Il Consiglio di Gestione di SIAE ha approvato la proposta di riduzione della tariffa per diritto d’autore prevista dalle condizioni di licenza dedicate ai Dj: a farlo sapere, in una nota, è la stessa Società Italiana Autori ed Editori, che intende - in questo modo - alleviare la “difficile situazione del settore, che risente in particolar modo dell’emergenza sanitaria tuttora in corso e delle incertezze legate alla riapertura di discoteche e locali da ballo”.

Il provvedimento è entrato in vigore oggi, martedì 15 settembre, e prevede “per il solo anno 2021 la riduzione del 50% delle tariffe base per diritto d’autore previste dalle attuali condizioni di licenza, corrisposte dai titolari di licenze deejay sottoscritte tra il 1° gennaio 2021 e il 31 dicembre 2021”. Il provvedimento è stato adottato anche da SCF, che riconoscerà “il medesimo sconto a valere sulla quota parte dei diritti connessi”.

La sottoscrizione della licenza comporterà una riduzione automatico dell’importo dovuto: ai Dj che alla data di entrata in vigore del provvedimento avessero già sottoscritto una licenza per l’anno 2021, tale bonus verrà riconosciuto sotto forma di uno sconto in occasione del rinnovo della licenza per la prossima annualità (da gennaio 2022), per un valore pari al 50% dei diritti SIAE o SCF corrisposti nel 2021. In alternativa, è prevista la possibilità, per i Dj titolari di licenza in corso di validità alla data di entrata in vigore del provvedimento in oggetto, di richiedere il rimborso del 50% dei diritti SIAE e SCF corrisposti nel 2021, a seguito di specifica richiesta da presentare, entro e non oltre il 31 ottobre 2021, tramite la compilazione di un apposito form online.

Dalla data di entrata in vigore del provvedimento i Dj che sottoscriveranno la Licenza 2021 vedranno applicati in automatico i nuovi compensi in fase di calcolo dell’importo complessivamente dovuto: tutti gli iscritti in possesso dei requisiti indicati - ha fatto sapere la colleting - riceveranno le relative istruzioni via mail nel corso della prossima settimana.

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SIAE dimezza le tariffe delle licenze per Dj: i dettagli

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La Società Italiana Autori ed Editori si attiva per sostenere il settore del clubbing, provato dalla prolungata chiusura imposta dall'emergenza sanitaria

Il licensing hub indipendente Merlin ha ufficializzato la nomina di Charlie Lexton a nuovo CEO: già COO dell’azienda dalla primavera del 2020, il manager succederà all’<a href="https://musicbiz.rockol.it/news-751881/si-dimette-jeremy-sirota-ceo-merlin">amministratore delegato uscente Jeremy Sirota</a> a partire dal primo gennaio del prossimo anno. Lexton - precisa l’azienda in una nota - “lavora per Merlin fin dalla sua fondazione”, assicurandosi “un ruolo determinante nell'affermazione di Merlin come una forza globale nel settore della musica digitale”.

"Sono lieto dell'opportunità di guidare questa organizzazione”, ha commentato Lexton: “La mia attenzione è rivolta ai nostri membri – il più importante raggruppamento di case discografiche indipendenti al mondo – e al team Merlin, il nostro staff incredibilmente laborioso e dedicato. Non potrei fare nulla senza il supporto del nostro team. E senza i nostri membri, Merlin non esisterebbe".

"Charlie è stato un partner straordinario nell'evoluzione di Merlin fino a diventare ciò che è oggi”, ha aggiunto Sirota: “E’ sempre all'altezza delle sue aspettative: dal suo incrollabile impegno nei confronti del team Merlin, all'avvio del primo importante accordo di intelligenza artificiale con ElevenLabs, fino al sostegno dei nostri membri tramite Merlin Insights. Sono orgoglioso sapendolo, il prossimo anno, impegnato a promuovere Merlin Engage per dare potere alla prossima generazione di leader femminili nella musica indipendente. Sono entusiasta che Charlie e il team scrivano il prossimo capitolo di Merlin".

Merlin, Charlie Lexton nominato nuovo CEO

A partire dal primo gennaio 2026 prenderà il post dell’AD uscente Jeremy Sirota

Si terrà venerdì 21 novembre, alle ore 15,30, presso il Dazio di Levante di Milano, all’interno del programma della nona edizione della Milano Music Week, il panel “Il valore del diritto d’autore e il ruolo dell’editore musicale”.

In un ecosistema, quello della creazione e della diffusione della musica, sempre più complesso e tecnologicamente avanzato, questo talk - presentato da FEM/ANEM/EMUSA in collaborazione con SIAE nell’ambito di Music Publishing Day - esplorerà come cambia e si evolve il ruolo dell’editore musicale e la tutela del valore sociale, economico e artistico del diritto d’autore. L'evento si pone come un&nbsp;confronto tra i protagonisti dell’editoria musicale sul futuro del diritto d’autore e su come il lavoro di sostegno e di promozione &nbsp;degli autori &nbsp;e delle loro opere stia modificando il ruolo dell’editore musicale, mettendolo sempre più al centro dell’ecosistema musica.&nbsp;

All’incontro, moderato da Davide Poliani di Rockol, prenderanno parte Margherita Gnech (Managing Director di Sony Music Publishing Italia), Pietro Giola (CEO di Machiavelli Music), Max Moroldo (CEO Do it yourself e The beautiful ones), Luca Cecchi (Label Director di Nar International) ed Emanuela Sergio (Copyright Manager di Eclectic Music).

L’ingresso al panel è libero fino a esaurimento posti: è possibile effettuare le registrazioni sulla piattaforma Dice a <a href="https://dice.fm/partner/tickets/event/eowbxw-il-diritto-dautore-e-leditore-musicale-21st-nov-dazio-levante-arco-della-pace-milano-tickets?dice_campaign=DICE&amp;dice_channel=web&amp;dice_feature=mio_marketing&amp;dice_id=7569263&amp;dice_tags=organic">questo indirizzo</a>.

MMW25, ‘Il valore del diritto d’autore e il ruolo dell’editore'

Venerdì 21 novembre, alle ore 15,30, al Dazio di Levante

Si terrà mercoledì 19 novembre all’Accademia del Lusso di via Montenapoleone 5, a Milano, a partire dalle ore 11, “Come Together, RIGHTS Now”, evento organizzato da SoundRights nell’ambito della nona edizione della Milano Music Week.&nbsp;

“L’incontro che riunisce collecting, artisti, organizzatori, istituzioni e innovatori per affrontare uno dei temi più urgenti e strategici per il settore musicale: la semplificazione del sistema delle licenze per eventi, dj set e musica d’ambiente”, hanno spiegato i promotori.

“Con SoundRights vogliamo cambiare prospettiva: il diritto d’autore non è un costo, ma un riconoscimento”, ha dichiarato Simone Prandin, Co-Founder di SoundRights: “Un gesto di gratitudine verso chi, con il proprio impegno, tempo e passione, genera emozioni e valore condiviso”.

“Il dialogo con la community di SoundRights, composta da organizzatori, artisti, dj, locali e professionisti del settore, sta facendo emergere nuove esigenze, nuovi ostacoli e nuove opportunità”, ha aggiunto Fabiano Buongiovanni, CEO e Co-Founder di SoundRights: “Per questo, SoundRights si prepara a sviluppare ulteriori servizi dedicati a tutti gli interlocutori della filiera musicale, per costruire insieme un ecosistema più armonico, collaborativo e sostenibile”.

L’evento è a ingresso gratuito, previa registrazione su www.soundrights.it/mmw25-come-together-rights-now.

MMW25, SoundRights presenta ‘Come Together, RIGHTS Now’

All’Accademia del Lusso di via Montenapoleone, mercoledì 19 novembre

In oltre trent’anni di attività, Robert Singerman (nella foto, a sinistra) ha frequentato non solo praticamente tutti i segmenti della filiera dell’industria musicale, ma anche i settori - quello tecnologico su tutti - che negli ultimi anni stanno plasmando il futuro del mondo dell’intrattenimento: da quasi quattordici anni SVP International Publishing di LyricFind, una delle principali piattaforme dedicate ai testi attive sul mercato a livello globale, il manager, promoter e investitore è stato uno dei principali artefici di Belem, progetto avviato da LyricFind con l’italiana Metatron (co-fondata dal suo attuale CFO Paolo Pavanello - nella foto, a destra), Deezer, Unison e altre dieci entità musicali - e supportato dall’Unione Europea - dedicato alla traduzione dei testi delle canzoni.

Lo scopo di Belem è duplice: da un lato - ci ha spiegato Singerman - la piattaforma mira a rendere, presso il pubblico, le parole fruibili quanto la musica, eliminando le barriere linguistiche così da arricchire l’esperienza degli ascoltatori con un elemento fondamentale. Dall’altro, monetizzare l’accesso ai testi delle canzone su larga scala permetterebbe di dare ulteriore slancio alle economie del settore, generando benefici non solo “a vantaggio di autori, editori, artisti ed etichette, ma anche di distributori, piattaforme e - ultimi ma non meno importanti - fan”. Senza dimenticare quanto una sistematica opera di traduzione e diffusione delle liriche sulle piattaforme digitali potrebbe dare ulteriore slancio - sul panorama internazionale - a mercati emergenti in forte ascesa come quelli di India e Cina… 
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In un’epoca dove la soglia di attenzione del pubblico si sta progressivamente abbassando e le canzoni devono adattarsi ai tempi di TikTok, cosa rende ancora importante i testi delle canzoni?

Che si tratti del ritornello, della strofa, di un meme o dell'intera canzone (che resta sempre la cosa migliore), il testo fornisce il significato e il contesto, che duri sei secondi, sei minuti o anche di più, in alcune canzoni estremamente significative. Le parole catturano l'attenzione dell'ascoltatore: cosa succederà dopo nella storia che l’artista sta raccontando? Qual è il significato? Che rapporto c’è tra quel determinato verso e me, o qualcuno che conosco? Le canzoni sono messaggi, notizie, battute, intuizioni, storie, emozioni: tutto si basa sul testo, così come l'impatto e il ricordo dei versi che le compongono.

Come SVP, International Publishing di LyricFind, come hai visto cambiare la fruizione dei testi delle canzoni da parte del pubblico negli ultimi anni?

I testi, ormai, rappresentano un aspetto chiave di qualsiasi piattaforma o servizio tecnologico musicale, che si tratti di diffusione in ospedali, residenze per anziani o in abitazioni private, sia tramite speaker tradizionali, smart speaker, smart TV o soluzioni in live streaming e karaoke. I testi sono ormai un must have, piuttosto che un "optional". Gli appassionati di tutto il mondo sono sempre più interessati ai testi, sincronizzati con audio, video o testo statico, con traduzioni tramite sottotitoli o sottotitoli per non udenti che internazionalizzano, rendendole universali, le canzoni.

Con le barriere linguistiche sempre più scavalcabili grazie all’AI, credi che i testi siano determinanti per decretare il successo a livello globale di un brano? Se sì, ti viene in mente qualche esempio?

Sì, i testi giocano un ruolo fondamentale nel successo globale. Di esempi ce ne sono a migliaia: penso a "Girlfriend" di Avril Lavigne, nella quale il ritornello è cantato in diverse lingue. Questo l'ha resa una superstar in Cina quasi da un giorno all'altro. "Wavin' Flag" [del rapper somalo K’naan, ndr] ha raggiunto il primo posto in molte lingue, i BTS hanno raggiunto la Top 10 in diverse lingue e "Despacito" [dell’artista portoricano Luis Fonsi, ndr] è stata lanciata su YouTube, non su Spotify, grazie alle traduzioni sottotitolate del testo. "Hello" di Adele ha avuto 200 versioni linguistiche diverse su YouTube UGC senza alcuna promozione specifica. Suzanne Vega, che ha incluso traduzioni dei testi nei suoi CD in diverse lingue, ha fatto sì che il pubblico cantasse le sue canzoni in inglese in tutti i paesi europei, più che nei paesi anglofoni.

Senza contare che la musica spagnola è cresciuta in molti generi del 700% o più negli Stati Uniti, da quando YouTube ha introdotto i sottotitoli: il responsabile delle relazioni con le etichette discografiche, all'epoca, mi disse che era grazie alle mie pressioni, esercitate per anni, che la piattaforma aveva aggiunto i sottotitoli con le traduzioni dei testi. Ci sono esempi che risalgono a decine di anni fa, con traduzioni dal vivo, corsi di lingua dei segni per sordi, sottotitoli per TV e film e traduzioni di libri. Ovviamente, se viene meno la comprensione del testo, si tenderà a non ricordare il significato della canzone o il contesto musicale alla quale appartiene. In Giappone, dove le edizioni locali degli album in LP e CD venivano tradotte in giapponese, la quota internazionale del mercato musicale nazionale era enorme, finché i file digitali non hanno cambiato le cose, rendendo invisibili testi e note di copertina e il contesto. Di conseguenza, la musica nazionale (in giapponese) ha raddoppiato la sua quota di mercato.

Ritieni che in futuro il lavoro dei traduttori potrà essere minacciato dal progressivo miglioramento dei modelli di intelligenza artificiale? O pensi che AI e contributo umano possano convivere in modo positivo?

Ogni cosa può co-esistere in modo positivo, ma il lavoro dei traduttori è già stato completamente rivoluzionato dall'intelligenza artificiale. I traduttori sono ormai più editor che traduttori, scelgono le migliori versioni delle traduzioni e, nella maggior parte dei casi, partono dall'intelligenza artificiale. I prezzi delle traduzioni sono diminuiti notevolmente, ma le competenze degli editor-traduttori umani sono ancora estremamente preziose. Per evitare che i musicisti si trovino nella stessa situazione, il diritto d'autore deve essere rispettato e tutelato, obiettivo che è oggi oggetto di numerose cause legali e politiche legali nella maggior parte dei paesi.

Il training dei modelli generativi sulle opere coperte da copyright - testi delle canzoni compresi - rappresenta una grande minaccia per autori, editori e aventi diritto: pensi che industria creativa e settore tecnologico riusciranno a raggiungere un accordo che soddisfi entrambe le parti? Come giudichi il lavoro dei legislatori europei nel tentativo di stabilire un equilibrio tra sviluppo tecnologico e diritti di autori ed editori?

Sì, l'intelligenza artificiale generativa ha i suoi pro e contro, e certamente anche le sue minacce. LyricFind è, ovviamente, al 100% a favore di autori, editori e diritti d'autore, perché l'azienda è stata creata per concedere in licenza e monetizzare testi online precedentemente non autorizzati e illegali per i creator, gli aventi diritto e le piattaforme - in definitiva, per i fan. Facciamo questo ottimo lavoro da oltre vent'anni. Visti gli ultimi sviluppi su questo fronte - si pensi, per esempio, al <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-754521/anthropic-via-libera-all-accordo-con-gli-autori">caso di Anthropic</a> - penso che verranno siglati degli accordi, e anche che l'intelligenza artificiale verrà utilizzata sia nella gestione degli input e degli output, oltre che nell'attribuzione, sia per un verso che per un'intera canzone, magari sotto forma di nota a piè di pagina che possa essere tracciabile e identificabile, oltre che pagabile. Anche se la soluzione fosse una licenza blanket, fornire una probabilità di violazione del testo riga per riga con l'attribuzione del testo originale è uno dei principali progetti che LyricFind sta studiando, perché il nostro database di testi ci consente di affrontare questo aspetto in modo realistico. L'UE è all'avanguardia in alcune delle sue politiche, ma è necessario mantenere costantemente attenzione, attività di lobbying, formazione e azione collettiva. La lobby tecnologica è estremamente potente, ma lo sono anche artisti e autori, con i loro management e i fan che li sostengono.

Credi che le piattaforme digitali, da YouTube a Spotify, abbiano lavorato bene nell’integrare i testi delle canzoni nelle loro offerte? Pensi ci siano ulteriori margini di miglioramento, in questo senso? Se sì, quali?

C'è un enorme margine di miglioramento nell'integrazione e nella presentazione dei testi e delle traduzioni dei testi, così come nelle licenze e nel controllo qualità. LyricFind si impegna a servire tutti i consumatori e tutte le piattaforme con licenze più efficienti e trasparenti, in modo equo e trasparente, continuando al contempo a innovare e a fornire un servizio clienti, testi e traduzioni di alta qualità. A mio parere, è questo a differenziare LyricFind dalla concorrenza.

Quale pensi sia l’aspetto più innovativo e rivoluzionario del <a href="https://musicbiz.rockol.it/ricerca?query=belem">progetto Belem</a>? Cosa ti ha particolarmente affascinato, di questa idea?

Belem è ​​la mia mission da oltre 20 anni, da quando rappresento l'Ufficio Europeo della Musica e il French Music Export in Nord America. Ho collaborato - tramite LyricFind - con amici, colleghi e partner che erano più adatti a contribuire alla sua realizzazione, come Deezer, .MUSIC, Metatron, Unison Music Rights, Broma 16, Zebralution, ID e Lusitanian (il cui CEO ha contribuito alla scrittura del progetto), associazione come il Worldwide Independent Network e Impala, editori importanti e un'università, oltre a un amico esperto di intelligenza artificiale che aveva precedentemente creato un sito di testi in Francia. Sebbene l'AI in origine non fosse al centro della domanda di finanziamento, è diventata un punto focale del progetto. LyricFind ha sviluppato il prodotto LyricAssist, basato sull'intelligenza artificiale, per aiutare a trascrivere i testi e sincronizzarli con l'audio, mentre Fleepit, con esperti francesi di intelligenza artificiale, ha aggiunto elementi per tradurre, sincronizzare e inviare le traduzioni a LyricFind per un'ulteriore distribuzione e monetizzazione, insieme a tutte le traduzioni che LyricFind stava aggiungendo tramite le proprie risorse. Questo modelli di AI di Belem Lyric Studio aiuterà le aziende con sede in Europa a conformarsi a tutte le restrizioni UE in materia di intelligenza artificiale, e consentirà ai partner e a qualsiasi editore musicale o collecting - come la SIAE in Italia - di aggiungere testi e traduzioni dei testi con approvazioni e accordi su larga scala per la monetizzazione e a vantaggio di autori, editori, artisti, etichette, distributori, piattaforme e fan.

Quali sono i principali benefici che Belem sta portando al settore dell’editoria musicale, e - più in generale - all’industria musicale?

Ci concentriamo sulla formazione e sullo sviluppo delle capacità degli editori musicali, poiché si tratta di una nuova fonte di reddito e la maggior parte degli editori non aggrega nemmeno tutti i propri testi, sebbene su questo fronte ci siano cambiamenti in atto. Belem, tramite LyricFind, fornisce assistenza in tutti gli aspetti di questo lavoro, da quello concettuale a quello operativo, e tutti i partner contribuiscono a fare pressione sulle proprie organizzazioni e sui propri Paesi, nonché su partner e associati (che siano editori, autori, etichette, artisti o media), per spiegare l'importanza del business della visibilità dei testi e come questo aumenti tutti i flussi di reddito musicali. I redditi accessori possono aumentare di molto rispetto ai redditi diretti con un'unica grande sincronizzazione, quando i testi sono disponibili, soprattutto con le traduzioni dei testi su più piattaforme, comprese quelle di sincronizzazione. Con i redditi derivanti dall'esposizione dei testi, anche i ricavi da riproduzione meccanica e da pubblica esecuzione aumentano in media fino al 10%, perché le persone tendono ad ascoltare più a lungo e più volte i testi esposti.

Ci sono progetti particolari ai quali pensi che Belem possa dedicarsi in futuro, magari in occasione di manifestazioni musicali internazionali come - per esempio - l’Eurovision Song Contest?

Sì, ne abbiamo parlato, e abbiamo collaborato alla traduzione dei testi di alcuni dei candidati. C'è anche un altro progetto europeo chiamato Polyglot, a cui Belem ha collaborato con la traduzione dei testi, e LyricFind fornirà assistenza anche per la concessione di licenze, la distribuzione e la traduzione dei testi. Nell'ambito del progetto, le canzoni vengono reinterpretate da artisti che parlano sette diverse lingue europee e ri-registrate da artisti noti in quei paesi nella loro lingua madre. Molti altri progetti vengono discussi costantemente e tutte le buone idee sono benvenute.

Credi che Belem possa essere replicato a livello globale? Se sì, quali pensi debbano essere i player promotori di un progetto del genere?

Certamente. Stiamo dialogando e collaborando con i Paesi più grandi come Cina e India, così come con i Paesi più piccoli in tutto il mondo, per aumentare la consapevolezza culturale e l'esportabilità delle loro canzoni locali, regionali e nazionali attraverso mostre dedicate ai testi e alle traduzioni dei testi. Questo approccio si applica a tutto, dalle lingue indigene alle lingue degli immigrati, fino alle lingue nazionali, per facilitare la comprensione culturale, la rivitalizzazione linguistica, l'armonia della comunità e la crescita dei ricavi per l'ecosistema musicale. I principali attori possono essere governi, grandi editori ed etichette musicali, organizzazioni di gestione collettiva, uffici di import/export musicali, consigli per le arti, scuole di musica, promotori di concerti e servizi di musica digitale, indipendentemente dalle dimensioni, la maggior parte dei quali aggiungerà traduzioni ai sottotitoli musicali. Anche l'intelligenza artificiale, così come le aziende tecnologiche musicali nuove e consolidate, svolgeranno un ruolo in questa evoluzione.

Ci sono aree geografiche in particolare che meriterebbero di essere scoperte, dal punto di vista dei testi delle canzoni, dal pubblico occidentale? Quanto pensi che ai mercati emergenti possa essere dato ulteriore slancio dalla comprensione dei testi, da parte del pubblico occidentale, delle canzoni che ne caratterizzano le scene musicali?

Tutte le regioni geografiche del mondo meritano di essere scoperte, poiché in ogni lingua ci sono testi profondi - e banali - che ci insegnano la vita delle persone in quelle culture, con rilevanza per tutte le platee a livello globale. Anche i paesi occidentali, gli artisti e i fan ne trarranno beneficio, con traduzioni di testi in grado di superare i confini linguistici. Ma i maggiori mercati emergenti possono trarne i maggiori benefici, soprattutto l'India, con la sua enorme popolazione nazionale e della diaspora che parla oltre 30 lingue diverse. Ciò significa che, a livello nazionale e internazionale, ci sono enormi opportunità di crescita per l'ecosistema musicale e il pubblico grazie alla traduzione di testi, che ora è più semplice da eseguire su larga scala. 
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"Conosciamo Robert da più di vent’anni e, fin dal primo incontro, ci ha colpiti la sua visione lucida ma allo stesso tempo profondamente umana”, ha commentato Paolo Pavanello, CFO di Metatron e responsabile progetto BELEM: “Per lui le lyrics non sono mai solo parole che accompagnano la musica: sono un linguaggio universale, capace di unire culture diverse e di trasformare l’ascolto in un’esperienza di vera condivisione. In Italia, un Paese pieno di talento e creatività ma non sempre abituato a esportare la propria musica, Robert è stato per noi come un faro nella nebbia. Ci ha insegnato che il valore di una canzone non sta solo nella melodia, ma anche nelle parole, nella loro traduzione e nella possibilità di farle viaggiare oltre i confini. In Belem, il suo ruolo è stato fondamentale: un punto di raccordo tra competenze, istituzioni e sensibilità artistiche, in un progetto che parla davvero la lingua dell’Europa. E’ riuscito a dare forma a una visione che molti condividevano, ma che lui ha avuto la determinazione e il coraggio di trasformare in realtà. Speriamo che questa avventura possa continuare ancora a lungo, perché il percorso che ha tracciato rappresenta un’eredità preziosa per tutti noi che crediamo nel potere delle parole nella musica”.

Potere alle parole: il progetto Belem spiegato dal suo creatore

Permettere ai testi di superare confini e barriere (linguistiche): a colloquio con Robert Singerman

<a href="https://musicbiz.rockol.it/news-749577/cosi-deezer-vuole-arginare-l-invasione-dei-brani-generati-dall-ai">10mila a gennaio</a>, oltre <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-751359/deezer-il-18-dei-nuovi-brani-in-streaming-e-generato-dall-ai">20mila ad aprile</a>, 50mila a settembre: questo il numero di brani interamente prodotti dai modelli di intelligenza artificiale generativa caricati quotidianamente sui server di Deezer. A renderlo noto è lo stesso DSP francese, che oggi - mercoledì 12 novembre - ha diffuso i risultati di un sondaggio effettuato in collaborazione con Ipsos riguardo la riconoscibilità, da parte del pubblico, delle canzoni “figlie” della creatività sintetica.

L’indagine ha coinvolto 9000 utenti del servizio residenti tra Stati Uniti, Giappone, Regno Unito, Germania, Francia, Brasile, Paesi Bassi e Canada: agli intervistati è stato chiesto di ascoltare due brani, uno scritto, eseguito e registrato da essere umano e l’altro completamente realizzato con l’AI generativa. Il blind test - agli utenti, ovviamente, non veniva indicato il brano generato dall’intelligenza artificiale - ha visto il 97% dei partecipanti non distinguere la canzone “naturale” da quella prodotta dall’intelligenza artificiale.

“La maggioranza (71%) degli intervistati è rimasta sorpresa da questi risultati e più della metà (52%) si è sentita a disagio non riuscendo a distinguere la differenza”, ha spiegato la piattaforma in una nota. Per questa ragione “Deezer ha adottato un approccio unico nel settore nei confronti della musica basata sull'intelligenza artificiale, difendendo i diritti degli artisti e garantendo al contempo la trasparenza per gli appassionati di musica: finora l'azienda è l'unica piattaforma di streaming a rilevare e taggare chiaramente i contenuti generati al 100% dall'intelligenza artificiale per i propri utenti”.

“Deezer è all'avanguardia nella creazione di soluzioni per la trasparenza e nella riduzione al minimo dell'impatto negativo dei contenuti interamente generati dall'intelligenza artificiale che inondano lo streaming musicale”, ha dichiarato Alexis Lanternier, CEO di Deezer: “I risultati del sondaggio mostrano chiaramente che le persone sono interessate alla musica e vogliono sapere se stanno ascoltando brani creati dall'intelligenza artificiale o da esseri umani. Non c'è dubbio che ci siano preoccupazioni su come la musica generata dall'intelligenza artificiale influenzerà il sostentamento degli artisti e la creazione musicale, e sul fatto che alle aziende di intelligenza artificiale non dovrebbe essere consentito di addestrare i propri modelli su materiale protetto da copyright. È rassicurante vedere che i nostri sforzi godono di un ampio sostegno".

Deezer, cresce ancora il numero di upload AI

Sono 50mila le tracce generate dall’intelligenza artificiale caricate ogni giorno sui server del DSP

Si terrà mercoledì 19 novembre, alle ore 16,30, al Dazio di Levante, nell’ambito della nona edizione della Milano Music Week, il panel “Musica e futuro: come costruire una carriera che resista al tempo e alle mode”. Presentato da NUOVOIMAIE, l’incontro affronta il tema di come intraprendere una carriera musicale in un contesto in continua evoluzione, dove la musica è sempre più accessibile, ma anche più complessa da sostenere come professione.

Moderato dalla giornalista e Ufficio Stampa di NUOVOIMAIE Cristiana Tomei, ha per ospiti Dodi Battaglia, musicista - solista e con i Pooh - e portavoce della collecting, il giovane artista Ciofi, l’autore Daniele Chiarolanza, il produttore, discografico ed editore Max Moroldo e il Direttore Generale di NUOVOIMAIE Maila Sansaini.

L’ingresso al panel è libero fino a esaurimento posti: è possibile effettuare le registrazioni sulla piattaforma Dice a <a href="https://dice.fm/partner/tickets/event/rywnar-costruire-una-carriera-che-resiste-a-tempo-e-mode-19th-nov-dazio-levante-arco-della-pace-milano-tickets?dice_campaign=DICE&amp;dice_channel=web&amp;dice_feature=mio_marketing&amp;dice_id=7569792&amp;dice_tags=organic">questo indirizzo</a>.

MMW25, il panel ‘Musica e futuro’

Mercoledì 19 novembre, alle ore 16,30, al Dazio di Levante

Superluna, il “superclub” nato sulla spiaggia del Lido Blue Bay durante la settimana del Festival di Sanremo 2025, dopo il grande successo della prima edizione annuncia la nuova media partnership con Rockol per l'edizione 2026. L’accordo è stato siglato per rafforzare la copertura editoriale e digitale di un progetto che, accanto alla musica, affianca talk, spettacoli, eventi, party e momenti di community.

"Siamo felicissimi di accogliere Rockol come nuovo media partner di Superluna. È il compagno di viaggio ideale per autorevolezza e credibilità dentro un progetto che cerca di percorrere, durante il principale evento del music business italiano, sentieri diversi e vie alternative alle narrazioni mainstreaming dominanti. Insieme daremo voce ad artisti in gara e ospiti creando in parallelo momenti di riflessione e dialogo su temi di attualità, consolidando Superluna come punto di riferimento degli eventi del cosiddetto 'Sanremo Off'", ha dichiarato Marco Gallorini, CEO di Woodworm e ideatore di Superluna.

"Superluna è un progetto bello e ambizioso, che si è già testato in un contesto nel quale far emergere le proprie iniziative artistiche, creative e di comunicazione è molto difficile. Per questo abbiamo accettato con entusiasmo l’invito di Woodworm, convinti di potere condividere le reciproche esperienze su Sanremo e di contribuire a creare un polo attraente per artisti e addetti ai lavori durante il festival. Per Rockol la sfida è aggiungere valore al progetto: sarà una questione di passione e professionalità, dunque sono molto fiducioso ed elettrizzato", ha aggiunto Giampiero Di Carlo, editore e CEO di Rockol.

Sanremo 2026: Woodworm e Rockol insieme con Superluna

Le due società annunciano una media partnership ad hoc

Si terrà venerdì 21 novembre, alle ore 16,30, alla Palazzina Appiani di Milano, nell’ambito della nona edizione della Milano Music Week, il panel - presentato da SIAE - “Firma d’autore. Cosa fa (davvero) un A&amp;R nell'editoria?”.

“L’incontro - spiegano gli organizzatori - mira a svelare i meccanismi dietro le collaborazioni editoriali e a fornire strumenti utili non solo ad autori e autrici, ma anche a chi aspira a lavorare come A&amp;R nel music publishing, per orientarsi con maggiore consapevolezza nel settore”.

Al panel, moderato dalla giornalista di Rockol Marta Blumu Tripodi, prenderanno parte Klaus Bonoldi (Universal Music Publishing), Gabriele Compierchio (Sugar Music Publishing) e Claudia Zaffarano (Sony Music Publishing).

L’ingresso al panel è libero fino a esaurimento posti: è possibile effettuare le registrazioni sulla piattaforma Dice a <a href="https://dice.fm/partner/tickets/event/eowb76-firma-dautore-cosa-fa-un-ar-nelleditoria-21st-nov-dazio-levante-arco-della-pace-milano-tickets?dice_campaign=DICE&amp;dice_channel=web&amp;dice_feature=mio_marketing&amp;dice_id=7569134&amp;dice_tags=organic">questo indirizzo</a>.

MMW25, il panel ‘Firma d’autore’

Venerdì 21 novembre, alle ore 16,30, alla Palazzina Appiani di Milano

Si terrà mercoledì 19 novembre alle ore 11.00 presso la Palazzina Appiani, nell'ambito della nona edizione della Milano Music Week, il panel "Il valore della musica oltre il PIL. La misurazione dell’impatto della Milano Music Week".

Presentato da Deloitte, rappresenta un primo tentativo di misurare in maniera quantificabile tutte le ricadute tradizionalmente non quantificabili, perché slegate dall'industria e dai suoi bilanci in senso stretto: come si può calcolare l'impatto della musica come infrastruttura sociale, motore di identità e benessere. Grazie a un progetto di ricerca lanciato da Deloitte e Rockol MusicBiz, la presentazione del caso di studio dedicato alla Milano Music Week,&nbsp;nascono&nbsp;nuovi indicatori di impatto culturale: dall’inclusione alla salute mentale, dall’equità di genere alla rigenerazione urbana.&nbsp;

Al panel, moderato da Giampiero Di Carlo (CEO di Rockol) interverranno l'assessore alla cultura del&nbsp;Comune di Milano, Tommaso Sacchi; Paola Zukar,&nbsp;founder di&nbsp;Big Picture Management; Ernesto Lanzillo,&nbsp;presidente del CdA di&nbsp;Deloitte &amp; Touche SpA; Nur Al Habash,&nbsp;direttrice artistica della Milano Music Week.

L’ingresso al panel è libero fino a esaurimento posti: è possibile effettuare le registrazioni sulla piattaforma Dice <a href="https://dice.fm/partner/tickets/event/wwlmpp-il-valore-della-musica-oltre-il-pil-limpatto-della-music-week-19th-nov-palazzina-appiani-donore-milano-tickets?dice_id=7580453&amp;dice_channel=web&amp;dice_tags=organic&amp;dice_campaign=DICE&amp;dice_feature=mio_marketing&amp;_branch_match_id=1516456341409079147&amp;utm_source=web&amp;utm_campaign=DICE&amp;utm_medium=mio_marketing&amp;_branch_referrer=H4sIAAAAAAAAA8soKSkottLXz8nMy9ZLyUxO1UvL1U%2B3TEszSTZMTUpKTLGvK0pNSy0qysxLj08qyi8vTi2ydc4oys9NBQBh3Xq0OwAAAA%3D%3D">a questo indirizzo</a>.

MMW25, il panel 'Il valore della musica oltre il PIL'

Mercoledì 19 novembre alle ore 11.00 alla Palazzina Appiani

E’ stata annunciata la nascita di AUSSI, l’Associazione Uffici Stampa di Cinema e Spettacolo Italiano, “una nuova realtà - si legge nella nota di presentazione dei promotori - che si pone l’obiettivo di rappresentare e valorizzare il lavoro degli uffici stampa del settore cinematografico e dello spettacolo in Italia. Per la prima volta, gli uffici stampa avranno un’organizzazione dedicata che offrirà loro l’opportunità di far conoscere il proprio lavoro ai media e agli operatori del settore”.

AUSSI “si propone come un punto di riferimento per tutti i professionisti della comunicazione che operano nel mondo del cinema, della televisione e dello spettacolo in generale”, un settore “in continua evoluzione e di fondamentale importanza per la diffusione e promozione dei progetti artistici”.

I soci che hanno costituito l’associazione sono Valentina Palumbo, Gianni Galli, Gianluca Tucciarone, Sara Battelli, Maria Amendola, Riccardo Ciccarese, Patrizia Biancamano, Paola Spinetti, Alessio Piccirillo, Pierluigi Manzo, Silvia Signorelli e Claudia Scuderi (nella foto).

Tra gli obiettivi della nuova entità, ci sono “creare una rete solida e collaborativa tra gli uffici stampa del settore”, “offrire opportunità di visibilità per i professionisti della comunicazione presso i media e i principali &nbsp; &nbsp; attori dell’industria dello spettacolo”, “organizzare eventi, incontri formativi e workshop per promuovere lo scambio di competenze e aggiornamenti sulle nuove tendenze della comunicazione” e “fornire supporto legale e contrattuale ai propri membri, garantendo tutela professionale e&nbsp; &nbsp; condizioni lavorative eque”.

“AUSSI rappresenta un passo avanti verso una maggiore consapevolezza del valore strategico degli uffici stampa”, ha dichiarato Valentina Palumbo, Presidente dell’Associazione: “Il nostro obiettivo è dar vita a uno spazio in cui i professionisti possano crescere, confrontarsi e, soprattutto, vedere riconosciuto il valore del proprio lavoro. Vogliamo inoltre sviluppare strategie di comunicazione per prodotti come film, serie, produzioni teatrali ed eventi, adottando un approccio integrato e completo. L’intento è raccontare le storie in modo efficace, amplificarne la visibilità e costruire un dialogo autentico e duraturo con il pubblico. Desidero cogliere l’occasione per ricordare Silvia Signorelli, che ha fondato insieme a noi l’Associazione e alla quale tutti noi associati siamo profondamente grati per la sua gentilezza, la sua professionalità e per l’entusiasmo contagioso che ha saputo trasmetterci”.

Uffici stampa, nasce AUSSI

La nuova Associazione degli Uffici Stampa di Cinema e Spettacolo Italiano

Adesso è ufficiale: NUOVOIMAIE ha citato in giudizio Spotify. <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-752152/nuovo-imaie-contenzioso-legale-con-spotify-perche-intervista-micciche">Come anticipato alla fine dello scorso maggio dallo stesso Presidente della collecting Andrea Miccichè</a>, l’atto di citazione è stato notificato al DSP svedese, che - secondo l’Istituto Mutualistico per Artisti, Interpreti ed Esecutori - non avrebbe remunerato in maniera corretta gli aventi diritto per l’utilizzo dello opere presenti nella propria offerta.&nbsp;Oggetto della vertenza, come già chiarito, è il compenso aggiuntivo destinato agli artisti che non percepiscono quello previsto per l’utilizzazione digitale delle opere. Tipo di remunerazione - un diritto connesso - previsto dall’articolo 80 della Legge sul Diritto d’Autore italiana, riservato agli artisti interpreti ed esecutori non titolari di un contratto di partecipazione ai ricavi generati dal consumo sulle piattaforme digitali delle opere che - sostiene NUOVOIMAIE - piattaforme come Spotify non stanno riconoscendo agli aventi diritto. La contestazione, ha spiegato Miccichè, sarà presentata anche alle altre piattaforme con un modello di business analogo a quello che caratterizza la società fondata e guidata da Daniel Ek. “La nostra è un’azione simbolo”, ha chiarito il Presidente di NUOVOIMAIE: “Qualora si dovesse arrivare a sentenza, si tratterebbe di una decisione importante anche a livello internazionale”.

Lo scorso maggio, quando<a href="https://musicbiz.rockol.it/news-752152/nuovo-imaie-contenzioso-legale-con-spotify-perche-intervista-micciche"> </a><a href="https://musicbiz.rockol.it/news-752152/nuovo-imaie-contenzioso-legale-con-spotify-perche-intervista-micciche">riportò sotto i riflettori</a> il tema del compenso aggiuntivo per gli artisti che non percepiscono quello previsto per l’utilizzazione digitale delle opere, parlò del fallimento di negoziati con Spotify che avrebbero portato all’apertura di un contenzioso: oggi può confermare che la vertenza sia stata ufficialmente aperta?

Sì, posso confermarlo. Abbiamo notificato un atto di citazione a Spotify già da qualche mese, e spero nel raggiungimento di un accordo senza che si arrivi a sentenza.

Quali sono state le obiezioni poste da Spotify nel corso dei colloqui? Perché le avete ritenute non ricevibili? Qual è stato l’atteggiamento della controparte nei vostri confronti?

Più che dei colloqui, con Spotify abbiamo intrattenuto degli scambi epistolari, nei quali il loro ufficio legale ci ha risposto che il loro modello di business è basato sulla messa a disposizione. Se fosse così, dovremmo prendere atto che la loro linea difensiva abbia dei fondamenti. La questione, tuttavia, è molto più complessa. Innanzitutto perché Spotify non mette a disposizione solo fonogrammi, ma anche video musicali. In secondo luogo, gli abbonati free non possono scegliere quale brano ascoltare - se non il primo - all’interno di una sessione di utilizzo. La messa a disposizione, inoltre, non può riguardare contenuti come audiolibri o podcast, nei quali non è la specifica composizione musicale a essere scelta dall’utente. Un'altra ragione di nostra doglianza è che nella riforma della Normativa Copyright è stata introdotta una norma, nell'articolo 80 della Legge sul Diritto D'autore, che attribuisce a tutti gli artisti (primari e comprimari) che vedono le loro interpretazioni ed esecuzioni diffuse attraverso il modello di messa a disposizione il diritto di percepire una remunerazione proporzionata e adeguata agli incassi ottenuti dalla messa a disposizione. Questa disposizione, è allo stato del tutto inosservata.

La contestazione del modello adottato fino a oggi da Spotify è già stata fatta ad altre piattaforme digitali? 

Stiamo muovendo le stesse contestazioni anche alle altre piattaforme che adottano lo stesso modello. Con Spotify siamo partiti prima per rendere la nostra - essendo i suoi numeri diversi da&nbsp;quelli dei concorrenti - un’azione simbolo.

Oltre ai DSP tradizionali che adottano lo stesso modello di Spotify come Apple Music, Amazon Music e Deezer, prenderete provvedimenti analoghi anche nei confronti di piattaforme come YouTube non assimilabili direttamente ai servizi streaming convenzionali?

Con YouTube abbiamo un conto in sospeso, che ha portato la piattaforma - su nostra segnalazione - a essere sanzionata da Agcom per l'audiovisivo. In ogni caso, ci stiamo attivando anche per le musiche sincronizzate nei video che diffonde: anche in questo caso, non è corretto parlare di messa a disposizione.

In caso di esito a voi positivo, come si può riverberare la sentenza relativa a questo contenzioso sul panorama dei DSP? E’ plausibile pensare che l'accoglimento delle vostre istanze da parte della giustizia italiana possa aprire la strada a procedimenti simili anche all’estero?

Sì, lo trovo plausibile. Nel caso di YouTube, citato poco fa, siamo stati la prima collecting a livello mondiale a far sanzionare Google per mancato pagamento di diritti. Qualora si dovesse arrivare a sentenza, si tratterebbe di una decisione importante anche a livello internazionale. Sarebbe una decisione simbolo.

Sempre lo scorso maggio ha osservato come la filiera, quando l’obiettivo era quello di convincere l'Unione Europea o il Parlamento Italiano a introdurre delle norme per la riduzione del value gap, si fosse rivelata estremamente unita, ma - paradossalmente - avesse fatto un passo indietro quando la posta in gioco è il riconoscimento di un compenso dovuto agli artisti…

Molto spesso c'è una strumentalizzazione: gli artisti vengono usati consapevolmente in quanto volti noti. La politica ha sempre molto paura di mettersi contro gli artisti, perché sono molto persuasivi nei confronti degli elettori. In un quadro del genere, gli artisti sono uno strumento che viene impiegato come opinion leader - e il loro frequente utilizzo per fare pressioni sul Parlamento europeo e sul Parlamento italiano ne è la conferma. Una volta portato a casa il risultato, tuttavia, gli artisti vengono dimenticati, a volte in modo anche abbastanza indegno, proprio in quanto puramente strumentali ai fini dell'ottenimento del risultato stesso. Raggiunto l’obiettivo, gli artisti non solo non vengono invitati al tavolo: non vengono invitati proprio.

Crede che la visibilità e la potenza in termini finanziari di Spotify abbia avuto un ruolo nel rendere tanti altri anelli della filiera musicale titubanti nello sposare la vostra causa?

Sicuramente. Spotify, oggi, è diventato la modalità di utilizzazione digitale per eccellenza, oltre che una grande fonte di reddito per una parte considerevole dell’industria: le economie e, per certi versi, la dipendenza psicologica ed economica che c'è nei confronti di questo modello sono diventate centrali. Avviare una battaglia per farsi pagare i diritti da Spotify potrebbe suonare un po' anacronistico - esagerando, addirittura autolesionista: noi, tuttavia, non abbiamo niente da perdere. La nostra missione è quella di tutelare i diritti degli artisti: che ragioni avremmo per tirarci indietro di fronte a un pericolo di questo genere?

NUOVOIMAIE ha fatto causa a Spotify

Le contestazioni al gigante dello streaming spiegate dal Presidente della collecting Andrea Miccichè

Nel terzo trimestre del 2025 Sony Music, la divisione musicale di Sony Group Corp., ha fatturato 3,51 miliardi di dollari, in crescita su base annua del 21%: a trainare la performance sono stati i ricavi da streaming sia per il comparto della musica registrata (+12%, a quota 2,08 miliardi di dollari) che per quello dell’editoria (+25%, a quota 687 milioni di dollari), grazie alle nuove uscite di - tra gli altri - Bruce Springsteen, SZA, Bad Bunny, Tate McRae e Tyler the Creator.

Convincente è stata la prestazione nelle vendite dei prodotti fisici, cresciuta del 7% su base annua a quota 175 milioni di dollari.

Nel conteggio dei ricavi di Sony Music sono state incluse anche le entrate (poco meno di 688 milioni di dollari) generate dalla divisione Visual Media &amp; Platform dedicata all’animazione e ai videogiochi mobile, a causa del contributo fornito alla realizzazione del cortometraggio “Demon Slayer: Kimetsu No Yaiba Infinity Castle”.

Sony Music, nel Q3 2025 ricavi su del 21%

A quota 3,51 miliardi di dollari

Si terrà martedì 18 novembre - alle ore 12, presso la Palazzina Appiani di Milano, nell’ambito della nona edizione della Milano Music Week - il panel “(Still) Wish You Were Here: anatomia di un capolavoro". Presentato da Rockol in collaborazione con Sony Music Italy, l’evento - nell’anno del cinquantesimo anniversario di "Wish You Were Here" - indaga sull’insegnamento che il classico dei Pink Floyd continua a offrire all’industria di oggi: il catalogo come motore del business musicale.

Oltre a&nbsp;Luca Fantacone, Director Catalogue di Sony Music Italy&nbsp;e Nino Gatti, storico e archivista&nbsp;dei Pink Floyd, all'incontro sarà presente anche Stash&nbsp;(artista Atlantic Records / Warner Music), leader dei The Kolors e grande appassionato della band un tempo guidata da Roger Waters e David Gilmour, che condividerà con Fantacone&nbsp;e Gatti emozioni e aneddoti su un disco che, 50 anni dopo, continua a ispirare tutto il mondo della musica.

L’ingresso al panel è libero fino a esaurimento posti: è possibile registrare per accedere all'evento a <a href="https://dice.fm/partner/tickets/event/rywd2v-wish-you-were-here-anatomia-di-un-capolavoro-18th-nov-palazzina-appiani-donore-milano-tickets?dice_id=7568634&amp;dice_channel=web&amp;dice_tags=organic&amp;dice_campaign=Butik+S.r.l.+Impresa+Sociale&amp;dice_feature=mio_marketing&amp;_branch_match_id=1113046894558308770&amp;utm_source=web&amp;utm_campaign=Butik+S.r.l.+Impresa+Sociale&amp;utm_medium=mio_marketing&amp;_branch_referrer=H4sIAAAAAAAAA8soKSkottLXz8nMy9ZLyUxO1UvL1U80NLYwMzQ2MU00NrKvK0pNSy0qysxLj08qyi8vTi2ydc4oys9NBQB7eBiXOwAAAA%3D%3D">questo indirizzo</a>.

Pink Floyd

MMW25, il panel ‘(Still) Wish You Were Here’ con Stash

Presente anche il leader dei The Kolors martedì 18 novembre alle ore 12, presso la Palazzina Appiani

Il tribunale di Monaco di Baviera ha accolto le istanze della collecting tedesca GEMA, che <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-748084/collecting-e-intelligenza-artificiale-gema-fa-causa-a-openai">aveva citato in giudizio OpenAI per violazione di copyright</a>: secondo il tribunale i contenuti che ChatGPT ha reso disponibili agli utenti del proprio servizio sulla base di un training del proprio modello di AI generativa basato su opere depositate costituisce un illecito, in mancanza di un accordo di licenza apposito che ne regoli i termini.

“OpenAI avrebbe dovuto acquisire i diritti sui testi delle canzoni di autori tedeschi dal repertorio GEMA per la formazione e il funzionamento di ChatGPT”, ha fatto sapere la collecting in una nota ufficiale: “I sistemi contengono copie delle opere originali, che vengono visualizzate in risposta a semplici richieste degli utenti. Si tratta di violazioni del diritto d'autore soggette a remunerazione, per le quali OpenAI deve acquisire una licenza che garantisca un adeguato compenso agli autori”.

"Internet non è un self-service e il lavoro creativo umano non è un modello libero”, ha commentato il CEO di GEMA Tobias Holzmüller: “Oggi abbiamo creato un precedente che protegge e chiarisce i diritti dei titolari del copyright: anche gli operatori di strumenti di intelligenza artificiale come ChatGPT devono rispettare la legge sul copyright. Oggi abbiamo difeso con successo i mezzi di sostentamento dei creatori musicali".

"La sentenza odierna chiarisce per la prima volta questioni giuridiche fondamentali relative all'interazione tra le nuove tecnologie e il diritto d'autore europeo. Rappresenta una pietra miliare nel percorso verso un'equa remunerazione per gli autori in tutta Europa", ha aggiunto Kai Welp, Consulente Generale di GEMA: "Anche i giganti della tecnologia devono acquisire licenze per l'utilizzo della proprietà intellettuale e non possono eludere i propri obblighi".

La sentenza di oggi potrebbe rappresentare un importante precedente per <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-749469/gema-dopo-openai-una-causa-anche-a-suno">una vertenza analoga che GEMA ha in corso, sempre presso il tribunale di Monaco di Baviera, con Suno</a>: la prima udienza del procedimento è prevista per il prossimo 26 gennaio.

Da settembre 2024, <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-747049/intelligenza-artificiale-diritti-autori-proposta-gema-superare-opt-in">GEMA offre un modello di licenza sviluppato specificamente per gli sviluppatori di intelligenza artificiale</a>, che - spiega la collecting - “rende l'utilizzo della musica per il funzionamento e l'ulteriore sviluppo dell'intelligenza artificiale conforme alla legge, garantisce un equo compenso per i creatori musicali e promuove l'innovazione”.

GEMA, vittoria in tribunale contro OpenAI

La giustizia tedesca ha riconosciuto la violazione di copyright da parte dell’azienda americana

Si terrà martedì 18 novembre alle ore 14,30 presso la Palazzina Appiani di Milano, nell’ambito della nona edizione della Milano Music Week - il panel “Streaming non significa gratis: i diritti connessi nell’era digitale”. Presentato da NUOVOIMAIE, l’incontro - moderato dal CEO di Rockol Giampiero Di Carlo - è centrato sul mondo dei DSP, che nel 2025 rappresenta la modalità di fruizione per eccellenza della musica registrata a livello globale. Cosa significa questo, oggi, in termini economici, per un artista? Nel corso del panel saranno chiariti quali diritti spettano a un artista quando la sua performance è ascoltata su una piattaforma, e cosa ha fatto e farà il NUOVO IMAIE a tutela di interpreti ed esecutori.

Ospiti del panel saranno il Presidente di NUOVOIMAIE Andrea Miccichè e Lodovico Benvenuti, Managing Director dell'Ufficio Europeo di IFPI.

L’ingresso al panel è libero fino a esaurimento posti: è possibile effettuare le registrazioni sulla piattaforma Dice a <a href="https://dice.fm/partner/tickets/event/6dx5xb-streaming-non-significa-gratis-18th-nov-palazzina-appiani-donore-milano-tickets?dice_campaign=DICE&amp;dice_channel=web&amp;dice_feature=mio_marketing&amp;dice_id=7452835&amp;dice_tags=organic">questo indirizzo</a>.

MMW25, il panel ‘Streaming non significa gratis’

Martedì 18 novembre, alle ore 14,30, alla Palazzina Appiani

Stati Generali dello Spettacolo 2025, le dichiarazioni finali

Dal Codice dello Spettacolo all’accessibilità, dal Tax Credit all’impatto dell’AI, e molto altro...

Si terrà martedì 18 novembre alle ore 14,30 presso il Dazio di Levante&nbsp;di Milano, nell’ambito della nona edizione della Milano Music Week - il panel “Musica e sport: un futuro insieme?”: presentato da Ontier in collaborazione con Rockol, l’incontro è focalizzato su due settori che rappresentano “importanti leve per la prosperità economica, sociale e culturale del Paese”, e che “necessitano di nuove, moderne e sostenibili strutture” per crescere.

Il settore della musica live ha registrato numeri record nel 2024 con un fatturato complessivo che si avvicina al miliardo di euro e con un rilevante impatto economico, sociale e culturale sul territorio. Ciò nonostante, la crescita del comparto è ostacolata dalla cronica carenza di strutture idonee e capienti, capaci di assorbire la grande domanda del pubblico. Il mondo dello sport e i gestori di impianti sportivi hanno individuato interessi coincidenti con il settore della musica live: la costruzione, ristrutturazione o rigenerazione di impianti sportivi, capienti, sostenibili ed idonei ad assicurare sport ed intrattenimento, potrebbe creare molteplici effetti virtuosi sia nell’impatto sociale e culturale nella vita del Paese, sia sotto il profilo economico per entrambe le filiere e senza dimenticare le ricadute economiche sul territorio generate dai grandi eventi musicali e sportivi.

Al panel - moderato da Davide Poliani di Rockol -&nbsp;prenderanno parte il Presidente di AssoConcerti Dott. Bruno Sconocchia, l'Amministratore Delegato di Sport e Salute Dott. Diego Nepi Molineris, la Vice Presidente di Ance Giovani Dott.sa Silvia Ricci e gli avvocati partner di Ontier Natalia Bagnato e Giuseppe Fabrizio Maiellaro.

L’ingresso al panel è libero fino a esaurimento posti: è possibile effettuare le registrazioni sulla piattaforma Dice a <a href="https://dice.fm/partner/tickets/event/xekywk-musica-e-sport-un-futuro-insieme-18th-nov-dazio-levante-arco-della-pace-milano-tickets?dice_campaign=DICE&amp;dice_channel=web&amp;dice_feature=mio_marketing&amp;dice_id=7570165&amp;dice_tags=organic">questo indirizzo</a>.

MMW25, il panel ‘Musica e sport: un futuro insieme?’

Martedì 18 novembre alle ore 14,30 presso il Dazio di Levante

A chi non ha figli al di sotto dei dieci anni, il nome di Carolina Benvenga potrebbe non dire molto. Per chi invece ha familiarità diretta con i trend che imperversano all’asilo e alle elementari, Carolina è una vera e propria star: tra le cantanti italiane specializzate nel segmento kids (l’intrattenimento audio-video per bambini) è senz’altro la più popolare e amata, con all’attivo più di un miliardo e mezzo di streaming e 1,7 milioni di iscritti al suo canale. Ai suoi primati si aggiunge oggi anche quello di essere la protagonista del primo Amazon Music Original per bambini, “La fabbrica dei mostri”, presentato ad Halloween a Milano con un mega evento su un tram itinerante a tema. “Svilupare esperienze all’intersezione tra la creatività e l'innovazione tecnologica è tra i valori principali della nostra corporation, e in questa operazione abbiamo davvero trovato l’alchimia giusta” commenta Luca Fantacone, Director Catalogue di Sony Music Entertainment Italy, il dipartimento della major in cui ricade la produzione dei contenuti kids. Una soddisfazione rimarcata anche da Giovanni Malacarne, Head of Label and Industry Relations per Amazon Music: “Per noi è il primo Amazon Music Original con un’artista specializzata in intrattenimento per bambini. Abbiamo identificato in Carolina la rappresentante più importante di questo mondo, e in Sony il partner perfetto per portare avanti un progetto del genere. Finora è stato un percorso davvero bello e ricco di soddisfazioni”.

Ma come si è arrivati a tutto questo? Il successo di Carolina Benvenga parte sicuramente da una grande dedizione personale: “Per me non è un business. Io lo faccio perché ci credo, perché amo molto i bambini, perché mi diverto” spiega lei stessa. Nata artisticamente come attrice, una professione che svolge da quando aveva otto anni, a 21 decide di sperimentare un ruolo da conduttrice e chiede alla sua manager di guardarsi in giro per trovare qualcosa di adatto a lei. “In quel periodo iniziavano a svilupparsi molti programmi di Rai YoYo, e così sono approdata lì, con ‘La posta di YoYo’”. Il segmento kids ha parecchie regole, come imparerà ben presto. “Se sei l’esponente massimo di un settore così delicato, non puoi dedicarti anche a ruoli drammatici: se reciti in un film in cui ti uccidono, ad esempio, i tuoi fan più giovani potrebbero esserne turbati. Quel momento, quindi, è stato un po’ uno spartiacque: ho accettato di fare delle rinunce, ma l’ho fatto volentieri”. Dopo qualche anno Sony la contatta per realizzare la versione italiana di “Veo Veo”, una hit spagnola per bambini. Seguono a cascata una prima compilation e una serie di videoclip, che nel tempo si trasformano in una carriera ormai decennale.

Il segreto di Carolina Benvenga, secondo Fantacone, è soprattutto la sua autenticità. “I bambini la percepiscono istintivamente come molto genuina” osserva. “Inoltre, avendo cominciato a fare tv per ragazzi già molti anni fa, conosce molto bene i mezzi che usa e il suo pubblico. Sa che caratteristiche deve avere un contenuto audio e video per coinvolgere i bambini perché conosce bene le loro necessità, ancor di più da due anni a questa parte, da quando è mamma”. Sempre per Fantacone, la differenza tra lei e i molti creator che si sono lanciati in questo mercato sta proprio nella professionalità acquisita e nell’assenza di doppi fini: “Se il volume dei suoi streaming è propagonabile a quello di un cantante pop è perché sa come fare contenuti molto sicuri, molto sani, molto divertenti, per un target molto specifico. Tutto ciò è il frutto di scelte artistiche e di comunicazione, ma anche del fatto che non è mai stata indulgente verso operazioni commerciali frettolose: Carolina non vende niente, il suo core business è la musica”.

Musica realizzata da una squadra corposa che comprende il suo compagno Riccardo Scirè, con cui scrive le sue canzoni, un team social dedicato, una produzione rodata (“Ogni nostro video ha una produzione di almeno un mese”, dice lei) e il supporto di Sony Music per veicolare i suoi contenuti su canali leggermente diversi da quelli canonici. Perché non bisogna mai dimenticare che i piccoli ascoltatori, e i loro genitori, hanno esigenze diverse dai loro fratelli maggiori. “Per me è importante poter essere di supporto alle vite quotidiane di tanti, regalando dei contenuti sicuri e confortanti su cui non sia necessario che le famiglie vigilino costantemente” commenta Carolina. “Qualitativamente vogliamo essere sempre sul pezzo, all’avanguardia e in costante evoluzione”.

In Italia l’intrattenimento per bambini è stato sempre un po' snobbato, a differenza del mercato anglosassone, nonostante abbia sempre avuto dei presidi solidissimi come Lo Zecchino D'Oro, l’Antoniano Topo Gigio, La TV dei ragazzi. “Perfino Lucio Dalla ha fatto il presentatore di un programma per bambini negli anni ‘70” riflette Fantacone. “Però è sempre stato considerato un intrattenimento minore. E invece tutto quello che riguarda i bambini dà indicazioni molto precise su quello che funzionerà in futuro; guardare al segmento della popolazione più giovane è fondamentale per chi fa il nostro lavoro”. I bambini ascoltano senza preconcetti e sovrastrutture, identificando istintivamente quelli che potrebbero diventare i nuovi trend. Tra le major Sony Music è stata senz’altro la prima a capirlo, sviluppando un apposito dipartimento kids che sviluppi nuovo repertorio, una componente visual (fondamentale nel caso ad esempio di Carolina, che è specializzata nella baby dance) e aprendo nuove frontiere, come ad esempio quella dei social: “Essendo anche lei mamma, uno dei target primari di Carolina sono i genitori tra i 30 e i 40 anni” spiega Francesco Sartori, Marketing Manager Kids per Sony Music. “È importante comunicare anche a loro, in modo che il suo sia il primo nome che venga in mente anche agli adulti nella ricerca di musica per bambini”. Che hanno gusti sempre più definiti e, in un certo senso, simili a quelli dei grandi: “La distanza fra la musica per bambini e la musica pop si è ridotta negli ultimi tre anni, e questo li avvicina organicamente anche a un indotto dove sono presenti contenuti non adatti a loro” commenta.

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In questo, Amazon Music si è rivelato un partner fondamentale: “Ci sono piattaforme dove i contenuti per bambini vanno cercati in una giungla di altri contenuti. Un ecosistema audio premium come Amazon Music, invece, è un ambiente protetto, il che è un tema da non sottovalutare: è uno spazio senza pubblicità, con un controllo da parte delle famiglie senz’altro maggiore” sottolinea Paola Catò, Digital Director di Sony Music Entertainment Italy. Un’attenzione al tema confermata anche da Giovanni Malacarne: “Il nostro ruolo come servizio di streaming musicale è aiutare gli ascoltatori, indipendentemente dalla loro età, a trovare il contenuto migliore possibile, che risponda al meglio ai propri desideri” dice. Anche quando utilizzano Alexa, un dispositivo vocale che per la sua grande intuitività è molto usato anche dai più piccoli. “Per assicurare un'esperienza di utilizzo sicura e divertente, anche su Alexa esiste la funzionalità Amazon Kids, che offre un ambiente sicuro e personalizzato per i bambini e le bambine, con dei contenuti educativi di intrattenimento legati alla loro età. I genitori possono gestire questa esperienza tramite una dashboard che consente loro una grande personalizzazione dei criteri” spiega.

Il mondo dell’intrattenimento per bambini è in continua evoluzione, ed è particolarmente ostico da navigare anche perché non esistono dati ufficiali di mercato sul segmento. “Le uniche valutazioni che possiamo fare si basano sulla nostra strategia e il nostro repertorio” commenta Paola Catò. “Dal nostro punto di vista abbiamo notato un'accelerazione nei consumi digitali: se fino a prima della pandemia i contenuti kids venivano prevalentemente consumati su piattaforme video, in particolare YouTube, c’è stata una crescita del consumo audio grazie alla diffusione degli smart speaker all'interno delle case degli italiani”. Tant’è che Sony Music ha sviluppato un progetto specifico, Voice Lab, che si occupa proprio di “studiare come massimizzare l’atterraggio su contenuti premium delle richieste vocali degli utenti”. Cresce anche la richiesta di contenuti originali, stando ai riscontri di Amazon Music: “Nel corso degli ultimi anni abbiamo osservato che, accanto alle colonne sonore dei film di animazione e alle sigle dei cartoni animati, sono emersi cantanti come Carolina e più in generale content creator, che ormai sono veri fenomeni culturali e di costume” riporta Giovanni Malacarne. “Proprio per questo per noi è fondamentale l’aspetto di curatela delle nostre playlist editoriali: per mettere a disposizione degli ascoltatori contenuti adatti e all’avanguardia, indipendentemente dall'età”. Tra questi contenuti oggi spicca il nuovo Amazon Music Original “La fabbrica dei mostri”, con cui si consolida ulteriormente la sinergia tra Amazon e Sony Music Entertainment Italy.

Carolina Benvenga, come è nato il nuovo Amazon Music Original

I retroscena della creazione di ‘La fabbrica dei mostri’ raccontati dall'artista, Sony e Amazon

HYBE, la multinazionale coreana considerata la più potente azienda a livello globale in ambito K-pop, nel terzo trimestre del 2025 ha visto il proprio fatturato crescere del 37,8% su base annua, assestandosi a quota 524,7 milioni di dollari e portando a 1,39 miliardi di dollari i ricavi complessivi dei primi nove mesi di quest’anno.

A trainare la performance è stata la divisione dedicata alla musica dal vivo del gruppo, i cui incassi sono cresciuti - sempre su base annua - del 231%, a quota 176,8 milioni di dollari. Al contrario, un programma di uscite limitato tra gli scorsi mese di luglio e settembre ha visto i ricavi della divisione legata alla musica registrata contrarsi dell’11,5%, a quota 137 milioni di dollari. Buone le performance di merchandising ufficiale e licensing (+22%, a 180 milioni di dollari) e merchandising in licenza (+70%, a 121,4 milioni di dollari): nonostante tutto, HYBE ha registrato una perdita operativa pari a 37 milioni di dollari, dovuta - precisa la società in una nota - a "importanti investimenti strategici nell'espansione globale della proprietà intellettuale" e a spese sulle filiali internazionali del gruppo in nord e sud America.

"I fondamentali di HYBE rimangono solidi, con il nostro settore K-pop che dovrebbe mantenere una redditività tra il 10% e il 15% nel 2025”, ha dichiarato il CEO di HYBE Jason Jaesang Lee: “Prevediamo che questi ostacoli alla redditività si risolveranno in gran parte entro il quarto trimestre, consentendo un miglioramento completo della nostra struttura dei ricavi a partire dal 2026. La ripresa sarà ancorata al ritorno dei BTS, alla crescita accelerata degli artisti K-pop, agli ulteriori risultati della nostra strategia 'multi-home, multi-genere' e alla redditività stabile di Weverse".

HYBE, nel Q3 2025 ricavi su del 37,8%

A quota 524,7 milioni di dollari

Si terrà martedì 18 novembre, alle ore 11, presso la Palazzina Appiani di Milano, nell’ambito della nona edizione della Milano Music Week, il panel “La ‘Everything App’: dalla playlist all’assistente, la musica nell’era degli ‘agenti’ personali”. Presentato da Rockol, l’incontro analizza uno scenario dove streaming, social media, e-commerce e intelligenza artificiale convergono verso un’unica esperienza, grazie alla nuova frontiera della Gen AI: quella “agentica". Il concetto di “everything app” ridefinisce il modo in cui scopriamo, viviamo e monetizziamo la musica. Quali le implicazioni economiche, legali ed esperienziali per piattaforme, artisti e pubblico? Cosa significa essere artisti, autori o ascoltatori in un sistema dove la musica non è più soltanto espressione, ma anche interazione algoritmica? Il panel esplora una fase imminente, all’incrocio tra nuove opportunità e pericolo di concentrazione di potere.

Al panel, moderato dal CEO di Rockol Giampiero Di Carlo, interverranno Lucia Maggio (CEO di 42 Lawfirm), Paolo Mantini (CEO di Matchfy) e Marco Alboni.

L’ingresso al panel è libero fino a esaurimento posti: è possibile effettuare le registrazioni sulla piattaforma Dice a <a href="https://dice.fm/partner/tickets/event/l8gdyp-la-musica-nellera-degli-agenti-personali-18th-nov-palazzina-appiani-donore-milano-tickets?dice_campaign=Butik+S.r.l.+Impresa+Sociale&amp;dice_channel=web&amp;dice_feature=mio_marketing&amp;dice_id=7568621&amp;dice_tags=organic" target="_blank">questo indirizzo</a>.