspetto emotivo (“core”)». Dopo la fine degli Husker Du, non tutto è stato facile. Prima il dolore per la perdita di un amico, poi la disintossicazione da alcool e droga, la reclusione volontaria in una fattoria del Minnesota per concentrarsi sulle nuove canzoni, le prime da solo. Canzoni diverse per intensità, ma con un comune denominatore: sono tutte ballate rumorose ma mai violente, inquiete ma al tempo stesso quasi catartiche, con chitarre che si muovono compatte come soldati di un esercito. Non fa eccezione "Voices in My Head", il cui testo racconta un’assenza e la voglia disperata di riempirla. Sempre in bilico tra realtà e immaginazione, il protagonista attende un ritorno. Ecco, questo è il riassunto della parabola di Bob Mould: tutto è stato attesa della felicità. Questa, pubblicata per gentile concessione dell'autore e dell'editore, e le schede di altre 333 canzoni terapeutiche sono proposte in "Rock Therapy" di Massimo Cotto, edito da Marsilio.