Nel giorno dell’apertura della stagione 2022 / 2023 del Teatro alla Scala, il coordinamento di lavoratori dello spettacolo Scena Unita ha diffuso una nota per “ricordare” al governo i decreti attuativi della legge 106 del 15 luglio 2022, che prevede - tra le altre cose - l’indennità di discontinuità per le maestranze dell’intrattenimento dal vivo. “Dal 15 luglio del 2022 la legge riconosce il diritto all’indennità di discontinuità che, per essere esigibile dal 2023, deve però essere finanziato dal Governo con legge di Bilancio che è stata depositata in questi giorni in Parlamento e della quale è iniziato l’iter di approvazione”, precisa Scena Unita: “Nel Disegno di Legge di Bilancio, tuttavia, non sono state stanziate dal Governo le risorse finanziarie promesse e perciò attese”. “L’approvazione della Legge Delega sullo Spettacolo, che conteneva tra le misure l’indennità di discontinuità, è stata una conquista storica per il settore, il riconoscimento da parte del Parlamento dell’insufficienza delle misure di protezione sociale per i lavoratori e le lavoratrici, insufficienza che è deflagrata durante la pandemia”, prosegue la nota: “Una misura che portava l’Italia finalmente ad avvicinarsi agli standard europei. Il fatto che la sua introduzione sia messa in discussione rischia di portare il mondo dello spettacolo ancora più indietro di quanto fosse prima della pandemia. Oltre ad allontanare la possibilità che ex-lavoratori e ex lavoratrici dello spettacolo tornino a compiere il loro lavoro, limita anche l’ingresso di nuove professionalità, di certo non attratte da un settore segnato da continue chiusure e che da anni è descritto come senza tutele, senza certezze e senza riconoscimento. Il dato oggettivo è che lavoratori e lavoratrici, senza certezze e senza tutele, si sono spostati in altri ambiti di lavoro dove ci sono maggiori protezioni sociali e, soprattutto, continuità di lavoro”. “Mentre la politica prepara il vestito buono per assistere a uno degli eventi culturali più prestigiosi (la prima della Scala, ndr), sarebbe il caso che si ricordasse che quell’evento è reso possibile dalle stesse maestranze tecniche e artistiche di cui si sono dimenticati mentre scrivevano la legge di bilancio”, conclude il comunicato: “Personale iper specializzato, qualificato, che con le proprie competenze definisce il prestigio della nostra cultura, di quel ‘made in Italy’ di cui tanto sentiamo parlare da parte del Governo da poco insediatosi e che alla prova dei fatti scopriamo non essere minimamente considerato”.