Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha bocciato i ricorsi “sostanzialmente identici" presentati da Meta platforms inc., Meta platforms Ireland limited, Meta platforms technologies Uk limited e Facebook Italy s.r.l. contro la pronuncia dell’Autorità Garante delle Concorrenza e del Mercato che, lo scorso 21 aprile, ha imposto alla big tech statunitense di rendere nuovamente disponibile il repertorio di SIAE sui propri servizi di social network nonostante lo stallo nella trattativa sui diritti di licenza tra la stessa Meta e la collecting. Nella sentenza emessa oggi dalla corte presieduta da Antonino Savo Amodio, oltre a bocciare i ricorsi presentati dalle società guidate da Mark Zuckerberg, il Tar chiede ai gestori di Facebook e Instagram di rendere disponibili “tutte le informazioni necessarie a ristabilire un equilibrio nell'intero rapporto commerciale” ripristinando “tempestivamente, in modo pieno, la disponibilità dei contenuti musicali tutelati da Siae sulle proprietà di Meta per tutto il periodo necessario alla conclusione delle negoziazioni”. Secondo la sentenza la mossa dell’Antitrust avrebbe permesso alla situazione di superare lo stato di impasse, chiusasi solo lo scorso 13 maggio con la stipula di un accordo transitorio successivamente rinnovato lo scorso 4 ottobre. A giudizio del Tar, che ha accertato "la ricorrenza dello stato di dipendenza economica di SIAE nei confronti della società”, e ritenuto "determinante" il ruolo di Meta nel consentire il raccordo tra i suoi utenti e le opere tutelate dalla collecting, risulta "evidente come la condotta di Meta abbia determinato un insuperabile fermo nelle trattative". "Sulla liceità di un simile modus operandi”, prosegue il Tar del Lazio, “Va osservato come in realtà sia precluso all'impresa dominante imporre in maniera (sostanzialmente) unilaterale la propria volontà, recedendo dalle trattative ove questa non viene accettata". Anche sotto il profilo della "conduzione delle trattative in buona fede" la corte ha sottolineato come "l'azione di Meta non appaia pienamente aderente ai canoni normativi", apparendo evidente come "la mancata condivisione dei dati economici con la controparte contrattuale sia stato correttamente qualificata dall'Agcm". "Fin dal primo giorno, la nostra posizione, da sempre a difesa degli autori ed editori italiani, ha ritenuto che la direttiva Copyright dovesse applicarsi 'pacificamente' anche a Meta, così da poter pervenire alla definizione di un compenso equo nell'interesse dell'industria creativa italiana", ha dichiarato all’agenzia ANSA il presidente di SIAE Salvatore Nastasi: "Speriamo che questo possa contribuire a ripristinare ed accelerare il negoziato con il colosso di Menlo Park che, allo stato, continua ad opporsi aprioristicamente all'applicazione della direttiva e alla messa a disposizione di quel set di informazioni necessarie per ristabilire un equilibrio nella trattativa".