Giallo e nero, come quello dell’edizione limitata del loro “Dark matter” che i Pearl Jam spediranno nei negozi il 21 aprile prossimo in occasione del Record Store Day 2024. Grigio fumè, come una delle tante varianti volute da Taylor Swift per il suo “The tortured poets department”, in uscita il 19 aprile (ce n’è anche una color beige). Rosso fuoco con venature nere, come quello che Billie Eilish ha deciso di rendere disponibile in esclusiva su Amazon per il suo “Hit me hard and soft”, che uscirà il 17 maggio. E via dicendo. 50 sfumature di vinile, verrebbe da dire. La moda dei vinili colorati impazza già da qualche anno, con gli artisti e le case discografiche sempre alla ricerca di nuove trovate per invogliare i fan e collezionisti a mettere mano al portafoglio.

Il sasso lo ha lanciato la stessa Billie Eilish: “Viviamo in un'epoca in cui, per qualche motivo, è molto importante per alcuni artisti realizzare ogni tipo di vinile e packaging diverso. Il che fa salire le vendite e i numeri e fa guadagnare agli artisti più soldi”, ha detto. La popstar losangelina voleva sensibilizzare sull’impatto sull’ambiente della stampa di un numero così elevato di vinili (“Faccio di tutto per essere sostenibile, mentre altre star pensano solo alle vendite”, ha detto, lei che dopo aver spedito nei negozi nel 2021 addirittura otto varianti in vinile del suo “Happier than ever” si è cosparsa il capo di cenere e si è schierata apertamente a favore della causa ambientale).&nbsp;Invece le sue dichiarazioni hanno finito per <a href="https://www.rockol.it/news-743549/billie-eilish-vendite-gonfiate-dalle-edizioni-limitate">sollevare un polverone</a> per il presunto attacco - <a href="https://www.rockol.it/news-743572/billie-eilish-contro-taylor-swift-edizioni-limitate-gonfiano-vendite">poi smentito</a> - alla collega Taylor Swift, che lo scorso autunno ha fatto stampare addirittura 14 diverse varianti di “1989 (Taylor’s Version)”. Che mosse del genere siano pure operazioni di marketing è ovvio. Che il vinile abbia un impatto non indifferente sull’ambiente non è un mistero (un solo disco produrrebbe circa 0,5 kg di CO₂, senza considerare l’inquinamento dovuto al trasporto e agli&nbsp;imballaggi). Che i vinili colorati siano più o meno brutti di quelli neri, è questione di gusto. Una questione rimane aperta, però: ma i vinili colorati si sentono meglio, peggio o come quelli neri?

L’abbiamo chiesto a uno dei massimi esperti italiani del formato, Giulio Cesare Ricci, 63 anni, ingegnere del suono, fondatore e presidente della casa discografica Fonè, che a Peccioli, in provincia di Pisa, da oltre quarant’anni si occupa di produzione musicale di alta qualità. Che sfata subito un mito: il classico disco “nero” è a tutti gli effetti un disco colorato. Proprio così: “Fu la Philips a inventare il 33 giri e in origine lo colorò di nero per dare continuità alla tradizione dei 78 giri in bachelite che ascoltavano i nostri nonni. Il vinile nasce in natura color champagne: il PVC, il materiale con il quale si realizza il disco, è di per sé trasparente”, spiega Ricci. Spazzato via subito ogni dubbio sulla qualità dei formati? Non proprio.

Giulio Cesare Ricci di Fonè<div class='embed'><img src="https://images.rockol.it/b8y4D6bRihnXnwoa07o76DYhJbg=/700x0/smart/rockol-img/img/foto/upload/img-20220520-wa0009.jpg" alt="https://images.rockol.it/b8y4D6bRihnXnwoa07o76DYhJbg=/700x0/smart/rockol-img/img/foto/upload/img-20220520-wa0009.jpg" title="https://images.rockol.it/b8y4D6bRihnXnwoa07o76DYhJbg=/700x0/smart/rockol-img/img/foto/upload/img-20220520-wa0009.jpg" class="img-responsive" /></div>

Spesso a fare la differenza, più che la sostanza usata per colorare i vinili, sono i processi produttivi: “Noi di Fonè abbiamo una linea di stampaggio in Giappone. Non abbiamo mai stampato in Italia: abbiamo storicamente stampato in Germania o negli Usa e in Giappone, come negli ultimi anni, perché in Italia si è sempre fatto un prodotto normale, invece il repertorio di Fonè è legato a un prodotto speciale e sfortunatamente nel nostro paese non abbiamo trovato pane per i nostri denti. Noi li stampiamo esclusivamente color champagne, al naturale, senza pigmento nero”, spiega Ricci. Rimane però da capire se l’utilizzo di colorazioni diverse dal nero faccia aumentare la rumorosità del disco.

I Metallica hanno ristampato i loro primi cinque album su vinile colorato<div class='embed'><img src="https://images.rockol.it/B_iuF_zkQQLWCBYjQl1vgvp0ApI=/700x0/smart/rockol-img/img/foto/upload/packshot-compilation-1x1.jpg" alt="https://images.rockol.it/B_iuF_zkQQLWCBYjQl1vgvp0ApI=/700x0/smart/rockol-img/img/foto/upload/packshot-compilation-1x1.jpg" title="https://images.rockol.it/B_iuF_zkQQLWCBYjQl1vgvp0ApI=/700x0/smart/rockol-img/img/foto/upload/packshot-compilation-1x1.jpg" class="img-responsive" /></div>

La risposta, secondo “Mastro Vinile”, così come Renzo Arbore chiama Ricci, è sì: “Ritengo da prove fatte che l’utilizzo di pigmenti diversi dal nero faccia aumentare leggermente la rumorosità del disco. Si nota un leggerissimo tappeto rumoroso in più. Si sta parlando di pulizia del suono che, per come la vedo io e per la mia filosofia, nella lettura del disco è fondamentale”. Insomma, nel caso dei dischi colorati con pigmenti diversi dal nero, l’aggiunta di ulteriori pigmenti - dal rosso, blu, giallo, verde - determina una maggiore rumorisità: “Il vinile colorato è nato per questioni più di marketing che altro. Chi acquista vinili e ascolta vinili, vuole e si aspetta la qualità migliore: con il disco colorato c’è il rischio concreto che la qualità sia inferiore”.

I picture disc degli ABBA<div class='embed'><img src="https://images.rockol.it/uRC6njzgtIBC08Z_VPGnBp1yF5s=/700x0/smart/rockol-img/img/foto/upload/abba-picturediscs-3dbundle-v2.jpg" alt="https://images.rockol.it/uRC6njzgtIBC08Z_VPGnBp1yF5s=/700x0/smart/rockol-img/img/foto/upload/abba-picturediscs-3dbundle-v2.jpg" title="https://images.rockol.it/uRC6njzgtIBC08Z_VPGnBp1yF5s=/700x0/smart/rockol-img/img/foto/upload/abba-picturediscs-3dbundle-v2.jpg" class="img-responsive" /></div>

Ancora diverso il caso dei picture disc, nei quali sono presenti tre strati sovrapposti: il supporto il PVC trasparente, lo strato con l’immagine stampata e un terzo strato sempre in PVC trasparente con i solchi incisi. “In quel caso si parla di operazioni artistiche, non di supporti da ascoltare - sottolinea Ricci - è come se fossero quadri più da guardare che da ascoltare”.

vinile

Taylor Swift

Billie Eilish

Giallo e nero, come quello dell’edizione limitata del loro “Dark matter” che i Pearl Jam spediranno nei negozi il 21 aprile prossimo in occasione del Record Store Day 2024. Grigio fumè, come una delle tante varianti volute da Taylor Swift per il suo “The tortured poets department”, in uscita il 19 aprile (ce n’è anche una color beige). Rosso fuoco con venature nere, come quello che Billie Eilish ha deciso di rendere disponibile in esclusiva su Amazon per il suo “Hit me hard and soft”, che uscirà il 17 maggio. E via dicendo. 50 sfumature di vinile, verrebbe da dire. La moda dei vinili colorati impazza già da qualche anno, con gli artisti e le case discografiche sempre alla ricerca di nuove trovate per invogliare i fan e collezionisti a mettere mano al portafoglio.

Il sasso lo ha lanciato la stessa Billie Eilish: “Viviamo in un'epoca in cui, per qualche motivo, è molto importante per alcuni artisti realizzare ogni tipo di vinile e packaging diverso. Il che fa salire le vendite e i numeri e fa guadagnare agli artisti più soldi”, ha detto. La popstar losangelina voleva sensibilizzare sull’impatto sull’ambiente della stampa di un numero così elevato di vinili (“Faccio di tutto per essere sostenibile, mentre altre star pensano solo alle vendite”, ha detto, lei che dopo aver spedito nei negozi nel 2021 addirittura otto varianti in vinile del suo “Happier than ever” si è cosparsa il capo di cenere e si è schierata apertamente a favore della causa ambientale).&nbsp;Invece le sue dichiarazioni hanno finito per <a href="https://www.rockol.it/news-743549/billie-eilish-vendite-gonfiate-dalle-edizioni-limitate">sollevare un polverone</a> per il presunto attacco - <a href="https://www.rockol.it/news-743572/billie-eilish-contro-taylor-swift-edizioni-limitate-gonfiano-vendite">poi smentito</a> - alla collega Taylor Swift, che lo scorso autunno ha fatto stampare addirittura 14 diverse varianti di “1989 (Taylor’s Version)”. Che mosse del genere siano pure operazioni di marketing è ovvio. Che il vinile abbia un impatto non indifferente sull’ambiente non è un mistero (un solo disco produrrebbe circa 0,5 kg di CO₂, senza considerare l’inquinamento dovuto al trasporto e agli&nbsp;imballaggi). Che i vinili colorati siano più o meno brutti di quelli neri, è questione di gusto. Una questione rimane aperta, però: ma i vinili colorati si sentono meglio, peggio o come quelli neri?

L’abbiamo chiesto a uno dei massimi esperti italiani del formato, Giulio Cesare Ricci, 63 anni, ingegnere del suono, fondatore e presidente della casa discografica Fonè, che a Peccioli, in provincia di Pisa, da oltre quarant’anni si occupa di produzione musicale di alta qualità. Che sfata subito un mito: il classico disco “nero” è a tutti gli effetti un disco colorato. Proprio così: “Fu la Philips a inventare il 33 giri e in origine lo colorò di nero per dare continuità alla tradizione dei 78 giri in bachelite che ascoltavano i nostri nonni. Il vinile nasce in natura color champagne: il PVC, il materiale con il quale si realizza il disco, è di per sé trasparente”, spiega Ricci. Spazzato via subito ogni dubbio sulla qualità dei formati? Non proprio.

Giulio Cesare Ricci di Fonè

Spesso a fare la differenza, più che la sostanza usata per colorare i vinili, sono i processi produttivi: “Noi di Fonè abbiamo una linea di stampaggio in Giappone. Non abbiamo mai stampato in Italia: abbiamo storicamente stampato in Germania o negli Usa e in Giappone, come negli ultimi anni, perché in Italia si è sempre fatto un prodotto normale, invece il repertorio di Fonè è legato a un prodotto speciale e sfortunatamente nel nostro paese non abbiamo trovato pane per i nostri denti. Noi li stampiamo esclusivamente color champagne, al naturale, senza pigmento nero”, spiega Ricci. Rimane però da capire se l’utilizzo di colorazioni diverse dal nero faccia aumentare la rumorosità del disco.

I Metallica hanno ristampato i loro primi cinque album su vinile colorato

La risposta, secondo “Mastro Vinile”, così come Renzo Arbore chiama Ricci, è sì: “Ritengo da prove fatte che l’utilizzo di pigmenti diversi dal nero faccia aumentare leggermente la rumorosità del disco. Si nota un leggerissimo tappeto rumoroso in più. Si sta parlando di pulizia del suono che, per come la vedo io e per la mia filosofia, nella lettura del disco è fondamentale”. Insomma, nel caso dei dischi colorati con pigmenti diversi dal nero, l’aggiunta di ulteriori pigmenti - dal rosso, blu, giallo, verde - determina una maggiore rumorisità: “Il vinile colorato è nato per questioni più di marketing che altro. Chi acquista vinili e ascolta vinili, vuole e si aspetta la qualità migliore: con il disco colorato c’è il rischio concreto che la qualità sia inferiore”.

I picture disc degli ABBA

Ancora diverso il caso dei picture disc, nei quali sono presenti tre strati sovrapposti: il supporto il PVC trasparente, lo strato con l’immagine stampata e un terzo strato sempre in PVC trasparente con i solchi incisi. “In quel caso si parla di operazioni artistiche, non di supporti da ascoltare - sottolinea Ricci - è come se fossero quadri più da guardare che da ascoltare”.

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I vinili colorati si sentono meglio, peggio o come quelli neri?

Industria

50 sfumature di vinile. Ma la qualità del suono ne risente? L'abbiamo chiesto all'esperto.

L'espansione dell'industria musicale a oriente è una realtà ormai consolidata, ma mentre molti di noi tendono a guardare con maggiore interesse all'estremo oriente, come il sud est asiatico, la Corea o l'India, molto di interessante accade anche in medio oriente. Lo dimostrano alcune delle ultime mosse di aziende e governi, interessati evidentemente a consolidare le proprie posizioni su territori sempre più promettenti.

E' il caso ad esempio di AWAL, etichetta e fornitrice di servizi per artisti, che ha deciso di espandersi in quella direzione con l'apertura della filiale AWAL Middle East, con sede a Dubai e una partnership con&nbsp;Sony Music Middle East. "La nostra missione sarà quella di dare maggiori strumenti agli artisti indipendenti locali per espandersi in tutto il mondo, fornendo una gamma omnicomprensiva di servizi che garantiranno però loro di mantenere la proprietà del master" recita il comunicato. Le prime firme lavorate dalla nuova filiale&nbsp;saranno l'artista egiziano Wegz, già un fenomeno discografico nell'area in questione, e l'etichetta da lui fondata, la Raad Records.

Anche l'industria del live potrebbe però avere presto nuovi sbocchi a est degli Urali, stavolta "importando" artisti dall'estero. In Uzbekistan la Fondazione per lo Sviluppo dell'Arte e della Cultura (un ente governativo che dipende direttamente dal ministero della cultura) sta infatti collaborando attivamente con soggetti privati per far sì che Samarcanda e dintorni diventino una nuova tappa per i grandi tour delle star occidentali: sarebbero in corso trattative per portare in loco i concerti di Jennifer Lopez, Andrea Bocelli e Jean-Michel Jarre. L'idea, ovviamente, non è solo quella di premiare gli ascoltatori&nbsp;locali, ma anche di incrementare il turismo internazionale tramite i fan accorsi dall'estero per la tappa uzbeka del loro idolo. Insomma, i mercati emergenti sono un panorama sempre più vivace e dagli orizzonti in divenire.

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Grandi manovre a oriente: i casi di AWAL e Uzbekistan

L'etichetta apre al Medio Oriente, il paese asiatico lancia un'agenzia per attirare artisti in tour

Dopo Giappone, nord America, sud America e Cina, HYBE ha aggiunto un nuovo capitolo alla propria strategia di espansione sui mercati internazionali: la multinazionale considerata la prima potenza sul panorama K-pop a livello globale ha annunciato l’apertura di una filiale indiana a Mumbai.

"Con circa 185 milioni di utenti, il mercato indiano dello streaming musicale è il secondo più grande al mondo, il che lo rende il mercato perfetto per implementare la nostra strategia di crescita”, ha fatto sapere l’azienda in una nota: "La straordinaria ascesa del K-pop in India evidenzia il potenziale del Paese come mercato importante e siamo entusiasti di espandere la nostra presenza".

Il nuovo presidio servirà a HYBE per scoprire artisti locali e svilupparne le carriere a livello nazionale e internazionale, sfruttando la propria rete di filiali su scala globale. Con una popolazione pari a 1,4 miliardi di persone, l’India - secondo i più recenti dati IFPI - rappresenta il 15esimo mercato al mondo per fatturato nel settore della musica registrata.

HYBE si espande: aperta una filiale in India

Nuovi uffici a Mumbai per il gigante del K-pop

<a href="https://musicbiz.rockol.it/news-754001/deezer-si-intensifica-la-lotta-ai-brani-generati-dall-ai">Dopo Deezer</a>, anche Spotify ha annunciato nuove misure per arginare il caricamente, sui propri server, di brani “spam” generati tramite modelli di intelligenza artificiale: il DSP svedese quotato a New York ha fatto sapere di aver rimosso dal proprio catalogo oltre 75 milioni di canzoni create con l’AI.

“Il ritmo dei recenti progressi nella tecnologia dell'intelligenza artificiale generativa è sembrato rapido e a tratti inquietante, soprattutto per i creativi”, ha fatto sapere l’azienda in una nota ufficiale: “Nel migliore dei casi, l'intelligenza artificiale sta aprendo nuove incredibili possibilità per gli artisti di creare musica e per gli ascoltatori di scoprirla. Nel peggiore dei casi, l'intelligenza artificiale può essere utilizzata da malintenzionati e content farm per confondere o ingannare gli ascoltatori, distorcere l'ecosistema musicale e interferire con gli artisti autentici che lavorano per costruire la propria carriera. Questo tipo di contenuti di intelligenza artificiale dannosi degrada l'esperienza utente per gli ascoltatori e spesso tenta di deviare le royalties verso malintenzionati”.

“Il futuro dell'industria musicale è ancora in fase di definizione e crediamo che un’energica protezione contro gli aspetti peggiori dell'intelligenza artificiale di nuova generazione sia essenziale per consentire ad artisti e produttori di sfruttarne il potenziale”, prosegue Spotify: “Immaginiamo un futuro in cui artisti e produttori abbiano il controllo su come e se integrare l'intelligenza artificiale nei loro processi creativi. Come sempre, lasciamo queste decisioni creative agli artisti stessi, continuando a lavorare per proteggerli da spam, impersonificazione e inganni, e offrendo agli ascoltatori una maggiore trasparenza sulla musica che ascoltano. Questo percorso non è nuovo per noi. Abbiamo investito molto nella lotta allo spam nell'ultimo decennio. Infatti, solo negli ultimi 12 mesi, un periodo caratterizzato dall'esplosione degli strumenti di intelligenza artificiale generativa, abbiamo rimosso oltre 75 milioni di tracce spam da Spotify”.

Il DSP ha fatto sapere di aver “introdotto una nuova policy sull'impersonificazione che chiarisce come gestiamo i reclami relativi a cloni vocali [i deepfake, ndr] basati sull'intelligenza artificiale (e altre forme di impersonificazione vocale non autorizzata), offrendo agli artisti tutele più solide e un ricorso più chiaro. L'impersonificazione vocale è consentita nella musica su Spotify solo quando l'artista impersonato ne ha autorizzato l'utilizzo”.

In autunno sarà poi lanciato “un nuovo filtro anti-spam musicale, un sistema che identificherà gli utenti che caricano musica e i brani che adottano queste tattiche, li taggherà e smetterà di consigliarli”. Sarà inoltre supportato “il nuovo standard di settore per la divulgazione dell'IA nei crediti musicali, sviluppato tramite DDEX”, che permetterà “ad artisti e titolari dei diritti un modo per indicare chiaramente dove e come l'IA ha svolto un ruolo nella creazione di un brano, che si tratti di voci, strumentazione o post-produzione generate dall'IA. “Questo cambiamento - specifica Spotify - mira a rafforzare la fiducia sulla piattaforma. Non si tratta di punire gli artisti che utilizzano l'IA in modo responsabile o di declassare i brani per aver divulgato informazioni sulle modalità di creazione”.

“Sebbene l'intelligenza artificiale stia cambiando il modo in cui viene creata parte della musica, le nostre priorità rimangono costanti”, hanno concluso i gestori della piattaforma: “Stiamo investendo in strumenti per proteggere l'identità degli artisti, migliorare la piattaforma e offrire agli ascoltatori maggiore trasparenza. Sosteniamo la libertà degli artisti di utilizzare l'intelligenza artificiale in modo creativo, contrastando attivamente il suo uso improprio da parte di content farm e malintenzionati. Spotify non crea né possiede musica; questa è una piattaforma per musica concessa in licenza in cui le royalty vengono pagate in base al coinvolgimento degli ascoltatori e tutta la musica è trattata allo stesso modo, indipendentemente dagli strumenti utilizzati per realizzarla. Questi aggiornamenti sono gli ultimi di una serie di cambiamenti che stiamo apportando per supportare un ecosistema musicale più affidabile per gli artisti, i titolari dei diritti e gli ascoltatori”.

Spotify, cancellati oltre 75 milioni di ‘brani spam’

Il DSP svela nuove policy per arginare l’invasione di tracce generate dall’AI

A pochi giorni dall’integrazione nella denuncia a proprio carico avanzata dalle principali etichette discografiche, Suno ha presentato ufficialmente V5, la nuova release del proprio modello di intelligenza artificiale generativa musicale. Definito dalla stessa azienda il tool “più avanzato” mai reso disponibile nel settore, V5 “compone come un vero musicista, adattandosi come mai successo prima alle interazioni con un collaboratore”, offrendo “voci naturali e autentiche”, “un netto miglioramento nella qualità audio” e “voci naturali e autentiche”. Il servizio è disponibile su abbonamento ai livelli Pro (8 dollari al mese) e Premier (24 dollari al mese).

"V5, essendo la versione più recente, sarà riservata solo agli utenti professionisti", ha spiegato Georg Kucsko, CTO di Suno, che ha spiegato come la versione beta del modello consentirà alla società di "imparare rapidamente tutti gli errori che abbiamo commesso e le cose che dobbiamo correggere e migliorare rapidamente".

Suno, ecco il modello di AI musicale ‘più avanzato di sempre’

Il nuovo V5 ‘compone come un vero artista, e si adatta ai collaboratori’

Secondo fonti consultate da Reuters sarebbe attesa per oggi, giovedì 25 settembre, la firma dell’ordine esecutivo con il quale il presidente degli Stati Uniti Donald Trump certificherà la conformità al Protecting Americans from Foreign Adversary Controlled Applications Act del <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-754208/tiktok-negli-usa-washington-e-pechino-a-un-passo-dall-accordo">TikTok “americano”</a>, ovvero della nuova entità nata dall’accordo tra Bytedance - società cinese sviluppatrice della piattaforma - e una cordata di investitori americani. Al momento, si attende conferma delle indiscrezioni da parte di fonti ufficiali della Casa Bianca.

La nuova entità commerciale dietro al “nuovo” TikTok sarà partecipata da - tra gli altri - Susquehanna International Group, General Atlantic e KKR (attuali investitori di Bytedance, con una quota nel capitale non superiore al 20%), oltre che dalle private equity Andreessen Horowitz e Silver Lake, alle quali dovrebbero aggiungersi anche il fondatore e CEO della Dell Michael Dell e il magnate dei media Rupert Murdoch, fondatore e presidente onorario di News Corp. Il governo americano ha specificato che non sarà intestatario di alcuna quota della nuova società.

TikTok negli USA, per Reuters oggi il via libera di Trump

Attesa la firma dell’ordine esecutivo che permetterà al social di operare nel paese

Linecheck Music Meeting and Festival ha annunciato nuove aggiunte alla line up della propria undicesima edizione, in programma dal 17 al 22 novembre 2025 a Milano presso BASE - nell’ambito della Milano Music Week.

Tra i debutti inclusi nel programma ci sono quelli di Joy Orbison, Judeline e Nick León, mentre tra le nuove collaborazioni c’è quella con FAROUT Live Arts Festival, il festival prodotto da BASE Milano, che intreccia il mondo della musica con quello delle arti performative.

Oltre a Joy Orbison, che si esibirà venerdì 21 novembre, sempre venerdì sarà protagonista Nick León (Live A/V), producer e sound designer di Miami che porterà a Linecheck un live audiovisivo immersivo. Sabato 22 novembre sarà invece la volta di Judeline, giovane talento spagnolo che mescola pop e sonorità urbane.

Lucy Railton aprirà Linecheck lunedì 17 novembre nella cornice dell’Auditorium San Fedele, in collaborazione con Inner_Spaces e Kadmonia. La serata successiva, martedì 18 novembre, l’Auditorium di Milano, vedrà protagoniste le polifonie mediterranee delle Tarta Relena, la voce e il trombone di Rita Payés e le atmosfere neoclassiche di Sissi Rada. Giovedì 20 novembre, il festival prende vita a BASE Milano con una serata che accende i suoi spazi attraverso una lineup che unisce nuove voci e sperimentazione: dal ritorno dei Delicatoni, già protagonisti di precedenti edizioni, al jazz d’avanguardia della batterista Evita Polidoro, passando per l’electro-pop visionario dei Crème Solaire e i Le Feste Antonacci, freschi di un nuovo album. Completano il cartellone i Camaleoni con il loro sound psichedelico, i Mortòri tra folk e poesia urbana, la producer Cosmic Bride e la cantautrice e attivista sudafricana Msaki.

Venerdì 21 novembre la lineup intreccia club culture e nuove sperimentazioni: dal dream-pop elettronico dei Night Tapes all’industrial-techno dei KOMPROMAT – il duo formato da Vitalic e Rebeka Warrior – passando per le sonorità di James K, l’opera audiovisiva di Meuko Meuko &amp; NONEYE, il producer polacco Julek Ploski, l’artista visiva e sonora Meritxell de Soto e il live di NAVA, oltre ai due nuovi ingressi Joy Orbison e Nick León. Sabato 22 novembre, sempre a BASE, la programmazione si chiude con una serata che alterna sensibilità pop e sperimentazione radicale: Luzai, la forza club-oriented del live di TAAHLIAH, le esplorazioni elettroniche di Kaitlyn Aurelia Smith, le traiettorie ibride di Agenda dei Buoni Propositi, Babymorocco, i DJ set di Grove e di Sega Bodega, insieme alla voce magnetica di Judeline.

All’interno del palinsesto di Linecheck Music Meeting and Festival 2025, la musica si contamina con il mondo della performance. Quest’anno Linecheck si apre a nuovi linguaggi grazie alla collisione con FAROUT Live Arts Festival, il festival di live arts prodotto da BASE Milano e ispirato al pianeta più lontano dal sole. Alcune delle performance in programma saranno curate direttamente da FAROUT, dando vita a un dialogo inedito tra suono e arti performative che attraverserà l’intera settimana. Tra i progetti in programma:

- Niño de Elche + Ernesto Artillo: Investito&nbsp;

- Falegnameria Marri

(performance incluse nel BASE Full Pass e nel Single Ticket di mercoledì 19 a BASE Milano)

- Annamaria Ajmone + Laura Agnusdei: Bleah!!!

- Gruppo Nanou + OvO: Canto Primo

- Olimpia Fortuni + Katatonic Silentio

(Performance in programmazione Farout con biglietto a parte. Per questi spettacoli saranno previste scontistiche e agevolazioni per Linecheck Delegates e possessori dei Single Night Tickets a BASE Milano. Maggiori info su linecheck.it).

Il percorso di Linecheck si estende nuovamente a Bologna, grazie alla collaborazione con ROBOT Festival, partner storico della manifestazione. Sabato 22 novembre, negli spazi di DumBO, l’appuntamento vedrà protagonisti Night Tapes e KOMPROMAT, per un evento che celebra la connessione tra club culture e ricerca sonora. I biglietti super early bird per l’evento di Bologna sono disponibili su www.linecheck.it/tickets.

Linecheck 2025, gli aggiornamenti sul cast

Nuovi nomi e nuove collaborazioni in line-up

Nel corso dell’estate appena conclusasi <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-752165/assoconcerti-e-una-nessuna-centomila-video-contro-la-violenza-donne">il video “E’ come sembra”</a>, prodotto da AssoConcerti, diretto da Anna Foglietta e ideato dal laboratorio artistico della Fondazione Una Nessuna Centomila, è stato proiettato in occasione di oltre 800 concerti, per un totale di circa 5 milioni e mezzo di spettatori: l’iniziativa, definita dalla stessa associazione di promoter musicali “senza precedenti” per numeri e impatto, è stata ideata per “per prevenire e contrastare la violenza contro le donne”, e per “sensibilizzare il pubblico e promuovere una maggiore consapevolezza sul tema della violenza di genere, affrontando pregiudizi e stereotipi culturali attraverso il linguaggio diretto ed emozionale della musica live”.

“Grazie alla forza dei numeri che oggi raccoglie la musica dal vivo, abbiamo deciso di mettere i nostri palcoscenici al servizio di questa battaglia di civiltà”, ha dichiarato il Presidente di AssoConcerti Bruno Sconocchia.

Il prossimo appuntamento live con Una Nessuna Centomila è fissato per domani, 25 settembre, in Piazza Plebiscito, a Napoli: i proventi del concerto, al netto dei costi, verranno devoluti a strutture individuate dalla Fondazione Una Nessuna Centomila per il sostegno dei centri antiviolenza, assicurando la continuità nel tempo delle attività da loro realizzate nel fornire il doveroso supporto alle donne.

AssoConcerti, i numeri del video ‘E’ come sembra’

La clip proiettata a oltre 800 concerti nell’estate 2025

Sono stati resi noti oggi i dati relativi alla prima rilevazione della nuova Audiradio, la ri-fondata società incaricata di raccogliere i dati degli ascolti radiofonici nel nostro paese. Dopo diversi anni di assenza tornano a essere rilevati&nbsp;anche gli ascolti delle emittenti del gruppo&nbsp;Radio Rai, che si era sfilata da TER, la società che si occupava precedentemente dei dati di ascolto,&nbsp;lamentando errori e imprecisioni.

Come si è evoluto, quindi, il panorama radiofonico italiano? Va sottolineato che i dati di questa tornata non possono essere in alcun modo paragonati a quella precedente, essendo cambiata la struttura deputata a raccoglierli. Fatta questa doverosa premessa, nel giorno medio&nbsp;RTL 102.5 si conferma essere la radio più ascoltata nel nostro territorio, con oltre 6 milioni e 600mila ascoltatori quotidiani. Segue (grande novità) Radio Italia Solo Musica Italiana, con oltre 6 milioni; chiude il podio RDS, anche lei con oltre 6 milioni ascoltatori quotidiani. Il gruppo più ascoltato a livello nazionale è Radio Mediaset, con il 42,9% di ascoltatori nel giorno medio. Radio Rai, appena rientrata, registra buone performance, con tutte e tre le radio principali presenti nella top 25: si tratta rispettivamente di Rai Radio1 alla settima posizione (oltre 3 milioni di ascoltatori quotidiani), Rai Radio2 alla nona (oltre 2 milioni e 600mila ascoltatori) e Rai Radio3 alla ventunesima (oltre 1 milione di ascoltatori).

La classifica, come sempre, cambia se si prende in esame il quarto d'ora medio, dove vengono premiate soprattutto le radio che hanno programmi o segmenti&nbsp;molto forti e molto ascoltati, e un pubblico ben fidelizzato. A capitanare la classifica è Radio Deejay con 621.000 ascoltatori, seguita da Radio 105 (615.000) e RDS (566.000).&nbsp;

Grande soddisfazione da parte di Lorenzo Suraci, patron del gruppo RTL 102.5:&nbsp;“È un grande orgoglio vedere RTL 102.5 sempre al vertice, ma per me il vero vincitore è l’intero Gruppo. Con Radiofreccia e Radio Zeta il network RTL 102.5 raggiunge e supera gli 9,2 milioni di ascoltatori” ha dichiarato. Analoga gioia da parte di Linus, che ricopre le cariche di&nbsp;presidente di Elemedia, di direttore editoriale Radio GEDI e di direttore artistico di Radio Deejay e Radio Capital.&nbsp;“Sono felice di vedere che i nuovi dati confermano quanto il pubblico ami le nostre radio: tre identità distinte che sono un punto di riferimento per tanti ascoltatori”&nbsp;dice. “Non solo il pubblico ci sceglie ma resta con noi, come dimostra il primato di Deejay nel quarto d'ora medio, il parametro che premia la fedeltà di ascolto, oltre a essere molto importante a livello commerciale, come mi dicono i colleghi della nostra concessionaria Manzoni".

&nbsp;

Disponibile la prima rilevazione della nuova Audiradio

I dati sono relativi al primo semestre del 2025, e includono di nuovo anche le emittenti Radio Rai

E’ venuto a mancare Romano Razzini, figura di primo piano della discografia italiana, colonna della CGD, etichetta attiva dal ‘48 al 1988 poi assorbita da gruppo Warner Music che ebbe nella sua sede di via Quintiliano, a Milano, il suo storico quartier generale. Presso la Compagnia Generale del Disco, dove aveva ricoperto il ruolo di Direttore Commerciale, Razzini aveva avuto l’opportunità di lavorare al fianco di artisti di spicco come - tra gli altri - i Pooh, coi quali - per sua stessa ammissione - riuscì a stringere un rapporto speciale.

Nel dettaglio - aveva ricordato Razzini in un'intervista concessa a Milano Pavia TV nel 2019 - particolarmente importanti, nella sua carriera, furono progetti come il primo "Best of" dei Pooh, il singolo di debutto di Laura Pausini "La solitudine" e "Si può dare di più", brano interpretato da&nbsp;Umberto Tozzi, Gianni Morandi ed Enrico Ruggeri che nel 1987 vinse il Festival di Sanremo. "Era un periodo dove c'era una grande concentrazione di uscite", aveva ricordato Razzini: "Noi, alla divisione Commerciale della CGD, non ci limitavamo a dare attenzione ai nostri artisti, ma eravamo anche alla ricerca di prodotti di etichette indipendenti per i quali curavamo la distribuzione".

Una grande soddisfazione, per Razzini, fu il "doppio trionfo" al Festival di Sanremo del 1993, che ebbe per vincitori Enrico Ruggeri con "Mistero" nella sezione Big e Laura Pausini con "La solitudine" in quella riservata alle Novità.&nbsp;“In quel periodo ci fece visita il nostro presidente europeo”, aveva ricordato Razzini: “Dopo avergli fatto ascoltare i due brani, ci disse: ‘Pensate davvero di andare a Sanremo e raccogliere dei risultati con queste due canzoni? Buona fortuna’. Ma noi ne eravamo convinti”.

Tra i primi a ricordare Razzini, sui propri canali social, sono stati Andrea Rosi (Presidente e CEO di Sony Music Italy) e Pippo Landro (fondatore di New Music International). 
 
Dopo l’acquisizione di CGD da parte di Warner Music, si ritirò dalla vita professionale alla fine degli anni Novanta.&nbsp;“Già da qualche anno era chiaro che il mercato stesse cambiando, e non in meglio”, aveva spiegato, ricordando le ultime fasi della sua carriera professionale: “Quindi decisi di togliermi dal mercato: per finire in bellezza avevo capito di dover fare il gesto di lasciare spazio ai giovani, e lasciare con dignità”. Dopo la fine della carriera come discografico, aveva stabilito la sua residenza a Montalto Pavese, paese di origine della moglie.

Romano Razzini era il padre di Roberto (già Managing Director di Warner Chappell Music Italy e Sony Music Publishing Italy) e Raffaele (VP Finance &amp; CFO - Finance di Warner Music Italia), ai quali vanno le più sentite condoglianze di Rockol.

Addio a Romano Razzini

E’ stata una figura storica della discografia italiana

Da settimane ormai infuria il dibattito sulla cover di "La mia storia tra le dita"&nbsp;realizzata da Laura Pausini: l'autore e interprete della versione originale, Gianluca Grignani, aveva fatto intendere che&nbsp;Pausini e il suo staff avessero in qualche modo agito a sua insaputa, e che addirittura avessero cambiato il testo del brano senza interpellarlo. In quest'ultimo caso il riferimento è a un verso che è stato modificato in "E se davvero non vuoi dirmi che hai sbagliato / Ricorda, a volte un uomo va anche perdonato", anziché "ho sbagliato", come da prima versione: a detta di Grignani ciò altererebbe il senso del brano, tanto da essersi persuaso a intraprendere le vie legali per tutelare la sua opera.

Pausini ha sempre sostenuto di avere tutte le autorizzazioni del caso per la cover in questione, e la conferma ora arriva anche da Warner Chappell, editore del brano e rappresentante dei relativi autori: "Warner Chappell Music Italiana dichiara che le versioni del brano 'La mia storia tra le dita' realizzate da Laura Pausini sono state realizzate da Gente Edizioni Musicali dopo aver ottenuto tutti i diritti e le autorizzazioni necessarie" recita la nota stampa appena diffusa. "Warner Chappell Music Italiana auspica di risolvere amichevolmente la questione".

Aggiornamento alle ore 10.30 di giovedì 25 settembre: Ansa riporta una nota dell'avvocato Giorgio Tramacere, che rappresenta&nbsp;Gianluca Grignani e Massimo Luca, autori di "La mia storia tra le dita". In replica a quanto dichiarato da Warner Chappell, Tramacere ha diramato la seguente nota: "Nessuna autorizzazione alla modifica del testo dell'opera&nbsp; è mai stata rilasciata dagli autori tant'è che, nonostante la diffida già inoltrata e il clamore mediatico, tali asserite autorizzazioni non sono mai state esibite. Tanto premesso, poiché la nota diffusa è gravemente lesiva della reputazione degli autori, i signori Gianluca Grignani e Massimo Luca comunicano che procederanno nei confronti del legale rappresentante della Warner Chappell Music per il reato di diffamazione aggravata a mezzo stampa". Vi terremo aggiornati degli sviluppi.

Caso 'La mia storia tra le dita': la nota di Warner Chappell

Il riferimento è alla vicenda che vede contrapposti Gianluca Grignani e Laura Pausini

Motorola ha annunciato la nomina di Achille Lauro come brand ambassador del proprio marchio per il nostro Paese: la collaborazione vedrà l’artista come protagonista di una campagna centrata sulla famiglia di prodotti Motorola Edge. L’operazione - ha fatto sapere l’azienda in una nota - “segna un momento cruciale nel percorso di Motorola nel mondo della musica. Questo sodalizio rafforza l'impegno del brand nel sostenere l'espressione creativa e nel dialogare con le nuove generazioni, confermando la musica come linguaggio universale per ispirare e coinvolgere”.

“Ho sempre creduto che lo stile non sia solo apparenza, ma un vero atto di libertà, il modo in cui scegliamo di raccontarci e di lasciare un segno” ha dichiarato Achille Lauro. “Collaborare con Motorola significa portare questa visione - che ho sempre voluto rappresentare attraverso la mia musica e la mia creatività - anche nel mondo della tecnologia: rompere gli schemi, elevarsi, raccontarsi senza filtri”, ha dichiarato Achille Lauro: “Serve qualcosa che ci rappresenti, che amplifichi la nostra voce, che ci accompagni nei percorsi più intimi e creativi. Questa campagna si rivolge a una generazione che non ha paura di mostrare chi è e che cerca nella tecnologia un’estensione del proprio modo di essere. E’ un invito a salire, a guardare avanti, con coraggio e consapevolezza".

"Siamo estremamente entusiasti di dare il benvenuto ad Achille Lauro in Motorola come nostro nuovo Brand Ambassador per l'Italia", ha aggiunto Giorgia Bulgarella, Head of Marketing di Motorola Italia: "Achille Lauro incarna perfettamente i valori di Motorola: innovazione, audacia, autenticità e la capacità di distinguersi. Il suo percorso artistico, la sua inconfondibile estetica e il suo profondo legame con la musica lo rendono il partner ideale per rafforzare il nostro messaggio e la nostra connessione con un pubblico che cerca non solo tecnologia, ma anche un modo per esprimere la propria identità. Questa campagna è un vero e proprio inno alla vita che dedichiamo alla Generazione Z: un invito a salire con noi, a elevare il proprio punto di vista per accogliere il futuro con un'attitudine aperta e positiva. E’ la celebrazione dei valori di autenticità e passione che condividiamo con Achille Lauro, e che vogliamo trasmettere a un'intera generazione, anche attraverso la nostra tecnologia”.

Achille Lauro, una partnership con Motorola

L’artista è stato nominato brand ambassador del marchio per l’Italia

Un piccolo, ma significativo passo per&nbsp;sostenere il circuito indipendente dei live e dei piccoli locali: anche la Germania, come già avevano fatto la Francia e l'Inghilterra, introdurrà a partire dal gennaio 2026 un contributo economico a favore dei live club underground e dei tour finanziariamente meno strutturati e redditizi, nonché degli artisti giovani ed&nbsp;emergenti che si trovano on the road per la prima volta. Lo ha annunciato la Fondazione Federale per la Cultura dal Vivo (un'associazione affiliata al governo tedesco) in occasione del&nbsp;Reeperbahn Festival di Amburgo.

Al momento si tratterà di un'iniziativa su base volontaria: saranno le grandi realtà che dovranno attivamente aderire se interessate, devolvendo alla&nbsp;causa una percentuale simbolica dei proventi della vendita dei loro biglietti. Già oltre 30 partner si sono già impegnati a farlo: si tratta di grandi club, festival, promoter, società di ticketing, arene e palazzetti.

Anche la Germania introduce un contributo per i piccoli live club

Come già avviene in Francia e in Inghilterra, le grandi realtà contribuiranno a sostenere le piccole

Un'altra acquisizione internazionale per Frontiers Music Group: entra a far parte del suo roster il cantautore e chitarrista Jared James Nichols, nato in Winsconsin e residente a Nashville, e già uno dei nomi più apprezzati in ambito blues e classic rock (uno dei settori chiave per le attività dell'etichetta, oltre all'ambito metal, hard rock e alternative). L'artista è già al lavoro sul suo quarto album.

"Sono assolutamente entusiasta di annunciare la mia firma con Frontiers", ha dichiarato l'artista:&nbsp;"Sono pronto a raggiungere un livello superiore con nuova musica e questa partnership epica. Hanno creato una squadra di professionisti del settore esperti e lungimiranti che capiscono il rock'n'roll. Il cielo è il limite con il team stellare, appassionato e tosto di Frontiers". 
 
Mario de Riso, A&amp;R e Business Affairs VP per Frontiers, commenta così il suo ingresso in squadra: "Sono davvero felice di aver lavorato per portare a bordo Jared James Nichols. La sua visione e il suo talento fanno di questa collaborazione un match perfetto, e non vedo l'ora di vedere quello che ci aspetta in futuro".

"Sono un grande ammiratore di Jared da molto tempo", ha aggiunto&nbsp;Tim Bailey, Head Of Label – International di&nbsp;Frontiers:&nbsp;"E' un talento raro e unico ed è molto siginificativo&nbsp;che abbia scelto Frontiers come sua nuova casa. Ultimamente, l'etichetta si è impegnata a fondo per ricercare i migliori artisti rock contemporanei dal sound classico, e con Jared abbiamo fatto centro. E' un momento davvero entusiasmante per Frontiers, che si sta consolidando sulla tradizione quasi trentennale dell'etichetta".

Jared James Nichols

Roster, Jared James Nichols firma con Frontiers

La label italiana è tra le leader del mercato mondiale in ambito classic rock, metal e hard rock

Nel corso di una conversazione in video pubblicata online tra il CEO di NVIDIA,&nbsp;Jensen Huang, e il cofondatore di <a href="http://www.rockol.it/tutto-su/elevenlabs">ElevenLabs</a>,&nbsp;Mati Stanishevski,&nbsp;<a href="http://www.rockol.it/tutto-su/nvidia">NVIDIA</a> ha annunciato un investimento nella startup anglo-polacca specializzata in AI audio che, nello scorso&nbsp;agosto, aveva lanciato Eleven Music – un rivale di <a href="http://www.rockol.it/tutto-su/suno">Suno</a> e <a href="http://www.rockol.it/tutto-su/udio">Udio</a>&nbsp;con sedi a Londra e New York – segnando la sua espansione oltre la sintesi vocale verso la generazione musicale completa tramite intelligenza artificiale. A differenza di Suno e Udio, però, Eleven Music ha già firmato accordi di licenza con importanti detentori di diritti, tra cui Merlin e un’intesa con l’editore Kobalt.

L’investimento - per un ammontare non reso noto - rientra nella strategia di NVIDIA di puntare con decisione sull’ecosistema AI britannico, con un piano da&nbsp;2 miliardi di sterline&nbsp;destinato alle startup attive negli hub tecnologici di&nbsp;Londra&nbsp;e&nbsp;Cambridge (tra le aziende destinatarie delle risorse di NVIDIA, lo stesso Huang aveva citato Wayve, Oxa, Revolut, PolyAI, Synthesia, Latent Labs e Basecamp Research). Una mossa, questa,&nbsp;che si allinea alla strategia nazionale del Regno Unito per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale.&nbsp;Il contesto politico che fa da sfondo all’investimento è quello del recente “Technology Pact” tra USA e UK, un accordo da&nbsp;42 miliardi di dollari&nbsp;firmato durante la visita del presidente Donald Trump a Londra. Obiettivo: imprimere un “cambio generazionale” nei rapporti tra i due Paesi, promuovendo la ricerca congiunta su AI e calcolo quantistico.&nbsp;NVIDIA, attore centrale di questa alleanza, ha in programma investimenti fino a&nbsp;11 miliardi di sterline&nbsp;in aziende britanniche di AI e la distribuzione di&nbsp;120.000 GPU&nbsp;di nuova generazione, che rafforzeranno la capacità tecnologica del Regno Unito.

Huang ha elogiato la tecnologia della startup, rivelando di usare personalmente la piattaforma per creare una versione digitale della propria voce. Secondo Huang, il valore aggiunto di ElevenLabs è la capacità di restituire&nbsp;emozioni, e quindi “empatia” e “connessione”, andando oltre i soli aspetti tecnici della sintesi vocale.&nbsp;Fondata nel 2022 dagli ex Google e Palantir&nbsp;Piotr Dabkowski&nbsp;e&nbsp;Mati Stanishevski,&nbsp;ElevenLabs&nbsp;è diventata in pochissimo tempo un punto di riferimento nel mercato delle tecnologie vocali. Nel settembre 2025 la sua valutazione ha raggiunto i&nbsp;6,6 miliardi di dollari, confermandola tra le realtà più promettenti del settore.

Nvidia ha, al momento di andare online, una valutazione di $ 4,34 triliardi, che la rende la socità più capitalizzata al mondo.

AI e musica: Nvidia punta su ElevenLabs

Il colosso dei chip per Gen AI investe nella startup anglo-polacca

Debutterà su Fortnite il prossimo sabato, 27 settembre, un’iniziativa speciale che avrà per protagonisti i Daft Punk: l’”experience” che avrà per protagonista l’ormai disciolto duo parigino di “Harder, Better, Faster, Stronger” è stata definita “un parco giochi completamente interattivo che include diverse stanze, con diversi modi per vivere la musica della band”.

Tra le attività previste ci sono quelle che permetteranno al pubblico di remixare una selezione di brani appartenenti al catalogo del duo, di realizzare dei video in stile Lego, di acquistare merchandising digitale come caschi, costumi e strumenti musicali. L’iniziativa prevede anche un after-party, i cui dettagli verranno rivelati nei prossimi giorni.

Daft Punk

Daft Punk, il 27 settembre lo sbarco su Fortnite

‘Un parco giochi interattivo per vivere la musica del duo’

Si è svolta oggi a Palazzo Reale, sede dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Milano,&nbsp;la presentazione del Festival dello Spettacolo, in programma dal 24 al 26 ottobre al Superstudio Più di Milano. Presenti&nbsp;Tommaso Sacchi (Assessore alla cultura del Comune di Milano), Carlo Mandelli (Amministratore delegato Mondadori Media), Aldo Vitali (Direttore Tv Sorrisi e Canzoni), Paolo Salvaderi (Amministratore delegato RadioMediaset),&nbsp;intervenuti per presentare il festival&nbsp;organizzato da Tv Sorrisi e Canzoni e Radio 105.

Si tratta di un festival, il primo in Italia, che vuole dare voce a tutte le varie anime dello spettacolo, dalla tv alla musica, dal cinema alla serialità, passando anche per il food,&nbsp;lo sport e il segmento kids. Previsti ospiti di primo piano di tutti comparti (da Carlo Conti ad Antonella Clerici passando per Fiorello e Aldo, Giovanni e Giacomo), tra cui anche molti interventi dal panorama musicale: Levante, Alfa, Iva Zanicchi, Carolina Benvenga, Gemelli DiVersi, Sarah Toscano,&nbsp;Cristina D'Avena, Orietta Berti, Danti&nbsp;e molti altri ancora, oltre a una serie di secret show.&nbsp;

"Attorno ai nostri brand abbiamo costruito delle comunità che si sono allargate al mondo digitale"&nbsp;spiega Carlo Mandelli, AD Mondadori Media. "Abbiamo utilizzato il brand Sorrisi e Canzoni perché è molto ecumenico, parla di tutti e a tutti: televisione, teatro e musica in primis. Il mondo delle radio, in particolare, è co-produttore di questo festival: tutta la parte dello speaking verrà curata da Radio 105".&nbsp;

"E' un'idea che da subito mi è sembrata adatta a creare qualcosa di grande per Milano, dove hanno sede tutti i principali media e le case discografiche: ma se è vero che l'industria è tutta nella nostra città, non ci sono abbastanza occasioni per riunirla tutta insieme nello stesso luogo" aggiunge l'assessore Tommaso Sacchi. "Proprio come la Milano Music Week, che percepiamo come un evento 'cugino' del Festival dello Spettacolo, siamo sicuri che crescerà tantissimo nel tempo".

"Anche la musica sarà a cura di Radio 105" ribadisce Aldo Vitali, direttore di Tv Sorrisi e Canzoni. "Questo festival nasce da un brainstorming fatto insieme a una società internazionale, per trovare uno sbocco alla nostra testata che non fosse quello classico che già vedete declinato sulla rivista e sui social. Per noi però questo non è il festival di Tv Sorrisi e Canzoni, ma il festival di tutti, tanto che coinvolgeremo tutti gli altri media nei vari incontri".

"Per noi è un progetto molto importante, perché ci dà l'occasione di mettere una nuova luce sui nostri nuovi talenti emergenti" dice Eleonora Rubini, marketing director di Warner Music, che ha co-prodotto il format Sorrisi in Condotta. "Il format che abbiamo creato insieme, e che vedrete per la prima volta al Festival dello Spettacolo, avrà una vita molto più lunga che proseguirà&nbsp;online ancora per molto. Per noi è stato un'ottima occasione, perché lo scouting è una nostra priorità". Tra i giovani artisti coinvolti ci sono&nbsp;Silvestro Baffo, Nox, SillyElly, Luk3, Mimì e Yaraki.

"Durante il festival tutta Radio 105 si trasferirà al Superstudio Più, perché per lavorare veramente bene dovevamo vivere l'evento completamente" aggiunge Donata Crescini, direttore marketing di Radio Mediaset. "Le dirette andranno in onda da lì, diventando l'occasione anche per il pubblico di poter assistere e interagire con il nostro studio radiofonico costruito di fianco al main stage. Dalle 21.00, inoltre, sul main stage si svolgerà 105 Showcase, un'attività di intrattenimento musicale che verrà coinvolti moltissimi artisti del panorama italiano, con uno spettro molto ampio per soddisfare tutte le generazioni presenti".

Festival dello Spettacolo: tre giorni dedicati allo showbusiness

Nel programma anche 'Sorrisi in Condotta', un progetto per artisti emergenti a cura di Warner Music 

Confindustria Cultura ha espresso il proprio sostegno nei confronti del decreto del Ministero della Cultura che estende l’applicazione del compenso per la Copia Privata a tutte le memorie digitali, dalle chiavette Usb agli hard disk, alle memorie negli smartphone ai smartwatch fino al cloud.

“Come Confindustria Cultura Italia sosteniamo lo schema di decreto sulla copia privata proposto dal Ministero della Cultura e ne auspichiamo l’approvazione”, ha dichiarato il presidente della Federazione Luigi Abete. “E’ una falsa rappresentazione quella che vede l’equo compenso come una tassa sull’innovazione e sulle tecnologie digitali e nemica dei consumatori. L’adeguamento dei compensi per le riproduzioni personali a scopo privato di opere dell’ingegno è un atto dovuto dalla legge ed è finalizzato a sostenere la cultura di questo Paese e i lavoratori del settore: remunerare equamente chi crea e produce cultura significa garantire il presupposto essenziale di libertà e competitività per l’intera industria culturale italiana. Come succede ovunque in Europa”.

“Ne auspichiamo quindi l’approvazione”, ha concluso Abete: “La bozza di decreto propone un aggiornamento degli apparecchi e dei supporti interessati dal prelievo in linea con l’evoluzione tecnologica e con le modalità di utilizzo da parte dell’utente. L’Italia è in sostanziale continuità con le politiche pubbliche adottate in materia a livello UE, anche se è bene sottolineare che, rispetto all’analisi comparativa dei compensi applicati in Italia e in altri Paesi europei, emerge chiaramente che qui il compenso per copia privata pro capite ha un valore più basso (2,3 euro) rispetto alla media europea (2,5 euro), con la Francia a 4,1 euro e la Germania a 2,9 euro. Non solo: l’incidenza dei compensi sul mercato più rilevante, quello degli apparecchi, qui è inferiore rispetto alla media degli altri Paesi europei (0,9% vs 1,3%)”.

Copia Privata, Confindustria Cultura sostiene il decreto del MiC

‘Remunera chi crea e produce cultura garantendone lo sviluppo’

Un recente report di Similarweb ha svelato il ranking dei vari social network sulla base del numero di utenti attivi. La notizia che TikTok abbia surclassato la concorrenza forse non coglie di sorpresa: con 183 milioni di utenti attivi mensilmente (un anno fa erano "appena" 170) è di gran lunga il più seguito, davanti a Instagram (169 milioni), Facebook (157 milioni) e Snapchat (70 milioni).

Curiosamente, però, la classifica cambia di molto se si prendono in esame i dati degli utenti attivi su base giornaliera: a dominare è infatti Facebook (107 milioni), e TikTok (102 milioni) risulta solo secondo. Probabilmente è un fattore derivante dalle abitudini di navigazione: su Facebook, nato per&nbsp;rimanere in contatto con amici e parenti e per intessere relazioni sociali su gruppi più o meno articolati, è più facile trovare una ragione per interagire ogni giorno, mentre TikTok ha spesso una fruizione più passiva. Anche questo è senz'altro un dato su cui riflettere.

USA, TikTok ha più utenti attivi mensili di ogni altro social

Lo svela un report di Similarweb. A livello giornaliero, però, vince ancora Facebook

Per aggiudicarsi il privilegio di firmare un contratto in cast con Xania Monet, astro nascente della scena R&amp;B,&nbsp;molte etichette americane (sia major che indipendenti)&nbsp;si sono date battaglia: alla fine l'ha spuntata Halwood Media, la nuova creatura di Neil Jacobson, ex dirigente della Interscope, per la notevole cifra di tre milioni di dollari. Fin qui nulla di strano, direte voi: non è il primo caso di artista emergente che scatena una guerra al rialzo. Ma in effetti è il primo caso in cui l'artista in questione non è una persona reale: Xania, infatti, è una creatura generata dall'intelligenza artificiale. Non esiste davvero.

Ciò che però esiste eccome, invece (e che la rende ancora più particolare ai nostri occhi), è la "mente" dietro alla sua genesi: si tratta di&nbsp;Telisha “Nikki” Jones, una poetessa trentunenne&nbsp;del Mississippi, che ha usato Suno per mettere in musica i versi che lei stessa scriveva, trasformandoli in canzoni. Insomma, una componente di genuina creatività umana qui c'è. Come lei stessa ha raccontato, Jones è anche una cantante, per anni è stata parte di un coro gospel, e sognava quindi uno sbocco in tal senso, ma sentiva di non avere abbastanza talento per tentare. Grazie al personaggio di Xania Monet, però, ci è riuscita: il singolo “How Was I Supposed to Know”&nbsp; ha&nbsp;scalato le classifiche Billboard di genere, tanto che settimana scorsa era alla n°25 nella&nbsp;chart&nbsp;Emerging Artists, alla n°21 nella Hot Gospel Songs e addirittura alla n°1 nella classifica delle vendite digitali del genere R&amp;B . Finora ha accumulato 9.8 milioni di stream, e una buona metà derivano solo dagli ascolti della scorsa settimana.

Hallwood Media non è una label nuova a queste operazioni: qualche mese fa aveva firmato anche imoliver, un altro AI-artist creato con Suno. Con Xania Monet, però, prevedono di passare al livello successivo, complice il fatto che non si tratta di un prodotto al 100% artificiale: vorrebbero addirittura lanciarla sul mercato della musica dal vivo, anche se non è ancora stato specificato in che modo. D'altra parte, come sostiene anche Timbaland (che di Suno è il direttore creativo) in una recente intervista a Variety, "Credo che la gente fraintenda l'utilizzo dell'intelligenza artificiale generativa. In chat, se non sai come porre le domande, non otterrai mai le risposte giuste. E' lo stesso per creare musica con l'AI: se non conosci la musica, le terzine, i semitoni, se non sai cos'è un break o un bridge, non otterrai mai quello che vuoi. Se non hai un ottimo gusto musicale, otterrai solo delle ciofeche. L'AI va immaginata come&nbsp;un collaboratore, non come&nbsp;un creativo a tutto tondo".

AI generativa e discografia: lo strano caso di Xania Monet

La nuova star dell'R&B ha firmato un contratto da tre milioni di dollari. Ma non è una persona reale

I biglietti per la prossima edizione del Coachella Festival, in programma come da tradizione a Indio nei weekend del 10 - 12 e 17 - 19 aprile, sono andati esauriti sul mercato primario: a confermarlo, per mezzo di un post social sui canali ufficiali, sono gli organizzatori dell’evento. “Tutti andati, ballateci su: ci vediamo ad aprile”, è la didascalia che accompagna il video intitolato “2026 passes sold out”.

L’annuncio del “tutto esaurito” arriva ad appena tre giorni di distanza dall’annuncio della line-up per la prossima edizione del festival, che vedrà nel ruolo di headliner Sabrina Carpenter, Justin Bieber, Karol G e Anyma, ai quali si aggiungeranno, sui palchi secondari, Disclosure, Katseye, The Strokes, Addison Rae, Young Thug, Iggy Pop, Major Lazer, Moby, Central Cee, David Byrne, Ethel Cain, FKA Twigs e altri.

La performance al botteghino segna un’inversione di tendenza rispetto alle ultime edizioni, che stavano registrando un calo d’interesse da parte del pubblico nei confronti di uno dei festival più prestigiosi a livello internazionale: <a href="https://www.rockol.it/news-750857/cosa-sta-succedendo-coachella-2025-mancato-sold-out-anitta-si-ritira">lo scorso anno</a>, a poco più di due settimane dall’inizio del festival, sul mercato primario risultavano disponibili biglietti per entrambi i weekend. L’exploit delle ultime ore fa tornare il festival di punta di casa Goldenvoice - una controllata di AEG Live - ai fasti del decennio scorso, quando - pur con cast decisamente più orientati al rock che al pop (con headliner come, tra gli altri, Radiohead, Kings of&nbsp;Leon, AC/DC, Jack White, Guns N’ Roses, Jack White, Music e Arcade Fire - i sold-out quasi istantanei rappresentavano la norma, o quasi.