Cosa succederebbe togliendo, all’equazione della ricerca di nuovi “talenti dal basso”, il fattore spettacolare che sta alla base dei talent show televisivi? E’ quello che si è chiesto Matteo Forte (nella foto, qui sotto), Managing Director di Stage Entertainment e direttore di due tra le sale teatrali più popolari - e storiche - operanti sul territorio del Comune di Milano, il Teatro Lirico intitolato a Giorgio Gaber di via Larga 14 e il Teatro Nazionale di via Rota 1, che ha annunciato in questi giorni il lancio di Back to the Talent, nuova iniziativa dedicata agli artisti emergenti che sarà presentata ufficialmente nelle prossime settimane. “Il nome, di per sé, è esplicativo del senso dell’operazione”, ha spiegato Forte a Rockol: “Lo scopo è quello di tornare a occuparsi del talento, a prescindere dalle storie personali e dai profili degli interpreti”. Niente storie commoventi, esperienze di vita e - più in generale - tutto il corredo narrativo imprescindibile negli show che da anni tengono banco sul piccolo schermo. Senza, però, una volontà di rigetto completo dei confronti di un media che, per quanto tradizionale, sa ancora offrire grandi novità alle star di domani. “‘Back to the talent’ non esclude l’intervento del mezzo televisivo, a patto che avvenga ex post, cioè a giochi fatti”, chiarisce Forte: “Da parte mia non c’è nessuna avversione a priori nei confronti dei talent show tradizionali, che in questi anni sono stati capaci di far emergere talenti straordinari come i Maneskin. La mia intenzione è quella di rendere accessibile questo tipo di percorso al maggior numero di persone possibile. Si potrebbe fare un’analogia con la Formula 1, che è uno sport molto costoso, al quale in pochissimi hanno la possibilità di dedicarsi rispetto al calcio, che essendo infinitamente meno impegnativo - dal punto di vista economico - riesce a raccogliere un maggior numero di potenziali talenti. Lo scatto che abbiamo intenzione di fare con Back to the Talent è proprio questo: ampliare il più possibile l’accessibilità all’espressione del talento”. Riguardo il funzionamento del contesto, Forte spiega che “i giudizi saranno espressi al 50% da una giuria popolare e dall’altro 50% da una giuria di esperti e addetti ai lavori, che è già stata individuata e che verrà ufficializzata nelle prossime settimane, contestualmente all’avvio ufficiale dell’operazione, che partirà dopo la conclusione del prossimo Festival di Sanremo”. La partenza del talent extra-televisivo avrà luogo a Milano, città nella quale Forte lavora e che, storicamente, è la capitale dell’industria musicale tricolore. “Ho scelto di partire da quella che considero casa, la città dove vivo e lavoro, spinto dalla volontà di rendere il contest il più inclusivo possibile”, prosegue Forte: “Per ognuno degli 88 quartieri del capoluogo sarà scelto un concorrente, da centro alla periferia, senza alcuna preclusione in termini di generi e repertorio”. Per come è stato concepito, tuttavia, Back to the Talent non resterà confinato entro il territorio cittadino. “Questo è un progetto pilota”, conclude Forte: “Dopo il debutto a Milano, dal prossimo anno passeremo a operare su scala nazionale, applicando gli stessi principi di selezione alle venti regioni italiane, con due fasi di selezione: una, preliminare, online, e una seconda dal vivo”.