Quella del ritorno di buona parte delle canzoni di Taylor Swift su TikTok è una non notizia. Per chi si fosse perso le puntate precedenti: Universal Music Group, multinazionale discografica che nel proprio roster ha - tra le altre e gli altri - l’artista di “Shake It Off”, ha deciso di <a href="https://musicbiz.rockol.it/tutto-su/universal-music-vs-tiktok-496356">proibire al social network di Bytedance l’utilizzo del proprio repertorio</a> dopo il fallimento della trattativa per il rinnovo degli accordi di licenza.

Swift, tuttavia, è padrona di una grande quantità di sue incisioni (almeno dal 2019 in poi, ipotizza l’Hollywood Reporter): il processo di ri-registrazione del proprio catalogo (le Taylor’s Versions, ideate dopo lo scontro con Scooter Braun seguito all’acquisizione della sua prima etichetta, la Big Machine Records, da parte di Ithaca Holdings) e gli accordi presi con Republic - il brand frontline di UMG per la quale pubblica i suoi dischi negli USA - le hanno permesso di poter disporre dei diritti discografici riferiti alle proprie opere. La cosa non dovrebbe stupire, o - almeno - non più. Per una major, oggi, lasciare i master ai propri artisti non è un tabù: Lisa, la star delle Blackpink, per la sua carriera solista ha siglato un contratto con Sony Music che <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-743796/blackpink-lisa-entra-nel-roster-di-sony-music">le accorda il controllo “di tutte le sue incisioni”</a>. Niente di strano, quindi: Swift - e Lisa, quando e se vorrà - con le registrazioni delle loro canzoni possono fare quello che gli pare.

Oltretutto per l’artista di West Reading, Pennsylvania, questi non sono i giorni migliori per ingaggiare una guerra col social network usato da circa 170 milioni di americani: tra una settimana, il 19 aprile, uscirà il suo nuovo disco, “The Tortured Poets Department”, pubblicato (ovviamente) da Universal Music. Rinunciare alla promozione via TikTok sarebbe un peccato, quindi - potendo, e lei può - perché non aggirare l’embargo?

Al momento non è dato sapere come la mossa di Swift sia stata accolta ai piani alti di UMG: ammesso - e non concesso - che da Lucian Grainge in giù l’insubordinazione sia stata accolta con filosofia, la scelta della superstar del pop è destinata ad avere ripercussioni non solo su tutta la filiera della musica registrata, ma anche sull’intero ecosistema digital-musicale.

Quella in corso tra Universal Music e Bytedance è qualcosa di più di una guerra tra aziende per ragioni commerciali: al fianco di UMG si sono schierati praticamente tutti, dagli editori (<a href="https://musicbiz.rockol.it/news-743052/tiktok-anche-gli-editori-indipendenti-protestano">indipendenti</a> e <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-742975/tiktok-e-licenze-nmpa-non-rinnovera">non</a>) a un’altra major (Sony Music, che ha minacciato <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-743581/tiktok-dopo-umg-sara-crisi-anche-con-sony-music">di ritirare dalla piattaforma anche il suo, di catalogo</a>), fino <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-743650/tiktok-impala-sostiene-universal-music-in-battaglia-rinnovo-licenze">alle etichette indipendenti</a>, che - in materia di massimi sistemi - in genere sono tutto meno che alleate alla label&nbsp;prima per quote di mercato a livello globale. Grainge, del resto, la sua scelta <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-742074/universal-music-toglie-catalogo-da-tiktok-polemica-accordi-licenza">l’aveva spiegata bene</a>, <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-742821/universal-music-contro-tiktok-grainge-basta-regali-grandi-piattaforme">in più occasioni</a>: il punto non è ridursi al muro contro muro per vaghe ragioni strategiche, ma dare a Cesare quel che è di Cesare e riconoscere alla filiera un equo compenso per il contenuto - la musica, appunto - sulla quale si basa il business miliardario (e globale) di TikTok.

Le righe, in sostanza, Swift non le ha rotte solo con la sua etichetta, ma con tutta l’industria. Il fatto che lei e il suo management - ipotizza Variety - abbiano raggiunto un accordo in separata sede con Bytedance rappresenta non solo una smaccata dimostrazione di forza, ma anche una linea alternativa che potrebbe convincere molti, soprattutto quelli che - dall’industria - si sentono esclusi.

Quando <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-735968/meta-siae-non-rinnovato-accordo-licenza-brani-rimossi-da-piattaforma">il repertorio di SIAE sparì da Facebook e Instagram</a> - <a href="https://musicbiz.rockol.it/tutto-su/meta-e-siae-la-crisi-sull-accordo-di-licenza-491135">per ragioni molto simili, se non analoghe</a>, a quelle che hanno scatenato la crisi tra UMG e TikTok - a criticare la collecting per lo strappo furono soprattutto gli unsigned, ovvero gli artisti non legati a case discografiche o società di edizioni, che nella cancellazione del repertorio dalle piattaforme vedevano sfumare la loro unica opportunità di promozione: al contrario, pressoché tutta l’industria di settore - dalle <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-736027/fimi-sulla-crisi-licenza-siae-da-meta-una-ritorsione">major</a> agli <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-736009/meta-no-licenza-siae-preoccupazione-pmi-danno-filiera-musicale">indipendenti</a>, passando per gli <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-736026/duro-attacco-di-icmp-a-meta-nella-vicenda-siae">editori</a> - e le istituzioni (<a href="https://musicbiz.rockol.it/news-736246/crisi-meta-siae-il-mic-convoca-un-tavolo-il-6-aprile">Ministero della Cultura</a> e <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-736016/meta-no-a-licenza-siae-l-appello-di-confindustria-cultura">Confindustria Cultura</a>) presero le parti di Viale della Letteratura.

La scelta controcorrente di Swift, in un contesto del genere, è molto rilevante: l’<a href="https://musicbiz.rockol.it/news-743607/taylor-swift-entra-nella-lista-dei-miliardari-di-forbes">unica rappresentante della comunità musicale mondiale a essere inserita nella lista del miliardari di Forbes</a> si è ritrovata, teoricamente, dalla stessa parte di chi - gli unsigned, appunto - è fuori dai radar dell’industria musicale. Una situazione perlomeno curiosa: lei, miliardaria grazie all’establishment, che lotta contro l’establishment al fianco dei "rifiutati" dall’establishment stesso. E una rappresentazione che, se letta strumentalmente, rischia di diventare comica, con Swift, ricchissima (perché <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-742637/taylor-swift-artista-piu-venduta-nel-2023-al-mondo-classifica-ifpi">ascoltatissima</a>), che come Donald Trump (dai sostenitori del quale <a href="https://www.rockol.it/news-741767/taylor-swift-tutte-le-teorie-complottiste-agente-007-lgbtq">è stata accusata di essere un agente in incognito al servizio dei suoi avversari politici</a>) si schiera con gli ultimi contro le limitazioni alle libertà imposte dai poteri forti.

La realtà, tuttavia, pare molto più lineare. Come osservato giustamente da Forbes, Swift la sua fortuna l’ha accumulata solo con la musica, ovvero con i diritti d’autore, discografici ed editoriali, e - soprattutto - <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-741120/taylor-swift-eras-tour-incassi-un-miliardo-di-dollari">con i concerti</a>. Nell’economia delle sue attività TikTok è solo uno strumento per ampliare e consolidare il suo business, non una linea di ricavo che possa contribuire al suo bilancio personale. Gli unsigned e le realtà più piccole e marginali vivono una situazione identica, ma su scala infinitamente più ridotta. Ai loro occhi poco importa che sacrificare i propri diritti sull’altare della promozione hic et nunc (gratuita, peraltro) rappresenti un precedente pericolosissimo - Frankie Hi-Nrg, al proposito, <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-736300/meta-siae-perche-e-cosi-importante">era stato fulminante nell’osservare</a> che “quelli che ‘SIAE sta danneggiando la musica italiana non accettando l’offerta di Meta’ sono gli stessi che estinguono i mutui facendosi pagare in visibilità. Di piccolo taglio, peraltro”: se stare sul mercato - o almeno cercare di entrarci - è una lotta all’ultima view, allora tutto può fare la differenza. Anche un pagamento in visibilità.

La storia, in fin dei conti, è sempre la stessa, ed è stata riassunta alla perfezione, qualche giorno fa, da Trent Reznor. Parlando dello streaming e delle economie che i DSP riversano nelle tasche degli artisti, il leader dei Nine Inch Nails, con la disarmante semplicità che solo un artista può avere, ha spiegato che il mondo della musica digitale, oggi, “<a href="https://musicbiz.rockol.it/news-743680/trent-reznor-lo-streaming-ha-ferito-a-morte-certi-artisti">è fantastico se sei Drake, ma non è fantastico se sei Grizzly Bear</a>”. L’universo degli artisti musicali è estremamente vasto, e con tanti interessi diversi. In questo caso, a essere accomunati dagli stessi interessi sono la vetta e la base della piramide, che si vedono ostacolati dagli interessi di tutti quelli che stanno nel mezzo.

Una spaccatura del genere, di per sé, non rappresenta niente per cui disperarsi, ma questa - nello specifico - si è verificata in un momento molto delicato, con <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-743599/artist-rights-alliance-e-oltre-200-artisti-lettera-aperta">l’intero settore creativo impegnato nel garantire che l’intelligenza artificiale generativa non rappresenti un pericolo per il futuro degli artisti</a>. E per raggiungere un obiettivo del genere trovare almeno un punto comune per mostrarsi compatti agli occhi dei propri interlocutori non è indispensabile, ma aiuta.

Taylor Swift

streaming

Universal Music Group

Donald Trump

TikTok

Universal Music vs TikTok

Frankie Hi Nrg Mc

Trent Reznor

Rockol.it Logo

Rockol.com S.R.L.

Il paradosso di Taylor Swift su TikTok

Industria

Le sue canzoni tornano sulla piattaforma nonostante lo scontro con UMG: qualche considerazione

Si terrà (ovviamente) nel capoluogo ligure tra i prossimi 20 e 24 ottobre la fase finale della dodicesima edizione di Genova per Voi, il primo talent italiano dedicato agli autori di canzoni.

Dal 20 al 22 gli otto autori selezionati lavoreranno con Emanuele Dabbono e Kyv (artisti presenti nel roster di Universal Music Publishing Ricordi) durante i laboratori alla Biblioteca Berio – in un percorso di scrittura, musica e incontri che culminerà in due appuntamenti aperti al pubblico.

Giovedì 23 ottobre avrà luogo, presso il Teatro Stradanuova, in via Garibaldi 18, il Genova Music Day, nell’ambito del quale avranno luogo i seguenti incontri:

<ul>
	<li> 
	Dentro lo studio: dove le idee diventano canzoni 
	con Alessandro La Cava – autore per Sangiovanni, Angelina Mango, Rkomi, Elodie, Giorgia... 
	(introduce Franco Zanetti, Rockol.it)</li>
	<li> 
	Testi espliciti: la censura nella musica 
	con Claudio Cabona – giornalista e autore del docufilm La nuova scuola genovese 
	(introduce Andrea Podestà)</li>
	<li> 
	Musicisti e diritti connessi 
	con Andrea Marco Ricci – consigliere Nuovo IMAIE 
	(introduce Franco Zanetti)</li>
	<li> 
	Controcultura: scrivere canzoni ribelli 
	con Gian Piero Alloisio, Bruno Biggi e Gianni Martini 
	in dialogo con Chiara Orsetti (introduce Fabrizio Benente, Università di Genova)</li>
</ul>

Venerdì 24 ottobre, al Teatro della Gioventù di via Cesarea 16, avrà luogo la finale di Genova per voi 2025.

Gli otto autori finalisti si sfidano presentando le loro canzoni originali, mentre altre loro opere saranno interpretate da giovani cantanti liguri selezionati con GV Network e preparati dalla vocal coach Elisabetta Gagliardi.

Finalisti 2025: 
Irene Buselli (Genova) – Alice Cannizzaro (Firenze) – Sofia Codermaz (Gorizia) – Pietro Innocenti (Firenze) – Andrea Levati (Milano) – Gabriele Maucione (Napoli) – Serena Orlandi (Alba, CN) – Antonella Sgobio (Taranto)

Interpreti: 
Viola Arena, Anna Bertuccelli, Chiara Bonfante, Stefano Camuffo, Elisabetta Canu, Giacomo De Bei, Agata Pierini, Ringo (Nicole Fiorito)

Ospite speciale sarà Giulia Mei, vincitrice di Genova per Voi 2020/21, che riceverà da Coop Liguria il premio “Voce della Comunità”.

Durante la serata saranno assegnati un contratto editoriale con Universal Music Publishing Ricordi, la Targa SIAE “Alla Migliore Autrice” e la Targa Nuovo IMAIE al miglior interprete ligure.

Genova per voi 2025, gli appuntamenti della fase finale

Panel e incontri in programma tra il 20 e il 24 ottobre

Il dato è particolarmente sconfortante, ma rispecchia la realtà: secondo Deezer, una delle principali piattaforme di streaming, il tempo di ascolto dedicato dai suoi utenti alle artiste donne rappresenta solo il 26% del totale. Il che, ovviamente, si riflette anche sui numeri: all'interno della top 100 del DSP, le canzoni di artiste donne sono solo una trentina.&nbsp;

Anche per questo motivo, la piattaforma ha deciso di inserire all'interno della funzione My Deezer Month (che fa un recap degli ascolti di ogni singolo utente) il dato relativo al tempo d'ascolto di artiste donne. "Nel mostrare queste percentuali e permettere di condividerle, vogliamo invitare tutti a meditare su come i concetti di diversità e uguaglianza si riflettano sulle nosre abitudini&nbsp;di ascolto" ha dichiarato Narjes Bahhar, che guida per l'azienda il progetto Women Chart.

&nbsp;

Deezer svela agli utenti il tempo d'ascolto per le artiste donne

Il dato sarà inserito nel recap mensile per porre l'attenzione sul gender gap nella musica

Si terrà a Venezia, presso le Tese dell’Arsenale, il prossimo 25 ottobre, l’edizione 2025 di Venezia Sounds, serata di musica dal vivo a scopo benefico organizzata da Fondazione Giancarlo Ligabue e Medicine Rocks in memoria di Tomaso Cavanna, discografico e imprenditore <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-706641/tomaso-cavanna-morto">scomparso prematuramente nel 2019</a>: all’evento hanno confermato la propria partecipazione Subsonica, Planet Funk, Casino Royale, Mace (Dj Set),

The Originals (Africa Unite &amp; The Bluebeaters), Saturnino, Les Votives e Pisti (Dj Set), oltre che Jovanotti, che nel corso della serata offrirà un momento musicale.

Il ricavato della biglietteria andrà a finanziare gli studi sull’immunoterapia oncologica dell’ IRCCS Istituto Clinico Humanitas e le ricerche biomediche avanzate di VIMM – Veneto Institute of Molecular Medicine. 68.900 euro sono stati i fondi raccolti e donati nella passata edizione di Venezia Sounds a sostegno della ricerca per le cure tumorali, mentre complessivamente - con i precedenti eventi musicali promossi a Milano e Venezia nel 2019 – il contributo agli studi nel campo oncologico è stato di 158.900 euro.

“Siamo entusiasti dell’adesione al progetto di tanti artisti straordinari con cui condividiamo la necessità di sostenere la lotta alle malattie e la speranza”, ha commentato spiega Inti Ligabue Presidente della Fondazione Giancarlo Ligabue: “Offrire alla ricerca scientifica e medica un mezzo di comunicazione universale come la musica e un palcoscenico unico qual è il centro storico di Venezia, consapevoli della sue delicatezze e delle sue necessità, sono i pilastri che ci hanno guidati nel dar vita a Venezia Sounds. La nostra Fondazione da sempre sostiene la ricerca e la divulgazione scientifica e culturale con il motto ‘conoscere e far conoscere’: con Medicine Rocks e tanti amici e partner è stato possibile dar vita a un evento magnetico dalle grandi potenzialità benefiche e di presa di coscienza collettiva sul valore del sapere e degli studi che possono avere un impatto importante nella vita di molte persone. Lo scorso anno avevamo promesso che non sarebbe stato un evento spot. Promessa mantenuta”.

“Tomaso aveva l’energia di chi sapeva unire le persone, di chi faceva delle passioni uno strumento di cambiamento”, ha aggiunto Edy Campo, Presidente dell’Associazione Medicine Rocks: “Con Venezia Sounds vogliamo portare avanti quella visione: la musica come ponte, come linguaggio comune che fa bene due volte, perché emoziona e allo stesso tempo sostiene la ricerca medica. Dopo il successo dello scorso anno, Medicine Rocks torna a Venezia, amatissima città natale di Tomaso, con ancora più forza, più spazio e più musica, ma sempre con lo stesso cuore”.

Venezia Sounds 2025, nel cast anche Jovanotti

I particolari della nuova edizione dell’evento benefico in memoria di Tomaso Cavanna

Warner Music Group avrebbe avviato una trattativa con Netflix per la realizzazione di una serie di film e documentari musicali basati sugli artisti del proprio roster: a riferirlo, citando fonti vicine alle aziende, è Bloomberg. Pur non commentando direttamente l’indiscrezione, il CEO della major, Robert Kyncl, intervenendo ieri, mercoledì 8 ottobre, al convegno Screentime - sempre organizzato da Bloomberg - a Los Angeles ha parlato di un “enorme catalogo” tutto da sfruttare. “Le storie che abbiamo sono incredibili, e non sono mai state raccontate”, ha spiegato Kyncl: “Per noi ha molto senso collaborare con un'azienda che può farle rivivere in tutto il mondo”.

Tra i repertori in controllo di Warner Music figurano, tra gli altri, quelli di Madonna, Fleetwood Mac e Prince.

Se confermato, il contatto con Netflix e l’eventuale, conseguente esternalizzazione della produzione di contenuti audiovisivi, sarebbe perfettamente coerente con la direzione impressa a Warner Music dallo stesso Kyncl, che a inizio estate aveva annunciato una ristrutturazione a livello globale della struttura del gruppo, nell’ambito della quale era prevista la chiusura del ramo d’azienda dedicata a cinema e TV.

Bloomberg: trattative in corso tra Warner Music e Netflix

La major e la piattaforma in cerca di un accordo per lo sfruttamento di un ‘catalogo enorme’

The Music Man Project (Regno Unito) e AllegroModerato (Italia), due organizzazioni impegnate sul fronte della musica accessibile, hanno annunciato la nascita dell’Alleanza Internazionale per la Musica Accessibile - International Alliance of Accessible Music (IAAM), iniziativa globale volta a “promuovere, sostenere e celebrare la musica accessibile in favore delle persone con fragilità e disabilità intellettive”.

“L'IAAM - si legge nella nota di presentazione - mira a unire organizzazioni in tutto il mondo che condividono la stessa visione e credono che tutti abbiano il diritto di esibirsi, creare e godere della musica ai massimi livelli e nei luoghi di spettacolo più prestigiosi del mondo. Attraverso la collaborazione, la condivisione di performance, risorse educative e la presenza internazionale, l'Alleanza promuoverà la musica accessibile e sosterrà il talento dei musicisti con disabilità intellettive sulla scena mondiale”.

"Questo è un importante passo avanti per l'inclusione in tutto il mondo”, ha commentato Penny Mordaunt, Presidente di The Music Man Project: “Sono orgogliosa di sostenere The Music Man Project e AllegroModerato. Uniscono le persone attraverso la musica e la gioia. La musica può abbattere le barriere e contribuire a costruire comunità in cui la voce di tutti viene ascoltata e il talento di tutti può brillare”.

"L'Alleanza rappresenta un coraggioso passo avanti nel riconoscimento della musica come diritto universale”, ha aggiunto David Stanley, fondatore e CEO di The Music Man Project: “Lavorando insieme, possiamo amplificare le nostre voci, condividere le nostre competenze e ispirare nuove opportunità per gli artisti con disabilità intellettive oltre confine”.

"Questa partnership riflette il nostro impegno comune per l'accessibilità, l'eccellenza artistica e l'impatto sociale”, ha concluso Luca Baldan, Vicepresidente di AllegroModerato: “L'IAAM ci offre una piattaforma per scambiare idee e mostrare al mondo cosa possono realizzare i nostri musicisti".

IAAM è al momento impegnata nel coinvolgimento di nuovi membri in Nord America, Europa e Asia: “I membri fondatori - ha fatto sapere l’Alleanza - invitano altre organizzazioni a progettare programmi di formazione artistica volti a un futuro più inclusivo per la musica, con l’intento di invertire la percezione della disabilità, dal locale al globale”.

Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito www.themusicmanproject.com/IAAM.

Nasce l’Alleanza Internazionale per la Musica Accessibile

Grazie alla collaborazione tra The Music Man Project (Regno Unito) e AllegroModerato (Italia)

Dopo le tre major e il gruppo Kobalt (quest'ultimo solo per il mercato statunitense), anche BMG firma un accordo di licenza editoriale diretto con Spotify che, recita il comunicato congiunto, "è concepito per attribuire&nbsp;il massimo valore agli autori e ai loro team".

Nonostante le perplessità di alcuni osservatori su questo tipo di accordo diretto sempre più diffuso, che si svincola parzialmente dagli standard dettati dal Copyright Royalty Board, BMG e Spotify si dichiarano molto soddisfatte dall'accordo, che riflette "l'interesse condiviso dalle due società di creare un rapporto diretto, che possa assicurare agli autori di beneficiare in maniera ancora più diretta dei proventi del loro lavoro. E' un passo molto concreto verso un modello di licenze più flessibile, che sia più utile sia agli editori che agli artisti, e che si assicura che gli autori BMG avranno dei vantaggi ancora più diretti dalla crescita dello streaming".

BMG, nuovo accordo di licenza editoriale con Spotify

E' l'ultimo di una serie di accordi recenti tra il DSP e i principali gruppi

“Dopo vent’anni la RAI ha finalmente scoperto che le regole esistono anche per lei. Bene: una partita più trasparente del passato, un Comune che esce dal ruolo di ripostiglio di Viale Mazzini e porta a casa un milione e mezzo in più, una fetta di pubblicità e un minimo garantito. Ma ricordiamolo: tutto questo è arrivato dopo il nostro ricorso”: con questa parole si apre la nota con la quale JE - Just Entertainment ha commentato l’annuncio dell’<a href="https://musicbiz.rockol.it/news-754566/festival-di-sanremo-il-comune-approva-la-convenzione-con-la-rai">approvazione - da parte del Comune di Sanremo - della Convenzione stipulata con la RAI per l’organizzazione delle prossime tre edizioni del Festival di Sanremo</a>.

“Peccato che la gara pubblica, così com’è, resti una mezza finta: tra i paletti imposti, di fatto solo la RAI poteva partecipare”, prosegue JE: “Quindi sì, un passo avanti in trasparenza, ma l’equità di mercato è ancora lontana. E noi, infatti, non abbiamo chiuso la partita: <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-752183/festival-di-sanremo-il-tar-e-il-cds-la-precisazione-di-je">il 17 ottobre torniamo in udienza</a> per sapere dal TAR se la gara sia stata corretta”.

“Pur riservandoci di leggere la convenzione firmata, questa vicenda dimostra che le battaglie servono - anche quando ti dicono che è inutile, anche quando il settore e i colleghi restano a guardare”, ha aggiunto Sergio Cerruti (nella foto), Past President di AFI – Associazione Fonografici Italiani e&nbsp;MD di Just Entertainment. “Ora, dopo aver mostrato alla Giunta come si tutela la città di&nbsp;Sanremo, ci aspettiamo che il Comune riconosca il valore del nostro intervento, aprendo la Commissione tecnica a chi presiede davvero l’industria discografica e riconoscendo compensi adeguati agli artisti, anche ai più giovani. Se c’è un minimo garantito per gli ascolti, ce ne sia uno&nbsp;anche per chi sale sul palco: i milioni restano in bilancio solo se finiscono anche nei cachet”.

Accordo RAI - Comune su Sanremo, il commento di JE

La società di Sergio Cerruti commenta sul via libera alla Convenzione: 'Le battaglie servono. Ma...'

Universal Music Italia ha presentato la versione rinnovata del proprio store ufficiale: il sito, raggiungibile all’indirizzo <a href="http://shop.universalmusic.it" target="_blank">shop.universalmusic.it</a>, è stato pensato - spiega la filiale italiana della major in una nota - per “andare oltre l’e-commerce tradizionale”, come “luogo dove musica e design, artisti e fan si incontrano in un’esperienza digitale coinvolgente e contemporanea”.

Nell’ottica di una “strategia D2C sempre più personalizzata”, “il rinnovamento del sito nasce con l’obiettivo principale di integrare, all'interno di uno e-commerce generalista, l'esperienza di uno store mono-artista: grazie a pagine personalizzate, ogni artista vedrà messa in luce la propria brand identity. Questo nuovo approccio permette agli utenti di vivere un’esperienza più immersiva, capace di valorizzare tanto i prodotti quanto l'universo visivo che li circonda. Il restyling, ispirato ai magazine di moda e ai codici visivi editoriali, utilizza tipografie d’impatto e layout dinamici per un’estetica forte e riconoscibile, consolidando anche la brand identity di Universal Music nella categoria merchandising”.

“La piattaforma è stata concepita partendo dalle esigenze di super-fan e collezionisti, che vivono la musica come partecipazione attiva”, ha spiegato UMG Italia: “L’acquisto diventa così un momento di connessione diretta con l’artista, grazie a prodotti esclusivi, edizioni limitate e occasioni uniche di relazione sia con la musica che con chi la crea. Per questo motivo, una parte significativa del redesign è stata dedicata alla totale revisione delle fan experience - eventi esclusivi e iniziative speciali studiate appositamente per i fan. Il nuovo approccio trasforma così lo shop in un hub culturale capace di creare una community, attraverso l’area personale ‘beingU club’, dove ogni persona può vivere la musica in maniera altamente personalizzata”.

“Grazie alle nuove funzionalità, lo store si inserisce anche come elemento strategico nelle attività di marketing degli Artisti del roster Universal Music Italia”, prosegue la filiale italiana della major: “Non è solo un canale di distribuzione, ma un vero punto di contatto che amplifica le campagne di comunicazione e sostiene i progetti musicali. Sezioni dedicate e campagne advertising, tipiche degli e-commerce, trasformano lo shop in un’estensione naturale delle attività promozionali”.

“Con questo restyling, Universal Music Italia ridefinisce il modo in cui i fan vivono la musica online”, conclude UMG: “Lo shop diventa così uno spazio dove estetica, marketing e relazione con il fan dialogano in modo coerente e coinvolgente, permettendo di vivere la musica attraverso eventi e prodotti che riflettono l’identità dei propri artisti preferiti. Questa evoluzione dimostra anche come un e-commerce possa trasformarsi in una piattaforma editoriale e in un canale di storytelling, in linea con le nuove esigenze del pubblico e le dinamiche della comunicazione contemporanea”.

Universal Music Italia, rinnovato lo shop ufficiale

Con una nuova interfaccia per ‘avvicinare i fan ai propri artisti preferiti’

Lunedì 6 ottobre Sam Altman è salito sul palco della conferenza DevDay di OpenAI per annunciare che gli utenti di ChatGPT possono ora interagire con app "direttamente all’interno del chatbot". Un annuncio dirompente, supportato da dimostrazioni dei membri dello staff di OpenAI sul palco. Aziende come Figma, Expedia, Canva&nbsp;e Spotify hanno già accettato di connettere le proprie app a ChatGPT, e molte altre seguiranno.

L’implicazione è che, col tempo, come dichiarato nell’occasione, "ChatGPT potrebbe diventare il principale portale per le attività digitali delle persone".

Everything App

Forse ieri è stato il giorno in cui la tanto e a lungo invocata <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-739059/tiktok-analisi-strategie-bytedance-prospettive-mercato-internazionale">“everything app”</a>, o "super app” che dir si voglia, ha cominciato a prendere forma: un’unica applicazione che combini shopping, messaggistica, ricerca web. Il grande sogno dichiarato, tra gli altri, da&nbsp;Elon Musk per la sua X; per il momento, tuttavia, conduce Altman. Anche se restano molte domande aperte.

Gli sviluppatori di app hanno davvero un incentivo a partecipare? Dopotutto, se ChatGPT diventasse il punto d’ingresso principale per l’uso delle app, il numero di utenti che vi accedono direttamente diminuirebbe, riducendo ad esempio la loro capacità di vendere pubblicità. È&nbsp;evidente, d’altra parte, che per le app esiste un vantaggio di marketing: OpenAI ha dichiarato, infatti, che ChatGPT "suggerirà le app quando sono pertinenti alla conversazione”.

E per i consumatori, quanto è davvero utile questa integrazione?

Spotify, per esempio, è già molto facile da usare da sola: che differenza fa accedervi tramite ChatGPT? La dimostrazione di ieri l'altro ha mostrato come usare ChatGPT per creare una playlist su Spotify - idea interessante ma non rivoluzionaria.

Cosa cambia davvero

Nella misura in cui ChatGPT diventa portale, sposta traffico e potere contrattuale e muove l’app in direzione del livello “assistente”. È l’effetto “app store + motore di ricerca” fusi in uno, ma in modalità conversazionale. È anche l'intermediazione 2.0, in cui l’utente parte dall’intento (“voglio una casa / una playlist / un viaggio”) e non dal marchio. Quindi la rilevanza del marchio nel ranking dell’assistente diventa vitale. Inoltre si prospettano esperienze cross-app, in cui l’assistente può orchestrare più servizi in un unico flusso (es. “crea una playlist, trovami i biglietti del tour, aggiungi il volo”).

Per gli sviluppatori i pro risiedono in un CAC (costo acquisizione cliente) potenzialmente più basso&nbsp;in tutti i casi d’uso guidati da prompt; i contro, invece, nella cannibalizzazione del traffico diretto e nella perdita sia di dati di prima parte che di controllo sulla UX; ma anche nel rischio commoditization&nbsp;se l’assistente normalizza le risposte.

Per i consumatori laddove il compito fosse di quelli semplici&nbsp;(come nella demo su Spotify) il guadagno sarebbe modesto; dove invece fosse frammentato o complesso (come per l’organizzazione di viaggi o la ricerca di una casa con caratteristiche precise e particolari) l’assistente potrebbe rendere molto. Per la qualità, in ogni caso, conta l’affidabilità delle fonti collegate e la trasparenza sull’origine delle risposte.

Chatbot e musica

Se concentriamo l'attenzione su "ChatGPT + musica", la portata dell’innovazione in questione è potenzialmente&nbsp;enorme. La musica è un’area “conversazionale” e ricorsiva&nbsp;per eccellenza, fatta di ascolto, scoperta, raccomandazioni, contesto, emozioni, acquisti, esperienze live.

BREVE TERMINE

L’integrazione di partenza (“crea una playlist su Spotify tramite ChatGPT”) è solo un punto d’ingresso. Sono peraltro già tecnicamente&nbsp;possibili varie estensioni naturali su questo livello, in cui ChatGPT diventa curatore, orchestra servizi esistenti e offre contesto. Ad esempio creando il connubio “streaming &amp; discovery”, con generazione e gestione di playlist cross-piattaforma (“genera la stessa playlist anche su Apple Music o YouTube Music”); oppure con utilizzi quotidiani (“Fammi una playlist come "Nebraska" ma con artisti italiani”, “Analizza i testi di quest’artista e dimmi se la tematica prevalente è la solitudine o la speranza”).

MEDIO TERMINE

Nel medio termine potrebbero emergere esperienze multi-servizio, con un’integrazione più esperienziale e ChatGPT che collega ascolto, informazione, eventi e community. Tipo: “Aggiungi al calendario le date del tour di [artista] e mostrami i biglietti disponibili su TicketOne”, o “Ordina la maglietta del tour su Amazon o sul sito ufficiale”, o “Mostrami le recensioni di Rockol sul nuovo album”, o “Mostrami i post più recenti&nbsp;di [artista] su Threads / X / TikTok / Instagram”.&nbsp;

Così evolvendo, ChatGPT si riposizionerebbe come “hub narrativo e operativo”,&nbsp;trasformando una ricerca musicale in un’esperienza completa, saltando tra contenuti editoriali, e-commerce e servizi live.

LUNGO TERMINE

Nel lungo termine l’evoluzione sarebbe, infine, di natura strutturale e implicherebbe un cambio di paradigma, con ChatGPT che potrebbe diventare una sorta di interfaccia unica della filiera musicale digitale, in cui le API dei vari servizi (streaming, ticketing, editoriali, PRO, licenze, fan club, CRM) diventerebbero “blocchi logici” invocabili via linguaggio naturale. A quel punto l’utente non distinguerebbe più “dove” accade l’azione, poiché tutto avverrebbe in un contesto conversazionale. Come oggi su browser e motori di ricerca, l’assistente imparerebbe le preferenze, la cronologia, i luoghi, gli artisti rilevanti per generare esperienze iper-personalizzate (playlist, tour, suggerimenti di lettura, analisi dei gusti, persino bilanci annuali della fan base). Si potrebbe chiedere: “Analizza le ultime 100 canzoni che ho ascoltato e suggeriscimi 5 nuove etichette indipendenti da seguire e i canali di tutti i loro artisti su YouTube” o “Mostrami i trend del music business negli ultimi 3 mesi, con grafici da Rockol”.

In sintesi...

La traiettoria immaginata è quella di una ChatGPT che può trasformarsi da semplice AI assistant a “interfaccia musicale universale”, capace di collegare streaming, ticketing, informazione e commercio e tradurre i gusti in azioni concrete; di diventare un motore di scoperta, curatela e analisi del comportamento musicale.

Il rischio della cosiddetta disintermediazione totale è quello in cui&nbsp;il bot diventa il front-end principale, le singole app musicali perdono identità di marca e dati diretti (il che non è molto diverso nel trade-off&nbsp;visto tra Google e i siti editoriali). E comporta un meccanismo in cui le modalità di generazione delle linee di ricavo tra le varie parti della filiera mutano parecchio, con etichette ed editori musicali stimolati a nutrire il bot con API di metadati aperti (crediti, testi, compositori, licenze sincronizzate) per farsi “invocare” nei flussi ChatGPT;&nbsp;con i media musicali aspiranti ad affermarsi come “fonti di verità” per contenuti assortiti.

E con gli artisti capaci di disporre di una “AI-persona” che dialoga con i fan, alimentata dai dati del loro ecosistema ufficiale.

 ChatGPT, Spotify e la nascita della ‘everything app'

Quale futuro per l’esperienza dei music fans filtrata dai bot

La sua posizione invidiabile, che ne ha fatto uno dei live club più amati e riconoscibili d'Italia, è anche fonte di inevitabili difficoltà quando i cambiamenti climatici e il maltempo prendono il sopravvento: l'Hana-Bi di Marina di Ravenna è di nuovo sott'acqua.&nbsp;"Inutile spiegarvi lo sconforto" scrive su Instagram&nbsp;Bronson Produzioni, che lo gestisce, pubblicando un video del locale praticamente sott'acqua. "Ancora più profondo perché questa volta molto probabilmente si sarebbe potuto evitare, se solo ci avessero permesso di alzare in extremis la duna di protezione vista l’allerta meteo".

Al momento i gestori hanno chiamato a raccolta tutti coloro che possono e vogliono dare una mano, in qualsiasi modo possibile:&nbsp;&nbsp;"Chiunque abbia tempo voglia ed energie per dare una mano sarà il benvenuto. I danni sono purtroppo davvero importanti" aggiunge il post. E' stata inoltre attivata una raccolta fondi per provvedere al ripristino della location, a cui è possibile aderire <a href="https://www.gofundme.com/f/lhanabi-di-nuovo-sottacqua?fbclid=PAZXh0bgNhZW0CMTEAAaduvH2VXIG-7xX8LyQEiWMqLK3cQXpuNLvT3OwU8PNH5JZTKQRIOgCeZWOOHg_aem_82eBvMtwE6KeyUZK0My6yQ">a questo link</a>.

Hana-Bi di nuovo allagato: una raccolta fondi per coprire i danni

Il live club di Marina di Ravenna è famoso per affacciare direttamente sulla spiaggia

Si terrà tra sabato 11 e domenica 12 ottobre presso ARCA, in via Rimini 38, a Milano, la terza edizione di Milano Record Fair, evento dedicato al vinile dedicato a collezioni, DJ, appassionati e semplici curiosi. La due giorni includerà talk condotti da Michele Minguzzi, Rido e Gabriele Bertoni, un vinyl market al quale parteciperanno espositori sia esteri che italiani e DJ set curati da Slow Fire Disco Machine, Chew Chew, Sara Mautone e Luca Barcellona. Sempre a proposito di dj set, nella giornata di sabato, a partire dalle ore 18, alla consolle si alterneranno Mario Marini, Sassy J e The Robinson, mentre domenica, sempre dalle 18, saranno di scena Rahaan, Uovo e Slow Fire Disco Machine.

L’evento sarà a ingresso gratuito per le aree dedicate al market e ai talk, mentre sarà invece necessaria la tessera ARCA per avere accesso all’area che ospiterà i DJ set.

Milano Record Fair, l’11 e 12 ottobre a Milano la terza edizione

Torna nel capoluogo lombardo la mostra - mercato dedicata al vinile

La Giunta comunale di Sanremo ha approvato, con una delibera, la nuova Convenzione con la RAI per l’organizzazione delle prossime tre edizioni - con opzione di proroga per ulteriori due anni - del Festival di Sanremo: come riferito dall’agenzia ANSA, il servizio pubblico ha accettato le condizioni poste dal municipio nel bando di gara - al quale viale Mazzini ha partecipato senza concorrenza - riconoscendo al Comune 6,5 milioni di euro come corrispettivo per edizione, oltre che l’1% cento sui ricavi pubblicitari, la partecipazione garantita dei due vincitori di Area Sanremo al Festival, la messa in onda del programma “Sanremoinfiore” e di altri due eventi, di cui uno dovrà svolgersi durante l'estate, oltre alla cerimonia della posa della tradizionale targa dedicata al vincitore del Festival di Sanremo lungo via Matteotti.

Dal canto suo, il Comune ha riconosciuto alla RAI la titolarità del format della manifestazione, conditio sine qua non posta dal servizio pubblico per evitare la rottura che avrebbe messo in serio pericolo l’edizione della manifestazione.

"Da quando lo scorso dicembre il Tar Liguria impose un avviso pubblico per l'organizzazione dei prossimi Festival sono stati nove mesi molto impegnativi”, hanno fatto sapere, in una nota congiunta, il sindaco di Sanremo Alessandro Mager e l'assessore al Turismo Alessandro Sindoni: “Il buon esito della fase negoziale con Rai è stato propiziato dalla volontà comune di entrambe le parti di mantenere un legame di successo, che ha fatto la storia di questo Paese. L'istituzione di un osservatorio permanente dovrà servire non solo al monitoraggio della Convenzione, ma anche a dare impulso ad un ulteriore sviluppo che potrà avere il Festival negli anni a venire, e consentirà a Comune di Sanremo e Rai di mantenere un dialogo costante".

Festival di Sanremo, il Comune approva la Convenzione con la RAI

Chiusi ufficialmente i negoziati tra palazzo Bellevue e servizio pubblico

Circa due anni dopo <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-736295/believe-entra-nel-publishing-acquisita-sentric">avere acquisito la casa editrice britannica Sentric Music Group</a>, Believe ha annunciato il lancio di Believe Music Publishing.&nbsp;A guidarla sarà proprio Chris Meehan, entrato in Believe in seguito all’acquisizione di Sentric — che lui stesso aveva fondato nel 2006. Il CEO della nuova Believe Music Publishing, con una squadra di 160 addetti, si focalizzerà sulle&nbsp;aree creativa, sync e ottimizzazione delle revenue; Sentric continuerà a offrire soluzioni amministrative per autori indipendenti, mentre TuneCore&nbsp;continuerà a fornire ai clienti un servizio di amministrazione editoriale.

Denis Ladegaillerie, fondatore e CEO di Believe,&nbsp;aveva definito l’acquisizione di Sentric da Utopia Music (per 47 milioni di euro) “il primo passo” nell’espansione della società nel settore dell’editoria musicale; in questa occasione in un comunicato stampa, Believe ha dichiarato di aver registrato nel 2024 una crescita dei ricavi digitali di 13 punti percentuali superiore al mercato&nbsp;per gli autori rappresentati dall’azienda: “Il lancio di Believe Music Publishing consolida la posizione di Believe come società musicale globale integrata”, ha dichiarato Ladegaillerie. “Con il digitale ormai principale motore delle royalty per i creatori, e con il mercato editoriale che ha superato i 4 miliardi di euro&nbsp;dopo un decennio di crescita a doppia cifra, siamo in una posizione unica per guidare l’evoluzione del settore del publishing. 
La nuova divisione editoriale riflette e completa la nostra leadership nel recording. Sono certo che Chris e il team che sta costruendo sapranno portare avanti con successo la nostra offerta digital-first, mettendo il nostro approccio globale e integrato al servizio di artisti, etichette ed editori in ogni fase della loro carriera".

Believe lancia una divisione di publishing

Il commento del CEO Ladegaillerie

Si terrà il prossimo 21 ottobre a Napoli, al Complesso dei Santi Marcellino e Festo dell’Università Federico II, l’edizione 2025 del Digital Music Forum, appuntamento promosso da FIMI - Federazione Industria Musicale Italiana con il patrocinio del Comune di Napoli – Napoli città della Musica, in collaborazione con l’Osservatorio Giovani dell’ateneo del capoluogo campano e con il progetto Generazione Creativa, promosso dal Dipartimento di Scienze Sociali in intesa con la Regione Campania, che con cadenza annuale “porta a confronto istituzioni, artisti, accademici e professionisti del settore sui temi digitali più rilevanti per l’industria musicale”.

“Dopo aver esplorato negli anni passati l’impatto dell’intelligenza artificiale, il Forum torna infatti a concentrarsi sui social media, con un focus su come il digitale abbia trasformato la relazione tra gli artisti e la sfera pubblica, dando vita al fenomeno dei superfan e a nuove forme di interazione tra pubblico e creatività”, spiega la nota di presentazione dell’evento, che - per l’edizione 2025 - prevede la partecipazione di, tra gli altri, “il CEO FIMI Enzo Mazza, che offrirà uno scenario di mercato con focus sull’impatto del digitale nel settore musicale, Elena Bressan, Social Media &amp; Influencer Marketing Coordinator Universal Music Italia, che racconterà le strategie di comunicazione social di artisti e label nello scenario post-pandemico, e Giulia Lizzoli, Head of Music Operations SEU di TikTok, con un’analisi sul ruolo della creatività degli utenti e dei contenuti virali nel generare e consolidare fanbase, ridefinendo le strategie di lancio e comunicazione per gli artisti”.

Anche per il 2025 il Digital Music Forum proseguirà nella collaborazione con il Giffoni Innovation Hub, per il quale sarà presente il CEO Luca Tesauro, “che offrirà un focus sulle nuove forme del linguaggio digitale e sul loro impatto nella relazione tra musica e Gen Z”. Il docente ordinario di Sociologia dei processi culturali e comunicativi Sergio Brancato “approfondirà il fandom come fenomeno culturale e sociale”, mentre l’avvocato Ferdinando Tozzi, esperto diritti di autore e consigliere delegato del Sindaco di Napoli su industria musica e audiovisivo, effettuerà un’analisi giuridica dello scenario.

A chiudere la sessione dei lavori sarà Andrea Settembre, vincitore di Sanremo Giovani 2025, che “porterà la sua esperienza diretta come caso emblematico della nuova generazione di artisti, in dialogo con Lello Savonardo, coordinatore dell’Osservatorio Giovani e consulente del Sindaco della Città Metropolitana di Napoli per le politiche culturali giovanili.

FIMI, il 21 ottobre a Napoli il Digital Music Forum 2025

‘Un focus su come il digitale ha trasformato la relazione tra gli artisti e la sfera pubblica’

La musica dal vivo ‘non è Cultura con la ‘c’ minuscola’

AssoConcerti al MiC fa parlare i numeri: ‘Creiamo lavoro e ricchezza, ma lo Stato non ci aiuta’

Il social network più popolare presso la fascia di pubblico più giovane torna a cavalcare uno dei suoi <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-746827/tiktok-studio-brani-virali-su-social-poi-in-classifica-in-germania">cavalli di battaglia, in tema musicale</a>: la viralità su TikTok è un&nbsp;fattore sempre più&nbsp;determinante per il&nbsp;successo della musica registrata. L'indagine, commissionata proprio dal social network di ByteDance, ha evidenziato alcuni aspetti quantitativi e qualitativi molto interessanti, soprattutto in relazione al mercato americano.

Innanzitutto, il fatto che la diffusione via social ha un impatto abbastanza diretto sulle classifiche: l'84% delle canzoni entrate a far parte della classifica Billboard Global 200, ad esempio, erano precedentemente diventate virali su TikTok. Inoltre, gli artisti che hanno un engagement più alto sulla piattaforma di short videos vedono un aumento dell'11% negli streaming settimanali, rispetto a quelli che invece hanno un engagement più basso, che registrano una crescita fisiologica pari solo al 3%.

L'effetto non si limita solo al volume degli streaming, ma impatta anche l'attaccamento agli artisti e alle canzoni scoperte tramite la piattaforma. Rispetto alla popolazione generale americana, infatti, gli utenti di TikTok hanno una percentuale quasi doppia di superfans, sono al 74% più propensi a scoprire e condividere nuova musica.​ Sono anche più propensi al 68% a pagare un abbonamento a una piattaforma di streaming, e trascorrono il 48% in più del tempo ad ascoltare musica.​ Insomma, una platea sempre più interessante per l'industria musicale.

Le conclusioni del rapporto Luminate - come ricordato prima, commissionato dallo stesso servizio controllato da Bytedance -&nbsp;paiono confutare in tutto e per tutto quelle esposte dall'<a href="https://musicbiz.rockol.it/news-754111/midia-research-e-il-legame-spezzato-tra-viralita-social-e-fandom">ultimo rapporto di MIDiA Research</a>, secondo il quale si sarebbe ormai interrotto il rapporto tra viralità sui social e riscontro in termini di vendite e classifiche.&nbsp;

TikTok è sempre più cruciale per il mercato discografico

Lo rivela un nuovo report di Luminate che analizza il suo rapporto con la musica registrata

L'occasione sembrava essere ghiotta: una mail da John Giddings, fondatore di Solo Music Agency, una importante agenzia di booking inglese che non solo organizza l'Isle of Wight Festival, ma rappresenta anche artisti del calibro di Carla Bruni, Blondie, Iggy Pop, The Kooks e Phil Collins, oltre alla nostra Giordana Angi. Proponeva a ignari promoter locali concerti di nomi del suo roster, ma c'era un ma: per bloccare la data era necessario pagare immediatamente&nbsp;ingenti anticipi.&nbsp;

La truffa (perché di questo si tratta) è stata scoperta quando alcuni dei destinatari si sono insospettiti, accorgendosi che l'indirizzo era leggermente diverso da quello del vero Giddings. Anche l'agenzia ha confermato che si tratta di dei falsi fatti ad arte: "Sono e-mail fraudolente e non provengono dalla nostra agenzia" recita la nota stampa di Solo Music Agency. "Non chiediamo mai pagamenti o depositi attraverso mail non richieste o inaspettate". L'agenzia invita quindi a contattarla&nbsp;direttamente in caso di dubbi o offerte sospette.

Truffatori si spacciano per i booking agent di Solo Music Agency

Il caso è diventato di dominio pubblico dopo una serie di mail ricevute da promoter locali

Non solo pop o subculture: TikTok si sta rivelando una piattaforma molto fertile anche per i creator che si dedicano alla musica classica. Proprio da questa constatazione è nato Crescendo, il nuovo acceleratore del social di ByteDance, creato in collaborazione con il Southbank Centre di Londra.

Tramite l'iniziativa verranno selezionati 10 creatori inglesi che producono abitualmente contenuti sulla musica classica, che saranno invitati a partecipare a un evento celebrativo nel gennaio 2026 e intraprenderanno poi un percorso della durata di sei mesi, in cui avranno un accesso esclusivo a tutte le performance del Southbank Centre, di cui diventeranno a tutti gli effetti ambassador. Nel corso del semestre, inoltre, riceveranno una formazione specifica da parte dei social media manager di TikTok, con per imparare a massimizzare l'impatto dei propri video all'interno della piattaforma.

TikTok lancia Crescendo, strumento per creator di musica classica

L'acceleratore è frutto di una partnership con il Southbank Centre di Londra

Carosello ha annunciato l’ingresso nel proprio roster di Orlando, cantautore veronese classe 1999 che il prossimo venerdì, 10 ottobre, pubblicherà il suo primo singolo per l’etichetta milanese, “La maglia dei Guns”.

“Per me è un pezzo profondamente malinconico, ma che arriva come una carezza, non come un pugno”, ha dichiarato al proposito l’artista: “Perché è un amore giovane, e finché siamo giovani, con l’amore possiamo ancora giocarci un po’. E’ quel tipo di amore che, in fondo, abbiamo vissuto tutti almeno una volta. Spero solo che, ascoltandola, qualcuno possa chiudere gli occhi, lasciarsi trasportare e magari trovare un attimo di coraggio. Per fare quella chiamata, quel viaggio, per uscire di casa e dire ciò che prova”.

All’anagrafe Orlando Capasso, originario di Villafontana, piccolo paese della provincia veronese, l’artista - prima di firmare con Carosello - si era fatto conoscere con il singolo “Canada”, diventato virale su TikTok.

Carosello, Orlando entra nel roster

Il cantautore pubblicherà il 10 ottobre il singolo ‘La maglia dei Guns’

E’ stato inaugurato a Mantova, presso Strada Stazione Frassino 3/5, Pink Noise, nuovo hub di produzione multimediale specializzato in fotografia, audio, realizzazione di video e organizzazione di eventi: nato dalla riqualificazione di un’ex riseria, riconvertita con un approccio a basso impatto ambientale, Pink Noise - recita la nota di presentazione - “si propone come un polo all’avanguardia, dove passato e tecnologia moderna si incontrano”.

La struttura dispone di una Sala Eventi (“ideale per concerti, conferenze e produzioni live, con una capienza massima di 150 persone”, dotata di led walls, telecamere e impianto audio-luci professionale), una&nbsp;Sala Limbo (“spazio dedicato a shooting fotografici e campagne pubblicitarie, con un’ampia dotazione di luci e accessori”), una&nbsp;Sala Green Screen (“ideale per produzioni video e spot digitali con set personalizzabili”), una Sala Incisione (“pensata per musica, podcast e sound design”), Sale Meeting e Coworking (“ambienti progettati per incontri di lavoro e riunioni ibride”) e un’Area Accoglienza (“costituita da lounge con pianoforte e bar, luogo ideale per networking e momenti di relax”).

“Pink Noise non è solo uno studio di produzione ma un luogo in cui le visioni si incontrano, si contaminano e prendono forma”, hanno dichiarato i fondatori di Pink Noise e ArteS Tanya Lytvynenko e Matteo Brognoli: “Crediamo nel potere della comunicazione che emoziona e nel bisogno profondo, umano, di esprimersi”.

Il progetto di Pink Noise è propedeutico e complementare ad ArtesWorld, “uno spazio innovativo che si trova sempre a Mantova e si focalizza sulla valorizzazione delle arti come parte essenziale della vita civile, con la volontà di garantire la libertà di espressione e lo scambio aperto di idee tramite una partecipazione attiva”.