A meno di una settimana dalla promulgazione della legge che impone a Bytedance di cedere le operazioni su territorio americano di TikTok, pena la chiusura della piattaforma negli USA, i media americani si interrogano su chi - eventualmente - potrà assicurare continuità al social utilizzato, oggi, da oltre 170 milioni di americani. Quasi sicuramente, concordano diverse testate di settore, non bisognerà aspettarsi colpi di scena da Meta o Google, con la prima già nel mirino dell’antiturst a stelle e strisce per le acquisizioni di WhatsApp e Instagram e la seconda impegnata in una battaglia legale con Dipartimento di Giustizia USA per le modalità tecnologiche con le quali sono gestite le inserzioni pubblicitarie: difficile che si facciano avanti anche il big dell’e-commerce Amazon o Microsoft, sempre per problemi legati a possibili preoccupazioni dell’autorità regolatrice dei mercati. La società oggi guidata da Satya Nadella, tuttavia, potrebbe avere qualche possibilità di tornare in gioco dopo aver superato gli esami dell’antitrust, lo scorso anno, alla quale fu sottoposta dopo l’acquisizione della popolare software house Activision Blizzard: il gigante di Redmond non solo potrebbe avere le carte in regola agli occhi dell’autorità garante per la concorrenza - disponendo nel proprio portfolio una piattaforma come LinkedIn, ma non una social “ricreativo” come TikTok, ma anche le spalle sufficientemente larghe per farsi carico sia dell’esborso monstre - secondo le stime del Wall Street Journal, tra i 20 e i 100 miliardi di dollari - che dell’onore della riscrittura dell’algoritmo che regola la piattaforma, asso nella manica di Bytedance incedibile (anche per le leggi del governo cinese relative alla cessione di asset tecnologici). Altro pretendente al rilevamento delle attività del social negli USA è Steven Mnuchin, già segretario del tesoro nella squadra di governo assemblata dall’ex presidente Donald Trump (ai tempi della prima proposta di bando ai danni del social): il fondatore della Dune Entertainment ha già annunciato di essere al lavoro per formare una cordata di investitori pronti a imbarcarsi nel progetto. In gioco, poi, potrebbero entrare anche Kevin O'Leary, presidente della società di venture capital canadese O'Leary Ventures, che alla CNBC ha dichiarato di essere pronto a presentare un’offerta tra i 20 e i 30 miliardi di dollari per “regolarizzare” TikTok negli USA, Bill Ackman, numero uno dell’hedge fund Pershing Square, anche lui al lavoro per mettersi in gioco con una proposta, e l’ex ceo di Activision Blizzard Bobby Kotick, che avrebbe discusso l’eventualità di scendere in campo insieme al ceo di OpenAI Sam Altman.