Lo scorso autunno se ne parlava in termini di laboratorio, di entità sperimentale pronta a innestarsi in <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-743325/mercato-discografico-in-italia-2023-crescita-record-188-dati-ricavi">un mercato discografico - quello italiano - a rapida crescita</a>. Poi, qualche mese dopo, il passaggio dei La Sad a Sanremo ha fatto emergere il modus operandi anticonvenzionale di <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-740868/mast-believe-divisione-artist-services-etichetta-intervista-colavolpe">M.A.S.T., acronimo di Music Artist Services Team, brand di Believe</a> che opera come un’etichetta senza tuttavia averne la conformazione tipica. Ormai avviata da un semestre, la nuova realtà lanciata nella Penisola dal gruppo francese ha portato le proprie attività a regime, mettendo in pratica la teoria enunciata in fase di lancio: attenzione alle persone - artisti o addetti ai lavori che siano, cura sartoriale per i progetti e consapevolezza della propria identità. Facendo dello spirito di servizio nei confronti dei propri partner un marchio di fabbrica, senza tuttavia far mancare una spiccata personalità: perché, spiega il capo di M.A.S.T. Paolo Colavolpe (nella foto), negli uffici che affacciano sul Naviglio Grande di Milano c’è un team che non lavoro su “prodotti”, ma su pezzi di vita degli artisti concretizzati sotto forma di album o canzoni… 
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Qual è - se c’è - la richiesta più ricorrente che gli artisti presenti nel roster di M.A.S.T. avanzano?

Credo che in generale qualsiasi artista al momento della firma - in questo momento storico, e oltre ovviamente alle economie legate alla trattativa, voglia un team che creda fortemente in lei o lui - che sia presente e proattivo. In sostanza, un vero partner in quello che per lui non rappresenta solo un progetto ma tutta la sua vita. Questo punto per me è fondamentale e alla base di ogni rapporto che deve intercorrere tra il team M.A.S.T. e l’artista, la consapevolezza che di fronte non si ha un prodotto, ma un artista che di fatto, in un brano o in un album, ripone la sua vita. 
&nbsp;

Al di là - ovviamente - dell’aspetto umano, esiste un profilo di proposta artistica che trovi particolarmente interessante, per qualsiasi ragione, per il panorama musicale di oggi? Qual è la caratteristica che fa scattare qualcosa in te e nel tuo team A&amp;R?

Esistono molti progetti molto interessanti nel panorama musicale, e ciò che li accomuna tutti, e che al contempo rappresenta la caratteristica che fa scattare qualcosa in me o nel team M.A.S.T., sono la verità e la visione. Ci piacciono gli artisti con una forte e vera necessità di esprimersi, che si riflette in quello che cantano, e che si vede nelle foto o nei video. La consapevolezza di sé stessi è la prima vera “arma” che oggi un artista deve avere. Sapere chi è e dove si vuole arrivare è altrettanto fondamentale. Noi vogliamo essere il team che li aiuta a raggiungere i propri obiettivi, ma gli obiettivi devono essere sempre chiari o si rischia di correre senza una metà e di perdere la bussola. 
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Si parla spesso di “domanda” del mercato rivolta alle etichette, anche se molto tempo fa, in epoca pre-digitale, il processo era il più delle volte inverso: credi che oggi, nonostante la frammentazione della platea di fruitori e l’incredibile quantità di offerta, sia ancora possibile "sorprendere" il pubblico? Vi è mai successo di farlo? Se sì, quando accade, cosa succede?

E’ verissimo, il modello discografico si è completamente ribaltato negli ultimi anni. La matrice bottom-up è cruciale nel 90% dei progetti musicali odierni, soprattutto nell’hip hop. Ma diventa altrettanto importante poi la gestione, la crescita, il posizionamento e la visione nel medio-lungo periodo. Sorprendere il pubblico è un concetto che mi piace, se accostato a una campagna di comunicazione, meno se ne parliamo in termini di modello top-down. Anche sorprendere il pubblico con delle “scommesse”, o con degli emergenti che nessuno si aspetta possano fare un certo percorso, è sicuramente qualcosa a cui puntiamo. 
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Avendo esperienza anche presso realtà discografiche convenzionali, quale pensi possa essere il vantaggio di operare come “un’etichetta non in senso tradizionale”? Pensi che certe tendenze - come, per esempio, la <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-743796/blackpink-lisa-entra-nel-roster-di-sony-music">caduta del tabù relativo alla non proprietà dei master da parte delle label</a> - che avete anticipato e che vi caratterizzano abbiano fatto strada anche presso altre realtà?

Credo fortemente che a prescindere dal modello di business e degli obiettivi prefissati da un’azienda, la differenza vera la facciano sempre le persone. La passione e la preparazione sono fondamentali, esattamente come il contatto costante con l’artista e il suo management. Per quanto riguarda la non proprietà del master, è sicuramente qualcosa che in questo momento caratterizza fortemente il modello Believe, e sicuramente una tendenza a cui anche altri player hanno dovuto adeguarsi, ma la realtà è che questa scelta dipende molto dalla propensione imprenditoriale dell’artista e del suo team. In Francia, per esempio, questo aspetto - sia per quanto riguarda artisti che i loro management - è molto più sviluppato: in Italia ancora no, probabilmente perché serve più tempo per raggiungere certi livelli. Anche su questo aspetto, tuttavia, è necessario porre l'attenzione sulla necessità di avere piena consapevolezza di quali siano gli obiettivi nel momento in cui si sigla un accordo, in modo da poter scegliere la giusta strada per ogni singolo artista. Perché non esiste “il” modello per definizione, ma solo quello giusto per ogni artista. 
&nbsp;

La Sad è stata un caso discografico, per diverse ragioni: in occasione dello scorso Sanremo avete cucito addosso alla band <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-742658/la-sad-e-mast-con-another-one-a-sanremo-2024">un’operazione di marketing e comunicazione particolare</a>, diversa da quelle solitamente pensate per il Festival. Processi del genere sono applicabili a tutti gli artisti? O devono essere gli artisti a dover avere qualcosa in più per “permettersele”?

Penso che il marketing e la comunicazione debbano essere sempre la proiezione di quello che un artista è. Sta a noi mettere o meno su un piedistallo o in evidenza un determinato lato che è già parte dell’artista. La Sad, dal momento in cui è stata annunciata a Sanremo, ha sollevato un polverone, lamentele, polemiche. Al contempo tutti si aspettavano o volevano sotto sotto che su quel palco facessero solo casino, che passassero per gli “inadatti” o i miracolati. Quello su cui abbiamo voluto fortemente puntare, quindi, sono i concetti espressi nei loro testi, l’urlo del disagio generazionale, del non stare bene, del sentirsi costantemente come i diversi, che - di fatto - rappresentano i motivi per i quali un progetto come La Sad è nato. Si sente spesso dire che loro “non sono punk”, pensando che il punk sia un suono, o debba rispecchiare dei canoni per essere tale. Non esiste cosa più sbagliata, invece: il punk è una rottura con tutto ciò che è considerato standard, normale, canonico. E nelle tematiche trattate nel 2024 La Sad è unica: esistono davvero pochi progetti, in Italia, ad avere questo tipo risalto e questi numeri capaci di parlare così apertamente dei propri demoni, o di dare voce a tutte le persone che non si sentono parte di nulla. Per questa ragione quello che abbiamo voluto, per loro, è stato un Sanremo ricco di contenuti, di messaggi, espliciti e non, di coinvolgimento di realtà che queste tematiche le affrontano sul campo ogni giorno - come Telefono Amico, di influenze e background portati sul palco attraverso outfit pensati appositamente per l’occasione, e con dei forti significati, serata dopo serata. 
&nbsp;

Sempre a proposito della Sad: cosa racconta l’evoluzione del vostro rapporto con loro a proposito dell’attitudine di M.A.S.T. nei confronti degli artisti e dei progetti?

Che non ci poniamo limiti di genere, non ci poniamo limiti nelle ambizioni e soprattutto che se sposiamo un progetto vogliamo poterne far parte al 101% per poterlo comprendere al meglio e - di conseguenza - poterlo supportare al meglio. 
&nbsp;

Una realtà molto presente in un progetto artistico come la vostra come si rapporta ai management? Come interpretate il processo di allineamento, in fase di partenza di un progetto, tra voi, il management e l’artista?

Ogni progetto artistico, in realtà, fa storia a sé: esistono progetti in cui siamo molto presenti dal punto di vista artistico, altri dove non lo siamo perché l’artista, magari, è già strutturato, e non ha bisogno di quel tipo di supporto da parte nostra. E’ nostro compito capire dove possiamo fare la differenza e agire su quell’aspetto. Se possiamo farla in ogni ambito ben venga, ma di base - ripeto - dipende da diversi fattori. A prescindere da questo, il rapporto con il management e con l’artista sono fondamentali, ed è altrettanto importante l’allineamento costante. Dal PM all’A&amp;R, passando per il Digital Marketing Manager o l’EMP (Editorial &amp; Marketing Partnerships Manager), il team deve conoscere l’artista in tutti i suoi aspetti, per poterlo lavorare al meglio: di conseguenza, fin dal primo giorno tutti devono essere coinvolti nella visione e nel planning dei successivi passi del progetto.

<div class='embed'><img src="https://images.rockol.it/Oxk2h9jokEcFgEh4zk6fgodgdoM=/700x0/smart/rockol-img/img/foto/upload/luca-daher-paolo-colavolpe-sara-pedroni.jpg" alt="https://images.rockol.it/Oxk2h9jokEcFgEh4zk6fgodgdoM=/700x0/smart/rockol-img/img/foto/upload/luca-daher-paolo-colavolpe-sara-pedroni.jpg" title="https://images.rockol.it/Oxk2h9jokEcFgEh4zk6fgodgdoM=/700x0/smart/rockol-img/img/foto/upload/luca-daher-paolo-colavolpe-sara-pedroni.jpg" class="img-responsive" /></div> 
[nella foto, da sinistra a destra: Luca Daher (GM Believe Italy), Paolo Colavolpe (Head of M.A.S.T.), Sara Pedroni (GMO Believe Italy)]

Sono passati sei mesi dal lancio di M.A.S.T. in Italia: che bilancio tracci di questo primo periodo di attività? Cosa ti ha sorpreso, in positivo, in questo primo semestre?

Credo sia presto per i bilanci, ma sono molto felice di questi primi sei mesi, e lo sono ancora di più per i prossimi sei che ci aspettano. Tutte le cose belle e fatte bene hanno bisogno di tempo, e questo vale sia per le carriere degli artisti quanto per il percorso di una realtà come la nostra. A sorprendermi è stata l’attenzione e la curiosità accese in questi mesi nei partner e negli addetti ai lavori. 
&nbsp;

<a href="https://musicbiz.rockol.it/news-743520/roster-malika-ayane-firma-con-mast">Malika Ayane è uno degli ultimi ingressi segnalati nel vostro roster</a>: avete in programma di avviare collaborazioni con altri artisti?

L’ultimo ingresso è Mida, artista che ben conosciamo, e nel quale crediamo molto. E ovviamente siamo molto orgogliosi della recente firma di Malika, una regina del panorama pop italiano che a breve tornerà con tanta nuova musica che non vediamo l’ora di pubblicare. Sicuramente arriveranno altre firme, ma - ovviamente - l’equilibrio tra numero di persone nel team e numero di artisti del roster è sempre attenzionato, e sempre lo sarà. Dovrà crescere tutto nella maniera più sostenibile possibile, nel rispetto di tutti i progetti che abbiamo il piacere di supportare. 
&nbsp;

Dal punto di vista strategico, a breve - medio termine, quali saranno le vostre priorità? Cosa serve a una realtà come la vostra a sei mesi dal debutto su un nuovo mercato?

I nostri obiettivi sono molto chiari: sviluppare al meglio il roster, cercando di portare gli artisti che rappresentiamo al “next step” della loro carriera. Abbiamo tanti obiettivi, tante uscite importanti e molta voglia di dimostrare a tutti il valore dei nostri artisti e dei nostri partner. 
&nbsp;

“C’è una cosa della quale siamo orgogliosi”, aggiunge Luca Daher, Managing Director Italy di Believe: “In un mercato dove le aziende si misurano troppo in market-share (dove, quindi, dieci artisti che calano sono meglio di una artista che cresce) per noi l’indicatore chiave di prestazione è il tasso di crescita dei progetti che gestiamo, che ovviamente ci porta un ritorno, ma è direttamente legato al ritorno dell'artista, visto che siamo l'azienda che restituisce revenue share migliori ad artisti e management. Per questo non sigliamo nuovi accordi se non siamo sicuri di avere banda sufficiente per gestire nuovi progetti”.

“C'è, poi, un obiettivo indiretto di M.A.S.T. in quanto pilastro della strategia più ampia di Believe in Italia”, conclude Daher: “Creare un laboratorio che permetta anche alle etichette che distribuiamo di avere un partner fidato e forte per sviluppare i progetti per loro prioritari, e di usufruire dei learning e della fiducia dei partner che otteniamo quando gestiamo marketing, promo ed altri rami di attività in prima persona”.

Lo scorso autunno se ne parlava in termini di laboratorio, di entità sperimentale pronta a innestarsi in <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-743325/mercato-discografico-in-italia-2023-crescita-record-188-dati-ricavi">un mercato discografico - quello italiano - a rapida crescita</a>. Poi, qualche mese dopo, il passaggio dei La Sad a Sanremo ha fatto emergere il modus operandi anticonvenzionale di <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-740868/mast-believe-divisione-artist-services-etichetta-intervista-colavolpe">M.A.S.T., acronimo di Music Artist Services Team, brand di Believe</a> che opera come un’etichetta senza tuttavia averne la conformazione tipica. Ormai avviata da un semestre, la nuova realtà lanciata nella Penisola dal gruppo francese ha portato le proprie attività a regime, mettendo in pratica la teoria enunciata in fase di lancio: attenzione alle persone - artisti o addetti ai lavori che siano, cura sartoriale per i progetti e consapevolezza della propria identità. Facendo dello spirito di servizio nei confronti dei propri partner un marchio di fabbrica, senza tuttavia far mancare una spiccata personalità: perché, spiega il capo di M.A.S.T. Paolo Colavolpe (nella foto), negli uffici che affacciano sul Naviglio Grande di Milano c’è un team che non lavoro su “prodotti”, ma su pezzi di vita degli artisti concretizzati sotto forma di album o canzoni… 
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Qual è - se c’è - la richiesta più ricorrente che gli artisti presenti nel roster di M.A.S.T. avanzano?

Credo che in generale qualsiasi artista al momento della firma - in questo momento storico, e oltre ovviamente alle economie legate alla trattativa, voglia un team che creda fortemente in lei o lui - che sia presente e proattivo. In sostanza, un vero partner in quello che per lui non rappresenta solo un progetto ma tutta la sua vita. Questo punto per me è fondamentale e alla base di ogni rapporto che deve intercorrere tra il team M.A.S.T. e l’artista, la consapevolezza che di fronte non si ha un prodotto, ma un artista che di fatto, in un brano o in un album, ripone la sua vita. 
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Al di là - ovviamente - dell’aspetto umano, esiste un profilo di proposta artistica che trovi particolarmente interessante, per qualsiasi ragione, per il panorama musicale di oggi? Qual è la caratteristica che fa scattare qualcosa in te e nel tuo team A&amp;R?

Esistono molti progetti molto interessanti nel panorama musicale, e ciò che li accomuna tutti, e che al contempo rappresenta la caratteristica che fa scattare qualcosa in me o nel team M.A.S.T., sono la verità e la visione. Ci piacciono gli artisti con una forte e vera necessità di esprimersi, che si riflette in quello che cantano, e che si vede nelle foto o nei video. La consapevolezza di sé stessi è la prima vera “arma” che oggi un artista deve avere. Sapere chi è e dove si vuole arrivare è altrettanto fondamentale. Noi vogliamo essere il team che li aiuta a raggiungere i propri obiettivi, ma gli obiettivi devono essere sempre chiari o si rischia di correre senza una metà e di perdere la bussola. 
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Si parla spesso di “domanda” del mercato rivolta alle etichette, anche se molto tempo fa, in epoca pre-digitale, il processo era il più delle volte inverso: credi che oggi, nonostante la frammentazione della platea di fruitori e l’incredibile quantità di offerta, sia ancora possibile "sorprendere" il pubblico? Vi è mai successo di farlo? Se sì, quando accade, cosa succede?

E’ verissimo, il modello discografico si è completamente ribaltato negli ultimi anni. La matrice bottom-up è cruciale nel 90% dei progetti musicali odierni, soprattutto nell’hip hop. Ma diventa altrettanto importante poi la gestione, la crescita, il posizionamento e la visione nel medio-lungo periodo. Sorprendere il pubblico è un concetto che mi piace, se accostato a una campagna di comunicazione, meno se ne parliamo in termini di modello top-down. Anche sorprendere il pubblico con delle “scommesse”, o con degli emergenti che nessuno si aspetta possano fare un certo percorso, è sicuramente qualcosa a cui puntiamo. 
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Avendo esperienza anche presso realtà discografiche convenzionali, quale pensi possa essere il vantaggio di operare come “un’etichetta non in senso tradizionale”? Pensi che certe tendenze - come, per esempio, la <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-743796/blackpink-lisa-entra-nel-roster-di-sony-music">caduta del tabù relativo alla non proprietà dei master da parte delle label</a> - che avete anticipato e che vi caratterizzano abbiano fatto strada anche presso altre realtà?

Credo fortemente che a prescindere dal modello di business e degli obiettivi prefissati da un’azienda, la differenza vera la facciano sempre le persone. La passione e la preparazione sono fondamentali, esattamente come il contatto costante con l’artista e il suo management. Per quanto riguarda la non proprietà del master, è sicuramente qualcosa che in questo momento caratterizza fortemente il modello Believe, e sicuramente una tendenza a cui anche altri player hanno dovuto adeguarsi, ma la realtà è che questa scelta dipende molto dalla propensione imprenditoriale dell’artista e del suo team. In Francia, per esempio, questo aspetto - sia per quanto riguarda artisti che i loro management - è molto più sviluppato: in Italia ancora no, probabilmente perché serve più tempo per raggiungere certi livelli. Anche su questo aspetto, tuttavia, è necessario porre l'attenzione sulla necessità di avere piena consapevolezza di quali siano gli obiettivi nel momento in cui si sigla un accordo, in modo da poter scegliere la giusta strada per ogni singolo artista. Perché non esiste “il” modello per definizione, ma solo quello giusto per ogni artista. 
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La Sad è stata un caso discografico, per diverse ragioni: in occasione dello scorso Sanremo avete cucito addosso alla band <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-742658/la-sad-e-mast-con-another-one-a-sanremo-2024">un’operazione di marketing e comunicazione particolare</a>, diversa da quelle solitamente pensate per il Festival. Processi del genere sono applicabili a tutti gli artisti? O devono essere gli artisti a dover avere qualcosa in più per “permettersele”?

Penso che il marketing e la comunicazione debbano essere sempre la proiezione di quello che un artista è. Sta a noi mettere o meno su un piedistallo o in evidenza un determinato lato che è già parte dell’artista. La Sad, dal momento in cui è stata annunciata a Sanremo, ha sollevato un polverone, lamentele, polemiche. Al contempo tutti si aspettavano o volevano sotto sotto che su quel palco facessero solo casino, che passassero per gli “inadatti” o i miracolati. Quello su cui abbiamo voluto fortemente puntare, quindi, sono i concetti espressi nei loro testi, l’urlo del disagio generazionale, del non stare bene, del sentirsi costantemente come i diversi, che - di fatto - rappresentano i motivi per i quali un progetto come La Sad è nato. Si sente spesso dire che loro “non sono punk”, pensando che il punk sia un suono, o debba rispecchiare dei canoni per essere tale. Non esiste cosa più sbagliata, invece: il punk è una rottura con tutto ciò che è considerato standard, normale, canonico. E nelle tematiche trattate nel 2024 La Sad è unica: esistono davvero pochi progetti, in Italia, ad avere questo tipo risalto e questi numeri capaci di parlare così apertamente dei propri demoni, o di dare voce a tutte le persone che non si sentono parte di nulla. Per questa ragione quello che abbiamo voluto, per loro, è stato un Sanremo ricco di contenuti, di messaggi, espliciti e non, di coinvolgimento di realtà che queste tematiche le affrontano sul campo ogni giorno - come Telefono Amico, di influenze e background portati sul palco attraverso outfit pensati appositamente per l’occasione, e con dei forti significati, serata dopo serata. 
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Sempre a proposito della Sad: cosa racconta l’evoluzione del vostro rapporto con loro a proposito dell’attitudine di M.A.S.T. nei confronti degli artisti e dei progetti?

Che non ci poniamo limiti di genere, non ci poniamo limiti nelle ambizioni e soprattutto che se sposiamo un progetto vogliamo poterne far parte al 101% per poterlo comprendere al meglio e - di conseguenza - poterlo supportare al meglio. 
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Una realtà molto presente in un progetto artistico come la vostra come si rapporta ai management? Come interpretate il processo di allineamento, in fase di partenza di un progetto, tra voi, il management e l’artista?

Ogni progetto artistico, in realtà, fa storia a sé: esistono progetti in cui siamo molto presenti dal punto di vista artistico, altri dove non lo siamo perché l’artista, magari, è già strutturato, e non ha bisogno di quel tipo di supporto da parte nostra. E’ nostro compito capire dove possiamo fare la differenza e agire su quell’aspetto. Se possiamo farla in ogni ambito ben venga, ma di base - ripeto - dipende da diversi fattori. A prescindere da questo, il rapporto con il management e con l’artista sono fondamentali, ed è altrettanto importante l’allineamento costante. Dal PM all’A&amp;R, passando per il Digital Marketing Manager o l’EMP (Editorial &amp; Marketing Partnerships Manager), il team deve conoscere l’artista in tutti i suoi aspetti, per poterlo lavorare al meglio: di conseguenza, fin dal primo giorno tutti devono essere coinvolti nella visione e nel planning dei successivi passi del progetto.

 
[nella foto, da sinistra a destra: Luca Daher (GM Believe Italy), Paolo Colavolpe (Head of M.A.S.T.), Sara Pedroni (GMO Believe Italy)]

Sono passati sei mesi dal lancio di M.A.S.T. in Italia: che bilancio tracci di questo primo periodo di attività? Cosa ti ha sorpreso, in positivo, in questo primo semestre?

Credo sia presto per i bilanci, ma sono molto felice di questi primi sei mesi, e lo sono ancora di più per i prossimi sei che ci aspettano. Tutte le cose belle e fatte bene hanno bisogno di tempo, e questo vale sia per le carriere degli artisti quanto per il percorso di una realtà come la nostra. A sorprendermi è stata l’attenzione e la curiosità accese in questi mesi nei partner e negli addetti ai lavori. 
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<a href="https://musicbiz.rockol.it/news-743520/roster-malika-ayane-firma-con-mast">Malika Ayane è uno degli ultimi ingressi segnalati nel vostro roster</a>: avete in programma di avviare collaborazioni con altri artisti?

L’ultimo ingresso è Mida, artista che ben conosciamo, e nel quale crediamo molto. E ovviamente siamo molto orgogliosi della recente firma di Malika, una regina del panorama pop italiano che a breve tornerà con tanta nuova musica che non vediamo l’ora di pubblicare. Sicuramente arriveranno altre firme, ma - ovviamente - l’equilibrio tra numero di persone nel team e numero di artisti del roster è sempre attenzionato, e sempre lo sarà. Dovrà crescere tutto nella maniera più sostenibile possibile, nel rispetto di tutti i progetti che abbiamo il piacere di supportare. 
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Dal punto di vista strategico, a breve - medio termine, quali saranno le vostre priorità? Cosa serve a una realtà come la vostra a sei mesi dal debutto su un nuovo mercato?

I nostri obiettivi sono molto chiari: sviluppare al meglio il roster, cercando di portare gli artisti che rappresentiamo al “next step” della loro carriera. Abbiamo tanti obiettivi, tante uscite importanti e molta voglia di dimostrare a tutti il valore dei nostri artisti e dei nostri partner. 
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“C’è una cosa della quale siamo orgogliosi”, aggiunge Luca Daher, Managing Director Italy di Believe: “In un mercato dove le aziende si misurano troppo in market-share (dove, quindi, dieci artisti che calano sono meglio di una artista che cresce) per noi l’indicatore chiave di prestazione è il tasso di crescita dei progetti che gestiamo, che ovviamente ci porta un ritorno, ma è direttamente legato al ritorno dell'artista, visto che siamo l'azienda che restituisce revenue share migliori ad artisti e management. Per questo non sigliamo nuovi accordi se non siamo sicuri di avere banda sufficiente per gestire nuovi progetti”.

“C'è, poi, un obiettivo indiretto di M.A.S.T. in quanto pilastro della strategia più ampia di Believe in Italia”, conclude Daher: “Creare un laboratorio che permetta anche alle etichette che distribuiamo di avere un partner fidato e forte per sviluppare i progetti per loro prioritari, e di usufruire dei learning e della fiducia dei partner che otteniamo quando gestiamo marketing, promo ed altri rami di attività in prima persona”.

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M.A.S.T.: ‘La differenza? A farla sono sempre le persone’

Industria

I primi sei mesi della nuova divisione di Believe in Italia raccontati da Paolo Colavolpe

Create Music Group - società di distribuzione, gestione dei diritti ed edizione musicale orientata al digitale, fondata nel 2015 – ha annunciato un round di investimento di minoranza da 165 milioni di dollari guidato dalla società di private equity Flexpoint Ford; operazione che porterà la valutazione dell’azienda a 1 miliardo di dollari e quindi ad essere considerata un unicorno (un’azienda unicorno è un’impresa che ha raggiunto una valutazione di mercato uguale o superiore a un miliardo di dollari, anche se non è stata quotata in borsa).

Create - fondata dall'amministratore delegato Jonathan Strauss, dal direttore operativo Alexandre Williams e dal direttore dello sviluppo commerciale Wayne Hampton - ha spiegato che utilizzerà il denaro per alimentare un'ulteriore espansione globale ed eseguire una "ambiziosa strategia di acquisizione".

Tra gli investitori figura anche Charles Goldstuck, veterano dell'industria musicale, che dovrebbe vedere il gruppo guidato da Flexpoint acquisire quasi un quinto del capitale di Create.

Commentando l’operazione, Jonathan Strauss, CEO di Create Music Group, ha spiegato: "La nostra partnership con Flexpoint segna una tappa significativa per la nostra azienda e la loro esperienza sarà fondamentale per portare avanti le nostre operazioni e trovare nuovi modi per servire le esigenze in evoluzione dei nostri clienti. L'investimento di Flexpoint sosterrà anche la nostra ambiziosa strategia di acquisizioni che ci permetterà di espandere la nostra presenza sul mercato e di creare le dimensioni necessarie per continuare a fornire servizi impareggiabili ai nostri clienti e ai nostri partner".

Mike Morris, amministratore delegato di Flexpoint Ford, ha aggiunto: "Riteniamo che Jonathan e il suo team abbiano stabilito un nuovo standard per il settore, sfidando le aziende musicali tradizionali a ripensare le proprie strategie. Agendo come una media company che offre un supporto completo agli artisti, tra cui distribuzione, marketing, soluzioni finanziarie e coinvolgimento del pubblico, Create Music Group ha creato un progetto per il futuro della musica”.

Stephane Essama, Principal di Flexpoint Ford, ha dichiarato: "Siamo lieti di avere l'opportunità di collaborare con i fondatori di Create e di fornire loro il capitale necessario per soddisfare l'enorme domanda dei loro clienti, mentre l'azienda continua a costruire un'offerta veramente differenziata per gli artisti e le etichette in un settore musicale in rapida evoluzione”.

Create Music Group, un round di investimento da $165 milioni

La valutazione della società arriverebbe a 1 miliardo di dollari

Oltre cinquanta tra “importanti aziende musicali, associazioni e istituzioni a livello globale” hanno offerto il loro sostegno ai "Principi per la creazione musicale con l'intelligenza artificiale", manifesto presentato da Roland Corporation e Universal Music Group a marzo compilato per proteggere lo “spirito umano” della creazione musicale.

Tra le entità che hanno aderito all’iniziativa si segnalano NAMM, Sydney University, BandLab Technologies, Splice, Native Instruments, Focusrite, Output, Beatport, Waves, Soundful, LANDR, Eventide, GPU Audio e molte altre.

“Si tratta di una pietra miliare importante: una filosofia condivisa sull'applicazione dell'intelligenza artificiale nella creazione musicale”, hanno fatto sapere in una nota congiunta Roland e UMG: “Questa coalizione di leadership dell'industria musicale è impegnata ad aderire agli standard etici del settore che proteggono la creatività umana, esplorando anche modi innovativi affinché l'intelligenza artificiale possa potenziare e supportare artisti. Il loro allineamento ai ‘Principi per la creazione musicale con l’intelligenza artificiale’ sottolinea il desiderio di trasparenza, equità e leadership proattiva al fine di proteggere gli artisti musicali di tutto il mondo”.

“Mentre stiamo inaugurando una nuova era della creazione musicale, l’emergere di strumenti basati sull’intelligenza artificiale offre opportunità entusiasmanti ma presenta anche rischi significativi”, prosegue il comunicato: “E’ fondamentale gestire il loro impatto in modo responsabile. I ‘Principi per la creazione musicale con l’intelligenza artificiale’ sono stati sviluppati per affrontare queste sfide, stabilendo linee guida chiare che sottolineano la necessità di una forte governance interna e di un ampio supporto da parte del settore. Aderendo a questi principi, l’industria musicale può proteggere l’integrità artistica sfruttando al tempo stesso il potenziale di trasformazione dell’intelligenza artificiale. Per promuovere una maggiore adozione all’interno dell’industria musicale, Roland, UMG e altri membri incoraggiano fortemente altre organizzazioni in tutto il mondo, inclusi produttori, educatori, associazioni, etichette e altri, ad approvare ufficialmente questi Principi. Il potenziale impatto dell’allineamento tra i leader dell’industria musicale non può essere sottovalutato e svolge un ruolo inestimabile nel plasmare un futuro responsabile per l’intelligenza artificiale nella creazione musicale.

“Siamo in un momento cruciale nell’evoluzione della creazione musicale”, ha dichiarato Meng Ru Kuok, CEO e co-fondatore di BandLab Technologies: “In qualità di leader, è nostra responsabilità garantire attentamente che l’intelligenza artificiale supporti gli artisti e rispetti la loro integrità creativa. Mentre sviluppiamo nuovi strumenti, dobbiamo ricordare che la tecnologia dà il meglio di sé quando migliora, e non oscura, la creatività umana”.

“L’intelligenza artificiale offre nuove opportunità al nostro settore e molti musicisti si ispirano a questi strumenti”, ha aggiunto la CEO di Splice Kakul Srivastava: “Ma questo è un momento critico per sostenere la responsabilità nei confronti delle nuove tecnologie e il rispetto dei diritti dei creatori ovunque. Si tratta di mettere l’essere umano al centro”.&nbsp;

“Come per tutte le tecnologie, il Gruppo Focusrite desidera vedere l’intelligenza artificiale diventare un altro set di strumenti per promuovere la creatività degli artisti rispetto a una minaccia per il nostro settore”, ha affermato Tim Carroll, CEO di Focusrite PLC: “Siamo orgogliosi di supportare AI For Music e di fare la nostra parte per garantire che questa tecnologia venga utilizzata in modo responsabile”.

Gil Weinberg, direttore fondatore del Center for Music Technology della Georgia Tech, ha aggiunto: "Sostengo l'iniziativa AI for Music, in cui il mondo accademico e l'industria potrebbero collaborare per creare modi in cui l'intelligenza artificiale possa continuare a sostenere la creatività, l'espressione e l'abilità artistica umana".

“Per 124 anni, NAMM ha sottolineato l’importanza che il nostro settore lavori collettivamente per abbracciare le nuove tecnologie”, ha dichiarato il presidente e CEO di NAMM John Mlynczak: “Poiché l’intelligenza artificiale è la tecnologia più recente in una lunga storia di innovazioni e potenziali minacce, dobbiamo lavorare insieme per abbracciare principi che supportino l’espressione artistica umana, promuovano tecnologie eticamente formate e garantiscano che nuove tecnologie e strumenti vengano utilizzati per rafforzare il nostro settore”.

“È bello vedere l’industria musicale riconoscere la necessità di una risposta urgente ai rischi che l’intelligenza artificiale generativa pone nei confronti della creatività umana”, ha aggiunto Paul McCabe, vicepresidente di ricerca e sviluppo e partenariati strategici di Roland: “I Principi si stanno rivelando una soluzione tempestiva per un ampio spettro di organizzazioni musicali, alcune con solide strategie di intelligenza artificiale già in atto e molte altre in varie fasi di scoperta”.

“Siamo lieti di vedere l’elenco crescente di sostenitori del manifesto provenienti da tutto l’ecosistema che risponde alle esigenze e agli interessi degli artisti attuali e futuri”, ha concluso Chris Horton, SVP, Strategic Technology presso UMG: “L’entità del sostegno espresso da tutte queste organizzazioni partecipanti indica chiaramente il consenso emergente sull’importanza di sostenere con forza un approccio ponderato all’adozione dell’IA”.

UMG e Roland, crescono gli associati a AIformusic

Oltre 50 entità hanno sottoscritto i 'Principi per la Creazione Musicale con l’AI’

Si terrà il prossimo 31 ottobre al Teatro Toniolo di Mestre “La musica è Azzurra: 30 anni in una notte”, evento speciale - gratuito - per celebrare i trent’anni di attività di Azzurra Music, storica etichetta che ha visto passare dal proprio roster artisti come Patty Pravo, Dodi Battaglia, Al Bano, Riccardo Fogli, Grazia Di Michele, Rettore e molti altri: l’evento è pianificato in collaborazione con la Regione Veneto, la partecipazione della Città di Venezia e l'intervento di Arteven, Circuito Multidisciplinare del Veneto, con la produzione di Azzurra Music, la direzione artistica di Marco Rossi e il coordinamento di Paolo Baruzzo, da più di due anni responsabile eventi dell'etichetta, con il supporto operativo del Teatro Toniolo.

“Da sempre la nostra regione è un patrimonio di artisti, musicisti, interpreti di musica di tutti i generi”, ha commentato il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia: “Artisti affermati e giovani emergenti che sanno esportare al meglio, attraverso studio, composizioni ed esibizioni, lo spirito e lo stile della nostra terra. Inoltre, è motivo di orgoglio ospitare in Veneto una realtà come Azzurra Music che da trent'anni sa dare attenzione ai musicisti del nostro territorio, offrendo loro un'importante opportunità, e, allo stesso tempo, sa produrre con professionalità artisti di fama nazionale. La ricorrenza dei trent'anni con l'evento di fine ottobre è senza dubbio l'occasione per valorizzare i talenti artistici e trasmettere il messaggio che sono ineccepibili portatori di cultura”.

“Abbiamo fortemente voluto ospitare a Mestre questo evento unico e straordinario per il trentennale di Azzurra Music mettendoci a disposizione affinché si trovi la giusta disponibilità e accoglienza”, ha aggiunto il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro: “Il legame profondo di questa casa discografica con il territorio si rinsalda e consolida con questa "festa di compleanno" nel capoluogo di Regione. Il rinomato cartellone del Teatro Toniolo si arricchisce così di un appuntamento che si annuncia ricco di grandi sorprese. Sarà certamente una serata di buona musica e spettacolo dal vivo con tanti ospiti che grazie alla disponibilità degli organizzatori e delle istituzioni coinvolte si svolgerà eccezionalmente ad ingresso libero, su prenotazione. Un vero evento, già nelle premesse, per avvicinare artisti e pubblico. Perché la musica è un linguaggio universale che trasmette emozioni”.

“La partecipazione delle istituzioni, siamo convinti, è un forte segnale di attenzione e incoraggiamento alla scena culturale e artistica e ai loro protagonisti”, ha concluso il presidente di Azzurra Music Marco Rossi: “Nella grande festa del 31 ottobre, ripercorrendo la nostra storia, vorremmo omaggiare gli attori di questo percorso: artisti, musicisti, tecnici, dipendenti e collaboratori interni ed esterni all'etichetta che ci hanno portati fino a qui. Ringraziamo la Regione Veneto per la condivisione, la Città di Venezia per la collaborazione, Arteven per il supporto organizzativo e la direzione del Teatro Toniolo per la disponibilità dimostrata”.

Il cast della serata non è ancora stato comunicato: dal prossimo mese di settembre sarà reso disponibile un link per prenotarsi gratuitamente.

Azzurra Music, a ottobre un evento speciale a Mestre

Per il trent’anni di attività dell’etichetta

Novità in arrivo in casa TIDAL: a partire dal 24 luglio 2024, i formati MQA e 360 Reality Audio non saranno più supportati. 

Per l'audio stereo, TIDAL ha scelto il formato FLAC che, essendo open source, consente agli artisti di distribuire la loro musica in alta qualità senza intermediari. Questo facilita l'accesso dei fan alla migliore qualità sonora possibile su tutti i dispositivi.

Sebbene TIDAL abbia versioni FLAC per quasi tutti i brani MQA, potrebbe non esserci una sostituzione per tutte le canzoni presenti in repertorio e – come riportato nel comunicato diffuso - il dsp sta lavorando per garantire che tutti i brani MQA vengano sostituiti con una versione FLAC il prima possibile.

Per il suono immersivo, la piattaforma di streaming adotterà il formato Dolby Atmos, grazie alla compatibilità con molti dispositivi, alla disponibilità del catalogo e all'adozione del formato da parte degli artisti.

Tidal dirà addio ai formati MQA e 360 Reality Audio

I brani in questi formati non saranno più supportati a partire dal prossimo luglio

Probabilmente non è una sorpresa, negli ultimi giorni gli indizi si sono sommati l'uno all'altro. Al release party del nuovo singolo<a href="https://www.rockol.it/news-744775/fedez-emis-killa-nuova-singolo-sexy-shop-contro-chiara-ferragni" target="_blank">&nbsp;“Sexy shop”</a> tantissime OnlyFanser, qualche “spoilerata” in programmi radiofonici, Silvio, il nuovo cane di Fedez, con la bandana OnlyFans, e una storia di <a href="https://www.rockol.it/artista/fedez" target="_blank">Fedez</a> sul profilo Instagram con una maglietta in cui il brand della piattaforma era ben visibile.

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Fedez conferma ufficialmente l’avvio di una nuova collaborazione con OnlyFans, uno dei primi artisti in Italia a utilizzare la piattaforma per promuovere il lancio di un brano musicale. Seguendo le orme di molti artisti internazionali, Fedez utilizzerà la piattaforma per offrire ai fan uno sguardo esclusivo sul backstage del video di “Sexy shop”, sul processo creativo della sua musica e non solo. Questa iniziativa mira a creare un legame ancora più forte e diretto con il pubblico offrendo contenuti inediti e divertenti. L’appuntamento è alle 14:00 di oggi sul profilo Instagram di Fedez.

Fedez

Fedez apre il suo profilo OnlyFans per il lancio di "Sexy shop"

Federico Lucia entra in OnlyFans ma avverte 'NO explicit contents!'

<a href="https://musicbiz.rockol.it/tutto-su/stability-ai-494691">Stability AI</a>&nbsp;- startup nel settore dell'AI generativa open source – ha annunciato che ci sarà un nuovo CEO a capo del team manageriale: si tratta di Prem Akkaraju, ex CEO di Weta Digital.

Non solo: la società ha comunicato round di finanziamenti guidato da un gruppo di investitori, tra cui Sean Parker - l’imprenditore noto per aver co-fondato Napster e per essere stato il primo presidente di Facebook - che assumerà anche il ruolo di presidente del consiglio di amministrazione di Stability AI.

Parker,&nbsp;anche investitore della primissima ora in Spotify e uno dei primi sodali di Mark Zuckerberg in Facebook (come raccontato anche nel film “The Social Network”, in cui il suo personaggio venne interpretato da Justin Timberlake),&nbsp;è emerso come uno dei nuovi investitori che potrebbero essere impegnati in una sorta di salvataggio della startup, oggi guidata dal CEO Prem Akkaraju, ex capo della società di effetti speciali Weta Digital: di recente, infatti, le condizioni finanziarie di Stability AI sono state al centro di svariate speculazioni.

A dar notizie di questi cambiamenti è stata la testata The Information che ha descritto l’investimento come “ancora di salvezza”, a fronte delle ultime vicende finanziari degli ultimi mesi che hanno visto Stability in difficoltà e un aumento del debito.

Stability AI, come è noto,&nbsp; ha lanciato un proprio modello di creazione musicale chiamato <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-744998/stability-ai-stable-audio-open-musica-prompt-testo"> Stable Audio</a>, addestrato su musica di produzione provvista di licenza; curiosamente, però, è anche l’azienda il cui dirigente principale, Ed Newton-Rex, si è dimesso l'anno scorso in segno di protesta contro le politiche troppo lasche della startup proprio in tema di addestramento e uso equo.

Newton-Rex è oggi a capo di Fairly Trained.

AI e musica: irrompe Sean Parker

A volte tornano: ecco una vecchia conoscenza, e non sempre comoda, dell’industria musicale

MTVNews.com, la sezione dedicata alle notizie e agli approfondimenti musicali del sito di MTV, non è più raggiungibile: da ieri, lunedì 24 giugno, la pagina Web legata all’emittente televisiva propone solo informazioni su programmi e palinsesto, senza nessun collegamento ad articoli o contenuti di taglio giornalistico.

Come riferito da diverse testate americane, l’archivio oscurato riguarda oltre vent’anni di recensioni, interviste e notizie scritte a partire dal 1996, anno di lancio delle testata: tra gli altri contenuti “perduti” figurano quelli legati alla rubrica settimanale “Mixtape Monday” e diversi approfondimenti sulla nascita del fenomeno K-pop.

Al momento i responsabili del network non hanno risposto alla richiesta di commenti: MTV News era stata chiusa lo scorso anno nell’ambito del processo di riorganizzazione avviato dalla società madre Paramount Global.

Quello&nbsp;attuato in queste ore dal gruppo nato nel 2019 dalla fusione tra CBS e Viacom è il secondo “grande taglio” all’editoria musicale del 2024 dopo quello annunciato a metà dello scorso gennaio da Condé Nast, che <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-741807/pitchfork-fusione-con-gq-licenziamenti-conde-nast">ha inglobato Pitchfork in GQ</a>.

Paramount mette offline MTV News

Cancellato l’archivio con oltre due decenni di contenuti

Con una nota diffusa a mercati chiusi lunedì 24 giugno Upbeat Bidco, il consorzio formato dal fondatore e ceo di Believe Denis Ladegaillerie e dai fondi di investimento EQT X e TCV ha fatto sapere di avere acquisito il 94,99% delle quote della società con quartier generale a Parigi: l’operazione al momento ha mosso 1,43 miliardi di euro degli 1,51 ai quali è stata fissata la valutazione dell’intero capitale azionario.

“A seguito dell'offerta pubblica di acquisto che abbiamo avviato, il Consorzio detiene ora il 95% del capitale di Believe”, ha fatto sapere Ladegaillerie in una nota: “I nostri azionisti hanno deciso a stragrande maggioranza di aderire all'offerta, sancendo un vero successo. Con una maggiore agilità finanziaria e la comprovata esperienza dei membri del Consorzio, il gruppo è ora meglio attrezzato per raggiungere il nostro obiettivo collettivo: rendere Believe il leader globale nella musica indipendente, al servizio di artisti ed etichette in tutto il mondo”.

In virtù del nuovo assetto societario - che vede solo il 5% delle quote restare flottanti sui mercati azionari - è previsto l’insediamento dell’ex ceo di Shazam Andrew Fisher nel cda di Believe in rappresentanza di EQT X: la ratifica del ruolo sarà votata alla prossima assemblea generale prevista per il prossimo anno. Nel frattempo il consiglio di amministrazione ha nominato amministratori Michael Kalfayan (socio di TCV) e Nicolas Brugère (partner di EQT).

Believe, a Ladegaillerie il 95% delle quote

Gli azionisti aderiscono a larga maggioranza all’offerta avanzata da Upbeat Bidco

Promette di scrivere un nuovo capitolo nella storia dei rapporti tra società tecnologiche e industria della musica registrata la causa che la Recording Industry Association of America, associazione di categoria dei discografici statunitensi, tra coordinando contro Suno e Udio, considerati i due migliori modelli di intelligenza artificiale generativa musicale.

Nella giornata di oggi, lunedì 24 giugno, le tre società multinazionali leader del mercato - Universal Music, Sony Music e Warner Music - hanno depositato i documenti presso la corte distrettuale del Massachusetts e di New York (rispettivamente per i procedimenti legali nei confronti di Suno e Udio) accusando le due aziende di “violazione di massa di opere fonografiche protette da copyright”.

Il problema, in sostanza, è quello che l’industria discografica <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-745338/medimex-2024-il-punto-sull-ai-generativa-nell-industria-musicale">sta ripetendo (anche in Italia) da tempo</a>, ovvero la mancanza di autorizzazione in fase di training dei modelli di AI generativa: Suno e Udio avrebbero utilizzato opere coperte da diritto d’autore per “addestrare” le proprie soluzioni di intelligenza artificiale non solo in assenza di accordi di licenza specifici, ma anche in violazione di scelte precise da parte delle aziende in merito, come - per esempio - l’<a href="https://musicbiz.rockol.it/news-744523/sony-music-intelligenza-artificiale-opt-out-su-catalogo-no-training">opt-out annunciato da Sony Music urbi et orbi lo scorso 16 maggio</a>.

“Le aziende di intelligenza artificiale, come tutte le altre imprese, devono rispettare le leggi che proteggono la creatività e l’ingegno umano”, si legge nei documenti depositati in tribunale delle querelanti: “Non c’è nulla che esoneri la tecnologia dell’intelligenza artificiale dalla legge sul copyright, o che esoneri le società di intelligenza artificiale dal rispettare le regole. (...) Quando le aziende che sviluppano servizi musicali di IA generativa rubano registrazioni audio protette da copyright, i risultati musicali sintetici di questi servizi potrebbero saturare il mercato con contenuti ‘sintetici’ che competeranno direttamente con quelli umani, sminuendo e, infine, soffocando le autentiche registrazioni audio su cui gli stessi modelli di AI sono stati basati”.

"La comunità musicale ha abbracciato l'intelligenza artificiale, e stiamo già collaborando con sviluppatori responsabili per costruire strumenti di intelligenza artificiale sostenibili incentrati sulla creatività umana che mettono al comando artisti e cantautori", ha aggiunto in una nota il presidente e AD della RIAA Mitch Glazier: “Possiamo avere successo solo se gli sviluppatori sono disposti a collaborare con noi. Servizi senza licenza come Suno e Udio che affermano che copiare il lavoro di una vita di un artista e sfruttarlo per il proprio profitto senza consenso o senza pagare rappresenti una forma di ‘fair use’, vanificano la promessa di un’intelligenza artificiale autenticamente innovativa per tutti noi”.

"Il 'fair use' si presenta solo come difesa nei confronti dell’assenza di una licenza”, prosegue la RIAA: “Se Suno e Udio non copiassero musica registrata, perché dovrebbero invocare questa difesa. Entrambe le società si sono rifiutate di dire la verità riguardo all’utilizzo di contenuti audio, sostenendo allo stesso tempo che se l'avessero fatto, si sarebbe trattato di fair use. Suno e Udio stanno tentando di nascondere la gravità della loro violazione piuttosto che basare i loro servizi su basi solide e legali".

Nei documenti depositati in tribunale la richiesta di risarcimento è di 150mila dollari per ogni opera oggetto di violazione: considerata la vastità dei cataloghi ascrivibili alle major, la richiesta complessiva potrebbe superare le decine di migliaia di miliardi.

Fondata nel 2023 da ex ricercatori di Google DeepMind e guidata da David Ding, Udio è stata supportata finanziariamente dalla società di venture capital Andreessen Horowitz e da artisti come Will.i.am e Common. Suno è stata fondata da Michael Shulman, Georg Kucsko, Martin Camacho e Keenan Freyberg, tutti ex dipendenti di Kensho, un’altra start-up di AI: la prima versione del modello è stata diffusa alla fine del 2023.

Intelligenza artificiale, maxi cause delle major a Suno e Udio

Le big three portano in tribunale i modelli di AI generativa per ‘violazione massiva di copyright’

Filippo Broglia di RECmedia ha racconta la propria esperienza&nbsp;all'interno dell'industria musicale e il suo percorso in una chiacchierata su Zoom, con Franco Zanetti di Rockol.

RECmedia comunicazione e promozione è un' agenzia che opera da diversi anni nel mondo dell'entertainment fondata da Filippo Broglia, per 16 anni Direttore Generale di Radio Italia Solo Musica Italiana, che dal giugno del 2001 ha iniziato ad occuparsi dei primi cataloghi digitali per conto di alcune aziende internazionali per poi collaborare con le maggiori agenzie di promozione italiane. RECmedia nata nel 2004 oggi rappresenta una delle agenzie più quotate per la comunicazione e la promozione e ha al suo attivo collaborazioni con produttori e case discografiche, tra cui Warner Music Italy, Universal Music Italia, Sugar Music, Sony Music Italy, NIC United, Nar International, Azzurra Music, Soundroots, Maqueta Records e INCISI Records.

Ecco la videoconversazione, divisa in due parti:

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Il mondo degli uffici stampa, parla Filippo Broglia di RECmedia

La comunicazione musicale oggi: videoconversazione con Filippo Broglia di RECmedia

Spotify ha lanciato sul mercato americano una formula di abbonamento “base” a 10,99 dollari al mese, un dollaro in meno rispetto alla sottoscrizione standard: dalla nuova offerta - attivabile solo dai titolari di abbonamenti singoli, e quindi inapplicabile agli abbonamenti familiari, per studenti o di coppia - sono esclusi gli audiolibri, contenuti il cui inserimento nella proposta commerciale della piattaforma aveva fatto deflagrare i conflitti con <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-745135/nmpa-depositato-procedimento-legale-contro-spotify-tutela-consumatori">NMPA</a> e <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-744531/spotify-una-causa-dal-mechanical-licensing-collective">Mechanical Licensing Collective</a>, agitando player di primissimo piano sul panorama globale come <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-744593/spotify-polemica-con-editori-causa-con-mlc-azioni-sony-publishing">Sony Music Publishing</a>.

Il lancio del nuovo piano segue di due settimane l’aumento del prezzo degli abbonamenti, da parte della piattaforma svedese, che aveva portato da 10,99 a 11,99 dollari la sottoscrizione standard, da 16,99 a 19,99 quella per famiglie e da 14,99 a 16,99 quello per coppie: tutte le offerte comprendono 15 ore a mese di ascolto del catalogo di audiolibri, opzione che - secondo le accuse di editori e collecting - ha permesso di “diluire” le roylties che il dsp dovrebbe corrispondere agli aventi diritti secondo gli accordi sanciti dal <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-731891/phonorecords-iv-storico-accordo-sulle-royalties-da-streaming">Phonorecords IV</a>.

Contestualmente, l’azienda svedese quotata a Wall Street ha annunciato un accordo con AEG, il secondo promoter per quote di mercato sul panorama statunitense dopo Live Nation, centrato sul nuovo tour dell’astro nascente del pop americano Sabrina Carpenter e dedicato alla fascia di pubblico considerata tra le più strategiche dall’industria musicale contemporanea: i <a href="https://musicbiz.rockol.it/tutto-su/superfans-259644">superfans</a>. Agli abbonati a Spotify classificati come “top listener” della cantante di "Please Please Please" ed "Espresso" sarà riservata una prevendita privilegiata in vista del Short N' Sweet Tour, che vedrà l’artista impegnata sui palchi USA a partire dal prossimo settembre.

“Per tutti gli show di Sabrina negli Stati Uniti, abbiamo creato un Spotify Top Listener Pit per i migliori fan”, hanno spiegato i gestori della piattaforma: “I fan possono acquistare questi biglietti tramite un codice di prevendita esclusivo fornito da Fans First Front Row, una nuovissima offerta di biglietti disponibile tramite Spotify. Poco dopo la vendita in prima fila di Fans First, lanceremo una prevendita di Spotify Fans First in cui i fan potranno acquistare i biglietti in tutte le sezioni delle venue".

"I miei fan sono i migliori, e sono entusiasta di condividere con loro l'accesso esclusivo ai biglietti di Spotify come ringraziamento", ha aggiunto Carpenter: “Per la prima volta, Spotify ha creato un Fan Pit per i migliori ascoltatori per ogni concerto in nordamerica, e stiamo offrendo i biglietti ai miei fan più entusiasti. Siete stati tutti lì, in ogni fase della mia avventura, e non vedo l'ora di divertirmi con voi in tour”.

Spotify, negli USA arriva l’abbonamento ‘solo musica’. E con AEG…

Dopo gli scontri con MLC e NMPA il dsp rivedere la proprie strategie. E sul versante live…

La strategia di <a href="https://musicbiz.rockol.it/tutto-su/warner-music-group-207390">Warner Music Group</a> di rafforzare la presenza nell’Europa sudorientale continua: la divisione locale della major, Warner Music South East Europe (WM SEE), ha acquisito una quota di minoranza nella società di musica indie croata Dancing Bear.

In base all'accordo, gli artisti di Dancing Bear potranno firmare per il roster globale di Warner e usufruire dei servizi di ADA Worldwide, la divisione di distribuzione globale di Warner ed è prevista un'estensione del contratto di licenza tra Warner e Dancing Bear, che copre Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia e Macedonia settentrionale.

Silvije Varga, cofondatore e amministratore delegato di Dancing Bear, ha dichiarato: "Questo investimento da parte di Warner Music è un atto di fiducia nel futuro della musica dei Balcani occidentali. Non vediamo l'ora di lavorare insieme per portare la musica del nostro roster esistente in tutto il mondo e per scoprire la prossima generazione di talenti locali".

Izabela Ciszek-Podziemska, General Manager di WM SEE, ha aggiunto: "Sono lieta di ampliare il nostro accordo con Dancing Bear, che ha un'incredibile reputazione nella regione come attore chiave del settore. Stiamo già lavorando a release congiunte nello spazio EDM e abbiamo in programma di espandere la nostra collaborazione nei mesi a venire".

Dancing Bear - fondata nel 1990 - è licenziatario di Warner in Croazia dal 1996 e la sua divisione editoriale, Dancing Bear Publishing, è il rappresentante locale di Warner Chappell Music; inoltre gestisce anche una catena di negozi di dischi – anche online - dove promuove la vendita di formati musicali fisici come vinili e CD.

Dancing Bear ha firmato alcuni degli artisti più importanti della regione, tra cui Dalmatino, Dino Dvornik, Daleka Obala, Darko Rundek, Hladno Pivo, Kojoti, Kawasaki 3P, Zdenka Kovačiček, Goribor, Vlado Kalember &amp; Srebrna Krila, Alen Vitasović, Ibrica Jusić, Majke, Gustafi, The Bambi Molesters e Baba Yaga.

Warner Music rafforza la presenza nei Balcani con Dancing Bear

La divisione locale della major ha acquisito una quota di minoranza della indie label

Trecento operatori musicali coinvolti e biglietti venduti in oltre 30 paesi a livello internazionale, per oltre un milione e 350mila utenti raggiunti sui social. E 75 eventi in programma, tra i quali - oltre a talk, workshop ed eventi di carattere professionale - i concerti di Smile, Pulp e Jesus &amp; Mary Chain: questi in estrema sintesi, i numeri di Medimex 2024.

Il progetto di Puglia Sounds - il programma della Regione Puglia per lo sviluppo del sistema musicale regionale attuato con il Teatro Pubblico Pugliese, Consorzio Regionale per le Arti e la Cultura, cofinanziato dall’Unione Europea, Repubblica Italiana, Regione Puglia, Assessorato al Turismo con Pugliapromozione e sostenuto da SIAE con la collaborazione del Ministero del Turismo - ha confermato il proprio legame con la città dei due mari annunciato la prossima edizione tra il 17 e il 21 giugno del 2025.

“Medimex torna a Taranto dal 17 al 21 giugno 2025”, ha fatto sapere il presidente di Regione Puglia Michele Emiliano: “L’edizione appena conclusa è stata travolgente e ha raccolto consensi unanimi da parte del pubblico, che ormai arriva da ogni angolo del pianeta, e degli addetti ai lavori. Per cinque giorni Taranto è stata il centro della musica internazionale e ha mostrato tutta la sua bellezza al mondo. Il mio ringraziamento va all’insostituibile squadra di Puglia Sounds / Teatro Pubblico Pugliese, che ancora una volta è riuscita a costruire una manifestazione straordinaria che ha aperto, nel migliore dei modi, la grande estate pugliese della cultura e dello spettacolo dal vivo”.

Di “miglior Medimex da quando ci siamo trasferiti a Taranto” ha parlato Cesare Veronico, coordinatore Medimex / Puglia Sounds, che ha colto l’occasione per ringraziare “gruppo di persone che anche quest’anno hanno lavorato al Medimex e alle migliaia di spettatori che hanno partecipato ai 75 appuntamenti che abbiamo proposto in questa settimana così calda, da tutti i punti di vista”, specificando come “tra sponsorizzazioni, incassi e altri introiti un abbattimento dei costi pari a quasi 1 milione di euro” Medimex stia diventando sempre “più sostenibile”.

“La sensazione è che stia succedendo qualcosa di nuovo, in un panorama che - obiettivamente - era stantio negli argomenti”, ha aggiunto Veronico a Rockol: "In generale, si notava una diminuzione nell’interesse dei partecipanti a iniziative come talk e workshop, mentre per Medimex 2024 abbiamo osservato un aumento dei partecipanti, e - soprattutto - della loro energia”.

“L’AI sarà un tema anche per la prossima edizione: essendo in evoluzione, anche piuttosto rapida, credo che resterà ancora attuale”, ha confermato il coordinatore, che ha ribadito la sua gratitudine nei confronti delle istituzioni: “Nessuno come noi è sostenuto in Italia dalle istituzioni, e va riconosciuto al governatore Michele Emiliano il merito di aver difeso questo progetto anche all’interno della stessa Regione, perché i cambiamenti che avevamo progettato a suo tempo erano stati contrastati. L’ambiente di questo territorio inizialmente è stato travolto dalla complessità di una manifestazione del genere, che porta oltre 75 eventi in una città dove - a parte il concerto del Primo Maggio, meritorio ed eccezionale - cose come queste non erano certo di casa. Un po’ di sbandamento e confusione era inevitabile. La scelta di Emiliano di restare a Taranto ha pagato: è stato lungimirante, consapevole che la goccia scava la roccia. Di anno in anno abbiamo smussato i difetti e migliorato la comunicazione: lo stretto rapporto instaurato col territorio non ha permesso solo al Medimex di migliorare, ma anche all’ambiente di questa città - che vive conflittualità complesse - di migliorare. Sono aumentati i club, è diventata un set cinematografico, grazie alle sinergie createsi con la Puglia Film Commission, senza dimenticare i Giochi del Mediterraneo. Ovviamente non si può pretendere di incidere su temi come il pil locale, l’ILVA, ma abbiamo obiettivamente tracciato una linea, perché in questo momento Taranto, nella regione Puglia, su certe cose è addirittura più vivace di Bari”.

“La parabola di questa manifestazione è chiaramente ascendente”, ha concluso Veronico, parlando della prossima edizione di Medimex: “Di anno in anno stiamo osservando un miglioramento complessivo, in termini non solo di partecipazione, ma anche di nostra esperienza dal punto di vista organizzativo, di qualità professionale dello staff, ormai arrivata a livelli di eccellenza, invidiabile a livello nazionale. Siamo arrivati a un punto che mi fanno pensare di poter iniziare ad apportare novità alla formula della manifestazione - penso alle sezioni educational e professionale: possiamo immaginare di sviluppare questo progetto in ambiti che ancora non abbiamo toccato. Con Medimex abbiamo sempre sperimentato: ora, avendo consolidato la nostra esperienza, possiamo permetterci di rilanciare”.

“Taranto si riconferma palcoscenico sofisticato ed attrattivo per la grande musica internazionale e gli addetti ai lavori”, ha concluso Rinaldo Melucci, sindaco di Taranto: “Il Medimex, come gli altri importanti eventi di questa estate 2024, si iscrivono precisamente in quella strategia per una transizione giusta e per quel processo che insieme alla Regione Puglia abbiamo fatto partire nel 2017, di crescita sostenibile, di diversificazione produttiva, di emancipazione culturale, di innovazione ed opportunità per i giovani e le imprese, di riposizionamento dell'immagine della città dei due mari, in poche parole gli obiettivi e i concetti alla base del piano Ecosistema Taranto e del piano strategico regionale ad esso collegato. Ancora una volta la comunità ionica tutta si è fatta trovare pronta, accogliente ed operosa, oltremodo interessata ai momenti di contaminazione artistica e di positivo sviluppo. Dietro l'eco della musica di qualità, Taranto ha mostrato il suo volto migliore, una città stupenda, efficiente, invasa di gente festante e alla ricerca di contenuti di valore, mai disattenta a messaggi riferibili a un mondo in continua evoluzione. Dal Medimex la voce resiliente e di cambiamento di Taranto si è udita forte e chiara. Un grazie sentito a tutti gli organizzatori, le Autorità e il personale che hanno reso possibile questa magnifica vetrina”.

&nbsp;

Medimex, nel 2025 ancora a Taranto: ‘Qui sta succedendo qualcosa’

Grande soddisfazione per l’edizione appena conclusa: ‘La migliore da quando ci siamo trasferiti qui’

La compagnia di navigazione e logistica danese DFDS - che collega le regioni nordiche, il Regno Unito e l'Europa continentale - ha condotto uno studio su quali fossero i festival musicali - anche quelli&nbsp;meno noti al grande pubblico - più popolari in Europa.

La ricerca è stata condotta su 444 festival musicali europei in 53 Paesi e DFDS ha generato un elenco di keywords per ogni festival. Le varianti erano: "{nome festival} festival", "{nome festival} biglietti" e "biglietti per {nome festival}". L'unico termine che si discostava da questa formula era “Glastonbury”, che non prevedeva l'aggiunta del termine "festival" in quanto il suo nome precede quello della località.

Questi termini sono stati inseriti in Google Keyword Planner, che ha generato i volumi di ricerca per ciascuno di loro da gennaio 2022 a gennaio 2024, mese per mese; successivamente i dati sono stati aggregati in tutti i 53 Paesi per identificare i festival più popolari all'interno e al di fuori di ogni Paese selezionato. È stata effettuata anche una ripartizione anno per anno per individuare gli aumenti o le diminuzioni del volume di ricerca.

I dati hanno evidenziato che la maggior parte degli europei può scegliere tra diversi festival nei propri Paesi, ma spesso viaggiano all'estero per partecipare ai loro eventi preferiti. Il Tomorrowland è l’evento preferito dagli europei, classificandosi come "il miglior festival in trasferta in ben 46 paesi su 53"; nella top 10 sono presenti: Glastonbury, Reading &amp; Leeds e Download Festival.

DFDS ha anche identificato i "festival musicali più emergenti d'Europa" e il Big Smoke Festival, che si terrà il 6 luglio al Crystal Palace Park di Londra, ha registrato un aumento delle ricerche del 15.489% rispetto all'anno precedente. È organizzato da Skepta, con artisti come The Streets, Mahalia, JME e altri. I biglietti GA costano 72,80 sterline (92,35 dollari) e i biglietti VIP 126,50 sterline (160,50 dollari).

Al secondo e terzo posto tra i festival emergenti ci sono il South Ocean Festival a Malmö, in Svezia, dal 12 al 13 luglio (aumento delle ricerche del 1.257%), e il Vaulen Open Air a Stavanger, in Norvegia, dal 7 all'8 giugno (aumento delle ricerche del 574%), con artisti come Jason Derulo, Tom Odell e Keane. Lineup Regno Unito/Euro: Nuovo Skepta Fest, anniversari per Rock En Seine, Rock In Rio e Flow.

Interesse per i festival non locali:

Spagna, Italia, Bulgaria, Grecia, Irlanda, Polonia:&nbsp;I fan della musica in questi paesi mostrano un interesse maggiore per i festival stranieri rispetto a quelli locali. Ad esempio, le ricerche della Polonia per Tomorrowland sono "quasi il doppio di quelle per il suo iconico evento locale, Orange Warsaw".

Festival più popolari locali:

<ul>
	<li>Glastonbury (Regno Unito): è&nbsp;il festival casalingo più popolare di tutti i paesi analizzati, con oltre sette milioni di ricerche solo da parte dei britannici dal 2022, secondo i dati di DFDS.</li>
	<li>Hellfest (Francia): è&nbsp;il festival rock all'aperto più popolare in Francia, con quasi tre milioni di ricerche dal 2022.</li>
</ul>

Festival più popolari in Europa:

<ul>
	<li>Tomorrowland:&nbsp;16.451.430 ricerche su Google dal 2022.</li>
	<li>Glastonbury:&nbsp;9.153.600 ricerche su Google dal 2022.</li>
	<li>Hellfest:&nbsp;4.137.780 ricerche su Google dal 2022.</li>
	<li>Parookaville e Rock am Ring (Germania):&nbsp;insieme hanno accumulato più di sei milioni di ricerche dal 2022.</li>
</ul>

Preferenze:

Regno Unito:&nbsp;

<ul>
	<li>Glastonbury: Uno dei festival più iconici al mondo, tenuto nella campagna inglese. È noto per le sue line-up diversificate.</li>
	<li>Reading &amp; Leeds: Questi festival si tengono contemporaneamente in Reading e Leeds e sono famosi per le loro line-up rock e alternative.</li>
	<li>Download Festival: Un festival heavy metal e rock che si svolge a Donington Park, noto per la sua attrattiva tra gli appassionati di musica rock e metal.</li>
	<li>Interesse Esterofilo:&nbsp;Forte interesse per eventi internazionali, con molti belgi che partecipano a festival all'estero</li>
</ul>

Belgio

<ul>
	<li>Festival Popolare: Tomorrowland.</li>
	<li>Interesse Esterofilo: Forte interesse per eventi internazionali, con molti belgi che partecipano a festival all'estero.</li>
</ul>

Svezia

<ul>
	<li>Festival Emergente: South Ocean Festival.</li>
	<li>Interesse Esterofilo: Crescente interesse per festival in altri paesi europei, inclusi quelli nel Regno Unito.</li>
</ul>

Norvegia

<ul>
	<li>Festival Emergente: Vaulen Open Air.</li>
	<li>Interesse Esterofilo: Forte interesse per eventi internazionali, soprattutto quelli di grande richiamo come Tomorrowland.</li>
</ul>

Festival musicali emergenti più popolari in Europa

Big Smoke Festival

<ul>
	<li>Data e Luogo: 6 luglio al Crystal Palace Park, Londra, Inghilterra.</li>
	<li>Crescita delle Ricerche: +15.489% rispetto all'anno precedente.</li>
	<li>Organizzazione: Festival Republic, con Skepta come uno degli organizzatori principali.</li>
	<li>Biglietti: GA a 72,80 sterline (92,35 dollari), VIP a 126,50 sterline (160,50 dollari).</li>
</ul>

South Ocean Festival

<ul>
	<li>Data e Luogo: 12-13 luglio a Malmö, Svezia.</li>
	<li>Crescita delle Ricerche: +1.257%.</li>
	<li>Descrizione: Evento di due giorni con una scaletta di artisti locali e internazionali.</li>
</ul>

Vaulen Open Air

<ul>
	<li>Data e Luogo: 7-8 giugno alla Vaulen Beach, Stavanger, Norvegia.</li>
	<li>Crescita delle Ricerche: +574%.</li>
	<li>Artisti Principali: Jason Derulo, Tom Odell, Keane.</li>
</ul>

&nbsp;

In sintesti: l'analisi di DFDS evidenzia una chiara tendenza degli europei a cercare e partecipare a festival musicali sia nel proprio paese che all'estero. Il Tomorrowland emerge come il festival preferito, mentre nuovi eventi come il Big Smoke Festival mostrano una rapida crescita in popolarità.

Festival europei: Tomorrowland al top, Big Smoke in ascesa

La ricerca è stata condotta dalla compagnia di navigazione e logistica danese DFDS

<h2>Convegni, &nbsp;eventi, presentazioni, debutti, tour</h2>

È la settimana della musica urban che conquista i grandi spazi. Ieri sera&nbsp;Geolier ha chiuso il suo trittico al Maradona di Napoli, mentre questa sera arriva Sfera Ebbasta a San Siro, per la prima delle due date nello stadio milanese (la seconda è domani, 25 giugno). Venerdì 28 a San Siro arrivano i Club Dogo. Sabato 29 e domenica 30 Tedua è headliner all'I-Days, dove il 26 si esibisce Doja Cat.

<h2>In uscita</h2>

Venerdì 21/6

Una settimana (l'ultima prima dell'estate?) di uscite di album: arriva "Vera Baddie", debutto sulla lunga distanza di Anna (Capitol/Universal) mentre tra gli internazionali è la settimana di "Loom" degli Imagine Dragons. In&nbsp;arrrivo anche il disco postumo di&nbsp;Johnny Cash, "Songrwriter".

Per segnalazioni di eventi e presentazioni - che devono essere legati al mondo dell'industria musicale - si può scrivere a<a href="mailto:agenda.musicbiz@rockol.it, ?subject=Segnalazione%20per%20Agenda%20Music%20Biz">&nbsp;agenda.musicbiz@rockol.it</a>

MusicBiz 7 Giorni: l'agenda dell’industria musicale

Presentazioni, release, inaugurazioni, eventi: gli appuntamenti della settimana

Alla sua influenza economica sono stati dedicati addirittura degli studi ribattezzati "Swiftonomics", che tengono conto delle varie spese effettuate dai fan per ogni data dell'"Eras tour", tra hotel, biglietti e quant'altro. E che confermano che tutto quello che <a href="http://www.rockol.it/artista/taylor-swift">Taylor Swift</a> tocca, diventa oro. Come per magia. Ne sa qualcosa il Regno Unito, dove la popstar statunitense è arrivata in questi giorni con gli show del tour dei record, che negli Usa lo scorso anno le ha permesso di incassare al botteghino 1 miliardo di dollari. Secondo le stime, gli spettacoli di Taylor Swift nel Regno Unito daranno una spinta all'economia britannica pari a 300 milioni di sterline. La&nbsp;Greater London Authority (GLA) ha stimato che i fan che hanno acquistato i biglietti per gli show della superstar allo stadio di Wembley, a Londra,&nbsp;spenderanno in media 471 sterline a spettacolo, dando una spinta enorme all'economia di Londra, con molti che arriveranno anche da fuori il Regno Unito per vedere Swift.

Swift ha dato il via lo scorso venerdì a Wembley a una serie di tre date già sold out che anticipano altri cinque appuntamenti in programma ad agosto, per un totale di 640 mila biglietti venduti.&nbsp;

Taylor Swift

Taylor Swift in UK: spinta di 300 milioni all'economia britannica

I fan che accorreranno nella capitale per vedere Taylor Swift spenderanno 471 sterline a show.



La svolta <a href="https://www.rockol.it/tutto-su/artist-centric-494626">artist centric</a> nei modelli di retribuzione delle piattaforme streaming e l’importanza strategica dei cataloghi sono stati i due tra i diversi temi affrontati nel corso del talk “Il futuro è nel passato?”, ospitato nella giornata di sabato 22 giugno dall’edizione 2024 di Medimex: all’incontro, moderato dall’ex discografico e direttore artistico Stefano Senardi, hanno preso parte l’artista Ditonellapiaga, Dino Stewart (Managing Director di BMG Music Italy), Francesca Trainini (presidente di Impala, vicepresidente di PMI e AD di Peermusic e Peer Southern Productions) e Leonardo Bondi (artist manager di Woodworm).

“La discografia arriva sempre un po’ dopo nel&nbsp;capire cosa succede”, ha esordito Senardi: “Con Internet e la musica liquida, per esempio, ne stiamo pagando ancora oggi le conseguenze. Oggi si sta cercando di arginare questa pioggia di 120mila brani al giorno che vengono caricati su Spotify, un oceano di nulla che minaccia chi questo lavoro lo fa seriamente”. “La discografia - ha proseguito Senardi - è arrivata al punto di dire: il catalogo è la nuova frontline”.

“Questo tema è una delle tante facce di un problema, che il nostro settore affronta tutti i giorni”, ha osservato Trainini: “In Italia il&nbsp;fenomeno del catalogo considerato come nuova frontline&nbsp;esiste ed è molto pericoloso, perché soffoca tutto il resto del repertorio: in questo modo l’offerta perde in diversità e le carriere dei nuovi artisti vengono limitate. In sostanza, non facciamo del bene alla musica. Il problema è collegato ai metodi che i dsp utilizzano per retribuire gli aventi diritto: ogni dsp ha un suo algoritmo e una sua metodologia. Almeno tre - Deezer, Spotify e Apple - si sono espressi su come retribuire gli artisti, e in nessuno di questi casi gli artisti indipendenti ne hanno beneficiato. E’ un po’ presto per dirlo, ma è chiaro dove finirà il beneficio, e - sicuramente - non andrà a vantaggio delle piccole etichette e degli emergenti. Il fatto che la discografia non si è seduta al tavolo delle trattative, ed è giunto il momento di iniziare a farlo”.

“La creatività nasce sempre dalle realtà più piccole”, ricorda Senardi: “Se non si dà ossigeno a queste realtà, la musica è destinata a deteriorarsi”. Infatti, incalza Trainini, “l’80% degli artisti in classifica sui dsp è di estrazione indipendente, secondo uno studio di Impala. Non supportare queste realtà significa soffocare un settore”.

“Le indie hanno fatto tanto scouting nel corso degli anni”, conferma Bondi: “Le indipendenti lavorano in stretta collaborazione con le major, occupandosi del lavoro di sviluppo al posto loro. Purtroppo, oggi, il problema è la mancanza di parametri per decidere quali artisti sviluppare. La fidelizzazione del fan una volta partiva dai concerti, e quello era il parametro. Oggi lavoriamo con artisti che hanno numeri importanti a livello di stream, ma che spesso sono fenomeni effimeri. Da un lato si è persa la capacità di lavorarli, e dall’altro il mercato non offre più spazio per farlo. Al momento non abbiamo visto nessun tipo di beneficio da questi sistemi, che dovrebbero privilegiare la nicchia e la qualità. La filosofia dietro i modelli artist centric è virtuosa e positiva, ma bisognerebbe anche rieducare il pubblico alla fruizione della musica. Occorre insegnare all’utente come cercare musica nuova, perché l’ascolto passivo - sempre secondo la logica artist centric - non aiuta nessuno”.

“Catalogo è una parola che mi è sempre piaciuta molto”, premette Stewart: “Quando ho iniziato a occuparmene, alla EMI, mi sono sentito un figo. Invece chi si occupava di catalogo, fino a qualche anno fa, veniva visto come noioso. In discografia, oggi, tutti vogliono fare gli A&amp;R, ma con l’attuale crisi tra i nuovi talenti, ci si è accorti di quanto il repertorio fosse importante, e di quanto si possa fare per rinvigorirlo. Oggi ci sono due tipi di ambiti, rispetto al catalogo: quello riguardante il fisico e quello centrato sul digitale. Chi si occupa del fisico è un privilegiato, perché si occupa di una nicchia di persone da proteggere e tutelare, disposta a spendere soldi e interessata alla qualità. Il catalogo digitale, d’altra parte, ha un doppio vantaggio: una volta chi aveva l’occasione giusta e trovava il modo di far tornare a vendere un vecchio brano, magari tramite una sincronizzazione, ci si metteva almeno due o tre settimane. Oggi - penso al <a href="https://www.rockol.it/news-730467/kate-bush-chi-e-cantante-running-up-that-hill-canzone-stranger-things">caso Kate Bush / Netflix</a> - ci si mette pochissimo. Sono due fonti di guadagno. Quando si parla di catalogo, per quella che è la discografia attuale, si parla di brani con 30 o 50 anni di permanenza sui mercati alle spalle, ovvero di milioni e milioni di opere, numericamente molto superiori alle hit di oggi. In BMG, quando pensiamo agli artisti nuovi, crediamo che debbano diventare catalogo, perché quella è la vera missione sia degli editori che dell’artista”.

“Dobbiamo spingere perché la musica venga ascoltata meglio”, concorda Senardi: “Ascoltarla dal telefonino è una pena, e chi produce musica - purtroppo - si adegua. Si perde tanto”. “A questo proposito c’è il discorso del mixaggio in <a href="https://www.rockol.it/tutto-su/dolby-atmos-410491">Dolby Atmos</a>, formato ad alta qualità che però non è supportato dalla maggior parte dei device”, ribatte Bondi: “Alle etichette remixare i cataloghi in Atmos è costato somme incredibili, e io la trovo una cosa un po’ assurda. Se la vera intenzione fosse offrire una qualità di ascolto maggiore, forse bisognerebbe invitare a usare mezzi diversi per la riproduzione, non solo il telefonino”.

<div class='embed'> <div class="flex flex-col space-y-2 justify-center items-center">
 <h3>Medimex 2024, il talk 'Il futuro è nel passato?'</h3>
 <img src="https://images.rockol.it/r7kV9SLYzFG1ItaMLtzrv-YUtJw=/700x0/smart/rockol-img/img/foto/upload/dsc04024.jpg">
 <div class="flex justify-center items-center"> <div class="px-2"><img src="https://images.rockol.it/RZ06yM10SzkEDoR2HJgZsBWBci8=/100x100/smart/rockol-img/img/foto/upload/dsc04026.jpg"></div> <div class="px-2"><img src="https://images.rockol.it/G5wjCyTbhPGUHIpsnqzyes7k6Fg=/100x100/smart/rockol-img/img/foto/upload/dsc04027.jpg"></div> <div class="px-2"><img src="https://images.rockol.it/AoORyYsLQQEtOekEkwKv7hx2-_Y=/100x100/smart/rockol-img/img/foto/upload/dsc04037.jpg"></div> <div class="px-2"><img src="https://images.rockol.it/_cSyl3EwkrAdiagI7YvDl62TKiU=/100x100/smart/rockol-img/img/foto/upload/dsc04039.jpg"></div> <div class="px-2"><img src="https://images.rockol.it/gNC_ctdH3iDCB6U6JAzBM3BTwIs=/100x100/smart/rockol-img/img/foto/upload/dsc04043.2024-06-24-22-29-43.jpg"></div></div>
 
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 </div></div>

“Spezzo una lancia nei confronti di Dolby Atmos, ma capisco il discorso dei costi”, interviene Trainini: “Certe etichette non possono permettersi questo sforzo. Ma d’altra parte se non esiste la qualità non ci si può nemmeno andare vicino”.

“Sui costi di Dolby Atmos concordo”, aggiunge Stewart: “In diverse occasioni, tuttavia, ci siamo trovati a fare i conti con un certo scetticismo da parte dell’industria di fronte alla proposta di far uscire album ‘frontline’ solo in formato fisico. Quando si tratta di dischi di certi artisti, se non vendi un certo numero di copie fisiche, viene meno la sostenibilità economica: ci sono artisti con attività live anche molto importanti che - tuttavia - fanno fatica a trovare un contratto discografico”.

“Qualità è la parola chiave, sia nell’ascolto che nella produzione”, spiega Ditonellapiaga: “Essendo oggi tutto più facile e accessibile, mi rendo conto di quanto sia raro decidere di ascoltare un disco tre volte di fila. Quando ascolto musica su supporti fisici, anche complice la comodità di farlo, ho la possibilità di approfondire molto di più. Io scrivo canzoni, non dischi, perché ormai gli artisti di oggi sono portati a farlo, inseguendo perennemente il singolo in modo da essere sempre ‘presenti’ presso il pubblico. Del resto la filosofia delle piattaforme è quella: bisogna sempre alimentare la bestia. Io, per esempio, dopo Sanremo ho dovuto fermarmi, semplicemente perché non avevo più canzoni. Mi hanno suggerito di rivolgermi a degli autori, ma io non mi faccio scrivere canzoni da altri: non lo condanno, sia chiaro, ma non è la mia scelta. Purtroppo spesso le canzoni spesso esistono giusto per esistere, come i pezzi estivi. Fa abbastanza ridere il fatto che tutti ormai debbano fare la stessa cosa: i guizzi, oggi, sono poco premiati. Negli ultimi anni c’è una grande esigenza, da parte di chi deve diffondere la musica, di omologare. Ma - sulla lunga distanza - a premiare rimane restare fedeli a sé stessi”.

"Personalmente, mi dispiace quando vedo artisti con venti, trenta o quarant’anni di carriera assecondare certe logiche, cedendo a duetti con personaggi alla moda usciti sul mercato appena da qualche mese e svilendo repertori gloriosi”, aggiunge Stewart: “In genere si rendono ridicoli, senza nemmeno ottenere quello che vogliono”.

“Zucchero voleva che organizzassi per lui dei duetti”, ricorda, al proposito, Senardi: “Io gli ho detto: ma tu cosa cazzo c’entri? Capirei anche il contrario, ovvero se un emergente volesse fare un duetto con Zucchero per cercare di conquistare la sua platea. Perché, tuttavia, tentare la via opposta? I 15/16enni sono volubili, e - tanto - Zucchero non gli piacerà mai. Bisognerebbe cercare dei sistemi per coinvolgere in dibattiti come questo tutti gli interessati, comprese le piattaforme, ai quali però non frega niente. E’ possibile che non esiste un sistema nel quale un artista possa essere seguito in tutto il percorso della sua carriera dai sistemi di distribuzione, senza essere obbligato a produrre in continuazione per sfamare l'algoritmo?".

“Qualcuno evidentemente deve dire basta, ma ne pagherà le conseguenze, perché adesso fermarsi per tre mesi può voler dire sparire”, commenta Trainini: “Quindi chi comincia a non fare più un singolo a settimana?". “O anche a limitarsi a non metterlo online, almeno non subito”, ribatte Stewart: “Forse, come negli anni Sessanta, si sta delineando una differenza tra gli artisti da singoli e gli artisti da album”.

“Un artista deve essere sempre sereno quando si guarda allo specchio, perché ha fatto delle scelte sue e non imposte dal mercato”, ribatte Trainini: “Riguardo i duetti concepiti per ‘trascinare’ artisti heritage nella contemporaneità: se succede deve succedere naturalmente, e quando succede - in modo organico, vero - allora è bellissimo, perché la gente se ne accorge. Il pubblico ha la sensibilità per capire quando una cosa è fatta d’arte, e per l’arte”.

“Questa faccenda dei feat mi ricorda quando, da ragazzino, una collaborazione mi sorprendeva”, rilancia Stewart: “Oggi non c’è un feat che mi faccia dire: ‘che figata!’. Ci sono artisti che più che gli artisti, di lavoro, fanno featuring. La domanda, quindi, è: c’è ancora qualche feat che sorprende?”.

“Non vorrei fare questi ragionamenti, quando scrivo, ma - in tema di featuring - devo riflettere sul tipo di persona giusta da coinvolgere, che sia anche conveniente”, ammette Ditonellapiaga: “Fare collaborazioni dovrebbe essere solo bello, solo utile, e non un matrimonio di interessi, tipo quelli per avere la cittadinanza. Questa smania di fare feat è un modo soprattutto per rincorrere i numeri: ci si mette di meno a produrre cercando di unire due pubblici. Ma, ripeto, non dovrebbero essere così. Dovrei pensare a scrivere e suonare canzoni, non a perdere tempo sui social, ma ogni lavoro ha i suoi pro e i suoi contro. Non vorrei fare sorrisi e balletti su TikTok, ma mi tocca farlo”.

Infatti, secondo Senardi, “il tempo che l’artista dedica a questo sistema toglie spazio alla creazione, e questo è il tema fondamentale. Concentrarsi sul prodotto artistico paga sempre. Quindi ai giovani musicisti dico: fate quello che volete, ma cercate di diventare bravi, non famosi: essere famosi è una conseguenza, non un obiettivo, ma tanti giovani incappano in questo equivoco”.

“Il nostro ruolo è quello di fare in modo che l’architettura che oggi regge questi sistemi cambi, e di cercare di entrare in questi meccanismi per far valere la nostra posizione di supremazia rispetto ai dsp, che oggi - invece - viene disattesa. Ricordiamoci che se un domani alle piattaforme non fornissimo più musica, loro sarebbero costrette a chiudere”.

Medimex 2024: artist centric, la 'schiavitù dell’algoritmo' e…

Artisti, discografici ed editori dialogano sulle sfide poste dall’industria ai tempi dei dsp...

Hanno preso parte il COO di SIAE Nicola Migliardi, il CEO di FIMI Enzo Mazza, l’avvocato Nico Regina dello studio Regina e Partners, il Managing Director di Sony Music Publishing Italy Roberto Razzini e il cantautore e frontman degli Zen Circus Appino al panel “Cambia la musica - Creatività, diritti e proprietà intellettuale con l’intelligenza artificiale”, tenutosi venerdì 21 giugno all’Università di Taranto nell’ambito dell’edizione 2024 di Medimex.

La grande abbondanza di musica ‘artificiale’ sui dsp ha causato lamentele specie da parte degli artisti emergenti, ha osservato il giornalista di Agenda Digitale Alex Longo durante l’introduzione all’incontro: è altrettanto vero che la musica creata con l'AI generativa, il più delle volte, riguardi la parte finale di quella long tail delle offerte delle piattaforme che per la maggior parte non genera stream. Esistono, quindi, preoccupazioni da parte dell'industria e degli artisti, ma anche grandi opportunità.

"L’industria musicale si trova di fronte a una grande rivoluzione, paragonabile solo a quella generata da Napster, con l'aggiunta che questa - quella introdotta dall’intelligenza artificiale generativa - comporta una totale trasformazione del processo creativo, che avrà un grandissimo impatto”, ha premesso Mazza: “Da una parte ci sono opportunità e prospettive, dall'altra ci troviamo in presenza di aziende - come Suno e Udio - che basano le proprie attività su contenuti esistenti, acquisiti senza negoziazioni coi rappresentanti dei titolari dei diritti. Tutti guardano all'output, ma pochissimi al processo, nel quale è presente una evidente violazione del copyright. Stiamo parlando di un modello di business sicuramente innovativo, ma costruito su un sistema che va regolamentato. E, per farlo, sono necessari accordi di licenza".

"E’ un discorso complesso”, riflette Appino: “Per il mio ultimo disco [“Humanize”, ndr] ho utilizzato l'intelligenza artificiale. Sono un artista, e mi risulta difficile immaginare la creazione di nuove opere che non siano figlie, in qualche modo, di opere precedenti. L’AI generativa, per quanto riguarda la musica, lavora come gli artisti: ascolta e genera cose nuove. Quindi bisogna capire cosa si intenda per ‘plagio’. Copiare uno stile è una cosa che l'industria musicale fa abitualmente. Da artista non ho paura dell’intelligenza artificiale, avendola usata. Se si ricorre alla creatività, l'AI può aiutare. Penso, per esempio, ai video: quelli generati dall’intelligenza artificiale sono incredibilmente vicini ai nostri sogni. Quindi ho un'idea positiva dell’AI: non ne ho paura dal punto di vista creativo, ma capisco che una filiera industriale possa avere delle remore. E’ presto, per gli artisti per essere spaventati, ma l'intelligenza artificiale&nbsp;è strutturata come il pop moderno: se è una cosa è codificata, l'intelligenza artificiale riesce a ricrearla molto facilmente".

"C'è uno studio realizzato da SACEM e GEMA [collecting rispettivamente francese e tedesca, ndr]: gli artisti sono preoccupati dall’intelligenza artificiale, vedono più minacce che opportunità”, aggiunge Migliardi: “L'approccio nei suoi confronti, tuttavia, non deve essere di scetticismo o paura: molto più utile è avere un approccio positivo. Il pilastro è il problema del copyright, che è solo parzialmente risolto, perché le macchine continueranno a produrre musica copyright free. Il punto, quindi, non sulla quantità, ma sulla qualità. La violazione del copyright si verifica in due fasi. Innanzitutto in quella input, ovvero di addestramento dei modelli. Tutti gli stakeholder hanno fatto opt-out [dichiarazione di volontaria esclusione dei repertori dai processi di scraping, <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-744523/sony-music-intelligenza-artificiale-opt-out-su-catalogo-no-training">come quella fatta da Sony Music</a>,&nbsp;ndr], ma le piattaforme di AI stanno disconoscendo questo principio, ritenendo che il loro operato rientri nel fair use. Poi c’è la fase di output: se il problema in fase di input può essere parzialmente risolto, durante l'output il plagio diventa un problema di quantità".

“La musica ha sempre beneficiato dei grandi sviluppi tecnologici, incluso quello introdotto da Napster, nonostante il disastro causato dalla mancanza di regole”, ha aggiunto Razzini: “Nel caso dell’AI generativa si affronta un tema inedito, parlando di creazione. E’ un tema importantissimo, che deve essere assoggettato a regole precise, perché - se non governato - rischia di diventare un nuovo elemento di grande preoccupazione per la filiera. Comprendo l’attenzione nell’approfittare delle nuove tecnologie per metterle al servizio di industria e artisti, ma occorre coinvolgere le istituzioni per avere norme a tutela della proprietà intellettuale".

“Vorrei lanciare una provocazione”, rilancia Regina: “La Costituzione italiana garantisce, tramite l’articolo 21, la libertà di espressione. Ora, poniamo che gli sviluppatori di modelli di AI intendano in processi di training come libertà di espressione. Per la legge degli Stati Uniti le opere generate dall’AI non possono rivendicare alcun tipo di copyright, a meno che nel processo di creazione l’essere umano non abbia ricoperto un ruolo attivo. La domanda, quindi, è: avere un database compilato da tanti artisti reali al quale far attingere una soluzione di AI generativa può essere considerato un intervento umano?”.

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 <h3>Medimex 2024, il panel "Cambia la musica Creatività, diritti e proprietà intellettuale con l’intelligenza artificiale"</h3>
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"Il training dei modelli di AI generativa non segue il percorso della creatività umana, ma avviene tramite ingestion di contenuti: si pensi, per esempio, al ripping ‘selvaggio’ di Youtube da parte di OpenAI”, osserva Mazza: “In questo caso, ci troviamo di fronte a una violazione molto grave. Il tema è creare licenze ad hoc, cosa che le case discografiche stanno facendo. Ci sono prospettive molto interessanti, sia dal punto di vista creativo che tecnologico: penso, per esempio, a un artista che faccia ingestion del proprio catalogo per far generare all'AI nuovi testi o canzoni. per esempio: in questo senso, <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-744318/ai-a-fin-di-bene-il-caso-di-warner-e-randy-travis">il caso di Randy Travis e Warner Music è esemplare</a>. Le opportunità di utilizzo legale sono immense, ma ci saranno segmenti destinati a essere spazzati via, come quelli della musica d'ambiente e le library per le sincronizzazioni. Ma ambiti come quelli delle playlist e degli algoritmi saranno impattati in modo positivo, così come quello della content protection".

"Così come tutte le nuove tecnologie, l'AI prenderà pieghe che non possiamo immaginare”, aggiunge Appino: “Da una parte vedo nell'intelligenza artificiale una possibilità incredibile: utilizzando sulla mia stessa voce il voice cloning, sono riuscito a fare cose che, da solo, non sarei stato mai in grado di fare. Creativamente, l'AI è potentissima, ma a livello di legislazione restano grandi problemi. La musica, come tutte le arti, ha una tendenza a fare binge eating. L’industria ha prodotto e promosso tanta musica tutta uguale: è vero che al centro del dibattito musicale c'è la creatività, ma è altrettanto vero che per motivi di ritorno economico molta musica tende a essere identica a sé stessa, quindi - in questo caso - l'AI diventa una sorta di ‘vendetta’".

"Sono cinico e allo stesso tempo ottimista, tutte le novità sono fonti di opportunità interessanti”, prosegue Razzini: “L'AI può portare un valore aggiunto, ma è chiaro che se utilizzata male porta a ‘diluire’ il mercato musicale. Noi come Sony Music Publishing, così come tutta l'industria musicale, stiamo cercando di mettere sotto tutela il nostro repertorio, perché il pericolo più grande sarebbe perderne il controllo. L'AI, così come il digitale, ha aiutato l'industria creativa: il suo compito deve essere quello di riuscire ad ampliare l’offerta, diversificandola e rendendola ancora più completa, ma è necessario che resti di proprietà del sistema, perché se un terzo dovesse arrivare e riempie il mercato di cloni si toglierebbe al settore la risorsa essenziale del proprio business, ovvero quella di monetizzare per dare un futuro di opportunità ai nuovi talenti di domani investendo oggi".

"Immagino un futuro dove l’intelligenza artificiale risolva gli stessi problemi che ha creato, anche in merito alla monetizzazione degli artisti”, commenta Migliardi: “I fake stream, per esempio, oggi occupano tra l’1 e il 3% del totale del mercato, ma un domani - con l’uso sempre più massiccio delle soluzioni di intelligenza artificiale generativa - questo problema potrebbe ingigantirsi. Il tema dei prossimi anni, quindi, sarà quello di elaborare modelli di detection di opere realizzate con l’AI generativa basate esse stesse sull’AI”.

"Più che la giurisprudenza, sarà la reazione di fan e consumatori a dettare le tendenze future riguardanti l’intelligenza artificiale”, conclude Mazza: “Ai tempi di Napster l'industria musicale si era occupata di digitale ma solo in merito ai supporti fisici, sostenendo che l'mp3, in virtù della sua scarsa qualità audio, non avrebbe mai avuto successo. Invece la musica ‘liquida’ ha coinvolto milioni di consumatori in tutto il mondo, nonostante fosse qualitativamente molto inferiore, in termini di qualità di riproduzione, rispetto a supporti come il Super Audio CD. Come accoglieranno i fan, quindi, la musica creata con l'intelligenza artificiale? Allo stato attuale sembra che gli appassionati prediligano ancora gli artisti ‘reali’, ma nel mercato dei videogame, per esempio, già esistono le star ‘sintetiche’. Il tema vero, quindi, sarà come il pubblico recepirà queste novità. E il settore, come sempre, dovrà andare incontro al pubblico".

Medimex 2024: il punto sull'AI generativa nell'industria musicale

Rischi e opportunità: artisti, discografia, editori e collecting a confronto. Quali prospettive?

La classifica Airplay della settimana dal 14 al 20 giugno&nbsp;dei brani più trasmessi vede ancora ial numero uno “Karma” dei Kolors, sale in seconda “Black Nirvana” di Elodie e scende in terza “Malavita” dei Coma Cose. Nella classifica dei brani esordienti più trasmessi troviamo “Whip” dei Doctum. Ecco le novità.

<a href="https://radioairplay.fm/" target="_blank">La classifica Radio Airplay</a>&nbsp;della settimana dal 14 al 20 giugno vede al primo posto “Karma” dei Kolors; le nuove entrate nelle prime cinquanta posizioni sono le seguenti:

“Ra Ta Ta” – Mahmood (8)

“Estate 80” - bnkr44 (32)

“Overdose d’amore 2024” – Zucchero e Salmo (47)

&nbsp;

Il più alto nuovo ingresso è “Ra Ta Ta” – Mahmood in ottava posizione. 
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<a href="https://radioairplay.fm/classifiche-musicali/classifiche/italia/absolute-beginners-by-rockol/" target="_blank">La classifica Airplay Absolute Beginners</a>&nbsp;&nbsp;della settimana dal 7 al 13 6 giugno degli artisti esordienti più trasmessi in radio della settimana vede in vetta “Whip” dei Doctum; le nuove entrate nella Top Ten sono:

“Mr World” - Filo Vals (9)

“Malati di gioia” – Sarafine (10)

&nbsp;

Il più alto nuovo ingresso “Mr World” di Filo Vals in nona posizione.

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Nella "Rit Parade di Stefano Cilio"&nbsp;(<a href="http://www.stefanocilio.com/" target="_blank">www.stefanocilio.com</a>),&nbsp;classifica delle canzoni più popolari in Italia sommando tutte le modalità di riproduzione e acquisto della musica (streaming, download, radio airplay, visualizzazioni video e identificazioni), questa settimana troviamo cinque nuove entrate&nbsp;in top 30. Al numero 29 fa il suo debutto "Lunch" di Billie Eilish, in ventottesima posizione entra "Houdini" di Eminem e al numero 23 troviamo "Mezzo rotto" di Alessandra Amoroso con Big Mama. In ventunesima posizione rientra in top 30 "I Like The Way You Kiss Me" di Artemas. Il podio della "Rit Parade" di questa settimana vede al terzo posto "Paprika" di Ghali, che non perde né guadagna posizioni, seguita al numero 2 dalla più alta new entry, "Storie brevi" di Tananai e Annalisa. Dopo sette settimane&nbsp;"Come un tuono" di Rose Villain cede il passo a una nuova numero 1: "Sesso e samba" di Tony Effe con Gaia diventa così la canzone più popolare in Italia, portando in vetta il cantante romano per la prima volta in carriera.

<a href="https://www.rockol.it/classifica-fimi-billboard-uk-radio-dischi-piu-venduti?preview=a608820c8b02f821fd24a9f57f9db081#Classifiche%20e%20polemiche&amp;refresh_ce">Classifiche: speciale e aggiornamenti continui qui</a>.

Classifiche Airplay, 20 giugno: The Kolors ancora al numero uno

“Karma” è ancora il singolo più trasmesso dalle radio

E’ Eugenio Sournia il vincitore del Premio PMI 2024 per il miglior progetto discografico, assegnato nell’ambito dell’annuale edizione di Musicultura, storica manifestazione dedicata alla canzone d’autore che si concluderà nella serata di oggi, sabato 22 giugno, allo Sferisterio di Macerata.

“L'abbinamento riuscito tra la musica, la parte letteraria del testo e l'interpretazione vocale prelude a&nbsp;una maturità&nbsp;sulla quale poter lavorare per sviluppare e costruire in prospettiva una carriera&nbsp; artistica”, si legge nelle motivazione del riconoscimento, del valore di 2000 euro, consegnato al cantautore (nella foto, a sinistra) dal segretario di PMI Luca Barone (a destra).

Eugenio Sournia, 32 anni,&nbsp; livornese, ha esordito nel mondo della musica con&nbsp;la band Siberia&nbsp;pubblicando tre album e arrivando nel 2019 ad aprire per i Cure al Firenze Rocks:&nbsp;<a href="https://www.rockol.it/news-740604/eugenio-sournia-ex-siberia-percorso-solista-e-album">il suo primo progetto solista</a>, un ep omonimo, è uscito&nbsp;il 17 novembre&nbsp;per Carosello Records con la produzione curata da&nbsp;<a href="https://www.rockol.it/artista/emma-nolde">Emma Nolde</a>.