Il Ministro della Cultura Dario Franceschini ha difeso ItsArt, la piattaforma streaming - in origine battezzata dallo stesso titolare del dicastero la “Netflix della cultura italiana - partecipata al 51% da Cassa Depositi e Prestiti e per il 49% dalla società milanese Chili.

“Chi è partito prevenuto ha parlato di fiasco due giorni dopo la partenza”, ha spiegato Franceschini - come riferito da Prima Comunicazione - durante il question time in parlamento: “I numeri possono essere oggetto di valutazione. Al 31 maggio 2021 ci sono state 1 milione e 100 visualizzazioni di piattaforma, 3 milioni e mezzo di pagine visualizzate, 100 mila utenti registrati. Certo che si può fare di più, la piattaforma è partita da qualche mese, deve incrementare. Concordo che va fatta più promozione, non spetta al ministero farla”.

“L’esperienza della pandemia ha dimostrato quanto in fretta molti contenuti culturali, nel momento in cui teatri e cinema erano chiusi, si siano trasferiti artigianalmente su piattaforme di streaming”, ha proseguito Franceschini: “L’idea è di avere un luogo in cui offrire la cultura italiana in streaming ad integrazione dell’offerta di spettacolo dal vivo e soprattutto farlo diventare un veicolo di promozione della cultura italiana all’estero”.

Il Ministro ha voluto chiarire anche le dinamiche di selezione dell’azienda scelta da CDP come partner: “La gara, ha ricordato ancora, è stata fatta da Cassa Depositi e Prestiti”, ha ricordato Franceschini, chiarendo come ItsArt non sia “una fantasia improvvisata”, ma figlia “di una norma che quest’Aula ha approvato nella legge 17 luglio 2020, in conversione di un decreto legge” che prevede la partecipazione dello Stato a progetti volti a valorizzare in digitale il patrimonio culturale italiano: “La scelta dei partner è stata fatta con la procedura competitiva. La scelta di Chili Tv e la costituzione della società è stata fatta autonomamente come è giusto che sia per le attività imprenditoriali. Non si può chiedere che la politica sia fuori e qualche volta sia dentro. E’ giusto che la politica sia fuori nelle scelte editoriali”.

Chili

streaming

Dario Franceschini

ITsART

Cassa Depositi e Prestiti

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ItsArt, Franceschini ci crede: ‘Ma serve più promozione’

Industria

Il Ministro durante il question time in parlamento: ‘Ma farla non spetta al Ministero’

Exceleration Music è stata lanciata nel 2020 da un team di veterani dell’industria musicale – tra cui figure chiave provenienti da Concord, ADA, Ingrooves e Merlin. E’ una realtà giovane, quindi, eppure con una forte ambizione motivata proprio dalla profonda conoscenza dell’industria. La sua missione: sostenere e far crescere il mondo indipendente. Il suo modello: combinare capitale strategico, esperienza operativa e rispetto dell’identità culturale delle etichette in cui investe. Tra le operazioni più recenti: l’<a href="https://musicbiz.rockol.it/news-752453/cooking-vinyl-acquisita-da-exceleration-music">acquisizione della storica Cooking Vinyl</a>, un nome simbolo della discografia indie britannica.

Exceleration, dunque, lega la struttura tipica di una società di investimento ad una piattaforma proprietaria concepita per abilitare la crescita sostenibile nel settore indipendente, offrendo servizi condivisi e preservando autonomia artistica e operativa delle etichette coinvolte.

Pertanto, nella filiera dell’industria musicale - che comprende major, editori, indie label, distributori, società di private equity – Exceleration occupa una posizione ibrida. Vediamone in maggiore dettaglio il confronto con altri due tipi di player. 
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Non è una major

Come loro, aggrega etichette e punta alla scala, ma con una visione opposta: centralizzazione (quella delle major) contro autonomia. UMG, Sony Music e WMG operano come conglomerati verticali, con governance centralizzata e una direzione creativa accentrata in cui ogni sub-label spesso diventa un’estensione della strategia globale della casa madre (pur con budget, obiettivi e struttura interni).

Exceleration Music si presenta invece come una piattaforma federata: acquisisce o investe in etichette indipendenti lasciando autonomia operativa e culturale, offrendo in cambio infrastrutture condivise (come la distribuzione attraverso la sua Redeye) e supporto strategico. Il risultato è un modello leggero, orizzontale, curatoriale, che non impone brand o linee editoriali, ma abilita una crescita connessa e sostenibile.

Il confronto mette in evidenza due approcci antitetici:

<ul>
	<li>Le major consolidano e uniformano;</li>
	<li>Exceleration connette e differenzia.</li>
</ul>

La si potrebbe definire una “major distribuita”, che scala senza centralizzare, offrendo un nuovo paradigma per l’aggregazione musicale del futuro. 
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Non è un fondo speculativo né un aggregatore puro

Tutti aggregano asset musicali, ma con strategie e finalità molto diverse. Exceleration punta sull’operatività indie. Negli ultimi anni, soggetti come Concord, Reservoir, Primary Wave e Hipgnosis hanno costruito imperi musicali basati sull’acquisizione di diritti, cataloghi e proprietà intellettuali. La loro strategia mira all’estrazione di valore da IP musicali, con focus su sync, licensing e ritorni finanziari.

Exceleration Music condivide la logica aggregativa, ma ne capovolge la prospettiva. Non si limita a detenere asset: li attiva e li accompagna. Invece di investire solo in diritti, investe in etichette vive, con management, artisti, progetti editoriali e identità. È meno “catalog hunter” e più “curatore operativo”.

Rispetto ai big del settore non è quotata né legata a rendimenti trimestrali, non punta a consolidare IP storiche, ma a potenziare label contemporanee; non impone processi top-down, ma costruisce reti di collaborazione.

Exceleration non è (ancora) grande quanto Concord o Reservoir, ma il suo impianto culturale è radicalmente diverso: vuole essere un sistema operativo per l’indipendenza, non un fondo per l’estrazione di diritti.

Quanto al fattore-aggregazione, Exceleration controlla asset distributivi come Redeye ma opera come un aggregatore strategico, che mira a costruire una rete di etichette indipendenti, fornendo infrastrutture, capitale e consulenza senza annullarne l’identità. 
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In sintesi

Il panorama sta mutando. A ridosso della skyline disegnata dai grattacieli verticali (le major), e prima della sconfinata periferia (coda lunga), comincia ad insediarsi un villaggio di case indipendenti collegate in rete tra loro.

In un mercato che si polarizza tra piattaforme globali e creator economy atomizzata, Exceleration rappresenta una terza via: scala e visione, ma con anima indie.

Exceleration Music si presenta come una holding curatoriale nel mondo indipendente, con una visione di lungo periodo.

Condivide con le major la logica aggregativa e l’ambizione di scala, ma ne rigetta il modello di controllo centralizzato. È una “major distribuita”, dove ogni nodo della rete resta indipendente ma collegato da infrastrutture comuni.

La sua è, forse, una nuova idea di major con valori indie; oppure un progetto di “major alternativa”, che mette in rete etichette indipendenti invece di inglobarle.&nbsp;

Aggrega senza omologare, investe senza comandare e offre infrastruttura senza assorbire identità.

Un modello di cui prendere nota proprio in questa fase storica in cui le tre major aumentano i propri sforzi in direzione dei distributori indipendenti e in cui si prospetta sempre più caldo il dibattito sul solco che l’evoluzione dei criteri di ripartizione dei ricavi da streaming (“artist-centric”) rischia di scavare ulteriormente tra la musica di matrice corporate e quella di matrice autonoma.

Exceleration Music: è questa la major di nuova generazione?

Anima indie ma logiche da holding: un modello da tenere d’occhio

Dopo le partnership con <a href="https://www.rockol.it/news-751207/ticketing-in-uk-una-partnership-tra-skiddle-e-spotify">Skiddle</a>&nbsp;(nel Regno Unito) e <a href="https://www.rockol.it/news-751429/spotify-sempre-piu-nel-ticketing-una-partnership-con-stager">Stager</a>&nbsp;(nei Paesi Bassi), Spotify continua a gettare ponti tra l’universo dello streaming e quello del live: il DSP svedese quotato a New York ha annunciato un accordo con Zaiko, piattaforma di ticketing giapponese fondata dall’ex COO di Warner Music Japan Kazuhiro Shimada. Il servizio streaming ha integrato quello offerto dall’azienda nipponica nella propria sezione dedicata alla musica dal vivo, Live Events: grazie all’intesa, gli artisti potranno inserire i propri concerti e gli abbonati a Spotify potranno acquistare i biglietti presenti nell’offerta di Zaiko grazie a link in app presenti sulle pagine degli artisti che aderiranno all’iniziativa.

Ticketing, Spotify integra Zaiko

Il DSP consolida ulteriormente il legame con il mondo della musica dal vivo

Il <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-750990/youtube-da-oggi-conteggi-nuovi-e-diversi-per-gli-shorts">cambio nel conteggio delle visualizzazioni dei video brevi di YouTube</a> - annunciato ufficialmente alla fine dello scorso marzo - sta evidentemente iniziando a dare i suoi frutti: il CEO della piattaforma controllata da Google Neal Mohan, intervenendo a un convegno organizzato dal Lions Club a Cannes, ha fatto sapere che il numero di visualizzazioni quotidiane del formato ha superato la soglia del 200 miliardi al giorno.

“Stiamo assistendo a un enorme aumento del numero di persone che creano e guardano Shorts”, ha dichiarato Mohan: “Oggi sono entusiasta di condividere un nuovo traguardo. I fan non ne hanno mai abbastanza”.

"Oggi YouTube è l'epicentro della cultura”, ha aggiunto Mohan: “Non parlo di mode passeggere o di successi improvvisi che passano inosservati. Intendo la cultura con la ‘c’ maiuscola. La fandom stessa - ha proseguito - sta diventando una forma di espressione creativa: dai video di reazione alla fan art e altro ancora. E uno dei modi più semplici per entrare in gioco è attraverso i video brevi. La fandom non è più solo consumo. E’ una forza potente che guida la cultura”.

YouTube Shorts, superati i 200 miliardi di views quotidiane

A rivelarlo è il CEO della piattaforma, Neal Mohan

Gli Asia hanno annunciato la sigla di un nuovo accordo discografico con Frontiers Music, etichetta italiana guidata da Serafino Perugino che ha recentemente curato il ritorno sui mercati discografici degli Skunk Anansie: il gruppo, oggi composto - oltre che da fondatore Geoffrey Downes - dal batterista Virgil Donati, dal chitarrista John Mitchell e dal cantante e bassista Harry Whitley, parlando “nuovo, entusiasmante capitolo” della propria carriera ha fatto cenno a un nuovo album di inediti, in arrivo nel 2026.

“Gli Asia sono entusiasti di aver recentemente firmato un nuovo accordo con Frontiers Music Srl”, ha dichiarato Downes: “Dopo essere stati lealmente supportati dall'etichetta durante il periodo di reunion degli Asia dal 2005 al 2015, stiamo ora entrando in un nuovo entusiasmante capitolo nei 45 anni di storia della band con una serie di album live, DVD e un nuovissimo album in studio la cui uscita è prevista per il 2026. E’ un vero e proprio ritorno a casa per la band, e quindi non vediamo l'ora di iniziare una lunga e proficua collaborazione con loro in futuro”.

“Sono molto orgoglioso che Frontiers possa riportare in auge questa band iconica”, ha aggiunto Mario de Riso, A&amp;R and Business Affairs VP di Frontiers: “C'erano sicuramente delle questioni in sospeso da risolvere e, grazie a questa favolosa nuova formazione, la nuova musica asiatica può ora concretizzarsi. Sarà fantastico”.

Frontiers ha pubblicato gli ultimi quattro album degli Asia, da “Phoenix” del 2008 a “Gravitas” del 2014.

Roster, gli Asia rinnovano con Frontiers Music

La storica band britannica ha firmato un nuovo accordo con l’etichetta di Serafino Perugino

Per celebrare&nbsp;<a href="https://musicbiz.rockol.it/tutto-su/pmi-20-anni-503860">i vent’anni di attività di PMI - Produttori Musicali Indipendenti</a>, Rockol propone una carrellata di aziende legate all’associazione che rappresenta gran parte delle realtà discografiche italiane slegate dal circuito delle multinazionali. L’etichetta presentata oggi, insieme a un artista del suo roster,&nbsp;è Saifam Group...

1. Nome dell’etichetta: The Saifam Group

2. Anno di fondazione: 1981

3. Sede: Via Emilia 20-22, 37060 Sona (VR)

4. Breve descrizione: 

The Saifam Group è un'etichetta discografica e società editoriale indipendente italiana, fondata nel 1981 a Verona da Mauro Farina e Giuliano Crivellente. Con oltre 12 milioni di album e 20 milioni di singoli venduti, è una delle realtà musicali indipendenti più importanti e longeve d’Italia.&nbsp;Il gruppo gestisce un vasto catalogo musicale editoriale che comprende più di 60.000 brani, spaziando tra generi come dance, pop, hip hop, rock e musica classica. Ha collaborato con artisti di rilievo nazionale e internazionale, tra cui Laura Pausini, Eros Ramazzotti, Francesco Gabbani, Marco Mengoni, Ermal Meta, Renato Zero, Angelo Branduardi, Ron, Tosca, Modà, Marco Carta, Ivana Spagna, Chiara Galiazzo, Fabri Fibra, Club Dogo, Gué Pequeno, Emis Killa, Mondo Marcio, Anastasio, Boro Boro &amp; Mambolosco, Righeira, Pitbull, Feder, Bronski Beat, Vegas Jones, Rich The Kid, Delegation, Crystal Waters, Alex Gaudino, Cristian Marchi, Deep Swing, The Outhere Brothers, Billy Moore e molti altri.&nbsp;Nel corso degli anni, The Saifam Group ha ottenuto numerosi riconoscimenti editoriali, tra cui oltre 90 dischi d’oro e più di 150 dischi tra platino e doppio platino.&nbsp;Nel 2022 The Saifam Group fonda MUSIC NOW!, la divisione che si occupa della rivalutazione di tutti i supporti fisici discografici con l’obiettivo di preservare un patrimonio culturale prima ancora che musicale che col tempo e il dilagare della musica liquida rischierebbe di scomparire.&nbsp;Attraverso MUSIC NOW! vengono stampati e distribuiti contenuti musicali da tempo non più presenti sul mercato tradizionale rilanciandoli in versione limitata e packaging curato.

5. Tre artisti rappresentativi: Club Dogo, Fabri Fibra, Modà

6. Un titolo “simbolo” della vostra produzione: “Mi Fist” dei Club Dogo

7. Link principali (sito, social, canali streaming):

<a href="https://www.saifam.com/">https://www.saifam.com/</a> 
<a href="https://www.instagram.com/saifammusic/">https://www.instagram.com/saifammusic/</a> 
<a href="https://www.youtube.com/@saifam">https://www.youtube.com/@saifam</a>

8. Contatto referente (nome + email)

Leonardo Righetti -&nbsp;<a href="mailto:leonardorighetti@thesaifamgroup.com">leonardorighetti@thesaifamgroup.com</a>

Vent’anni di PMI, le aziende: Saifam Group

Una panoramica sulle etichette associate a Produttori Musicali Indipendenti

E’ stato annunciato il debutto di Doc Music, piattaforma collaborativa a sostegno delle carriere artistiche e dedicata alle figure manageriali indipendenti nata in seno a Doc Servizi, cooperativa nel settore dello spettacolo e degli eventi: la nuova entità rende disponibili a soci e socie un team di lavoro dedicato alla gestione delle varie attività della filiera (discografia, sostegno alla carriera editoriale e management), offrendo - tra gli altri servizi - gestione Enpals, gestione PIva, supporto pratiche estere, ufficio bandi e fundraising, label service, amministrazione editoriale, consulenza legale.

“Trentacinque anni dopo la nascita di Doc Servizi, il modello cooperativo ha consentito di ottenere cambiamenti che nel 1990 erano inimmaginabili in tema di sicurezza, legalità e valore delle professioni legate al mondo della musica”, ha fatto sapere, in una nota, la cooperativa: “Anche oggi, in un panorama sofferente, sempre più legato alla performatività, ai profitti immediati e all'ipercompetitività è il modello cooperativo a cercare di rispondere alle domande di chi vuole affrontare le criticità storiche del settore (discontinuità, lavoro nero, scarsa retribuzione) ed essere protagonista di una carriera non per forza legata alle attuali dinamiche del mercato musicale”.

“Abbiamo portato il nostro know how all’interno della cooperativa per poter essere liberǝ di contare anche quello che in genere non si può contare: la qualità musicale, la progettualità, il diritto di cittadinanza di alcune proposte musicali in un ambiente che sembra sempre più ostile ai percorsi meno convenzionali”, ha commentato Silvia Brunelli, responsabile area Management di Doc Music: “Non ci sembra quindi esagerato parlare di musica giusta, un aggettivo che per noi è inequivocabilmente un manifesto che ci vuole dalla parte dell’equità, della lealtà, della bellezza. Un’attitudine che può sembrare utopica, ma in questo ci piace citare un personaggio importantissimo del nostro tempo, Gino Strada, che non ha fatto altro che ricordarci che utopico non è sinonimo di impossibile. L’utopia è solo qualcosa che deve ancora succedere”.

“La musica giusta è un nuovo progetto al quale, all’interno di Doc Servizi, abbiamo deciso di dedicarci”, ha aggiunto Andrea Ponzoni, responsabile area Musica di Doc Servizi: “La cooperativa in trentacinque anni di storia ha già realizzato obiettivi che erano bollati come utopistici: i diritti e le tutele all’interno di un mondo regolato poco e male, problematico, incerto; la sicurezza e la legalità come condizioni imprescindibili; il talento come valore. Vorremmo che le persone che abitano il mondo della musica e che cercano un modello lavorativo alternativo potessero condividere con noi questo nuovo spazio per dare ossigeno a quei progetti che oggi sono strozzati dalle logiche legate al successo a tutti i costi”.

Nasce Doc Music

Apre l’area di Doc Servizi dedicata alla sviluppo e alla gestione di progetti artistici

E' iniziata nella serata di ieri la nuova stagione del Fortnite Festival, l'evento virtuale dedicato alla musica all'interno della piattaforma di gaming di proprietà di Epic Games. Giunto alla nona edizione, negli anni scorsi ha ospitato star del calibro di&nbsp;Sabrina Carpenter, Snoop Dogg, Karol G, Metallica, Billie Eilish, Lady Gaga e&nbsp;The Weeknd. Quest'anno non sarà da meno: l'"headliner", infatti, è Bruno Mars.&nbsp;

Oltre a godersi la performance dell'avatar di Bruno Mars, gli utenti potranno acquistare&nbsp;per i loro personaggi molti item personalizzati, come l'outfit indossato dal cantante nel video di&nbsp;"Die With A Smile" o&nbsp;la sua chitarra, e perfino sbloccare una sua traccia bonus. C'è perfino un World Tour Bundle tramite&nbsp;cui è possibile acquistarli tutti&nbsp;in blocco.

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Il nuovo "headliner" del Fortnite Festival è Bruno Mars

Giunta alla sua nona edizione, la rassegna virtuale inizia proprio questa settimana

E’ stata presentata ieri a Roma la trentunesima edizione della Festa della Musica, manifestazione che ogni anno - nello stesso giorno - vede tenersi migliaia di eventi in centinaia di centri urbani. Per il 2025 il tema della festa - in programma il prossimo sabato, 21 giugno, e che coinvolgerà 750 città, 15000 musicisti, 30.000 operatori tecnici, più di 80 luoghi del MIc, 1000 realtà coinvolte a vari livelli, 28 case circondariali, 12 istituti di cultura all’estero, 13 aeroporti, 75 teatri e 37 conservatori - è “I mestieri della musica”.

“Il tema di quest’anno, i mestieri della musica, è un argomento a cui il Ministero della Cultura tiene moltissimo - sostiene il Sottosegretario di Stato alla cultura, Gianmarco Mazzi -. Secondo i dati FIMI, la musica in Europa sostiene più di 2 milioni di posti di lavoro e porta ogni anno 82 miliardi di euro all’economia dell’Unione Europea e del Regno Unito. In Italia il settore vale 2 miliardi e 57 milioni di euro l’anno e impiega oltre 100 mila persone. E proprio loro, i professionisti, gli artisti, gli artigiani della musica e tutti i lavoratori del settore saranno i protagonisti di questa nuova edizione. Continueremo a sostenere l’iniziativa e a lavorare per promuoverla”.&nbsp;

Testimonial di questa edizione Mario Biondi che si esibirà nel concerto simbolo della festa alla Valle dei Templi ad Agrigento, capitale della cultura 2025.

“Credo fermamente nell'alleanza tra sport e musica, anche se ha ancora un potenziale inespresso che noi cercheremo di estrarre e mettere a disposizione soprattutto delle giovani generazioni. È una questione di sentimenti che in questa fase della nostra vita hanno bisogno di esprimersi offrendo opportunità, occasioni di incontro e di relazione. La musica, come l'arte, è patrimonio di tutti, di ogni generazione, e rappresenta la colonna sonora della nostra vita. E tutto quello che riguarda la possibilità di offrire opportunità ai giovani, ai singoli artisti, ai gruppi, alle orchestre, per noi rappresenta un motivo di responsabilizzazione. Per questo troveremo con il Ministero della Cultura ogni occasione per cercare di affermare questo principio”, sottolinea Andrea Abodi Ministro per lo Sport e i Giovani.

Festa della Musica, presentata l’edizione 2025

La 31esima edizione sabato 21 giugno: 750 città e 15mila musicisti coinvolti

Aggiornamento, ore 6.00, 19 aprile:&nbsp;Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ufficialmente rinviato per la terza volta l’applicazione del Protecting Americans from Foreign Adversary Controlled Applications Act, legge che prevede il bando di TikTok dagli Stati Uniti in caso di mancata cessione dell’operatività nel paese da parte della società madre, la cinese Bytedance, a un’entità locale. A renderlo noto è stata la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt. La nuova proroga, che verrà firmata entro la fine di questa settimana, estenderà la sospensione del bando alla metà del prossimo mese di settembre. Un mese prima, a metà agosto, scadrà la tregua commerciale stabilita da Washington e Pechino sui dazi doganali, mossa distensiva tra i due governi che tra le ragioni principali della nuova concessione a TikTok da parte dell’amministrazione americana.

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La distensione che ha portato Washington e Pechino a sospendere il braccio di ferro commerciale sui dazi doganali imposti alle merci porterà il presidente degli Stati Uniti Donald Trump a procrastinare ulteriormente l’applicazione esecutiva del Protecting Americans from Foreign Adversary Controlled Applications Act: a dichiararlo - come riferiscono le principali agenzie internazionali - è stato lo stesso Trump nel corso di un incontro con la stampa a bordo dell’aereo presidenziale Air Force One. L’inquilino della Casa Bianca ha fatto sapere di <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-751670/tiktok-trump-promette-una-nuova-proroga-alla-legge-bando">voler dare seguito ai propri propositi</a> concedendo ulteriore spazio alle trattative, che - in base all’ultima scadenza fissata - avrebbero dovuto concludersi domani, giovedì 19 giugno.

In virtù della temporanea distensione tra Washington e Pechino, Trump si è detto convinto che il presidente Xi Jinping alla fine approverà la cessione dell’operatività della piattaforma da parte di Bytedance a una società americana. Eventualità, questa, <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-744327/tiktok-fa-causa-al-governo-usa-disinvestire-e-impossibile">esclusa a priori dalla big tech fin dalle primissime battute della vicenda</a>.

“La dismissione richiesta dalla legge per consentire a TikTok di continuare a operare negli Stati Uniti semplicemente è impossibile commercialmente, tecnologicamente e legalmente. E certamente lo è entro il termine di 270 giorni richiesto dal testo”, aveva chiarito Bytedance nel presentare il ricorso contro il Protecting Americans from Foreign Adversary Controlled Applications Act: “Ci vorranno anni prima che un gruppo completamente nuovo di informatici acquisisca sufficiente familiarità con il codice sorgente per eseguire le attività di manutenzione e sviluppo continue e necessarie per la piattaforma. Inoltre, per mantenere la piattaforma funzionante, questi ingegneri avrebbero bisogno di accedere agli strumenti software ByteDance, cosa che la legge vieta. Il governo cinese ha fatto sapere che non permetterà la cessione dell’algoritmo di raccomandazione che è la chiave del successo di TikTok negli Stati Uniti. Come gli USA, la Cina regola l’esportazione di alcune tecnologie originarie del paese. Le norme cinesi sul controllo delle esportazioni riguardano le ‘tecnologie di elaborazione delle informazioni’ e gli ‘algoritmi di dati personali interattivi’”.

USA, TikTok: da Trump ok alla terza proroga dell'avvio del bando

Alla luce della tregua nella guerra commerciale ingaggiata con il governo cinese

Il Master in Comunicazione Musicale dedicato alla formazione delle professioniste e dei professionisti della musica promosso dall’Alta Scuola in Media Comunicazione e Spettacolo (ALMED) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ha annunciato l’apertura delle iscrizioni per la sua venticinquesima edizione.

Rivolto a laureate e laureati e a laureande e laureandi di qualsiasi facoltà (e/o titolo equipollente), il Master in Comunicazione Musicale - spiegano gli organizzatori - “da 25 anni forma le sue studentesse e i suoi studenti a 360°, portando in cattedra professioniste e professionisti, docenti universitarie e docenti universitari, artiste e artisti e soprattutto un numero sempre maggiore di ex alunne ed ex alunni, che trasmettono la loro testimonianza e la loro esperienza di professioniste e professionisti di oggi. Questo approccio alla conoscenza del music business ha reso il Master in Comunicazione Musicale uno dei percorsi di studi più ambiti del settore, con un numero di domande di iscrizione ampiamente superiore rispetto ai posti disponibili”.

“La nostra più grande soddisfazione è avere contribuito all’industria musicale con una nuova generazione di professioniste e professionisti: una buona parte di chi oggi lavora in questo settore è passato da queste aule, sia come studente e studentessa, sia come testimone e/o docente”, spiega il direttore didattico del Master Gianni Sibilla: “lI Master in Comunicazione musicale continua ad essere un corso unico in Italia, che unisce alta formazione professionale con la visione a 360° che può dare solo lo studio e la riflessione su passato, presente e prospettive della musica”.

Quest’anno il termine per la presentazione delle domande di ammissione è il 3 ottobre 2025. Le candidate e i candidati verranno selezionati/e in base a tre criteri: voto di laurea, pertinenza del curriculum vitae e colloquio motivazionale.

Anche in occasione di questo importante anniversario, il Master in Comunicazione Musicale mette a disposizione delle borse di studio che verranno attribuite ai candidati e alle candidate più meritevoli che parteciperanno alle selezioni. Le borse studio saranno a copertura parziale della retta. Maggiori informazioni al seguente link: https://almed.unicatt.it/almed-comunicazione-musicale-quota-di-iscrizione-e-agevolazioni.

Il percorso prevede inoltre un periodo di stage, garantito per tutte le studentesse e per tutti gli studenti, finalizzato all’inserimento formativo nel mondo del lavoro, sia presso le aziende partner storiche del Master, sia attivando collaborazioni con nuove realtà, in base all’andamento del mercato musicale. Nel corso delle precedenti edizioni, le percentuali di placement si attestano tra il 66% e il 90% a sei mesi dal termine delle lezioni.

Master in Comunicazione Musicale 2025/2026: aperte le iscrizioni

Il termine per la presentazione delle domande di ammissione è il 2 ottobre 2025

<a href="https://musicbiz.rockol.it/news-751359/deezer-il-18-dei-nuovi-brani-in-streaming-e-generato-dall-ai">Non nuovi alle analisi dell’impatto che l’intelligenza artificiale generativa ha sull’operatività della propria piattaforma</a>, i gestori di Deezer sono tornati a suonare il campanello d’allarme circa gli utilizzi impropri dell’AI in ambito streaming: come riferito dal Guardian la piattaforma francese - che pure stima nello 0,5% della sua offerta la porzione di opere realizzate per mezzo di modelli di creatività sintetica - ha fatto sapere che fino al 70% di stream legati a brani generati con l’intelligenza artificiale cela manovre fraudolente di truffatori.

Lo schema individuato dagli analisti di Deezer è per la verità molto lineare: i truffatori, dopo aver caricato sul servizio brani generati con l’AI, “incaricano” altri bot di ascoltarli ripetutamente, al fine di beneficiare dagli ascolti in qualità di aventi diritto.

“Finché lo streaming fraudolento sarà in grado di generare ricavi, purtroppo ci sarà sempre chi tenterà di approfittarne", ha dichiarato Thibault Roucou, Head of Royalties and Reporting di Deezer: "Ecco perché stiamo investendo nella lotta contro questo fenomeno, perché sappiamo che non se ne andrà e dobbiamo essere sempre un passo avanti".

A metà dello scorso aprile Deezer aveva rivelato come <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-751359/deezer-il-18-dei-nuovi-brani-in-streaming-e-generato-dall-ai">il 18% dei nuovi brani caricati quotidianamente sui propri server è generato da modelli di AI</a>: a metà del gennaio precedente, la percentuale di nuovi brani prodotti dall’intelligenza artificiale uploadati ogni giorni su Deezer <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-749577/cosi-deezer-vuole-arginare-l-invasione-dei-brani-generati-dall-ai">era quasi la metà, il 10%</a>. Per limitare l’impatto dei brani “sintetici” sul proprio catalogo il DSP francese, sempre lo scorso gennaio, <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-749577/cosi-deezer-vuole-arginare-l-invasione-dei-brani-generati-dall-ai">aveva annunciato il deposito di un brevetto per un nuovo tool all'avanguardia in grado di individuare i brani generati con l’AI</a>. “Mentre l’intelligenza artificiale continua a sconvolgere sempre più l’ecosistema musicale, con una quantità crescente di contenuti AI che inondano piattaforme di streaming come Deezer, siamo orgogliosi di aver sviluppato uno strumento all’avanguardia che aumenterà la trasparenza sia per i creatori che per i fan”, aveva dichiarato per l’occasione Alexis Lanternier, CEO di Deezer: “L’intelligenza artificiale generativa ha il potenziale per avere un impatto positivo sulla creazione e sul consumo di musica, ma il suo utilizzo deve essere guidato da responsabilità e attenzione al fine di salvaguardare i diritti e i ricavi di artisti e cantautori. In futuro miriamo a sviluppare un sistema di tagging per i contenuti completamente generati dall’intelligenza artificiale, in modo da escluderli dalle raccomandazioni algoritmiche ed editoriali”.

Streaming, Deezer lancia l’allarme sulle truffe con l’AI

Per il DSP operazioni fraudolente dietro il 70% degli stream legati all’intelligenza artificiale

Con un evento tenutosi ieri - martedì 17 giugno - nel proprio quartier generale italiano, a Milano, Spotify ha celebrato i cinque anni di Radar Italia, il programma globale varato nel 2020 dal servizio di streaming svedese a supporto dei talenti emergenti. Oltre alle esibizioni dei nomi selezionati per il mercato italiano nel 2025 - Marte, Carla Hero, Emma Nolde, Glocky, Sayf e Camoufly - l’evento è servito per tracciare un bilancio del programma, che nel nostro Paese - a partire dalla sua attivazione - ha dato spazio a quaranta artisti.

Pur non essendo esclusivamente dedicato ai giovani, Radar Italia ha spesso valorizzato talenti emergenti, in assoluta parità tra uomini e donne, con circa il 60% degli artisti selezionati sotto i 25 anni al momento dell’ingresso. Nella storia italiana del programma, Blanco e Mara Sattei (seguiti da Rondodasosa, Tony Boy, Rhove e Il Tre) si sono rivelati gli artisti più ascoltati di sempre. Tra il 2022 e il 2025 la playlist collegata a Radar ha permesso a quasi 300mila utenti di scoprire per la prima volta gli artisti selezionati. Complessivamente, gli artisti Radar Italia sono stati aggiunti a playlist editoriali di Spotify oltre 4.300 volte, con quasi la metà degli inserimenti in playlist internazionali. “Questo approccio - specificano i gestori del DSP - ha avuto un impatto significativo sulla crescita degli artisti: nel primo anno di partecipazione a Radar Italia, le riproduzioni editoriali sono aumentate in media di oltre il 1.800%”.

Gli artisti coinvolti in Radar hanno fatto registrare un aumento medio delle riproduzioni di oltre il 100% e degli ascoltatori di quasi il 200% a un solo anno dall’ingresso nel programma. Coca Puma e Bnkr44 sono fra gli artisti che hanno registrato la crescita più significativa in termini di ascolti a un anno dall’ingresso in Radar, mentre Rhove e Ariete sono tra gli artisti che - grazie al programma - hanno allargato maggiormente il proprio pubblico di ascoltatori.

“Questo anniversario è un’occasione per celebrare i traguardi raggiunti dai tanti artisti che hanno preso parte al programma”, ha commentato Melanie Parejo, Head of Music per il Sud ed Est Europa di Spotify: “Radar Italia rappresenta da cinque anni un punto di riferimento per i talenti emergenti, offrendo agli artisti non solo visibilità, ma anche strumenti concreti per crescere e farsi strada nella musica. Ma il nostro impegno va oltre la selezione: li accompagniamo in ogni fase del loro percorso, aiutandoli a costruire connessioni autentiche con il pubblico e a esplorare nuove opportunità creative. Radar è un ponte tra gli artisti e i milioni di ascoltatori che cercano nuove voci e storie da scoprire”.

“Essere parte di Spotify Radar è stato un momento importante per la mia carriera e spero che lo sia anche per i giovani artisti che sono stati selezionati quest’anno”, ha aggiunto BigMama, presente all’evento per condividere con il pubblico la sua esperienza: “Soprattutto, la collaborazione con Spotify non si ferma al termine del programma, ma prosegue nel tempo, perché quando entri a far parte di Radar, in qualche modo sei parte di una famiglia per sempre”.

Spotify, Radar Italia compie cinque anni

I nomi e i numeri nel nostro Paese del programma del DSP dedicato agli emergenti

Uno degli obiettivi forti dichiarati per l’anno 2025 da Rockol MusicBiz, esplicitato nelle ultime settimane con una <a href="https://musicbiz.rockol.it/tutto-su/music-startups-364108">copertura sempre più densa e continuativa</a>, è quello di accendere un faro sulla situazione delle startup musicali.

Il nostro focus forte, all’interno di questo obiettivo, è su quelle italiane. Al punto che, di recente, abbiamo avviato una <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-751569/stai-innovando-la-musica-raccontacelo-speciale-startup-musicbiz">call to action</a>&nbsp;per strutturarne il racconto attraverso la narrazione dei diversi progetti, modelli di business e protagonisti.

E, mentre continuiamo a ricevere riscontri e presentazioni da parte di diversi giovani imprenditori, è con grande piacere che siamo già in grado di annunciare una partnership di alto livello sull’intero progetto: quella con Music Innovation Hub.

“E’ un’ottima notizia non solo per il nostro progetto, che riceve una validazione di alto livello”, commenta Giampiero Di Carlo, CEO di Rockol, “ma anche e soprattutto per la nostra industria, perché Music Innovation Hub è la prima realtà italiana attiva nella promozione sistematica dello sviluppo dell'imprenditoria nel settore musicale, a livello nazionale ed europeo”.

"Nella trasformazione digitale, troppo spesso l’Italia si è trovata a seguire e non a guidare i processi di innovazione", ha dichiarato Andrea Rapaccini, Presidente di Music Innovation Hub: "L’industria musicale nazionale non fa eccezione. Le multinazionali investono nell’innovazione ma nei rispettivi Paesi di provenienza, mentre imprese e startup nazionali non trovano un adeguato ecosistema di supporto in Italia. In più, oggi l’innovazione non deve essere puramente tecnologica, ma deve saper reinventare nuovi modelli di business. Deve anche essere in grado generare valore condiviso per gli azionisti e per gli stakeholder di riferimento. Una innovazione responsabile, quindi, &nbsp;tanto più se si parla di imprese creative e culturale.&nbsp;La partnership tra Rockol e MIH intende contribuire a coprire questo gap nel nostro Paese e ad ingaggiare l’industria nazionale sui processi di innovazione europei e globali".

Di questo e delle prospettive che la partnership apre abbiamo parlato con Anna Zò (nella foto),&nbsp;Responsabile Area Innovazione presso Music Innovation Hub.

Perché il sostegno alle realtà innovative italiane, in questo momento, è particolarmente importante?

Nel 2019, durante la quinta edizione di Linecheck Music Meeting and Festival, MIH ha lanciato la prima call italiana dedicata alle startup musicali, raccogliendo oltre 50 candidature spontanee provenienti da tutta Europa. Grazie a una costante presenza in conferenze internazionali e al dialogo con le principali associazioni di settore legate all’innovazione musicale, è emerso un chiaro gap nel panorama italiano rispetto al contesto europeo. Questo divario riguarda la rappresentanza, le opportunità di confronto, le piattaforme di networking, i programmi di supporto e le possibilità di finanziamento per startup e innovatori nel campo della musica.

Come si è mossa Music Innovation Hub, in questo senso, negli ultimi anni?

Per colmare questa lacuna, a partire dal 2020 MIH ha avviato una serie di MusicTech Meetup, incontri informali mensili dedicati a far conoscere le realtà italiane più innovative nel settore musicale, esplorando temi all’avanguardia come Blockchain, Intelligenza Artificiale, XR/VR/AR. Questi appuntamenti hanno permesso di creare un tavolo di confronto inclusivo, che unisce professionisti e appassionati di tecnologia e innovazione musicale.&nbsp;Il riconoscimento internazionale conquistato nel settore MusicTech e la collaborazione con partner europei hanno portato MIH, nel 2021, a ricevere un finanziamento dalla Commissione Europea per lanciare il primo programma di accelerazione paneuropeo dedicato alle startup MusicTech. La prima edizione dell’acceleratore, che ha supportato 10 startup, è stata un successo tale da permettere a MIH di ottenere un finanziamento europeo di un milione di euro per proseguire il progetto Music Tech Europe Academy per altri tre anni, ampliando partner e beneficiari.

Venendo, invece, al presente...

Nel 2025, MIH ha accompagnato oltre 30 startup europee nel loro percorso di ingresso nel mercato musicale, favorendo la validazione tecnologica e la sostenibilità finanziaria, oltre a facilitare il contatto con investitori, clienti e partner strategici. Nel 2024, questa esperienza europea è stata integrata nel contesto italiano con il progetto GetIt!4Music, promosso da Fondazione Cariplo, che sostiene startup e realtà innovative musicali orientate allo sviluppo di prodotti, servizi e soluzioni a impatto sociale.

Quali saranno i temi che verranno approfonditi nell'ambito della partnership tra Music Innovation Hub e Rockol?

Sicuramente un'analisi del panorama italiano delle startup musicali, dalle definizioni tecniche ai dati di mercato, esplorando i trend attuali e le innovazioni che stanno trasformando l’industria.&nbsp;Non mancheranno&nbsp;un&nbsp;focus sull’ecosistema italiano e sul ruolo del progetto Get it! nella promozione di un modello imprenditoriale responsabile e sostenibile, con interviste ai partecipanti e promotori del progetto, e un&nbsp;approfondimento del mercato europeo, delle opportunità e delle sfide, con un’attenzione al ruolo dell’Italia attraverso le iniziative Music Tech Europe e Music Tech Europe Academy, oltre - ovviamente - a una panoramica&nbsp;sugli investimenti nell’innovazione musicale a livello nazionale ed europeo, con mappatura degli investitori attivi e delle opportunità per le startup.

Startup, partnership tra Rockol MusicBiz e Music Innovation Hub

Insieme per rafforzare e comunicare il collegamento tra industria musicale e nuove economie creative

Per celebrare&nbsp;<a href="https://musicbiz.rockol.it/tutto-su/pmi-20-anni-503860">i vent’anni di attività di PMI - Produttori Musicali Indipendenti</a>, Rockol propone una carrellata di aziende legate all’associazione che rappresenta gran parte delle realtà discografiche italiane slegate dal circuito delle multinazionali. L’etichetta presentata oggi, insieme a un artista del suo roster,&nbsp;è Nar International...

- Nome dell’etichetta: Nar International SRL

- Anno di fondazione: 1983

- Sede: Via Guido D'Arezzo, 3 - 20145 Milano

- Breve descrizione:&nbsp;Nar International&nbsp;è una società di produzioni discografiche ed edizioni musicali tra le più rappresentative del panorama musicale indipendente italiano. Fondata negli anni ’80 da Mario Limongelli, musicista e componente, insieme a Toto Cutugno, del gruppo musicale Albatros, ha avviato la sua attività producendo alcune giovani band rock e cantautori italiani. Tra gli altri, nel corso della sua storia, ha prodotto album di Milva, Giorgio Faletti, Fausto Leali, Giuni Russo, Loredana Bertè, Franco Califano, Lando Fiorini, Riccardo Fogli, Donatella Rettore, Ivana Spagna, Camaleonti, Fred Bongusto, Gigliola Cinquetti, Fiordaliso e Annalisa Minetti, vincitrice del Festival di Sanremo 1998.

- 3 artisti rappresentativi: Loredana Berté, Amedeo Minghi, Enrico Ruggeri

- I titoli&nbsp;“simbolo” della vostra produzione: "In alto mare" (Loredana Berté), "1950" (Amedeo Minghi), "Mistero" (Enrico Ruggeri)

- Link principali:&nbsp;

<a href="https://narinternational.com/">https://narinternational.com/</a> 
<a href="https://www.facebook.com/NarInternationalSrl">https://www.facebook.com/NarInternationalSrl</a> 
<a href="https://www.instagram.com/narinternational">https://www.instagram.com/narinternational</a> 
<a href="https://www.youtube.com/c/Narinternational">https://www.youtube.com/c/Narinternational</a>

-&nbsp;Contatto referente:

Mario Limongelli -&nbsp;limongelli@narinternational.com

Scheda artista: Enrico Ruggeri



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	<li>
	Nome d’arte: ENRICO RUGGERI
	</li>
	<li>
	Etichetta di riferimento: NAR INTERNATIONAL
	</li>
</ul>

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	<li>
	Città di provenienza o base operativa: MILANO
	</li>
	<li>
	Anno di debutto discografico: 1978 SpaghettiRecords - Colombini/Silvio Crippa/Shel Shapiro
	</li>
	<li>
	Breve bio personale:
	</li>
</ul>

E’ uno dei più raffinati e poliedrici artisti della scena nazionale. 
Ha pubblicato dal 1978 ad oggi 40 album, vendendo&nbsp;oltre&nbsp;5 milioni di copie. 
Primo a fare un tour con una grande orchestra, ha vinto due volte il Festival di Sanremo collezionando 4 premi della critica. Le sue canzoni sono state interpretate anche da artisti come Fiorella Mannoia, Loredana Bertè, Mina, Anna Oxa, Gianni Morandi. 
Dopo il romanzo “Un gioco da ragazzi”, che ha raccolto grandi consensi di pubblico e di critica ha dato alle stampe “40 Vite senza fermarmi mai” un’opera autobiografica nella quale racconta la storia dei suoi 40 album. 
Dopo grandi successi televisivi e il programma radiofonico “Il falco e il gabbiano” è tornato sul piccolo schermo con due fortunatissime serie de “Gli occhi del musicista”, programma notturno suggellato da un boom di ascolti.&nbsp;L’omonimo album pubblicato nel 2003 in versione CD sarà pubblicato in versione LP vinile il prossimo autunno.&nbsp; 
Ha insegnato Storia della musica al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. 
E’ presidente della Nazionale Italiana Cantanti. 
Il suo ultimo album “La caverna di Platone” sta riscuotendo grandissimo successo di critica e di pubblico.

<ul>
	<li>
	1 disco o brano “indie” che ha cambiato il tuo percorso: "Contessa", 1980 
	</li>
	<li>
	Link principali:
	</li>
</ul>

<a href="https://www.facebook.com/tuttorouge">https://www.facebook.com/tuttorouge</a> 
<a href="https://www.instagram.com/enrico_ruggeri/">https://www.instagram.com/enrico_ruggeri/</a>

<ul>
	<li>
	Contatto diretto o dell’uff. stampa: Stefania Alati - stefaniaalati@enricoruggeri.info
	</li>
</ul>

Breve intervista artista:

<ol>
	<li>
	Cos’è per te “indipendenza” oggi, in musica?
	</li>
</ol>

È autonomia di scelta e di giudizio, liberandosi dall’ossessione del consenso.

&nbsp; 2. Che rapporto hai con la tua etichetta?

La mia etichetta Anyway Music sono io! Il rapporto è con i settori&nbsp;strategici, promozionali e di comunicazione.

&nbsp; 3. Un momento in cui ti sei sentito davvero libero/a, artisticamente

Non ho mai accettato interferenze artistiche, tutti i momenti della mia carriera sono stati liberi. Qualche volta ho fatto scelte discutibili per... tornare al punto uno...

&nbsp; 4. Una canzone o un disco di un altro artista indie italiano che avresti voluto scrivere tu

Per evitare i soliti nomi scelgo “Volevo essere un duro”: Lucio Corsi mi sembra avviato a una carriera molto creativa.

&nbsp; 5. Cosa ti aspetti dall’indie dei prossimi 20 anni?

La contrazione e la frammentazione del mercato diventano per l’indie un paradossale vantaggio: sono più strutturate per difendere e non abbandonare i loro artisti.

Vent’anni di PMI, le aziende: Nar International

Nelle ultime ore, se frequentate i social (e in particolare X e Threads), vi sarà senz'altro capitato di imbattervi in tweet al vetriolo contro il superproduttore Timbaland e la piattaforma di AI generativa Suno. Ma cosa sta succedendo esattamente? Prima di proseguire è il caso di ricordare chi è Timbaland: produttore hip hop&nbsp;da milioni di dischi venduti, ha contribuito a forgiare il successo di artisti come Aaliyah, One Republic, Justin Timberlake e Nelly Furtado, tra gli altri. E' anche&nbsp;l'inventore del format Verzuz, che spopolava sul web nel periodo della pandemia. Negli ultimi anni Timbaland ha accantonato la carriera di musicista in prima linea e ha accettato un ruolo da direttore creativo di Suno, con l'intenzione di integrare in maniera sempre più organica l'intelligenza artificiale nel processo di music making: è uno dei pochi a sostenere le evoluzioni dell'AI in tal senso, senza se e senza ma.

Tornando alla polemica in questione, tutto è cominciato qualche giorno fa, quando Timbaland ha condiviso sui suoi canali un breve reel dimostrativo in cui faceva ascoltare un beat prodotto da Suno. Per mostrare le potenzialità del sistema ha creato una canzone utilizzando il beat che&nbsp;un suo collega, il producer indipendente&nbsp;K Fresh, aveva realizzato senza ausilio dell'AI e postato online qualche giorno prima,&nbsp;e il testo di un creator trovato su TikTok, che lo aveva utilizzato per fare un freestyle. Il problema, però, è che la "rimasticazione" che Suno ha fatto dei due prodotti già esistenti non è particolarmente originale: il beat è pressoché identico all'originale, e contiene perfino la stessa tag vocale usata da K Fresh (il jingle usato come firma sonora da ogni produttore). Tutto ciò senza che il suo nome fosse mai citato esplicitamente.

Ben presto i fan di K Fresh si sono resi conto dell'accaduto, e i video delle due performance a confronto (quella di K Fresh che creava il beat e quello di Timbaland che lo rimaneggiava tramite Suno) sono diventati virali, scatenando un'ondata di proteste in particolare tra i produttori hip hop, che si sentono fortemente minacciati da questo utilizzo del mezzo e soprattutto dalla possibilità che qualcuno dia in pasto le loro creazioni all'intelligenza artificiale senza permessi,&nbsp;crediti o compensi, esattamente come è successo al loro collega. Un rischio più che reale in America, dove spesso i producer indipendenti non godono del diritto d'autore, ma percepiscono un compenso una tantum per cedere i propri beat a rapper e cantanti. E dove oltretutto ci sono stati parecchi casi di beat scippati&nbsp;ai legittimi proprietari e spacciati per propri da soggetti terzi.&nbsp;

Timbaland si è difeso durante una diretta su Instagram, affermando che si era limitato a mostrare ciò che Suno può fare: remixare brani già esistenti, in pratica. Inoltre ha affermato che grazie al suo video un celebre rapper, Ghostface Killah del Wu-Tang Clan, ha scoperto e apprezzato il beat originale e ora vorrebbe lavorare con K Fresh. Che, assicura,&nbsp;avrà tutti i benefici e gli onori del caso, se la collaborazione dovesse andare in porto. Ciononostante la protesta non accenna a scemare, catalizzando le istanze di molte categorie: gli scettici dell'AI, i puristi del beatmaking hip hop e anche molti fan delusi da questa svolta tecno-distopica di Timbaland.

La rivolta dei producer hip hop contro Timbaland e Suno

Negli ultimi giorni si moltiplicano le proteste social: cosa sta succedendo e perché c'entra l'AI

La Commissione Europea ha ufficialmente avviato l’<a href="https://musicbiz.rockol.it/news-751490/ue-indagine-antitrust-acquisizione-di-downtown-da-parte-di-umg">indagine antitrust</a> sull’<a href="https://musicbiz.rockol.it/news-748886/virgin-music-group-umg-acquisira-downtown-music">acquisizione di Downtown da parte di Universal Music Group</a>: il provvedimento, <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-751087/umg-downtown-dall-olanda-richiesta-di-esame-dell-antitrust-ue">sollecitato dai rappresentanti dei Paesi Bassi a Bruxelles</a> dopo <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-750538/universal-music-l-acquisizione-discreta-di-8ball-music">l’acquisto della label olandese 8Ball Music da parte della major</a>, stabilirà se l’operazione da 775 milioni di dollari - che il gruppo guidato da Lucian Grainge vorrebbe chiudere entro la fine dell’anno - può essere conforme alle norme sulla concorrenza e sui mercati vigenti in Europa. Una prima pronuncia da parte della Commissione è attesa entro il prossimo 22 luglio.

Il provvedimento è stato accolto favorevolmente da Impala, l’associazione di categorie delle etichette indipendenti europee <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-748909/impala-mills-beggars-critiche-umg-virgin-downtown">dal primo momento critica</a> nei confronti dell’acquisizione: "Abbiamo&nbsp; accolto con favore la notizia del mese scorso riguardante la decisione della Commissione Europea di indagare, e abbiamo atteso con impazienza l'avvio della valutazione, quindi questa - per noi - è un'ottima notizia”, ha chiarito la vicepresidente esecutiva di Impala Helen Smith, “C'è un solo modo per prevenire i danni: la Commissione Europea deve bloccare immediatamente questa operazione, per garantire equilibrio, armonia e diversità nell'ecosistema".

Contestualmente all’avvio dell’indagine antitrust UE la professoressa Amelia Fletcher, tra il 2016 e il 2020 amministratrice dell’autorità antitrust britannica, la Competition and Markets Authority, ha indirizzato una lettera aperta alla Vicepresidente della Commissione Europea e Commissaria per la Concorrenza Teresa Ribera per raccomandare un’indagine “molto approfondita” sull’acquisizione di Downtown da parte di UMG. Secondo Fletcher - che parallelamente alla carriera professionale ha saputo portare avanti una solida carriera musicale, militando in band come Talulah Gosh, Heavenly, Marine Research e Tender Trap, e collaborando con Wedding Present ed Hefner - l’operazione, che “rappresenta un altro passo nella più ampia strategia di UMG volta a minare la vitalità e la redditività del settore musicale indipendente”, andrebbe a svantaggio delle etichette indipendenti e degli editori musicali", eliminando "importanti servizi di distribuzione e amministrazione" dal settore indipendente: questo processo porterebbe "le etichette indipendenti a diventare sempre più dipendenti per quanto riguarda l'accesso al mercato dal loro più grande concorrente".

"Concordiamo con le opinioni della Professoressa Fletcher, nota economista ed ex regolatrice, nonché artista e fondatrice di un'etichetta, nella sua&nbsp; lettera di venerdì a Ribera”, ha dichiarato Francesca Trainini, Presidente di Impala e Vicepresidente di PMI - Produttori Musicali Indipendenti: “Questa lettera fa seguito alle preoccupazioni sollevate in precedenza da Aurore Lalucq, anch'essa economista e presidente di una delle&nbsp; commissioni più influenti del Parlamento europeo”.

Universal Music / Downtown, avviata l’indagine antitrust UE

La Commissione Europea pronta a valutare l’acquisizione: la soddisfazione delle indies

SIAE ha presentato gli elementi del proprio team che hanno scelto di far parte della squadra DEI (diversity, equity &amp; inclusion) della collecting: la squadra dei nuovi DEI Ambassador - composta da trenta elementi già operativi nel team della collecting - è stata nominata per “costruire una SIAE sempre più inclusiva”.

<div class='embed'><img src="https://images.rockol.it/ubHulwP8_uicm-gRox25V4J8sD4=/700x0/smart/rockol-img/img/foto/upload/siaedei.jpeg" alt="https://images.rockol.it/ubHulwP8_uicm-gRox25V4J8sD4=/700x0/smart/rockol-img/img/foto/upload/siaedei.jpeg" title="https://images.rockol.it/ubHulwP8_uicm-gRox25V4J8sD4=/700x0/smart/rockol-img/img/foto/upload/siaedei.jpeg" class="img-responsive" /></div>

“I DEI Ambassador si formeranno per diventare esperti della DEI, daranno un volto e una voce ai nostri progetti e alle nostre iniziative, contribuiranno alla definizione della strategia DEI futura e supporteranno l’organizzazione di eventi e attività”, ha fatto sapere la Società Italiana degli Autori ed Editori in una nota: “Grazie a chi ha deciso di mettersi in gioco per promuovere il cambiamento. Insieme, costruiremo ogni giorno una SIAE più aperta e rispettosa di tutte le diversità”.

SIAE, ecco i DEI Ambassador

30 elementi del team della collecting dedicati ai programmi di diversità, equità e inclusione

Si chiama Mahra Tora la nuova etichetta che Believe ha lanciato sul mercato indiano: il marchio - ha spiegato la società francese - sarà dedicato soprattutto alla scena musicale dell’Haryana, stato federato dell’India settentrionale con 25 milioni di abitanti.

"La musica hariyanvi ha visto una crescita vertiginosa di popolarità, che va oltre le sue radici regionali", ha dichiarato Vivek Raina, CEO di Believe India, "Con Mahra Tora, miriamo a fornire una solida piattaforma per gli artisti hariyanvi, garantendo loro gli strumenti giusti per raggiungere un pubblico più ampio e costruire carriere durature". Tra i primi artisti messi sotto contratto dalla nuova label figurano Kabira, Ajay Bhagta, Kaka WRLD, GP Ji, Hashtag Pandit, Amit Saini Rohtakiya, Amit Dhull e Renuka Panwar.

"L'energia e l'autenticità della musica di Haryanvi sono ineguagliabili", ha aggiunto Shilpa Sharda, responsabile dei servizi per artisti ed etichette di Believe India: "Mahra Tora è il nostro modo di investire in questa vibrante scena, offrendo agli artisti il ​​miglior supporto possibile per raggiungere nuovi traguardi".

Believe lancia in India la nuova label Mahra Tora

Dedicata agli artisti della regione dell’Haryana

E’ stata annunciata la nascita di Kiwi Dischi, nuova etichetta nata per volontà di Elena Lucerna, già Artist Manager presso INRI, label del gruppo Metatron. La nuova entità - spiega la nota di presentazione - spazierà “dal pop alternativo all’urban, dal rap all’indie, dal cantautorato all’elettronica”, proponendosi come “casa ideale per artisti in cerca di autenticità e direzione”: la label promette di accompagnare gli artisti “nello sviluppo dei loro progetti, a partire dal management, alla consulenza musicale e di immagine, alla comunicazione e ufficio stampa, fino alla distribuzione Universal Music Italy, il supporto del team di Metatron Group e le edizioni curate da Metatron Publishing”.

“Kiwi Dischi nasce dall’urgenza di dare voce ad artisti originali, freschi e dalla forte personalità”, ha dichiarato Lucerna: “E’ un progetto che crede nel potenziale creativo, nella cura artigianale del percorso artistico, nella libertà espressiva. Un’etichetta indipendente e strutturata, pronta a sostenere la musica di domani con strumenti concreti e visione ampia”.

“Siamo felici di affiancare il lancio di Kiwi Dischi, un’etichetta indipendente guidata dalla visione di Elena Lucerna”, ha aggiunto il CEO di Metatron Group Paolo Ceresoli: “Crediamo nel valore della collaborazione e nel sostegno a realtà che mettono al centro l’autenticità e il coraggio creativo. Contribuire allo sviluppo di questo nuovo percorso con la nostra esperienza è per noi motivo di orgoglio e stimolo a guardare al futuro con curiosità e passione”.

E’ nata Kiwi Dischi

La nuova label al debutto sul mercato con la collaborazione di Metatron Group

Universal Music Group ha annunciato una partnership con WTSL, società di investimento sostenuta da Silver Lake e fondata da Patrick Whitesell, per “sbloccare opportunità che estendono il valore della musica nei settori del cinema, della televisione, della moda, dei prodotti di consumo, delle esperienze legate ai brand e di altre aree di crescita emergenti”.

“Grazie all'iconico catalogo musicale di UMG e al suo roster di superstar di successo e talenti emergenti, la nuova iniziativa accelererà le opportunità commerciali per gli artisti e i patrimoni artistici del gruppo in settori in rapida crescita al di fuori della musica registrata e dell'editoria musicale tradizionale”, si legge in una nota diffusa dalla major: “Combinando le competenze strategiche e le reti di UMG e WTSL, le due aziende capitalizzeranno su come sfruttare l'influenza culturale, facendo degli artisti e della loro musica il fondamento per la creazione di attività scalabili e multidimensionali che interagiscono con il pubblico in modi nuovi e duraturi”.

“La joint venture - prosegue il comunicato congiunto - offrirà ulteriori opportunità agli artisti e ai cataloghi di UMG nei settori del cinema, della televisione, della moda, dei prodotti di consumo, della collaborazione e creazione di marchi e di altre iniziative di proprietà intellettuale, fornendo un'infrastruttura per creare imprese a lungo termine, passando da licenze una tantum a iniziative di proprietà, ripetibili e basate sul capitale, radicate nell'identità creativa”.

"Si tratta di costruire il futuro della proprietà intellettuale degli artisti con la portata e l'ambizione che merita", ha dichiarato Whitesell: "Universal Music Group rappresenta la più potente azienda musicale al mondo. Insieme, esploreremo nuovi modi per estendere questa forza culturale a ogni dimensione dell'intrattenimento e della vita dei consumatori, creando un valore commerciale duraturo mantenendo la musica al centro".

"Siamo al centro di un vivace ecosistema di partner provenienti dal mondo della tecnologia, dei brand, dei retailer e dei media, che riconoscono il potere dei nostri artisti di plasmare la cultura a livello globale”, ha aggiunto il Presidente e CEO di UMG Lucian Grainge: “Con questa nuova iniziativa, potremo sfruttare la profonda esperienza di Patrick nella creazione di modelli di business non tradizionali con proprietà intellettuale di livello mondiale per accelerare l'espansione e la monetizzazione del nostro ecosistema a vantaggio dei nostri artisti e partner".